Sono daccordo che quello non è sciare ...... e ci vorrebbe fare il cristiania su 60-70° di pendenza 
Fare "quelle cose li" ci vuole oltre che a coraggio o incoscienza (non so' quale di più) una sicurezza assoluta delle proprie azioni ed un controllo degli sci e della mente al di fuori di ogni dubbio o discussione. Io che ho il mio postulato tecnico di non fare mai nulla dalla quale non possa uscirne dalla parte per cui sono entrato non ne sarei capace anche se lo sci estremo mi ha sempre affascinato.
Valeruz s'è pippato via anche il Gran Vernel, la sud ell'Ortler, il Sass Pordoi ed altre avventure che non mi sembra siano mai state replicate e questo è tutto dire in un epoca dove il sensazionalismo paga e di emulatori a caccia di un palcoscenico ce ne sono a bizzeffe. Chissà cosa darebbe oggi la Red Bull per sponsorizzare qualcosa del genere.
Se si parla di sci estremo non si può non ricordare lo sconosciuto ai più, Mauro Rumez, che in confronto al pur bravo Valeruz, ha compiuto discese ritenute impossibili e, da vero alpinista (a differenza di Valeruz che la metà se le fa in elicottero) al 99,9% risalendo il pendio che avrebbe sceso e compiendo spedizioni nei 5 continenti in assoluta solitudine, assenza di sensazionalismo e quasi senza sponsor se non quelli modesti della propria sezione friulana.
Tra le sue imprese più famose l’ultima sua spedizione nel maggio del ’99 ha risolto quello che era considerato come l’ ultimo grande problema del Denali–Mount McKinley, 6.194m. Ha compiuto la prima discesa del West Rib, 2.600 metri di dislivello con difficoltà di 50°-55°, già tentato invano da Tardivel e da altri sciatori estremi.