Discesa verso il Lago di Lases
Talvolta è bello vagare senza una meta precisa, seguendo l’istinto. Così ho provato a seguire il Sentiero delle Grave che dall’Altopiano di Piné scende con un lungo traverso per un ripido costone verso il Lago di Lases. Dopo essere scesi per un bel po', per arrivare al lago si svolta per la Val Fredda, una piccola valletta che, come dice il nome, ha una singolare caratteristica: la temperatura si abbassa repentinamente e questo insolito fenomeno si percepisce distintamente inoltrandosi per appena poche decine di metri sul fondo della valle.
In fondo alla colata detritica, la Val Fredda
Così a naso, c’è uno sbalzo improvviso di 5-6 gradi in meno... Il microclima che si è instaurato è quello tipico dell’alta montagna, nonostante l’altitudine qui sia di soli 700 metri. Ma le sorprese non sono finite: un cartello segna la presenza delle “buche di ghiaccio”. In fondo a una lunga colata detritica di sassi, nel muschio che ha ricoperto le pietre si aprono delle cavità da cui esce un refolo d'aria fredda: talmente fredda da formare nelle buche del ghiaccio perenne!
Questo singolare fenomeno naturale si deve a grandi masse d’aria che circolano nel sottosuolo all'interno del vasto ammasso di pietre, e che scendendo verso il basso creano delle correnti d’aria fredda. Qualcosa di veramente stupefacente!
La Val Fredda col suo particolare microclima ha una temperatura sensisbilmente più bassa rispetto ai dintorni
Il muschio ha ricoperto le pietre, in fondo alla valle le cavità che emettono aria fredda!
Il buco col ghiaccio anche in estate!
Eppure queste meraviglie naturali rischiavano addirittura di scomparire del tutto per l'opera di devastazione delle cave di estrazione di porfido.
Dal sito
http://www.areeprotette.provincia.tn.it/.../pagina25.htmlIl Biotopo "Lona-Lases" comprende 3 aree tra loro spazialmente separate e molto diverse sotto l'aspetto degli ambienti presenti. Si tratta degli ultimi "lembi" sopravvissuti di una particolarissima situazione ambientale che un tempo esisteva, ben più estesa di oggi, attorno all'abitato di Lases e al lago omonimo.
L'attività di estrazione del porfido, che proprio in questa zona del Trentino ha il suo principale centro produttivo, ha irrimediabilmente distrutto gran parte di quella straordinaria situazione ambientale. I tre lembi oggi protetti sono solo minime porzioni scampate alla distruzione, e per la loro tutela si è resa necessaria una disputa durata anni con i proprietari delle cave, che volevano utilizzarli come discariche per gli scarti della lavorazione del porfido.
Sulla riva del Lago di Lases
La Val dei Paludi
Il rigoglioso canneto
La riva nei pressi dell'abitato di Lases
Lo scempio delle cave di porfido
Le tre aree che compongono il Biotopo sono la Palude di Lases (chiamata anche "Palù dei Sfondroni"), la Val Fredda con le "buche di ghiaccio" e il Palù Redont.
Da Lases sono poi tornato in quota per varie forestali e tracce di sentiero fino quasi al Lago delle Rane, per poi scendere fino alle Grave Alte, sotto le quali avevo parcheggiato l'auto. Un giro molto bello e tuttosommato senza particolari difficoltà, tranne l'orientamento che è piuttosto articolato e reso un po' ostico dalla mancanza di chiare indicazioni. Lunhgezza circa 11 km, dislivello circa 600 metri.
La passeggiata lungo la riva
Mappa del percorso, notare i versanti "rasati a zero" da Vaia
Il paesaggio "lunare" dopo la devastazione di Vaia
Il percorso