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Il lavoro di Matteo è ben fatto, e di grande impatto. Però spero adesso di non suscitare le vostre proteste in seguito a quel che dirò. Sono un ex discesista di trent'anni fa, di quando ancora si respirava scendendo, e anche chi era scarso come me poteva curvare prendendosi con calma tutta la pista. Adesso l'inverno rifuggo gli impianti, mentre l'estate ne faccio un moderato uso. Infatti io non ho tantissima autonomia come dislivello (come chilometraggio invece me la cavo bene), e spesso gli impianti levano i noiosi avvicinamenti su mulattiere. Mia moglie non ha neanche lei tanta passione di far fatica, e gli impianti ci consentono di ammirare insieme spettacoli meravigliosi. Per citarne uno, gli impianti Colverde a San Martino ci hanno consentito di fare una bellissima escursione fin quasi alla Fradusta. E non posso dimenticare che gli stessi impianti consentirono dieci anni fa a mio padre, dipendente dall'ossigeno, di godere sia pur per poco dello spettacolo delle Pale da dentro.Se invece parliamo di sfruttamento intensivo ed insensato del suolo montano, mi si trova d'accordo senza riserve, convinto anch'io che la natura presenterà prima o poi il conto, anche con la poco cruenta ma temutissima invernata con poca neve