Autore Topic: [INCIDENTI] Caduto UNTERKIRCHER  (Letto 29455 volte)

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Offline radetzky

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Re: CADUTO UNTERKIRCHER
« Risposta #135 il: 20/09/2008 17:46 »
tutto, anche la morte del loro compagno, si è risolto in un operazione mediatica ...

 :(
quando che le pegore le va a destra.. mi vago a sinistra. e quando le va a sinistra mi vago a destra !

Offline radetzky

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Re: CADUTO UNTERKIRCHER
« Risposta #136 il: 20/09/2008 17:50 »
Aspetto di vedere le reazioni di Da Polenza...se non vuole fare una vera figura di m.... in qualche modo dovra' intervenire viste le sue ultime dichiarazioni.
Questo potrebbe essere veramente il momento giusto per giudicarlo come persona.

esatto. Spero di sbagliarmi ma temo finirà col fare una figura di m...
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Offline PassoVeloce

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Re: CADUTO UNTERKIRCHER
« Risposta #137 il: 19/11/2008 08:53 »
esatto. Spero di sbagliarmi ma temo finirà col fare una figura di m...

Ho visto i titoli dell'Alto Adige di oggi... "Nanga, le accuse - Da Polenza "scarica" su Nones e Kehrer"...se qualcuno riesce a recuperare l'articolo....

Offline AGH

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Re: [INCIDENTI] Caduto UNTERKIRCHER
« Risposta #138 il: 19/11/2008 09:16 »
a che pagina?
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Offline PassoVeloce

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Re: [INCIDENTI] Caduto UNTERKIRCHER
« Risposta #139 il: 19/11/2008 09:17 »

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Re: [INCIDENTI] Caduto UNTERKIRCHER
« Risposta #140 il: 19/11/2008 09:21 »
Mi pare di vedere 40...
http://altoadige.repubblica.it/prima

ahhh avevo capito l'adige, peccato mi sa che dallalto adige non si può scaricare una mazza  >:(
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Re: [INCIDENTI] Caduto UNTERKIRCHER
« Risposta #141 il: 19/11/2008 09:29 »
ahhh avevo capito l'adige, peccato mi sa che dallalto adige non si può scaricare una mazza  >:(

si vede solo

«È stato Kehrer a chiedere i soccorsi»

...sottolineava il ruolo ambiguo di Agostino Da Polenza, presidente del Comitato Cnr-EverestK2...proseguirà sulle pagine di «Alp», da Polenza intanto però intende replicare a...elicottero. «Non è vero - afferma Da Polenza - sono stati loro ad aver chiesto i...

il resto è riservato agli abbonati  >:(
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Offline AGH

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Re: [INCIDENTI] Caduto UNTERKIRCHER
« Risposta #142 il: 20/11/2008 14:30 »
l'articolo sull'alto adige

«È stato Kehrer a chiedere i soccorsi»

Alto Adige — 19 novembre 2008   pagina 40   sezione: SPETTACOLOCULTURA E SPETTACOLI
 Il 28 ottobre scorso avevamo pubblicato una lunga intervista a Linda Cottino, direttrice di «Alp» - la più autorevole rivista italiana di montagna - sulle tragedie avvenute quest’estate sul Nanga Parbat e sul K2 e che sono costate la vita a Karl Unterkircher e a molti altri alpinisti. L’ultimo numero di «Alp» dedicava infatti molto spazio a quanto avvenuto in Himalaya, cercando di andare oltre quello che i quotidiani avevano raccontato in quei giorni. Un approfondimento che sottolineava il ruolo ambiguo di Agostino Da Polenza, presidente del Comitato Cnr-EverestK2, impegnato come coordinatore dei soccorsi.

Certamente il dibattito proseguirà sulle pagine di «Alp», da Polenza intanto però intende replicare a quanto affermato da Linda Cottino nell’intervista rilasciata al nostro giornale. Quello che pubblichiamo qui di seguito è l’intervento scritto che ci ha inviato. Da notare che il presidente del Comitato Cnr-EverestK2 sorprendentemente scarica, di fatto, le responsabilità di eventuali contraddizioni soprattutto sui compagni di Karl Unterkircher, ovvero sul badiota Simon Kehrer e il trentino Walter Nones, che hanno sempre negato di aver chiesto l’intervento dell’elicottero.

«Non è vero - afferma Da Polenza - sono stati loro ad aver chiesto i soccorsi». A questo punto è probabile che la vicenda non finisca qui. (m.f) Agostino Da Polenza Avolte, chi racconta una storia pretende di conoscerla meglio di chi l’ha vissuta. Questa riflessione mi ha spinto a scrivere queste righe per replicare alle affermazioni di Linda Cottino, direttrice di Alp, intervistata dall’«Alto Adige» lo scorso 28 ottobre sulle tragedie estive del Nanga Parbat e del K2. Un’intervista alla quale vengo coinvolto come «convitato di pietra». Partiamo dal Nanga Parbat. Chi chiamò i soccorsi? Questo il cuore della polemica, nutrita dall’insinuazione che siano stati orchestrati per motivi politici. Una risibile sciocchezza, anche perché gli unici a intervenire nella vicenda, dando la loro solidarietà, furono il Presidente Napolitano e il Ministro Frattini.

Una volta per tutte, ecco com’è andata.  La mattina del 16 luglio, Kehrer chiamò il manager di Karl per avvertire del tragico incidente, di cui nel giro di poche decine di minuti arrivò notizia a famiglie, amici, stampa e Carabinieri, di cui Nones fa parte. Proprio i Carabinieri di Selva Gardena, alle 10 circa, ora italiana, chiamarono l’Ambasciata Italiana di Islamabad, avvertirono il funzionario locale che verificò poco dopo con Silke, la moglie di Karl, l’avvenuta tragedia. E scattò l’allarme. Sì, perché tutti i soccorritori seri sanno, o devono sapere, che se informi qualcuno di un incidente alpinistico con un morto, l’allarme arriva automaticamente alle autorità.

E’ vero, in un primo tempo dissi che l’allarme venne dato dal campo base, come mi aveva detto Mauri Gallo dopo aver trovato, a Fairy Meadows, il cuoco in lacrime convinto che sulla parete fossero morti tutti. Ma all’Ambasciata arrivò prima la telefonata da Selva. stato facile appurarlo, bastava chiederlo alle fonti. Perché sono intervenuto? Maurizio Gallo, qualche giorno fa, durante un incontro con alcuni giornalisti tra cui anche la Cottino, lo ha spiegato con parole che mi hanno fatto particolarmente piacere: «Chi ha lavorato con Agostino sa di far parte di un gruppo di persone alle quali lui tiene molto. come far parte di una squadra, di una famiglia, dove vale la regola che uno dei tuoi non lo abbandoni mai. Se non si parte da questa prospettiva, è impossibile capire il suo gesto». Sarei lusingato dall’essere considerato il fautore dell’abnorme reazione mediatica di cui queste storie sono rimaste vittime. Ma se fossi davvero in grado di provocare tanto interesse, farei il pubblicitario o l’organizzatore di campagne politiche. Guadagnerei miliardi.

La tanto citata «spettacolarizzazione» della vicenda non è altro che la più antica e semplice verità del giornalismo: quest’estate, la montagna ha fatto notizia. Nella tragedia e nei soccorsi. «La storia c’era, e i giornali, una volta tanto, hanno dato un’informazione generalmente corretta, forse anche grazie al fatto che l’informazione era mediata da esperti». Molti questo non l’hanno capito, nemmeno Walter e Simon. Ricordo che per tre giorni, dopo l’incidente di Karl e le prime due telefonate del 16 mattina, non ci furono più comunicazioni. E tutti, esperti o meno di montagna e di Himalaya, si preoccuparono della loro sorte, considerando che dal campo base li vedevano salire molto lentamente.

Certo le difficoltà della montagna e della situazione erano tante, ma lo erano anche i timori, che imponevano di verificare che cosa stesse succedendo lassù per prevenire altre tragedie. Ecco il perché dei primi voli e del lancio di un telefono, di viveri e gas. Dopo averli recuperati, Nones e Kehrer ritornarono poi alla tenda, dove rimasero fino al pomeriggio del giorno dopo. Nessuno doveva preoccuparsi? Qualcuno ha detto addirittura che quel volo fu inutile. vero che i due alpinisti, in quelle 30 ore in tenda, fermi, non hanno usato nulla di quanto recuperato, come molti hanno scritto? Loro, a Gallo, a Islamabad, hanno detto il contrario. E furono sempre loro a consultarsi sul percorso con Mauri e Gnaro prima della discesa con gli sci dell’ultimo giorno. Alla faccia dell’inutilità del telefono satellitare. Sono stato definito «disinvolto», nel gestire questa situazione, nell’attivare i soccorsi. Perché Walter e Simon non hanno mai chiesto nulla.

E soprattutto non hanno mai chiesto l’elicottero. Non è vero. Kehrer, in difficoltà l’ultimo giorno di discesa, chiese a Gallo il recupero in elicottero, e anzi lo sollecitò facendo due telefonate. Perché, racconta Gallo, durante la discesa, Walter e Simon incapparono in due scariche di neve e un ancoraggio fatto per superare un seracco cedette, facendo precipitare per parecchi metri Walter, che poi accusava forti dolori alle costole. Abbiamo appurato che, scendendo, si erano spinti troppo in basso tra seracchi pericolosi e avanti non potevano più andare. Loro chiamarono una prima volta perché intervenisse l’elicottero, e Simon, vedendo passare il tempo e le nuvole alzarsi, richiamò di nuovo per sollecitare l’invio dell’elicottero e il recupero.

Ma tant’è. Conferma Gnaro Mondinelli, da trent’anni nel soccorso alpino della Finanza, che chi viene soccorso non è mai molto contento. Soprattutto gli alpinisti, spalleggiati in questi casi dal «gotha dei puristi della montagna» che quest’estate non ha mancato di stracciarsi le vesti inorridendo di fronte alla mano tesa dei soccorritori. Anche Linda Cottino sembra sulla stessa linea, quando sostiene che tutti hanno diritto all’avventura, fino a rischiare la propria vita: «Nessuno aiutò, tanti anni fa, Buhl e Diemberger». Mi chiedo: non è che i due eroi del Chogolisa forse non avevano telefonini per chiedere aiuto? Non è che magari a quei tempi non c’erano elicotteri in grado di salire in quota? Comunque, la liceità morale dell’assunzione dei rischi, anche estremi, da parte degli alpinisti è un dibattito antico, ma sempre attuale di fronte alle tragedie della montagna.

Molti alpinisti fanno però il tifo per il diritto alla vita, non per il suicidio sportivo. Per chiudere, vorrei chiarire la spinosa questione dei costi. Non so quale pessimo consigliere abbia aizzato gli umori dei due ragazzi soccorsi al Nanga Parbat, ma un po’ più di ponderazione e di buon senso non avrebbero guastato e soprattutto, avrebbe evitato loro molti imbarazzi. Ministero degli Esteri e Arma dei Carabinieri si erano detti disponibili a supportare eventuali costi di soccorso, che alla fine sono stati di 31mila euro circa. Ma avevamo appurato, con Adam Holzknecht e i responsabili dell’Aiut Alpin, che Karl aveva stipulato un’assicurazione privata che avrebbe risposto, a detta dell’assicuratore interpellato in quelle ore, fino a 10/15.000 Euro per persona.

Per parte mia ho sempre detto che avrei sostenuto i costi di logistica per Gnaro e Gallo e così ho fatto, compreso il primo volo di elicottero al campo base, che era già stato attivato dai pakistani per una ricognizione. Pertanto il costo rimanente assomma a circa 25.000 Euro. Eravamo tutti tranquilli. Cosa poi sia successo, dopo il rientro dei due soccorsi, francamente è difficile comprenderlo. Difficile capire come sia stato impossibile negoziare con quell’assicurazione un risarcimento. Per fortuna, c’era anche un’altra assicurazione, quella dell’Aiut Alpin, che ora dovrebbe, con grande spirito di professionalità e senso della propria missione sociale, intervenire. Ci stanno lavorando gli amici di Karl.

Se non accadesse, si vedrà il da farsi, saremo tutti pronti a dare, ancora, una mano. Pensando soprattutto a Karl. Perché lui era il capo di quella spedizione e lui ha pagato il prezzo più alto. Lui lascia moglie e figli, lui era con Walter e Simon fino a quando quella parete è crollata. Suo era il sogno del Nanga Parbat. Ed è ora di ricordarlo.
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Offline PassoVeloce

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Re: [INCIDENTI] Caduto UNTERKIRCHER
« Risposta #143 il: 21/11/2008 08:16 »
C'è anche un articolo sul Trentino di oggi ma sarà simile deduco....

Offline radetzky

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Re: [INCIDENTI] Caduto UNTERKIRCHER
« Risposta #144 il: 21/11/2008 08:28 »
mah, a me gli alpinisti-politici non sono mai piaciuti.
quando che le pegore le va a destra.. mi vago a sinistra. e quando le va a sinistra mi vago a destra !