Condivido, lasciano veramente a bocca aperta e proiettano in una dimensione, se possibile, ancora più drammatica. Percorrendo quotidianamente la valle (fiemme) ed alzando gli occhi alle cime, non mi stancherò mai di correre col pensiero alle terribili condizioni di vita disumane, ancor prima che legate alla guerra, di quegli uomini obbligati a presidiare lame di roccia sepolte da metri di neve tra valanghe e colpi di mortaio.
Da non dimenticare, mai!
roberto