GIM - Girovagando in Montagna in Trentino

ASIAGO (VICENZA) - Lo scrittore Mario Rigoni Stern è morto ad Asiago, all'età di 86 anni. Malato da tempo, Rigoni Stern è mancato ieri sera.

Mario Rigoni Stern ha scritto pagine indimenticabili sulle sue montagne che amava e conosceva profondamente (Il bosco degli urogalli, Storia di Tonle, Le stagioni di Giacomo...) e ha raccontato in uno dei romanzi più letti del secolo scorso, la tragica ritirata degli italiani in Russia: "Il sergente nella neve", tradotto in diverse lingue e utilizzato in tutte le scuole italiane come testo di lettura, è una storia straordinaria frutto dell'esperienza personale di Rigoni Stern.

(17 giugno 2008)

http://www.corriere.it/cronache/08_giugno_17/rigoni_stern_f9f7d654-3c8b-11dd-bc39-00144f02aabc.shtml?fr=box_primopiano

Parto per le ferie con il pianto nel cuore dopo aver appreso la notizia della morte del grandissimo Mario, scrittore sensibile che mi ha accompagnato in molti momenti belli e tristi della mia vita e che mi ha insegnato ad amare la semplicità e la complessità delle "terre alte", soprattutto della mia provincia (Vicenza) che la stoltezza di alcuni suoi abitanti vorrebbero solo trasformare in parchi gioco per i cittadini...

«Io la terra trentina l’ho amata fin dalle elementari, attraverso una canzone che ci faceva cantare ogni mattino la maestra. Era la canzone del cieco di guerra sull’Ortigara, che guardava Trento da lontano. Non poteva vederla, ma oltre le cime la indovinava, la sognava.»
(dall’intervista a Mario Rigoni Stern a cura di Franco de Battaglia, www.Altoadige.it, 2003)

voglio andare controcorrente: Stern mi piaceva quando parlava di natura, guerra, sviluppo e ambiente,  insomma di qualunque cosa, ma era insopportabile quando faceva l'elegia della caccia Sorriso

Personalmente (mia opinione, chiaramente) aggiungerei: anche quando si occupava di politica, e soprattutto della politica altrui (la nostra)... Ricordo bene quando si era letteralmente scagliato contro la nostra autonomia... 

Senza, tra l'altro, conoscerne evidentemente a fondo le origini e la storia... Cosa che da un uomo di cultura sarebbe anche lecito aspettarsi.

Tra l'altro, invece che cercare di ottenere qualcosa di più per il Veneto (condivisibilissimo) gridare di toglierla agli altri... beh, mi sa di uno sfogo gratuito, almeno per come vedo io la cosa.

Lo apprezzo molto come scrittore, ha scritto degli splendidi libri, questo è fuori discussione, ma su questi aspetti... lo apprezzo decisamente di meno... 

Questa, comunque, è solo la mia, personalissima, opinione. Non voglio alimentare un dibattito politico, ci mancherebbe...

Buona giornata a tutti,

Stefano

Beh, da un punto di vista storico il Trentino l'autonomia l'ha sempre avuta, dal 1027 in poi, almeno fino all'ingresso delle truppe napoleoniche ed al successivo governo bavarese. Abbiamo secoli di storia sotto l'Austria, visto che il Trentino fa parte dell'Italia solamente dal 1919. Ancora oggi alcune cose, pensiamo semplicemente al sistema tavolare, ci differenzia da altre parti d'Italia.

Cerco di spiegarmi meglio: che la situazione del Trentino sia una realtà completamente diversa da quella dell'Alto Adige, sono perfettamente d'accordo. Ma è comunque una realtà "speciale".

Non tutte le regioni a statuto speciale hanno minoranze linguistiche da tutelare. La Sicilia e la Sardegna cos'hanno di speciale allora? Eppure hanno un'autonomia ancora superiore alla nostra.

L'Alto Adige, di tutte le regioni a statuto speciale, è l'unica che ha un *vero* bilinguismo da tutelare.

La Valle d'Aosta, l'ha solo sulla carta, il francese è parlato dallo 0,5% della popolazione, la vera lingua sarebbe il patois, il dialetto franco-provenzale che ormai viene parlato sempre di meno, purtroppo, soprattutto tra i giovani.

Pensa che la lingua francese (e non il patois) viene richiesta nei concorsi pubblici e non solo, e questo crea un certo malcontento, visto che non tutti riescono a superare la prova di francese, proprio perché non è una lingua corrente nella Vallée, ma i politici valdostani non intendono cambiare questo sistema, temendo di perdere autonomia da Roma.

Come vedi, anche qui di motivi veramente speciali a livello linguistico non ce ne sono...

In Friuli, la percentuale di persone che parla lingue slave è minima, c'è poi una minoranza di tipo romancio, di origine simile ai ladini. Tutto qui. Ed è comunque una regione a statuto speciale.

Poi, chiaramente, sono d'accordo che sarebbe giusto che a tutte le regioni venisse riconosciuta un'autonomia simile alla nostra, ed in particolare alle regioni di montagna.

Il Veneto, tra l'altro, ha pure minoranze cimbre e ladine...

Ma credo che la strada giusta sia quella di aumentare l'autonomia delle altre regioni, non di toglierla a chi già ce l'ha.

Questa, comunque, è solamente la mia opinione, chiaramente.

Ciao,

Stefano

In Friuli, la percentuale di persone che parla lingue slave è minima, c'è poi una minoranza di tipo romancio, di origine simile ai ladini.

il Friulano, che tutti parlano ed è impropriamente inteso come fosse un dialetto, è ladino puro al pari di quello parlato nei Grigioni (CH), diversamente da quello parlato in Fiemme e Fassa (italianizzato) ed in Gardena-Badia (tedeschizzato).

Ma credo che la strada giusta sia quella di aumentare l'autonomia delle altre regioni, non di toglierla a chi già ce l'ha.

quoto idealmente MA purtroppo il nostro è il paese dei furbi dove tutto serve alla casta: pensa, ad esempio, alle "zone franche" tipo Livigno che un tempo avevano una giustificazione (isolamento) e che ora sono oasi di miliardari...

vero, ma negli anni '20-'30 in montagna la caccia era giustificata dalla fame atroce..

siamo d'accordo, ma stern ne faceva un'elegia in generale, e questo ai giorni nostri mi pare poco accettabile. E' che quando sei stato "imprintato" da giovane, non ci sono ragionamenti logici che tengano

nel caso autonomia condivido quello che a detto stefano