GIM - Girovagando in Montagna in Trentino
ARGOMENTI MONTANARI => Notizie di montagna => Topic aperto da: civetta - 16/07/2008 14:25
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Karl Unterkircher è caduto in un crepaccio sul Nanga Parbat. I due suoi compagni
vanno in vetta proseguono perché sembra non si possa ridiscendere dalla via di salita. Terribile per tutti ...
http://www.repubblica.it/2008/07/sezioni/cronaca/unterkircher-crepaccio/unterkircher-crepaccio/unterkircher-crepaccio.html (http://www.repubblica.it/2008/07/sezioni/cronaca/unterkircher-crepaccio/unterkircher-crepaccio/unterkircher-crepaccio.html)
http://www.corriere.it/cronache/08_luglio_16/alpinista_himalaya_199f141c-5326-11dd-a364-00144f02aabc.shtml (http://www.corriere.it/cronache/08_luglio_16/alpinista_himalaya_199f141c-5326-11dd-a364-00144f02aabc.shtml)
http://www.montagna.tv/?q=node/8053 (http://www.montagna.tv/?q=node/8053)
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e quindi lo lasciano li così ... ??? ??? ma come è possibile che non si possa recuperare.. :-\
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Hanno il loro da fare a salvarsi anche gli altri due ... Speriamo ...
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e quindi lo lasciano li così ... ??? ??? ma come è possibile che non si possa recuperare.. :-\
Sembra sia stato seppellito dalla neve nel crollo mentre stava battendo traccia...
Le informazioni sono poche, ma non credo potessero fare molto.
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dalle notizie ANSA il suo manager ha detto che nn c'è più nulla da fare! :'(
http://www.ansa.it/opencms/export/site/notizie/rubriche/altrenotizie/visualizza_new.html_729065592.html (http://www.ansa.it/opencms/export/site/notizie/rubriche/altrenotizie/visualizza_new.html_729065592.html)
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altre notizie... :'(
http://www.ladige.it/news/a_portale_lay_notizia_01.php?id_cat=4&id_news=7162 (http://www.ladige.it/news/a_portale_lay_notizia_01.php?id_cat=4&id_news=7162)
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:'(
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Ho trovato queste notizie,dove si parla anche dei superstiti della spedizione
http://www.corriere.it/cronache/08_luglio_16/alpinista_himalaya_199f141c-5326-11dd-a364-00144f02aabc.shtml
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Copio e incollo da yahoo notizie, nel caso col tempo i link diventino inattivi...
(ASCA) - Roma, 16 lug - Karl Unterkircher, 38 anni, alpinista italiano originario dell'Alto Adige, e' scomparso precipitando in un crepaccio mentre stava scalando il Nanga Parbat (8.125 metri di altezza) in Pakistan. ''Non c'e' piu' alcuna speranza, la tragedia e' ormai una triste realta''', ha fatto sapere il suo manager Herbert Mussner, informato telefonicamente via satellite dell'incidente dai compagni di cordata Walter Nones e Simon Kehrer. L'alpinista italiano e' caduto in una scarpata in un punto che si trova ad un'altezza di oltre 7.000 metri e dove e' impossibile inviare i soccorsi via elicottero. Le notizie, come si legge sul sito ufficiale di Karl Unterkircher, sono purtroppo ancora frammentarie. Da una prima ricostruzione pare che l'incidente sia accaduto ieri. La costola di neve dove Unterkircher stava battendo traccia sarebbe improvvisamente crollata sotto i suoi piedi. Nones e Kehrer, dopo una notte passata all'addiaccio nel disperato tentativo di salvare il loro amico e capospedizione, sono riusciti solo a recuperare il telefono satellitare che Unterkircher aveva indosso. ''Non possiamo tornare indietro da dove siamo saliti'', ha detto questa mattina Nones alla moglie. ''Sarebbe troppo pericoloso. Noi stiamo bene, ora siamo fuori dalla seraccata, a circa 6.400 metri di quota. Dobbiamo proseguire verso l'alto. Dovremo arrivare ad oltre settemila metri per poter uscire dalla parete. Poi scenderemo dalla via piu' sicura e piu' veloce''. Sul Nanga Parbat, la ''montagna nuda'' dell'Himalaya, nona vetta per altezza di tutto il mondo, perse la vita nel 1970 Gunther Messner, che insieme al fratello Reinhold, stava ridiscendendo a valle dopo l'impresa. Unterkircher era nato a Selva di Val Gardena nel 1970 e deteneva un record certificato dal Guinnes dei Primati: e' stato l'unico alpinista al mondo ad aver scalato nel giro di due mesi (fra maggio e luglio dello scorso anno) due delle vette piu' alte del mondo, il Jasemba e il Gasherbrum II, senza ausilio dell'ossigeno supplementare.
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Brutta scoppola per l'alpinismo intero, Karl era un alpinista di punta. Per me una specie di supereroe come pochi, che pare impossibile possano perdere, eppure....mi ha scosso questa notizia. Chi non ha esperienza di alpinismo misto almeno ad un minimo livello, non può forse sapere il tipo di avventura cui nel grande alpinismo si va spesso incontro...trovarsi sospesi tra i seracchi, in quota, magari con la nebbia e con il freddo, è una avventura che non vorrei mai vivere. Come il caderci dentro e venir recuperati sospesi su un ponte di neve da cui, guardando in basso, non si vede il fondo del crepaccio...provar per credere. Anzi, non provate...che è meglio. Sulle nostre Alpi esistono banchi di prova duri, che già fan capire certe problematiche. Quando in certe montagne si cade in crepaccio, spesso non c'è via di fuga in quanto la profondità è tale che il recupero diventa impossibile. Oppure è la quota o le condizioni climatiche/atmosferiche spesso proibitive ad impedirlo. Non son da biasimare i compagni che proseguono, dopo aver dato tutto per un salvataggio impossibile. Meglio salvarsi se si può. Qualcuno avrà letto la storia del povero Gunther Messner, fratello del più famoso Reinhold...stessa storia e stessa fine. Insomma, brutte storie...che ci fan sentire davvero molto,. molto PICCOLI di fronte alla grandezza delle montagne. Piccole o grandi che siano. Una riflessione. Donkey
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[...] Non son da biasimare i compagni che proseguono, dopo aver dato tutto per un salvataggio impossibile. Meglio salvarsi se si può. [...]
Infatti, c'è da sperare che ce la facciano. L'incidente ormai è di due giorni fa e di loro non si hanno notizie. Purtroppo credo che non servirà a niente la spedizione che deve ancora partire dall'Italia, se sbucano dalla parete lo faranno da soli. In bocca al lupo, incrociamo le dita ...
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Purtroppo credo che non servirà a niente la spedizione che deve ancora partire dall'Italia, se sbucano dalla parete lo faranno da soli. In bocca al lupo, incrociamo le dita ...
NEWS!!!
Sono stati localizzati alle 11:40 (ora italiana) e stanno bene Simon Kehrer e Walter Nones, i due compagni di cordata di Karl Unterkircher, caduto in un crepaccio durante la scalata del Nanga Parbat. Lo si apprende al Comando generale dei carabinieri, che ha contattato Agostino Da Polenza, direttore del comitato 'Everest K2-Cnr'.
I due alpinisti sono stati individuati con potenti cannocchiali: si trovano a circa 6.800 metri di quota e stanno continuando a salire. Sono ormai vicini a un punto in cui confluiscono due vie, una delle quali - la cosiddetta via "hermann buhl" - è idonea all'eventuale discesa, anche con gli sci. Oggi pomeriggio, si apprende sempre al Comando generale dell'Arma, da Milano partiranno in aereo gli scalatori Silvio Mondinelli e Maurizio Gallo che raggiungeranno Islamabad alle 8 di domani mattina per organizzare una spedizione di soccorso; le condizioni meteo resteranno favorevoli fino a dopodomani. Le Forze armate pakistane, intanto, si sono rese disponibili a fornire il proprio supporto aereo con elicotteri 'Alouette', idonei al sorvolo della vetta fino a quote prossime ai 7000 metri, con possibilità di atterrare a circa 6.400 metri. Il comando generale dell'Arma, attraverso il comando carabinieri della Farnesina, ha attivato la rappresentanza italiana ad Islamabad, che ha assicurato la propria disponibilità a fornire ogni supporto.
Walter Nones e Simon Kehrer avevano già accompagnato Karl Unterkircher, nel 2006, nella scalata dell'inviolata parete Nord del Genyen, una cima di oltre sei mila metri in Cina. Walter Nones, 36 anni di Cavalese in Trentino, è appuntato dei carabinieri. Il suo curriculum alpinistico comprende, oltre alla salita al K2 senza ossigeno con la spedizione K2 2004, numerose salite nelle Dolomiti, due cime himalayane (Island Peak, 6.189m e Lobuche Peak, 6.119m, dove ha aperto una nuova via), McKinley (6.194m) e Aconcagua (6.962m). Simon Kehrer, 29 anni, è invece una guida alpina di San Vigilio in Marebbe, in val Badia (Alto Adige). Nonostante la sua giovane età ha già compiuto numerose imprese alpinistiche in Italia ed all'estero. E' considerato una delle grande speranze dell'alpinismo di alta quota.
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Ottima notizia!!
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Date un'occhiata..... :'(
http://www.karlunterkircher.com/it/guestbook.asp
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Date un'occhiata..... :'(
http://www.karlunterkircher.com/it/guestbook.asp
Mi ha colpito questa frase nel suo blog:"...........In un monastero vicino al Lago Manasavarar avevo acceso una candela pregando alle spedizioni prossime...."
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Mi ha colpito questa frase nel suo blog:"...........In un monastero vicino al Lago Manasavarar avevo acceso una candela pregando alle spedizioni prossime...."
A me ha fatto un pò impressione leggere sui giornali il diario degli ultimi giorni....aveva paura di quella parete e del seracco....quasi fosse proprio un sentore della tragedia che gli sarebbe capitata.... :-\
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A me ha fatto un pò impressione leggere sui giornali il diario degli ultimi giorni....aveva paura di quella parete e del seracco....quasi fosse proprio un sentore della tragedia che gli sarebbe capitata.... :-\
a me ha colpito molto questo passaggio:
<< Qualche giorno prima di partire per questa spedizione, uscendo da un bar, sono inciampato in un vaso di fiori che faceva da bordo sulla strada statale. Mi sono rovesciato, avevo ai piedi solo i sandali e così ho sbattuto il ginocchio sull’asfalto, procurandomi un dolore allucinante. Mi sono rialzato ed ho continuato a camminare, zoppicavo dal dolore, però sentivo che il ginocchio era rimasto illeso. Probabilmente se passava una macchina in quell’istante, mi avrebbe sicuramente investito. Il barista, un mio caro amico, uscì di corsa chiedendomi se mi fossi fatto male, non avevo più fiato per parlare. Probabilmente avrà pensato: “vuole andare a fare i 8000 metri e non sta neanche in piedi a 1500 metri”. Il destino ha voluto che mi succedesse niente ed è per questo che sono adesso qui, qui sotto la parete Rakhiot. Fin’ora tutto è andato come da programma, mica ci tireremo indietro adesso? Domani al mattino saliamo alla morena, lo zaino sarà abbastanza pesantello, in più abbiamo gli sci da portare. Aspetteremo fino a quando sarà buio, perché di giorno fa troppo caldo. Se non è nuvolo, la luna sarà dalla nostra parte. Il seracco intermedio deve fare il “bravo” da 8 a 10 ore, non chiediamo poi tanto?! Sfrutteremo una costola nevosa fino sotto la fascia di rocce. Essa non dovrebbe creare problemi. Se poi nella giornata di martedì riusciamo a saltare sopra al “nostro” seracco intermedio allora saremo a cavallo del pilastro! Dopodiché toccherà a noi! A resistere alla fatica e a superare la parete con maestria. Una volta che avremo raggiunto il pianoro sommatale, punteremo la vetta. Abbiamo viveri e gas per sciogliere neve per almeno 5 giorni.…speriamo in bene! La discesa è prevista per la via di Hermann Buhl del ’53. Il nostro staff al campo base ci consiglia invece di scendere dalla via “normale”, per la parete Diamir. Chissà: “forse” gli ho detto, tutto dipenderà da tanti fattori. Inshallah!! ( Come Dio vorrà) >>
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La forza interiore di autoconservazione. Una legge genetica che tocca tutti in certi momenti. Nel alpinismo, è più frequente provarla. Ecco in cosa staran puntando Nones e compagno per uscire dal paretone, sicuramente moralmente provati per la difficile scelta tra il proseguire verso il plateau o morire. Il tempo peggiorerà nei prox giorni, contiamo nella velocità del "Gnaro" e nel fatto che la burocrazia solita di quei paesi per un po' dia una mano in una situazione davvero disperata...in bocca al lupo, davvero. Spero ce la facciano, di cuore..
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poche le parole... molte le lacrime...
spendiamo solo 5 minuti del nostro tempo per dire qualche preghiera per questo giovane, ma grande alpinista e anche per la sua famiglia... che piu' di tutti patira' la perdita'.
ho le lacrime agli occhi, io che nemmeno lo conoscevo se non di fama, figuriamoci i suoi! che Dio vegli sulla sua famiglia e sui suoi compagni che saranno segnati a vita...
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ho le lacrime agli occhi, io che nemmeno lo conoscevo se non di fama, figuriamoci i suoi! che Dio vegli sulla sua famiglia e sui suoi compagni che saranno segnati a vita...
mi fa impressione che questa gente lo mette già in conto di poter morire... di rischiare veramente molto.. sul nanga parabat se non ho capito male il 30% di quelli che hanno tentato la vetta ci hanno lasciato le penne .. una montagna disseminata da croci... è una percentuale spaventosa .. quasi da roulette russa e nonostante questo, queste persone con famiglia, moglie, figlioli, ci provano ugualmente ..
Devo ancora farmi una idea, a volte mi viene da ritenerli degli incoscienti altre volte invece non posso non provare ammirazione per chi è disposto a mettere in gioco la proprio vita e tutto quello che ha per una passione.. probabilmente io non posso capire, comunque una parte di me li ammira e invidia il modo in cui questo ragazzo è morto ,salito in cielo con le proprie gambe ben prima che a farlo fosse il destino
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Anche questa.......
"Siamo qui per una "missione"… quella parete…quel seracco a metà parete…non mi esce dalla testa. Ci vorranno sicuramente 10 - 12 ore per salire il seracco, mi chiedo se saranno ore inutili, ore che ci impediranno la salita? Cerco di riaddormentarmi, ma la mia mente è confusa da tante domande. La probabilità che il seracco piombi giù in quelle ore, è minima, di certo non è una roulette russa. Però, mai dire mai! Siamo nati e un giorno moriremo. In mezzo c'è la vita. Io la chiamo il mistero, del quale nessuno di noi ha la chiave. Siamo nelle mani di Dio….e se ci chiama… dobbiamo andare. Sono cosciente che l'opinione pubblica non è del mio parere, poiché se veramente non dovessimo più ritornare, sarebbero in tanti a dire: "Cosa sono andati a cercare là? Ma chi glielo ha fatto fare?". Una sola cosa è certa, chi non vive la montagna, non lo saprà mai! La montagna chiama!»"
Ultimo messaggio sul sito di Karl Unterkircher è del 13 luglio, il giorno precedente alla tragedia. "«Sono straiato nella mia tenda e provo a continuare a leggere. Ma non riesco a concentrarmi, la mia mente è fissata su quella parete. La parete Rakhiot, su quel stramaledetto seracco in mezzo alla parete. In quella fascia di ghiaccio, che ci ostruisce la via di salita. Un mese fa quando arrivammo al campo base, questa parete mi fece paura...Però sono le scariche di ghiaccio che mi procurano paura. ...E' una missione pericolosa! Probabilmente affronteremo la montagna come degli assaltatori di prima fila in guerra. Ma invece delle armi avremmo le piccozze e i ramponi. Dovremmo prestare tanta attenzione, scegliendo la linea con il minor pericolo. ... Ormai da una settimana teniamo d'occhio tutti i giorni la seraccata per registrare ogni minimo cambiamento. ... Nonostante l'evidente pericolo anche Walter e Simon sono motivati e convinti di salire. Nella mia mente però, il fattore della responsabilità, mi procura ansia, pensando frequentemente a casa, ai miei cari. La cosa migliore onde evitare veramente sgradevoli imprevisti, sarebbe rinunciare al progetto..... Fin'ora tutto è andato come da programma, mica ci tireremo indietro adesso?»"
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Ragazzi, sembrava se l'aspettasse...
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Ragazzi, sembrava se l'aspettasse...
Infatti....il segnale di paura era proprio forte :-\ alle volte bisognerebbe fidarsi del proprio istinto....poi in quel caso rinunciare dopo tanti sacrifici sarebbe stata dura...però... :(
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tutti per vivere devono avere delle passioni, devono crearsi degli obbiettivi, è neccessario e non può essere altrimenti perchè ognuno di noi è un essere unico;
Ognuno di noi che ad esempio ha la passione della montagna, in misura diversa sa che deve affrontare dei rischi, sempre ed in ogni occasione,
poi il livello di accettazione del rischio è molto variabile a secondo della preparazione, dell'esperienza, della passione stessa della persona;
anche chi decide di fare un escursione semplice su un sentiero sa (o dovrebbe sapere) che basta un sasso, un inciampo, un giramento, un semplice temporale per capovolgere la situazione.
Penso che sarà sempre così perché "l'uomo" è fatto così
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L'alpinismo di Karl era un grande alpinismo, fuori dagli schemi, essenziale. Un po' come l'alpinismo di Simone Moro. Credo che una forte passione, possa arrivare ad innalzare l'uomo oltre queste miserie terrene. Come anche il semplice camminare, che porta spesso degli aspetti di elevazione o perlomeno può diventare un cammino di ricerca di qualcosa che va al di là di un panorama. Non voglio esser trascendentale o magari retorico, ma credo che la montagna vada prima o poi conosciuta sotto questo aspetto di "elevazione". Non serve pensarci troppo o porsi domande, l'azione ed il momento è quel che conta. L'emozione. Come del resto, il cammino di questa vita.
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io sono rimasto impressionato dalla calma, tranquillità con qui ne ha parlato la moglie al tg3 ieri sera...
alle domande del giornalista ha risposto con serenità, confortata dal fatto che quello che suo marito stava facendo era la sua passione, che sapevano benissimo tutti e due che le spedizioni di Karl avevano un'alta probabilità di incidenti anche mortali. Quando poi gli è stato chiesto se era dispiaciuta per il fatto che il corpo del marito sarebbe rimasto sepolto per sempre su quella montagna lei ha risposto che quella era la sua montagna e lui riposerà per sempre in un luogo per lui stupendo...
la moglie ha accettato con una serenità sconcertante la morte del marito che mi ha lasciato sbigottito... :o
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signori, queste persone hanno il grande privilegio di poter vivere (e morire) la loro vita seguendo le loro passioni... non è poco... Se Karl lavorava in ufficio magari moriva più tardi ma...?
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Walter Nones e Simon Kehrer stanno bene e sono reattivi
Walter Nones e Simon Kehrer stanno bene e sono reattivi. Una buona notizia arriva dalla parete del Nanga Parbat dove i due alpinisti sono bloccati da 5 giorni e dove 4 giorni fa ha perso la vita in un crepaccio il capocordata Karl Unterkircher. La tenda dei due alpinisti era stata avvistata ieri. Oggi, grazie alle condizioni metereologiche favorevoli, l’elicottero ha raggiunto la zona e sono stati calati a Nones e Kehrer viveri e un telefono satellitare. I due hanno salutato l’elicottero.
Un primo lancio è andato a vuoto a causa dell’aria rarefatta che ha costretto l’elicottero a volare troppo velocemente, ha raccontato all’Ansa Agostino da Polenza, che sta coordinando l’operazione dall’Italia. L’elicottero è quindi tornato alla base dove è stato liberato anche dei sedili per renderlo più leggero. Il secondo volo è andato a segno ed è stato quindi calato il sacchetto con i viveri e il telefono. Non è stata però ancora stabilita nessuna comunicazione. C’è la possibilità che il telefono sia finito in un crepaccio o si sia rotto nel lancio. :D
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se capisco bene, i due sono troppo in alto per poter essere recuperati dall'elicottero, che a quelle quote non può atterrare (o meglio potrebbe, ma poi non ce la farebbe ad alzarsi ;D
Prima si era detto che i due avrebbero dovuto guadagnare la cresta per scendere dall'altra parte, ora che sarebbe meglio scendessero per lo stesso versante per essere soccorsi dall'elicottero... mah, speriamo bene...
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tgCom 20/07/2008 12.20
"Nones e Keher chiamano dal satellitare
Walter Nones e Simon Kehrer stanno bene, hanno viveri e sono in buone condizioni. Pochi minuti prima di mezzogiorno i due alpinisti italiani impegnati da martedì scorso sulla parete Rakhiot del Nanga Parbat sono riusciti finalmente a stabilire un contatto telefonico con i soccorsi e hanno parlato con Agostino Da Polenza, che dall'Italia coordina le operazioni.
I due alpinisti avrebbero deciso di scendere dalla via Buhl, sul versante del Rakhiot. Poco prima delle 11 Nones e Kehrer avevano mandato un segnale, ma non erano riusciti a parlare con i soccorritori.
Adesso invece il contatto ha reso possibile capire da quale versante scenderanno, così da permettere ai soccorritori di andare loro incontro, a piedi o in elicottero. La discesa dalla via Buhl, la prima via di salita percorsa nel 1953 dall'omonimo alpinista tedesco in solitaria, era quella prevista in origine dalla spedizione, guidata da Karl Unterkircher.
I due alpinisti hanno probabilmente deciso di scendere da questo versante perché prima di partire avevano studiato questa via di discesa, forse con gli sci, in maniera più approfondita di quella sull'altro versante del Diamir.
Data l'ora, in Pakistan il fuso è quattro ore avanti rispetto all'Italia, è probabile che Nones e Kehrer attendano la giornata di lunedì per ridiscendere. "
finalmente qualche notizia positiva.
al tg1 hanno appena detto però che durante la comunicazione i due hanno informato i soccorritori che si sta preparando una perturbazione che potrebbe rendere difficile il rientro nei prossimi giorni... speriamo ;)
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ho sentito, stanno bene, sono intenzionati a scendere con gli sci per la Buhl... :o
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signori, queste persone hanno il grande privilegio di poter vivere (e morire) la loro vita seguendo le loro passioni... non è poco... Se Karl lavorava in ufficio magari moriva più tardi ma...?
Se Karl avesse lavorato in ufficio i suoi tre figlioletti molto probabilmente avrebbero ancora un padre...non e' poco...
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sono scelte, come i suoi compagni hanno scelto di andare con lui in un'impresa in cui erano consapevoli che se uno fosse caduto gli altri avrebbero dovuto al 90% andare avanti, probabilmente anche la moglie ha scelto di sposarlo lo stesso, nonostante le sue assenze familiari,nonostante i rischi che egli correva.
Personalmente non lo farei....ma non ritengo neanche appropriato e consono dire che se fosse stato in ufficio i suoi figli avrebbero avuto un padre vivo. Nell'essenza brutale delle cose forse è vero, ma non è vero considerando la complessità della vita di un uomo e in questo caso di un grandissimo alpinista.
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Personalmente non lo farei....ma non ritengo neanche appropriato e consono dire che se fosse stato in ufficio i suoi figli avrebbero avuto un padre vivo. Nell'essenza brutale delle cose forse è vero, ma non è vero considerando la complessità della vita di un uomo e in questo caso di un grandissimo alpinista.
sono d'accordo con guido, anche se qualcuno potrebbe considerarla una forma di egoismo, andare e lasciare a casa moglie e figli piccoli... Credo siano scelte personali che si debbono comunque rispettare, ciascuno ha diritto, se ci riesce, di vivere alla sua maniera. Molta gente non capisce "la molla" che spinge gli alpinisti (o altri che fanno sport estremi) a rischiare la pelle... una volta Scalfari in un articolo disse che, secondo il suo punto di vista, si tratta di squilibrati... chissà :)
In ogni caso, il rientro dei due alpinisti si annuncia difficoltoso... la nebbia ha interrotto la discesa con gli sci lungo la seraccata.. Trovate tutte le info aggiornatissime su http://www.montagna.tv
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sono scelte, come i suoi compagni hanno scelto di andare con lui in un'impresa in cui erano consapevoli che se uno fosse caduto gli altri avrebbero dovuto al 90% andare avanti, probabilmente anche la moglie ha scelto di sposarlo lo stesso, nonostante le sue assenze familiari,nonostante i rischi che egli correva.
Personalmente non lo farei....ma non ritengo neanche appropriato e consono dire che se fosse stato in ufficio i suoi figli avrebbero avuto un padre vivo. Nell'essenza brutale delle cose forse è vero, ma non è vero considerando la complessità della vita di un uomo e in questo caso di un grandissimo alpinista.
Personalmente non mi permetto di criticare nessuno, tantomeno un alpinista come Unterkircher di cui ammiro sia la componente tecnica che umana.
E' giusto pero' far notare a chi, con stantia retorica, parla dell'accaduto facendo riferimento al coraggio, alla conquista, al privilegio di sfidare la vita e la morte che si e' dimenticato di menzionare componenti meno nobili quali l'egoismo e la mancanza di responsabilita'.
Responsabilita' che un padre ha verso i suoi figli dal momento che decide di metterli al mondo. Responsabilita' che non possono venire meno difronte ad una pasione, anche se viscerale, anche se difficile da capire (smettiamola di nasconderci dietro questa scusa per favore...).
Parlo da padre (anche se da poco): possibile che la voglia di conquista di una montagna sia piu' grande dell'amore verso la mia famiglia? Io non potrei pensare di non veder crescere la mia piccola, di non essere li a gioire con lei o a consolarla quando ne avra' bisogno.
Concludo rispondendo ad AGH: e' vero, le scelte personali andrebbero sempre rispettate, a meno che queste non condizionino in qualche modo la vita degli altri e mi sento di dire che quei tre piccoli avranno una grossa mancanza nella loro vita.
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Semplicemente non possiamo essere noi a giudicare.
Nè tantomeno quel supponente di Scalfari.
L'ignoranza dei giornalisti in materia è sconfortante e mi fa veramente incazzare.
E non possiamo dare a priori giudizi su come cresceranno i figli.
E non possiamo paragonare gli alpinisti (almeno la stragrande maggioranza) a quelli che saltano con la moto giù dalle montagne o altri sport a mio parere demenziali.
L'alpinismo in primo luogo non è uno sport, e in questi casi come l'alpinismo himalayano, quando è "puro" e non contaminato da invidie, egoismo, gare di velocità, ricorda molto gli esploratori del passato, che anch'essi avevano famiglia, ma comunque si spingevano verso l'ignoto, essendo questa una parte essenziale della ricerca umana e non così difficile da capire.
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Semplicemente non possiamo essere noi a giudicare.... L'alpinismo in primo luogo non è uno sport, e in questi casi come l'alpinismo himalayano, quando è "puro" e non contaminato da invidie, egoismo, gare di velocità, ricorda molto gli esploratori del passato, che anch'essi avevano famiglia, ma comunque si spingevano verso l'ignoto, essendo questa una parte essenziale della ricerca umana e non così difficile da capire.
quoto completamente quello che hai detto
purtroppo viviamo nell'era dello spettacolo...
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Personalmente non mi permetto di criticare nessuno, tantomeno un alpinista come Unterkircher di cui ammiro sia la componente tecnica che umana.
E' giusto pero' far notare a chi, con stantia retorica, parla dell'accaduto facendo riferimento al coraggio, alla conquista, al privilegio di sfidare la vita e la morte che si e' dimenticato di menzionare componenti meno nobili quali l'egoismo e la mancanza di responsabilita'.
Responsabilita' che un padre ha verso i suoi figli dal momento che decide di metterli al mondo. Responsabilita' che non possono venire meno difronte ad una pasione, anche se viscerale, anche se difficile da capire (smettiamola di nasconderci dietro questa scusa per favore...).
Parlo da padre (anche se da poco): possibile che la voglia di conquista di una montagna sia piu' grande dell'amore verso la mia famiglia? Io non potrei pensare di non veder crescere la mia piccola, di non essere li a gioire con lei o a consolarla quando ne avra' bisogno.
Condivido pienamente quanto scritto da Smit, io non sono padre, ma concordo assolutamente che un conto è fare imprese di questo genere quando non si ha una famiglia, altra cosa è farle quando uno ha dietro di se' una famiglia e dei bambini.
Lo dissi una volta anche ad una guida alpina che era partito per l'Ama Dablam, fortunatamente lui poi era tornato...
Credo che una famiglia implichi prima di tutto anche il dono di se' e quel senso di responsabilità che ne deriva fa parte di un amore che spesso passa attraverso delle rinunce.
Quando si ha una famiglia, il proprio approccio alla vita dovrebbe cioè forse cambiare rispetto a come si viveva prima, per evitare di fare una sorta di vita da singoli in coppia.
Ma questa, chiaramente, è solo una mia, personalissima, opinione, non intendo alimentare alcun tipo di polemica, ci mancherebbe.
Tutto questo senza chiaramente togliere nulla alla grandissima - oserei dire gigantesca - figura di Karl Unterkircher, sotto tutti gli aspetti, solamente traendo spunto da questa grande tragedia per riflettere su queste cose, che a volte, quando queste imprese riescono bene, passano spesso in secondo piano.
Buona giornata a tutti,
Stefano
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Semplicemente non possiamo essere noi a giudicare.
Perche' no?
Se pero' tutto fosse andato bene allora eravamo autorizzati a dire "Bravi: Piolet d'Or"?
Credo che i giudizi vadano accettati: nel bene e nel male.
E non possiamo dare a priori giudizi su come cresceranno i figli.
Scusa, ma questa che hai scritto e' una stronzata.
L'alpinismo in primo luogo non è uno sport, e in questi casi come l'alpinismo himalayano, quando è "puro" e non contaminato da invidie, egoismo, gare di velocità, ricorda molto gli esploratori del passato, che anch'essi avevano famiglia, ma comunque si spingevano verso l'ignoto, essendo questa una parte essenziale della ricerca umana e non così difficile da capire.
Esplorazione? No, mi dispiace, non ci credo.
Nel 2007 ci sono mezzi e strumenti che gli esploratori di un tempo non avevano e quindi per conoscere un territorio ci dovevano per forza andare.
Questa e' solamente passione, una passione spinta all'esasperazione, una specie di droga della quale non poter fare a meno.
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purtroppo viviamo nell'era dello spettacolo...
Vero, ma è l'epoca che consente a ex-boscaioli/contadini/allevatori di fare gli alpinisti di mestiere.
Diversamente della cosa avrebbero parlato solamente nelle ovattate stanze dell'"Himalayan British Council" fra gente che poteva darsi all'esplorazione/alpinismo senza il pensiero né della famiglia né del suo sostentamento.
Sulla famiglia non saprei dove focalizzare, se non che l'effetto è il medesimo sia che uno cada in un crepaccio, o che si ammazzi di cirrosi o che rimanga schiacciato da una pressa. I conti li fa chi rimane. Da questo punto di vista non c'è differenza fra Karl Unterkircher e Antonio Schiavone.
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Sulla famiglia non saprei dove focalizzare, se non che l'effetto è il medesimo sia che uno cada in un crepaccio, o che si ammazzi di cirrosi o che rimanga schiacciato da una pressa. I conti li fa chi rimane. Da questo punto di vista non c'è differenza fra Karl Unterkircher e Antonio Schiavone.
Attenzione: Schiavone non aveva il 30% di possibilita' di non timbrare il cartellino all'uscita dalla Thyssen.
Non so se la percentuale del 30% riportata in questo thread sia veritiera o meno, certo e' che io non metto in conto di lasciarci la pelle la mattina quando vengo in ufficio, mentre un alpinista questo conto lo fa.
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Perche' no?
Se pero' tutto fosse andato bene allora eravamo autorizzati a dire "Bravi: Piolet d'Or"?
Credo che i giudizi vadano accettati: nel bene e nel male.
perchè per giudicare bisogna essere veramente a conoscenza di tutti gli elementi della vicenda, altrimenti il giudizio lascia il tempo che trova.
se fosse andato tutto bene probabilmente attraverso i media non sapremmo neanche dell'impresa.
Scusa, ma questa che hai scritto e' una stronzata.
è la brutale realtà,non puoi sapere a priori come cresceranno i figli a meno che tu non abbia il dono della veggenza, così come non puoi dire che se fosse stato in ufficio non sarebbe morto ugualmente a 38 anni.
Esplorazione? No, mi dispiace, non ci credo.
Nel 2007 ci sono mezzi e strumenti che gli esploratori di un tempo non avevano e quindi per conoscere un territorio ci dovevano per forza andare.
Questa e' solamente passione, una passione spinta all'esasperazione, una specie di droga della quale non poter fare a meno.
A parte che quello che dici è falsissimo, perchè se avesse potuto sapere del crepaccio senza passarci sopra e caderci, probabilmente l'avrebbe fatto,
intendevo esplorazione principalmente in senso figurato.
può essere sia una droga, ma non vedo come tu faccia a saperlo così per certo.
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" Nella mia mente però, il fattore della responsabilità, mi procura ansia, pensando frequentemente a casa, ai miei cari. La cosa migliore onde evitare veramente sgradevoli imprevisti, sarebbe rinunciare al progetto..... Fin'ora tutto è andato come da programma, mica ci tireremo indietro adesso?»"
Io vorrei solo sapere quante altre volte avrà avuto così paura....è stato un segnale forte che però non ha saputo o voluto cogliere....
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Attenzione: ..........
A cosa?
Personalmente vedo bambini senza padre, le statistiche non le capisco. Senza polemica, che non sono sicuro di avere inquadrato correttamente quanto vuoi dire.
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A parte che quello che dici è falsissimo, perchè se avesse potuto sapere del crepaccio senza passarci sopra e caderci, probabilmente l'avrebbe fatto,
intendevo esplorazione principalmente in senso figurato.
Leggendo la pagina del suo diraio si capisce che l'alpinista aveva individuato nella seraccata la parte piu' ostica della salita e la costola di neve su cui passare, che poi la costola potesse cedere questo non lo poteva immaginare...
può essere sia una droga, ma non vedo come tu faccia a saperlo così per certo.
Se uno mette al di sopra di tutto la montagna, al di sopra della propria vita e al di sopra della propria famiglia, vuol dire che ha bisogno di quella cosa piu' di ogni altra...una sorta di dipendenza...una specie di droga...
E' chiaro che e' una mia idea, una mia conclusione...
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Personalmente vedo bambini senza padre, le statistiche non le capisco. Senza polemica, che non sono sicuro di avere inquadrato correttamente quanto vuoi dire.
Schiavone non andava alla Thyssen per passione...magari per passione avrebbe fatto il calciatore, ma questo non centra: se uno fa un lavoro che lo appasiona buon per lui, ne giovera' la qualita' della sua vita.
Il fatto e' che non doveva esserci un pericolo di vita in quello che stava facendo (se non per cause che la magistratura sta accertando).
Unterkircher invece era conscio (ne parla lui stesso) che la sua vita era in forte pericolo e nonostante questo ha accettato i rischi ed ha intrapreso la scalata.
Certo, ci sono tanti bimbi senza uno dei genitori, ma non credo che tutti i genitori abbiano scelto di lasciarli soli...mi spiego: credo ci sia una differenza oggettiva tra attraversare la strada e restare sotto un autobus o cadere in un crepaccio a 6.400 metri.
La cirrosi che citavi pocanzi e' un altro paio di maniche...
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Certo, ci sono tanti bimbi senza uno dei genitori, ma non credo che tutti i genitori abbiano scelto di lasciarli soli...
Continuo a non capire. Mi fermo qui, scusa.
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Continuo a non capire. Mi fermo qui, scusa.
Ok, no problem.
Io ribadisco comunque che quella di Unterkircher e' stata una scelta. Non certo la scelta di morire, ma quella di accettare rischi enormi per raggiungere un obiettivo a discapito di ideali come la famiglia che io invece reputo superiori a qualsiasi altra cosa.
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Io ribadisco comunque che quella di Unterkircher e' stata una scelta. Non certo la scelta di morire, ma quella di accettare rischi enormi per raggiungere un obiettivo a discapito di ideali come la famiglia che io invece reputo superiori a qualsiasi altra cosa.
condivido..
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Certo, ci sono tanti bimbi senza uno dei genitori, ma non credo che tutti i genitori abbiano scelto di lasciarli soli...mi spiego: credo ci sia una differenza oggettiva tra attraversare la strada e restare sotto un autobus o cadere in un crepaccio a 6.400 metri.
sono in buona parte d'accordo con smit. Avevo letto una intervista di Unterkircher dove gli chiedevano "ma non pensi a tua moglie e ai bambini?" e lui grosso modo rispondeva "si certo ma è più forte di me, devo andare...", questo mi ha impressionato... Sotto questo aspetto lo si potrebbe giudicare un comportamento egoista, non saprei dire... del resto sua moglie credo l'avesse sposato anche perché era un alpinista, insomma uno un po' fuori dalla regole rispetto a un impiegato del catasto... E in ogni caso penso che tutti coloro che fanno sport estremi, e l'alpinismo a questi livelli lo è, cerchino, consapevolmente o meno, questi stimoli forti per sentirsi "vivi"... Qualcuno ha fatto il paragone con la droga, non so se sia calzante ma certamente c'è tanta gente che cerca "lo sballo" o le emozioni forti in varie forme... chi si butta col paracadute, chi corre in macchina, chi va a 8000 metri, c'è poi così tanta differenza? La molla che li spinge a fare questo è probabilmente molto simile...
Del resto la moglie stessa di Karl, scrive sul sito del marito: "Il nostro amato Karl ora riposa lassú, nel suo mondo, libero e sereno". Usa tre termini "riposa", "libero" e "sereno", come se queste tre condizioni non appartenessero alla vita terrena...
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Nel frattempo anche gli iraniani hanno perso uno dei loro. Da non crederci a leggere com'è andata ... Metto il link per il loro sito (in inglese). http://www.e.iranianchallengers.com/index.php (http://www.e.iranianchallengers.com/index.php)
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Qualcuno ha fatto il paragone con la droga, non so se sia calzante ma certamente c'è tanta gente che cerca "lo sballo" o le emozioni forti in varie forme... chi si butta col paracadute, chi corre in macchina, chi va a 8000 metri, c'è poi così tanta differenza? La molla che li spinge a fare questo è probabilmente molto simile...
no, non calza per niente: gli sport estremi richiedono una lucidità estrema per essere praticati e cercare il limite. Chi cerca lo "sballo" è matematicamente morto in partenza perchè non ha paura, non cerca il limite ma l'annullamento di se stesso perchè non ama se stesso e nulla di quel che fa.
Quel che è certo è che quando stai praticando uno sport estremo non hai il tempo per pensare ad altro, semplicemente, in quel momento, non esiste altro al mondo che la concentrazione assoluta nella ricerca del risultato. Anche a livello dilettantistico, se fai uno sport rischioso con passione. A me piaceva la velocità e correvo in macchina anche se, a freddo ovvero a corsa finita, talvolta mi sorprendevo a pensare con paura ai pericoli corsi.
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no, non calza per niente: gli sport estremi richiedono una lucidità estrema per essere praticati e cercare il limite. Chi cerca lo "sballo" è matematicamente morto in partenza perchè non ha paura, non cerca il limite ma l'annullamento di se stesso perchè non ama se stesso e nulla di quel che fa.
Visto che il discorso "droga" lo ho tirato in ballo io...
Il mio era un paragone per cercare di giustificare la dipendenza e non gli effetti momentanei che l'uso della droga produce. Quello che dici tu e' anni luce distante dal concetto che volevo esprimere io.
Scusate se modifico postumo, ma rileggendo mi accorgo di essermi spiegato da schifo:
Il mio paragone con la droga non voleva minimamente prendere in considerazione gli effetti che la droga produce. Ho usato questo esempio per giustificare la "dipendenza da montagna" di molti alpinisti.
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Visto che il discorso "droga" lo ho tirato in ballo io...
Il mio era un paragone per cercare di giustificare la dipendenza e non gli effetti momentanei che l'uso della droga produce. Quello che dici tu e' anni luce distante dal concetto che volevo esprimere io.
Scusate se modifico postumo, ma rileggendo mi accorgo di essermi spiegato da schifo:
Il mio paragone con la droga non voleva minimamente prendere in considerazione gli effetti che la droga produce. Ho usato questo esempio per giustificare la "dipendenza da montagna" di molti alpinisti.
se la tua frase è questa "Questa e' solamente passione, una passione spinta all'esasperazione, una specie di droga della quale non poter fare a meno." concordo in pieno.
La molla è la passione, l'effetto nel "durante" è garantito dall'adrenalina alle stelle.
Non concordo col dubbio esternato da AGH.
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se la tua frase è questa "Questa e' solamente passione, una passione spinta all'esasperazione, una specie di droga della quale non poter fare a meno." concordo in pieno.
La molla è la passione, l'effetto nel "durante" è garantito dall'adrenalina alle stelle.
Esatto, mi riferivo proprio a quella frase.
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Credo che Karl avesse nella vita uno scopo ben preciso, al quale molti di noi rinunciano… ovvero realizzare un sogno… la moglie avendolo sposato credo che fosse piu’ che cosciente delle sue passioni e desideri e sicuramente le scelte di Karl erano appoggiate completamente da lei (questo credo si capisca anche dalle interviste).
Certo rimane il fatto di abbandonare i propri figli per fare un qualcosa che forse (e in questo caso cosi’ e’ stato) che non te li fara’ piu’ riabbracciare… a mio giudizio, credo che conti di piu’ come fosse stato come padre, se nei momenti in cui era con la sua famiglia fosse presente davvero. Quanti padri ci sono al mondo che pur vivendo 24 ore su 24 con la propria famiglia e’ come se non ci fossero nemmeno per 5 minuti? Ho motivo di credere che Karl fosse una buona persona, ha fatto quanto di piu’ al mondo sognasse e sicuramente con la testa non lontano da casa e con un bel peso sul cuore… e’ vero, un sogno forse un po’ egoista, ma era egoista anche quando stava con loro?
E’ difficile giudicare e dire se ha fatto bene oppure no, su questo potremmo andare avanti all’infinito.
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Credo che Karl avesse nella vita uno scopo ben preciso, al quale molti di noi rinunciano… ovvero realizzare un sogno… la moglie avendolo sposato credo che fosse piu’ che cosciente delle sue passioni e desideri e sicuramente le scelte di Karl erano appoggiate completamente da lei (questo credo si capisca anche dalle interviste).
Certo rimane il fatto di abbandonare i propri figli per fare un qualcosa che forse (e in questo caso cosi’ e’ stato) che non te li fara’ piu’ riabbracciare… a mio giudizio, credo che conti di piu’ come fosse stato come padre, se nei momenti in cui era con la sua famiglia fosse presente davvero. Quanti padri ci sono al mondo che pur vivendo 24 ore su 24 con la propria famiglia e’ come se non ci fossero nemmeno per 5 minuti? Ho motivo di credere che Karl fosse una buona persona, ha fatto quanto di piu’ al mondo sognasse e sicuramente con la testa non lontano da casa e con un bel peso sul cuore… e’ vero, un sogno forse un po’ egoista, ma era egoista anche quando stava con loro?
E’ difficile giudicare e dire se ha fatto bene oppure no, su questo potremmo andare avanti all’infinito.
quoto totalmente
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Io credo che, nella vita, ognuno cerchi di fare del proprio meglio. E' che la vita non è facile, e non è facile dire se una persona sia stata una buona persona, un buon padre, una buona madre e così via. I risvolti sono troppi per generalizzare.
Alla fine l'unico metro sta, forse, nell'amore che diamo e riceviamo. Un persona che ci ricorda con affetto, probabilmente, sta a dire che qualcosa di buono l'abbiamo fatto, malgrado tutto.
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Io credo che, nella vita, ognuno cerchi di fare del proprio meglio. E' che la vita non è facile, e non è facile dire se una persona sia stata una buona persona, un buon padre, una buona madre e così via. I risvolti sono troppi per generalizzare.
Alla fine l'unico metro sta, forse, nell'amore che diamo e riceviamo. Un persona che ci ricorda con affetto, probabilmente, sta a dire che qualcosa di buono l'abbiamo fatto, malgrado tutto.
quoto
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Alla fine l'unico metro sta, forse, nell'amore che diamo e riceviamo. Un persona che ci ricorda con affetto, probabilmente, sta a dire che qualcosa di buono l'abbiamo fatto, malgrado tutto.
Se parliamo puramente di sentimenti.
Se invece parliamo di un aiuto materiale, una spalla a cui appoggiarsi nei momenti del bisogno, il discorso cambia. E per un bambino/ragazzo i momenti piu' difficili non sono certo quelli da 0 a 6 anni...
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Se parliamo puramente di sentimenti.
Se invece parliamo di un aiuto materiale, una spalla a cui appoggiarsi nei momenti del bisogno, il discorso cambia. E per un bambino/ragazzo i momenti piu' difficili non sono certo quelli da 0 a 6 anni...
non sono quelli, hai perfettamente ragione, ma e' anche vero che la spalla sulla quale piangere magari nn ce l'hai lo stesso anche se tuo padre e' ancora in vita ed e' decisamente peggio!!! perche' allora si' che puoi fargliene una colpa e non perche' 20 anni prima e' morto facendo quanto di piu' al mondo amava. se una persona ti ricorda con affetto, fidati non e' solo per sentimento, ma perche' dentro di te un segno lo ha lasciato, qualcosa te l'ha dato...
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non sono quelli, hai perfettamente ragione, ma e' anche vero che la spalla sulla quale piangere magari nn ce l'hai lo stesso anche se tuo padre e' ancora in vita ed e' decisamente peggio!!! perche' allora si' che puoi fargliene una colpa e non perche' 20 anni prima e' morto facendo quanto di piu' al mondo amava. se una persona ti ricorda con affetto, fidati non e' solo per sentimento, ma perche' dentro di te un segno lo ha lasciato, qualcosa te l'ha dato...
Non so bene quanti anni abbiano i figli di Unterkircher, ma dalle foto che ho visto dubito si potranno ricordare del padre per quello che ha dato loro...
Se lo sapranno e' perche' qualcuno (ad esempio la madre) glielo ha raccontato!
Tu dici meglio un buon padre morto che un cattivo padre vivo...io dico meglio un buon padre vivo (come credo sia stato Karl).
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(http://www.montagna.org/files/cammin2.jpg)
oggi dovrebbe essere la volta buona: li hanno avvistati stamattina presto che scendevano con gli sci. Quando saranno a circa quota 6000 metri potranno essere recuperati dall'elicottero...
Non hanno seguito la Buhl ma hanno tagliato, superando un crepaccio in doppia... sono da 10 giorni in parete... :o
http://www.montagna.tv/?q=node/8141
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"Sono decollati gli elicotteri che dovranno recuperare Walter Nones e Simon Kehrer sulla parete Rakhiot del Nanga Parbat. I due alpinisti questa stamattina sono riusciti a scendere a un pianoro ghiacciato a 5.700 metri di quota, dove ora i piloti si stanno dirigendo per effettuare il recupero. Al momento, pero', sulla parete si e' riaddensata la nebbia."
Dalla Repubblica
"Li abbiamo visti, stanno scendendo con gli sci, dritti sotto il colle." Sono le 3.45 del mattino in Italia, le 7.45 in Pakistan quando a Bergamo arriva la tanto attesa telefonata di Maurizio Gallo che annuncia l'avvistamento di Nones e Kehrer. I due alpinisti hanno lasciato la cresta dove è tracciata la via Bhul ma non l'hanno seguita. "Vengono giù dritti, faranno una doppia sul seracco più grande", dice Gallo.
Qualche minuto dopo richiama: "Sono sopra il crepaccio più basso dove si era già scaricata una valanga quindi sul sicuro. Hanno fatto un traverso in neve alta abbastanza pericoloso ma adesso mi pare che possano lavorare abbastanza sicuri. Sono nel punto migliore del crepaccio. Poi è abbastanza facile scendere più in basso perché trovano dei piani molto buoni attorno ai 5.900 metri".
Dieci minuti più tardi una nuova chiamata. "Walter e Simon hanno già fatto la doppia - annuncia Gallo dal campo base - e velocemente si spostano in una zona sicura. Devono traversare un po' verso destra dove c'è una seraccata, poi ci sono dei piani più sicuri, ma potrebbero anche fermarsi lì, l'elicottero dovrebbe riuscire a prenderli".
Forse è la volta buona!speriamo!!!però sta ca**o di nebbia..... >:(
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orami è quasi fatta, montagnatv.org ha fatto un buon lavoro, tutti aspettano la notizia e il sito è crollato per troppi accessi :)
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sono sull'elicottero! :)))
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sono sull'elicottero! :)))
:D :D :D :D veramente!?che bello!
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salvi! sono al campo base!
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salvi! sono al campo base!
Forse quella che stò per porre è una domanda stupida,ma la pongo ugualmente:
La missione si può considerare compiuta?al di là della morte di Karl intendo.
Non certo per sminuire l'accaduto,ma proprio perchè non ho compreso se comunque i
due superstiti abbiano centrato l'obbiettivo prefissato.
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Forse quella che stò per porre è una domanda stupida,ma la pongo ugualmente:
La missione si può considerare compiuta?al di là della morte di Karl intendo.
Non certo per sminuire l'accaduto,ma proprio perchè non ho compreso se comunque i
due superstiti abbiano centrato l'obbiettivo prefissato.
non saprei... mi pareva dovessero aprire una unuova via per la cima, e in cima non ci son arrivati...
cmq contenta che siano salvi!
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Mi sembrava che la loro via si doveva allacciare alla via storica nell'ultimo tratto. Credo che possano dire di avere aperto una via nuova.
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Mi sembrava che la loro via si doveva allacciare alla via storica nell'ultimo tratto. Credo che possano dire di avere aperto una via nuova.
Allora perfetto no?
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Perfetto?
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Perfetto?
beh ecco forse ho esagerato... ma almeno han fatto quello per cui erano andati...
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Sta girando in rete un articolo del 2005 di Erri de Luca. Mi sembra adeguato postarlo.
"Ma in montagna vince l’arte della fuga
Si muore maledettamente presto in montagna, come in tanti altri accidenti, ma con un malincuore in più. Perché si va a salire verso la preferita geografia e ci si affida, in cerca di accoglienza o di passaggio. Cadere per proprio errore e per forza maggiore è imbattersi in un tradimento. Si muore in montagna lasciando a chi resta il pensiero che quello era il miglior posto in cui perdere tutto. Ogni alpinista sottoscrive con se stesso una clausola di preferenza: consegnarsi lassù anziché in un letto di ospedale, in un groviglio di rottami su una strada, giù da un cantiere o, se soldato, di uranio impoverito. Ogni alpinista mette nel conto l’incidente, una volta per tutte poi non ci pensa più. La montagna si affaccia presto nei racconti dei popoli. I Greci e i Tibetani fissarono lassù dimore ai loro dèi, negandosi il diritto di andarli a disturbare, ma pure con intento di separazione. La nostra scrittura sacra mischia di più l’alto e il basso, è volentieri alpinistica: l’Ararat su cui poggia il bastimento di Noè, il monte Moria dove Abramo sguaina il coltello sulla gola del figlio, il Sinai di Mosè, il Monte di Dio a Gerusalemme. La montagna si è accampata per tempo all’orizzonte, le salite prendono posto nei sogni. Quello di Giacobbe a Bet El è una scala da terra fino al cielo, già un desiderio di ascensioni. In quel sogno salgono e scendono solamente gli angeli, ma un uomo intanto sta a guardare e impara. Ho incontrato qualche scalatore di Himalaya. Non parlano di pericoli, raccontano difficoltà. Una tempesta in alta quota, fulmini a scroscio, calarsi per difesa in un crepaccio lasciando lontane le piccozze che possono attirare le scariche; resistere nella fessura di ghiaccio per ore, poi essere costretti a uscire sotto la tempesta che non smette, per evitare la notte e il gelo nel crepaccio. Un passaggio difficile di roccia sopra gli ottomila metri senza aiuto di ossigeno: gli ultimi metri del canale terminale del Lhotse sulla via degli Svizzeri, sotto i piedi duemila metri di parete e di vuoto: parlano di difficoltà gli alpinisti, non di pericoli. Cosa trascina così lontano da valle, dai bordi accoglienti della vita elettrica e a motore? C’è dentro la specie umana il granello di pepe di andare a esplorare, a frugare i deserti della terra emersa. Quando le mappe furono complete, cominciò l’alpinismo. Lassù c’era posto senza traccia di uomo. E ci sono ancora più di cento cime sopra i settemila metri non ancora raggiunte. Hans Kammerlander, che ha scalato tredici dei quattordici giganti sopra gli ottomila metri, non ha voluto chiudere la serie. Questo atto di rinuncia è per me il più profondo omaggio alla natura schiacciante di quelle quote. È un atto di umiltà che si prolunga, ogni anno che passa lui rinuncia. Ma non è solo il granello di pepe di trovarsi nelle vastità più alte del pianeta. C’è in un alpinista il desiderio di staccarsi da mura e rimettersi nella corrente dei viaggi a piedi con la casa in spalle. Tornare nomadi, accamparsi ogni sera in una tappa diversa. Si restringono i bisogni al necessario minimo, comprese le parole che sono tutte utili a un da farsi. Si scioglie neve su un fornello a gas per procurarsi acqua, si scava una piazzola per piantare una tenda, ancorarla robusta contro il vento. E ancora, alpinismo è arte della fuga. A valle si celebrano le cime raggiunte, non quelle mancate, forzati a rinunciare da ostacoli improvvisi, minacce scatenate da vento, nebbia, fulmini, valanghe. Allora l’alpinista deve ammettere in tempo la partita persa, anche se sta a un tiro di sasso dalla cima e mettere ogni forza per tornare indietro. L’alpinismo è spesso più avventuroso e micidiale in discesa. L’uomo di montagna deve allora essere stratega ed eseguire l’arte della fuga, una ritirata in ordine perfetto perché non sia una rotta precipitosa, sbaragliata. Infine c’è il carato della bellezza che si rivela a forza di aumentare di quota, forzare l’orizzonte. Allora di notte le stelle stanno intorno e addosso, non solo sul soffitto. In cerca del carato di bellezza si avviano su pendii scoscesi, su pareti a strapiombo i volontari della scala di Giacobbe, che fanno le veci terrene degli angeli del sogno, salendo e scendendo gli infiniti gradini, sbucando al di là delle nuvole. "
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per quanto ho capito io il loro scopo era quello di aprire una nuova via fino a sotto la vetta dove avrebbero dovuto prendere la via Buhl verso la cima. Quando hanno deciso di continuare senza Karl hanno scalato fino ad inontrare la via per la cima e l'hanno ripercorsa a ritroso (tagliano anche come ha fatto notare Agh) fino a stamattina. La missione penso possa considerarsi conclusa, la nuova via è stata aperta, loro non hanno raggiunto la cima, ma da dove sono arrivati la via c'è già. La nuova via è stata da loro intitolata proprio a Karl Unterkircher.
(fonte: TgR delle 14.00)
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Bravissimi, fortissimi e fortunati. Non così il loro compagno, l'iraniano disperso sulla stessa montagna, l'inglese sul Karakorum e i quattro del Monte Bianco (un olandese con i tre figli) solo negli ultimi giorni.
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La missione si può considerare compiuta?
Mi pare brutto, viste le circostanze, a star qui a discutere di questo, ma come disse mi pare Kammerlander "si puo' dire di aver salito una montagna quando, una volta discesi, la si guarda dal parcheggio"...
In quest'ottica il Nanga Parbat e' stato salito e disceso solo in parte. Senza soccorsi non sarebbero ritornati a casa (non avevano piu' materiale) e nessuno dedicherebbe niente a nessuno...
Boh...per me sono stati bravi tutto il resto e' filosofia...
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Sul salvataggio interviene polemicamente l'alpinista Fausto De Stefani:
L'alpinista, che ha scalato tutti gli 8mila della terra, contesta l'intervento
De Stefani: «Soccorso vergognoso»
«Chi tenta questa imprese conosce i rischi che corre. Keher e Nones non avevano chiesto nessun aiuto»
ROMA - Questo soccorso non si doveva fare: sbagliato e, soprattutto, contro l'etica dell'alpinismo. L'intervento in aiuto ai due italiani sul Nanga Parbat non è piaciuto affatto a Fausto De Stefani, altro italiano ad aver raggiunto tutti gli 8mila della Terra, anche se la sua conquista del Lhotse nel 1998 con Sergio Martini non è stata certificata.
«UNA VERGOGNA» - «E’ una vergogna incredibile. Si è perso il senso della misura, non c’è più alcun rispetto della dignità umana». De Stefani conosce bene la catena del Nanga Parbat, il Karakorum, e l’Himalaya. E sono molte le cose non gli sono andate giù degli ultimi giorni: dalla "spettacolarizzazione" dell’alpinismo, alla pubblicizzazione di un costoso salvataggio.
KARL CONOSCEVA I RISCHI - «E’ una operazione che non si doveva fare. Karl Unterkircher io lo conoscevo molto bene, sapeva bene i rischi a cui andava incontro» ha aggiunto De Stefani. «Anche Keher e Nones dovrebbero arrabbiarsi perché gli sono stati dati soccorsi senza che loro li chiedessero». Questione di etica della montagna, ma soprattutto di etica per la gente comune.
«LA NOSTRA E' UNA SCELTA, E VA FATTA IN SILENZIO» - «L’alpinismo è una scelta, noi siamo consapevoli dei rischi che corriamo. Non è come l’operaio che va a lavorare per portare a casa uno stipendio perchè deve farlo, e se muore merita al massimo due righe sui giornali», ha continuato De Stefani. Per lo scalatore, «questa spettacolarizzazione, banalizzazione dell’alpinismo ha raggiunto un livello inaspettato anche in Himalaya. Ogni giorno mi vergogno di più». De Stefani trova una figura diversa dalle altre in questa vicenda: la moglie di Karl Unterkircher : «Vorrei dire almeno una parola di omaggio, perchè le va dato atto di una reazione dignitosissima. A fronte di questo, c’è stata la televisione che ha continuato a mostrare le immagini di lui da vivo sul ghiacciaio; una mancanza di rispetto assoluta».
http://www.corriere.it/cronache/08_luglio_24/soccorso_vergognoso_alpinismo_2c2ecfea-5999-11dd-94cb-00144f02aabc.shtml
Io sono rimasto un po' perplesso dal fatto che i due sopravvissuti, quasi ancora con un piede sull'elicottero che li aveva recuperati, sono stati sbattuti subito in video conferenza e tramessi urbi et orbi... L'impressione è che Polenza non abbia messo in piedi tutto il carrozzone del tutto disinteressatamente... o no?
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Io sono rimasto un po' perplesso dal fatto che i due sopravvissuti, quasi ancora con un piede sull'elicottero che li aveva recuperati, sono stati sbattuti subito in video conferenza e tramessi urbi et orbi... L'impressione è che Polenza non abbia messo in piedi tutto il carrozzone del tutto disinteressatamente... o no?
quoto. L'invadenza dei media dà fastidio ai puri della montagna per i quali, giustamente, un'impresa alpinistica è tale anche se nessuno ne è a conoscenza
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Sul salvataggio interviene polemicamente l'alpinista Fausto De Stefani:
L'alpinista, che ha scalato tutti gli 8mila della terra, contesta l'intervento
De Stefani: «Soccorso vergognoso»
«Chi tenta questa imprese conosce i rischi che corre. Keher e Nones non avevano chiesto nessun aiuto»
E' la stessa cosa, piu' o meno, che la moglie di Nones ha detto al giornalista che l'ha intervistata per il Tg Regionale.
Sinceramente credo che se non li avessero aiutati prima lanciando viveri e telefono e poi con il recupero i due sarebbero rimasti li in eterno...
Non dimentichiamo che i tre avevano affrontato la montagna in stile alpino, cioe' con lo stretto necessario per compiere la salita, senza materiale e cibo in piu'...
Credo che la loro permanenza sulla montagna sia andata ben oltre quello che avevano programmato, senza contare che con la scomparsa di Unterkircher del materiale probabilmente e' andato perso.
Posso capire la polemica di De Stefani, ma non quella della moglie alla quale hanno riportato a casa il marito.
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Sinceramente credo che se non li avessero aiutati prima lanciando viveri e telefono e poi con il recupero i due sarebbero rimasti li in eterno...
Non dimentichiamo che i tre avevano affrontato la montagna in stile alpino, cioe' con lo stretto necessario per compiere la salita, senza materiale e cibo in piu'... Credo che la loro permanenza sulla montagna sia andata ben oltre quello che avevano programmato, senza contare che con la scomparsa di Unterkircher del materiale probabilmente e' andato perso.
premesso che le disquisizioni "in poltrona" sono sempre molto comode ;D a me pare che avrebbero potuto farcela: fino a 5600 metri ci erano arrivati con le loro gambe, e il sacco di soccorso l'hanno avuto solo negli ultimi giorni. Certo sarebbe stata più dura, ma il grosso l'avevano ormai fatto...
Non so, mi pare che De Stefani non abbia tutti i torti...
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a me pare che avrebbero potuto farcela: fino a 5600 metri ci erano arrivati con le loro gambe, e il sacco di soccorso l'hanno avuto solo negli ultimi giorni. Certo sarebbe stata più dura, ma il grosso l'avevano ormai fatto...
Non so, mi pare che De Stefani non abbia tutti i torti...
Puo' darsi...bisognerebbe sentire i diretti interessati.
Loro mi pare che in merito non si siano espressi fino a questo momento...forse quando torneranno in Italia.
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sicuramente ci sarà una gran polemica e ci sarà "il giusto e il sbagliato".
io sono convinto che quando uno va in montagna, specialmente su un 8.000 sa che senza dubbio avrà dei problemi: se non saranno i crepacci saranno le slavine altrimenti il freddo o la nebbia o il vento insomma si sa la montagna e sinonimo di pericolo e una parte di pericolo ce su un 4.000 figuriamoci su un 8.000
chi va sa che si deve mettere nello zaino molte cose tra queste la probabilità di non tornare per molti motivi che conoscerete meglio di me o che hanno portato all' organizzazione di una spedizione di soccorso.
è stato giusto soccorrerli ma è stato sbagliato farne un caso internazionale.
Spiace sicuramente per chi ci a lasciato la vita lassù, ma non erano in Brenta che in 5 minuti ti vengono a prendere erano su un ottomila metri… un piccolo errore puo essere fatale
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nones ha confermato che non hanno usato i viveri del sacco, perché ne avevano già. Quindi il "soccorso" sembra davvero un po' cosi', come aveva detto De Stefani...
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Credo che di polemiche ce ne saranno ancora, sia sul soccorso che sull'apertura della via. Mi sembra che la cosa si stia avvitando su sè stessa. Però è anche vero che i personaggi coinvolti (intendo Da Polenza, mica i due, che sono stati fortissimi al di là di ogni dubbio, in fin dei conti erano "quasi" al campo base) sanno come muoversi anche in ambito extra alpinistico. I media hanno fatto la loro parte, magari la notizia tirava più della manovra triennale. Non ricordo analogo clamore quando Zavka è rimasto sul K2.
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Credo che di polemiche ce ne saranno ancora, sia sul soccorso che sull'apertura della via. Mi sembra che la cosa si stia avvitando su sè stessa. Però è anche vero che i personaggi coinvolti (intendo Da Polenza, mica i due, che sono stati fortissimi al di là di ogni dubbio, in fin dei conti erano "quasi" al campo base) sanno come muoversi anche in ambito extra alpinistico. I media hanno fatto la loro parte, magari la notizia tirava più della manovra triennale. Non ricordo analogo clamore quando Zavka è rimasto sul K2.
certamente è stata una operazione pubblicitaria molto ben congegnata :) Poi col senno di poi è facile parlare, se ai due superstiti fosse successo qualcosa magari staremmo qui a polemizzare su altro... Tuttavia mi pare che le ragioni di De Stefani restino fondate: i due non avevevano chiesto alcun soccorso, avevano viveri a sufficienza e sarebbero stati perfettamente in grado di arrivare al campo base con le loro gambe... Quindi perché da Polenza ha messo su questo carozzone? Ciascuno tragge le sue conclusioni...
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Tuttavia mi pare che le ragioni di De Stefani restino fondate: i due non avevevano chiesto alcun soccorso, avevano viveri a sufficienza e sarebbero stati perfettamente in grado di arrivare al campo base con le loro gambe...
Da quello che si sa dopo la comunicazione dell'incidente di Untrkircher non ci sono stati piu' contatti da parte dei due, il loro satellitare sembra fosse esaurito.
Io voglio credere alla buona fede di tutti (tendo a farlo sempre a meno di prove che dimostrino il contrario)...credo che l'operazione sia stata organizzata perche' l'unico vero conoscitore di 8000 era Karl, da quello che ho letto Nones ne aveva salito uno e Kehrer nessuno e quindi si e' temuto il peggio per i due.
Che poi eticamente non sia corretto ok.
Quindi perché da Polenza ha messo su questo carozzone?
Tu cosa pensi?
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Da quello che si sa dopo la comunicazione dell'incidente di Untrkircher non ci sono stati piu' contatti da parte dei due, il loro satellitare sembra fosse esaurito. Io voglio credere alla buona fede di tutti (tendo a farlo sempre a meno di prove che dimostrino il contrario)...credo che l'operazione sia stata organizzata perche' l'unico vero conoscitore di 8000 era Karl, da quello che ho letto Nones ne aveva salito uno e Kehrer nessuno e quindi si e' temuto il peggio per i due. Che poi eticamente non sia corretto ok.
tu cosa pensi?
mi pare evidente, è stata un'abile operazione pubblicitaria... mandare un soccorso, e di quella portata, a chi non l'ha chiesto, mi pare abbastanza singolare...
Vabbè, ormai è andata...
PS: se hai occasione guardati il magnifico film "L'Asso nella manica" (1951) di Billy Wilder, con Kirk Douglas.... ;D
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mi pare evidente, è stata un'abile operazione pubblicitaria...
Ma Da Polenza che interessi ha?
Per tirare fondi sulle ricerche per EvK2Cnr?
O perche' collabora con Montagna.org/.tv?
O per se stesso, puramente per notorieta'?
Ingenuita' a parte forse non conosco abbastanza il personaggio per essere obiettivo.
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Ma Da Polenza che interessi ha?
Per tirare fondi sulle ricerche per EvK2Cnr?
O perche' collabora con Montagna.org/.tv?
O per se stesso, puramente per notorieta'?
Ingenuita' a parte forse non conosco abbastanza il personaggio per essere obiettivo.
leggi la sua biografia, è abbastanza illuminante :)
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leggi la sua biografia, è abbastanza illuminante :)
Ho sbirciato qualcosina in rete, ma molto velocemente.
Hai qualche link da passarmi?
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Ho sbirciato qualcosina in rete, ma molto velocemente.
Hai qualche link da passarmi?
si ad esempio questo
http://www.evk2cnr.org/it/Agostino
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si ad esempio questo
http://www.evk2cnr.org/it/Agostino
Era quello che avevo trovato anche io...
Boh...forse ho il prosciutto sugli occhi, ma non capisco.
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Era quello che avevo trovato anche io...
Boh...forse ho il prosciutto sugli occhi, ma non capisco.
Nessuno mi aiuta a capire senza sottointesi che veramene non riesco a cogliere?
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Nessuno mi aiuta a capire senza sottointesi che veramene non riesco a cogliere?
IMHO sembra una macchina confezionatrice di business ! E' stato un grande alpinista e credo abbia doti organizzative notevoli ma, sempre IMHO, non ha il dono naturale della simpatia o forse non gli interessa affatto risultare simpatico...
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IMHO sembra una macchina confezionatrice di business ! E' stato un grande alpinista e credo abbia doti organizzative notevoli ma, sempre IMHO, non ha il dono naturale della simpatia o forse non gli interessa affatto risultare simpatico...
Ok, ma quale business? Guardate che non vi sto prendendo per il didietro...
E' ovvio che non vive d'aria, ma dalla sua breve biografia non ho capito dove starebbe per lui l'interesse...
L'unica cosa che mi viene in mente e' che si sia messo in mostra per attirare l'attenzione su di lui e sulle sue collaborazioni con enti e ministeri.
Che voglia soffiare il posto a Bertolaso?!?!?!? ;)
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dal sito di: http://www.intraisass.it/
dove va l'alpinismo italiano?
http://intraisass.splinder.com/post/17886047/DOVE+VA+L%27ALPINISMO+ITALIANO
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Ok, ma quale business? Guardate che non vi sto prendendo per il didietro...
E' ovvio che non vive d'aria, ma dalla sua breve biografia non ho capito dove starebbe per lui l'interesse...
beata innocenza! Mai sentito parlare di (auto)promozione? ;D
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beata innocenza! Mai sentito parlare di (auto)promozione? ;D
Se io metto da pate l'innocenza tu metti da parte gli enigmi e dimmi chiaramente cosa promuove, perche' io non ho capito che lavoro faccia Da Polenza!
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Se io metto da pate l'innocenza tu metti da parte gli enigmi e dimmi chiaramente cosa promuove, perche' io non ho capito che lavoro faccia Da Polenza!
promuove sé stesso smit!
leggi cosa fa polenza, i neretti li ho messi io.
preludio a una scelta personale ben precisa: quella dell'alpinismo professionale. Nel 1984 fonda e fino al 1987 dirige "Quota 8000", il primo progetto integrato di alpinismo, cultura e comunicazione. La squadra di "Quota 8000" sale il Gasherbrum I e II, e di nuovo il K2, dal versante sud e il "mitico" Nanga Parbat (8125 m).
Nel 1988 fonda e gestisce con Benoit Chamoux il progetto "Esprit d'Equipe" - BULL, la più importante operazione di squadra sponsorizzata nella storia dell'alpinismo. In tre anni vengono saliti l'Annapurna (8.091 m), il Manaslu (8.163 m), il Cho-Oyu (8.201 m) e lo Shisha Pangma (8.046 m).
Nel 1989, assieme al Prof. Ardito Desio, fonda e da allora dirige il Comitato Ev-K²-CNR. Da allora è il responsabile logistico del progetto Ev-K²-CNR che nel 1990 diventa definitivamente operativo presso il "Laboratorio-Osservatorio Piramide".
Nel 1998 avvia in Italia l'iniziativa che porterà alla proclamazione dell'Anno Internazionale delle Montagne fondando, con sede a Bergamo, il Comitato Italiano per questa celebrazione e svolgendo un'azione apprezzata a livello nazionale e internazionale.
Agostino Da Polenza è membro dell'organizzazione "Eco-Himal" per la tutela e la salvaguardia della cultura Himalayana, socio del Cai, membro del Gruppo "Ragni della Grignetta" di Lecco, console del Touring Club Italiano e Cavaliere della Repubblica Italiana per meriti sportivi. Come esperto opera per il Dipartimento Affari Regionali della Presidenza del Consiglio dei Ministri e collabora con il Ministero per le Politiche Agricole e Forestali.
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promuove sé stesso smit!
Che insinuassi questo lo avevo capito...
Io preferisco credere nella buona fede sua e di due alpinisti (Gallo e Mondinelli) che non hanno certo bisogno di approfittare delle disgrazie altrui per mettersi in mostra.
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Che insinuassi questo lo avevo capito...
Io preferisco credere nella buona fede sua e di due alpinisti (Gallo e Mondinelli) che non hanno certo bisogno di approfittare delle disgrazie altrui per mettersi in mostra.
non l'ho insinuato, l'ho detto chiarissimo mi pare. E non ho mai nominato Gallo e Mondinelli, avendo parlato solo del "regista" dell'operazione, cioè di Da Polenza
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non l'ho insinuato, l'ho detto chiarissimo mi pare.
Guarda che insinuare non e' una parolaccia...da Garzanti:
Insinuare: far nascere in qualcuno, con parole vaghe e allusive, un dubbio, un sospetto, un'inquietudine
E non ho mai nominato Gallo e Mondinelli, avendo parlato solo del "regista" dell'operazione, cioè di Da Polenza
Lo so, ma secondo te Mondinelli e Gallo sono cosi' allocchi da farsi manovrare per l'interesse di un terzo? Se hanno partecipato all'operazione probabilmente avevano fiducia nelle intenzioni di Da Polenza...
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oggi messner su repubblica, commentando gli incidenti sul monte bianco, fa un'allusione al costo di certi salvataggi. Poi si chiede chi pagherà la fattura da 60.000 euro per il soccorso di Nones e Kehrer.
Aggiunge (cito a memoria): noi giustamente come società dobbiamo preoccuparci di assistere e soccorrere i deboli, i malati, i bisognosi, ma non dobbiamo soccorrere necessariamente i pazzi che vanno in montagna. Quando ho avuto io problemi al Polo Nord, l'elicottero mi ha aspettato due settimane. Il pilota prima di partire ha telefonato a mia moglie, se all'indomani non avesse versato i soldi l'elicottero non partiva. Logicamente ho pagato io, com'era giusto. Chi fa sport rischiosi deve essere autosufficiente non solo dal punto di vista della preparazione tecnica ma anche da quella economica
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oggi messner su repubblica, commentando gli incidenti sul monte bianco, fa un'allusione al costo di certi salvataggi. Poi si chiede chi pagherà la fattura da 60.000 euro per il soccorso di Nones e Kehrer.
E Da Polenza risponde di persona alle stupide critiche:
http://www.montagna.tv/?q=node/8465 (http://www.montagna.tv/?q=node/8465)
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(2008-09-16 18:36 ANSA)
CONFORTOLA ANNUNCIA, "MI AMPUTANO LE DITA DEI PIEDI"
SONDRIO - "Domani torno al policlinico di Padova per sottopormi all'amputazione di tutte le dita dei piedi". L'annuncio choc è di Marco Confortola, l'alpinista che in agosto è scampato alla tragedia che sul K2 ha causato 11 vittime. "Mi hanno però assicurato - ha aggiunto Confortola, che si é presentato a un incontro pubblico in carrozzella nel palazzetto dello sport di Santa Caterina di Valfurva - che amputando le dita, sarà salvato il metatarso. Potrò così, al più presto, magari dopo soltanto alcuni mesi, tornare a camminare. E poi voglio anche riprendere a scalare". Proprio in occasione della scalata del K2 di circa un mese e mezzo fa, l'alpinista era stato colpito dal congelamento dei piedi.
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CONFORTOLA ANNUNCIA, "MI AMPUTANO LE DITA DEI PIEDI"
Poveretto....mi dispiace.... :'( mesi fa prima di iniziare una ferrata ho visto un tedesco a cui mancavano tutte le dite di entrambi i piedi (ho visto mentre si cambiava)...se l'è fatta tutta sia in salita che in discesa! :o
Tanti auguri! :-\
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Poveretto....mi dispiace.... :'( mesi fa prima di iniziare una ferrata ho visto un tedesco a cui mancavano tutte le dite di entrambi i piedi (ho visto mentre si cambiava)...se l'è fatta tutta sia in salita che in discesa! :o
Tanti auguri! :-\
Anche al nostro Cesarino Fava vennero amputati gran parte dei piedi eppure continuo' ad essere un alpinista di tutto rispetto!
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E Da Polenza risponde di persona alle stupide critiche:
http://www.montagna.tv/?q=node/8465 (http://www.montagna.tv/?q=node/8465)
Non la penseremo mai allo stesso modo!
Preferisco comunque evitare di definirle stupide risposte,...sono risposte, condivisibili o meno,... ma risposte!
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Non la penseremo mai allo stesso modo!
Preferisco comunque evitare di definirle stupide risposte,...sono risposte, condivisibili o meno,... ma risposte!
A parte che il mio "stupide" era riferito alle critiche mosse dal mondo alpinistico...
In ogni caso definisco stupide tutte le critiche mosse ad azioni atte a fare del bene (se poi portano "notorietà" a chi le ha fatte pazienza). Definisco stupido chi a priori (dalla comoda poltrona del proprio salotto) mette in discussione la buona fede di qualcuno senza conoscere bene i fatti e le persone coinvolte.
Sono troppo garantista?!?!? Pazienza...
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Premessa: ben altri sono i luoghi che non un forum di montagna in cui mi va di discutere di politica.
Fatto realmente accaduto.
Qualche tempo fa assisto ad una proiezione di foto di montagna. Guest Star Gnaro Mondinelli. Paesaggi tibetani e nepalesi, neve, bambini orientali,aerei,zaini, ghiaccio, roccia, visi sofferenti, volti felici, nuvole, sole... naturalmente il tutto commentato e spiegato con competenza e trasporto dall’autore…tutte le, direi, solite cose! Sempre piacevoli e interessanti …ma le solite cose.
Improvvisamente …la novità. Lo schermo si riempie di una figura che non mostra i segni della vita sugli altipiani, e neppure quelli della lotta coll’Alpe: la foto è quella dell’ex ministro e attuale sindaco di Roma Alemanno. Commento di Mondinelli: “una brava persona!”.
Traete pure le conclusioni che volete, date pure i giudizi che preferite… su di me, ovviamente!
Per me la vicenda Da Polenza e soci si chiude qui.
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Anche al nostro Cesarino Fava vennero amputati gran parte dei piedi eppure continuo' ad essere un alpinista di tutto rispetto!
sono notizie che lasciano sempre dolore dentro mi dispiace per Confortola
anche messner ha le dita dei piedi amputate ma ha sempre arrampicato ed è sempre andato a fare le sue spedizioni
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sono notizie che lasciano sempre dolore dentro mi dispiace per Confortola
anche messner ha le dita dei piedi amputate ma ha sempre arrampicato ed è sempre andato a fare le sue spedizioni
Gia'!
Sempre a proposito di Fava mi viene in mente che venne soprannominato "Patacorta" (piede corto) appunto per la sua menomazione.
Patacorta e' anche il titolo del film di Elio Orlandi girato nel 2001 e dedicato al grande Fava. Per realizzarlo Orlandi apri' assieme a Fava (81 anni!!!) e altri alpinisti una nuova via sulla cima d'Ambiez.
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Improvvisamente …la novità. Lo schermo si riempie di una figura che non mostra i segni della vita sugli altipiani, e neppure quelli della lotta coll’Alpe: la foto è quella dell’ex ministro e attuale sindaco di Roma Alemanno. Commento di Mondinelli: “una brava persona!”.
Traete pure le conclusioni che volete, date pure i giudizi che preferite… su di me, ovviamente!
Per me la vicenda Da Polenza e soci si chiude qui.
detta così mi stupirei anch'io, cosa c'entra la foto di un politico in un reportage Himalayano?
ma tu, spero in buona fede ::), ti sei dimenticato però di dire che Alemanno ha partecipato con Mondinelli alla spedizione sul k2 in commemorazione del cinquantennale della sua prima salita italiana.
detta così suona un po' diversa, no? ::)
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detta così mi stupirei anch'io, cosa c'entra la foto di un politico in un reportage Himalayano?
ma tu, spero in buona fede ::), ti sei dimenticato però di dire che Alemanno ha partecipato con Mondinelli alla spedizione sul k2 in commemorazione del cinquantennale della sua prima salita italiana.
detta così suona un po' diversa, no? ::)
Gia'...abbastanza diversa!
Poi non ho ben capito cosa centri la politica in tutto questo...mai io sono "un'anima bella"... ::)
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detta così mi stupirei anch'io, cosa c'entra la foto di un politico in un reportage Himalayano?
ma tu, spero in buona fede ::), ti sei dimenticato però di dire che Alemanno ha partecipato con Mondinelli alla spedizione sul k2 in commemorazione del cinquantennale della sua prima salita italiana.
detta così suona un po' diversa, no? ::)
Se può servire a chiarire.
Anche Mondinelli si è dimenticato di dirlo. e il personaggio della foto era perfettamente equipaggiato di giacca camicia e cravatta, nuove frontiere dell'abbigliamento alpinistico ;D ;D
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Anche Mondinelli si è dimenticato di dirlo.
E non ha fatto nessuna introduzione o commento alla foto (a parte quello che hai citato)?
L'ha fatta vedere punto e basta?
Mi pare strano...
E poi scusa: ma se e' successo cosi' come ci racconti nessuno tra i presenti gli ha chiesto cosa centrasse Alemmanno o perche' lo riteneva una brava persona?
Alle conferenze non si va solo per incensare i protagonosti, ma anche per fare domande (a volte non necessariamente "comode")...ricordo che una volta presi parte a una serata con Messner sull'Antartide e una persona presente gli chiese se anche in li avesse visto lo yeti!!! ;D
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E non ha fatto nessuna introduzione o commento alla foto (a parte quello che hai citato)?
L'ha fatta vedere punto e basta?
Mi pare strano...
E poi scusa: ma se e' successo cosi' come ci racconti nessuno tra i presenti gli ha chiesto cosa centrasse Alemmanno o perche' lo riteneva una brava persona?
Alle conferenze non si va solo per incensare i protagonosti, ma anche per fare domande (a volte non necessariamente "comode")...ricordo che una volta presi parte a una serata con Messner sull'Antartide e una persona presente gli chiese se anche in li avesse visto lo yeti!!! ;D
sono le stesse cose che mi sono chiesto io...comunque quando è venuto a Sassuolo a novembre dell'anno scorso, a parte di una coniglietta di playboy di cui c'ha parlato (che si trovava con una spedizione commerciale al campo dell'everest) ma ahimè nessuna foto, niente traccia di Alemanno... ;D
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qualcuno l'ha già visto?
http://www.corriere.it/cronache/08_settembre_19/alpinisti_conto_beffa_marrone_d595b50a-861a-11dd-bef9-00144f02aabc.shtml
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qualcuno l'ha già visto?
http://www.corriere.it/cronache/08_settembre_19/alpinisti_conto_beffa_marrone_d595b50a-861a-11dd-bef9-00144f02aabc.shtml
Tutto il mondo e' paese...anche in Austria le assicurazioni hanno le scritte in piccolo in calce al contratto... :-[
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mi sembrava che da polenza avesse detto che il soccorso era avvenuto a proprie spese...sbaglio?
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mi sembrava che da polenza avesse detto che il soccorso era avvenuto a proprie spese...sbaglio?
Nella sua ultima intervista diceva cosi'...
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ho letto adesso, questa è una delle cose per cui mi vergogno di essere italiano.
soldi buttati in ogni cantone e quando ci sarebbe da spendere spiccioli per una missione "umanitaria" che tra l'altro avrebbe portato lustro all' Italia, il nostro paese fa la figura del pezzente (che è), grandi signori i due alpinisti che pagheranno per non alimentare ulteriori polemiche, ma CHE VERGOGNA! >:(
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ho letto adesso, questa è una delle cose per cui mi vergogno di essere italiano.
spero sia fra le ultime però.....
in altri forum non di montagna è tutto un "gli sta bene" - "sono due incoscienti" - "se la sono cercata" eccetera. sinceramente non mi stupisco, messner lo aveva detto per primo.
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spero sia fra le ultime però.....
in altri forum non di montagna è tutto un "gli sta bene" - "sono due incoscienti" - "se la sono cercata" eccetera. sinceramente non mi stupisco, messner lo aveva detto per primo.
vabbè, sappiamo che mediamente la gente non capisce un CAZZZO, poi figurati se capisce di montagna l'itagliano lobotomizzato da calcio e veline...
scusa e i milioni di dollari e il sangue e il rischio della vita di decine di persone pagati per i riscatti di giornalisti incoscienti in cerca dello scoop? >:(
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dopo aver letto l'articolo sono rimasto senza parole anch'io;
in fondo tutta l'organizzazione per il soccorso è servita solo per mettere in risalto l'efficenza della macchina assitenziale;
ora io non entro nel merito di sapere chi ha chiesto i soccorsi; sembra che Nones e Kehrer non li abbiano chiesti, tutto, anche la morte del loro compagno, si è risolto in un operazione mediatica e il conto è arrivato a loro.
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vabbè, sappiamo che mediamente la gente non capisce un CAZZZO, poi figurati se capisce di montagna l'itagliano lobotomizzato da calcio e veline...
scusa e i milioni di dollari e il sangue e il rischio della vita di decine di persone pagati per i riscatti di giornalisti incoscienti in cerca dello scoop? >:(
spero di essere alla tua altezza se ti rispondo..... di sicuro non mi unisco al coro, da amante della montagna posso provare a immaginare quello che hanno provato questi due. volevo solo dire che sono entrati in un tritacarne che se solo avessero immaginato magari non avrebbero nemmeno fatto la telefonata.
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volevo solo dire che sono entrati in un tritacarne che se solo avessero immaginato magari non avrebbero nemmeno fatto la telefonata.
Aspetto di vedere le reazioni di Da Polenza...se non vuole fare una vera figura di m.... in qualche modo dovra' intervenire viste le sue ultime dichiarazioni.
Questo potrebbe essere veramente il momento giusto per giudicarlo come persona.
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dopo aver letto l'articolo sono rimasto senza parole anch'io;
in fondo tutta l'organizzazione per il soccorso è servita solo per mettere in risalto l'efficenza della macchina assitenziale;
ora io non entro nel merito di sapere chi ha chiesto i soccorsi; sembra che Nones e Kehrer non li abbiano chiesti, tutto, anche la morte del loro compagno, si è risolto in un operazione mediatica e il conto è arrivato a loro.
diciamo che questo è quello che più o meno volevo esprimere, ma sono ancora un po' negativamente emozionato... ::)
spero di essere alla tua altezza se ti rispondo..... di sicuro non mi unisco al coro, da amante della montagna posso provare a immaginare quello che hanno provato questi due. volevo solo dire che sono entrati in un tritacarne che se solo avessero immaginato magari non avrebbero nemmeno fatto la telefonata.
è il caso di dire oltre al danno la beffa... >:(
comunque degli italiani già non son fiero, ma quando è lo stato a essere pietoso, mi infastidisco parecchio....
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se solo avessero immaginato magari non avrebbero nemmeno fatto la telefonata.
eh ma c'è scritto che è stato il cuoco del campo base a chiamare i soccorsi :o o sbaglio?eh vai a cercarlo te adesso sto cuoco.... :-X
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Aspetto di vedere le reazioni di Da Polenza...se non vuole fare una vera figura di m.... in qualche modo dovra' intervenire viste le sue ultime dichiarazioni.
e gli toccherà anche pagare il conto, stavolta sul serio (come volevasi dimostrare) ;D
dal corriere:
«Quei soldi andranno a Silke, la moglie di Karl. Accettare quei soldi sarebbe come ammettere di essere stati soccorsi, ma noi siamo solo stati recuperati». «Mi è sembrato — aggiunge Walter — che volessero a tutti i costi portarci a casa con gli elicotteri e alla fine abbiamo accettato il recupero su consiglio di Agostino, per accelerare i tempi. Per noi fare in fretta voleva dire tentare di portare a casa Karl. Invece ci attendeva una conferenza stampa via Skype».
http://www.corriere.it/cronache/08_settembre_19/alpinisti_conto_beffa_marrone_d595b50a-861a-11dd-bef9-00144f02aabc.shtml
In ogni caso anche lo Stato non ci fa una bella figura: paga milioni di dollari, sottobanco, per far liberare ostaggi italiani in Iraq, ma non trova 30 mila euro per due alpinisti che hanno vissuto una tragedia...
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e gli toccherà anche pagare il conto, stavolta sul serio (come volevasi dimostrare) ;D
Ah ecco...volevo ben dire... ::)
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Mi scuso per i tempi lunghi di partecipazione al forum, ma ho i miei ritmi, e questo è quello che passa il convento.
E non ha fatto nessuna introduzione o commento alla foto (a parte quello che hai citato)?
L'ha fatta vedere punto e basta?
Mi pare strano...
E poi scusa: ma se e' successo cosi' come ci racconti nessuno tra i presenti gli ha chiesto cosa centrasse Alemmanno o perche' lo riteneva una brava persona?
Alle conferenze non si va solo per incensare i protagonosti, ma anche per fare domande (a volte non necessariamente "comode")...ricordo che una volta presi parte a una serata con Messner sull'Antartide e una persona presente gli chiese se anche in li avesse visto lo yeti!!! ;D
Il fatto è successo a Marano sul Panaro (Azione Natura), e se non vi avessi colto nulla di "strano" ...non lo avrei citato.
Non so cosa è successo alla fine della serata perchè, per rispetto degli altri spettatori non me ne sono andato subito e ho atteso la fine della proiezione ma non il dibattito.
Non so se si è capito :), ma il grande (questo detto senza ironia) scalatore Mondinelli è un personaggio che non mi piace. Sarà per quel suo ...fisico bestiale... tanto diverso dal mio?
O non sarà forse per quel suo modo di porsi che nella sua ultima intervista a Montagna TV gli fa dire: "Tante persone hanno chiacchierato fin troppo. Persone che se io dovessi raccontare per filo e per segno cosa gli ho visto fare in passato, si vergognerebbero"?
E' vero che poi aggiunge:". Però non mi piace fare nomi e cognomi di chi non è presente." E allora sospendo il giudizio, in attesa che costoro siano presenti e si possano spifferare i nomi e i misfatti. In caso contrario la frase mi suonerebbe molto ricattatoria (ma questo è un processo alle intenzioni!) e non mi pare il massimo dell'eleganza.
La scarsa ammirazione che ho del personaggio non mi impedisce di ammettere che nella sua attività ci sia tanto di positivo e altruista, come dovrebbe sempre essere per la mia romantica idea di alpinismo.
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mediamente la gente non capisce un CAZZZO, poi figurati se capisce di montagna l'itagliano lobotomizzato da calcio e veline...
scusa e i milioni di dollari e il sangue e il rischio della vita di decine di persone pagati per i riscatti di giornalisti incoscienti in cerca dello scoop? >:(
quoto
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tutto, anche la morte del loro compagno, si è risolto in un operazione mediatica ...
:(
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Aspetto di vedere le reazioni di Da Polenza...se non vuole fare una vera figura di m.... in qualche modo dovra' intervenire viste le sue ultime dichiarazioni.
Questo potrebbe essere veramente il momento giusto per giudicarlo come persona.
esatto. Spero di sbagliarmi ma temo finirà col fare una figura di m...
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esatto. Spero di sbagliarmi ma temo finirà col fare una figura di m...
Ho visto i titoli dell'Alto Adige di oggi... "Nanga, le accuse - Da Polenza "scarica" su Nones e Kehrer"...se qualcuno riesce a recuperare l'articolo....
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a che pagina?
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a che pagina?
Mi pare di vedere 40...
http://altoadige.repubblica.it/prima
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Mi pare di vedere 40...
http://altoadige.repubblica.it/prima
ahhh avevo capito l'adige, peccato mi sa che dallalto adige non si può scaricare una mazza >:(
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ahhh avevo capito l'adige, peccato mi sa che dallalto adige non si può scaricare una mazza >:(
si vede solo
«È stato Kehrer a chiedere i soccorsi»
...sottolineava il ruolo ambiguo di Agostino Da Polenza, presidente del Comitato Cnr-EverestK2...proseguirà sulle pagine di «Alp», da Polenza intanto però intende replicare a...elicottero. «Non è vero - afferma Da Polenza - sono stati loro ad aver chiesto i...
il resto è riservato agli abbonati >:(
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l'articolo sull'alto adige
«È stato Kehrer a chiedere i soccorsi»
Alto Adige — 19 novembre 2008 pagina 40 sezione: SPETTACOLOCULTURA E SPETTACOLI
Il 28 ottobre scorso avevamo pubblicato una lunga intervista a Linda Cottino, direttrice di «Alp» - la più autorevole rivista italiana di montagna - sulle tragedie avvenute quest’estate sul Nanga Parbat e sul K2 e che sono costate la vita a Karl Unterkircher e a molti altri alpinisti. L’ultimo numero di «Alp» dedicava infatti molto spazio a quanto avvenuto in Himalaya, cercando di andare oltre quello che i quotidiani avevano raccontato in quei giorni. Un approfondimento che sottolineava il ruolo ambiguo di Agostino Da Polenza, presidente del Comitato Cnr-EverestK2, impegnato come coordinatore dei soccorsi.
Certamente il dibattito proseguirà sulle pagine di «Alp», da Polenza intanto però intende replicare a quanto affermato da Linda Cottino nell’intervista rilasciata al nostro giornale. Quello che pubblichiamo qui di seguito è l’intervento scritto che ci ha inviato. Da notare che il presidente del Comitato Cnr-EverestK2 sorprendentemente scarica, di fatto, le responsabilità di eventuali contraddizioni soprattutto sui compagni di Karl Unterkircher, ovvero sul badiota Simon Kehrer e il trentino Walter Nones, che hanno sempre negato di aver chiesto l’intervento dell’elicottero.
«Non è vero - afferma Da Polenza - sono stati loro ad aver chiesto i soccorsi». A questo punto è probabile che la vicenda non finisca qui. (m.f) Agostino Da Polenza Avolte, chi racconta una storia pretende di conoscerla meglio di chi l’ha vissuta. Questa riflessione mi ha spinto a scrivere queste righe per replicare alle affermazioni di Linda Cottino, direttrice di Alp, intervistata dall’«Alto Adige» lo scorso 28 ottobre sulle tragedie estive del Nanga Parbat e del K2. Un’intervista alla quale vengo coinvolto come «convitato di pietra». Partiamo dal Nanga Parbat. Chi chiamò i soccorsi? Questo il cuore della polemica, nutrita dall’insinuazione che siano stati orchestrati per motivi politici. Una risibile sciocchezza, anche perché gli unici a intervenire nella vicenda, dando la loro solidarietà, furono il Presidente Napolitano e il Ministro Frattini.
Una volta per tutte, ecco com’è andata. La mattina del 16 luglio, Kehrer chiamò il manager di Karl per avvertire del tragico incidente, di cui nel giro di poche decine di minuti arrivò notizia a famiglie, amici, stampa e Carabinieri, di cui Nones fa parte. Proprio i Carabinieri di Selva Gardena, alle 10 circa, ora italiana, chiamarono l’Ambasciata Italiana di Islamabad, avvertirono il funzionario locale che verificò poco dopo con Silke, la moglie di Karl, l’avvenuta tragedia. E scattò l’allarme. Sì, perché tutti i soccorritori seri sanno, o devono sapere, che se informi qualcuno di un incidente alpinistico con un morto, l’allarme arriva automaticamente alle autorità.
E’ vero, in un primo tempo dissi che l’allarme venne dato dal campo base, come mi aveva detto Mauri Gallo dopo aver trovato, a Fairy Meadows, il cuoco in lacrime convinto che sulla parete fossero morti tutti. Ma all’Ambasciata arrivò prima la telefonata da Selva. stato facile appurarlo, bastava chiederlo alle fonti. Perché sono intervenuto? Maurizio Gallo, qualche giorno fa, durante un incontro con alcuni giornalisti tra cui anche la Cottino, lo ha spiegato con parole che mi hanno fatto particolarmente piacere: «Chi ha lavorato con Agostino sa di far parte di un gruppo di persone alle quali lui tiene molto. come far parte di una squadra, di una famiglia, dove vale la regola che uno dei tuoi non lo abbandoni mai. Se non si parte da questa prospettiva, è impossibile capire il suo gesto». Sarei lusingato dall’essere considerato il fautore dell’abnorme reazione mediatica di cui queste storie sono rimaste vittime. Ma se fossi davvero in grado di provocare tanto interesse, farei il pubblicitario o l’organizzatore di campagne politiche. Guadagnerei miliardi.
La tanto citata «spettacolarizzazione» della vicenda non è altro che la più antica e semplice verità del giornalismo: quest’estate, la montagna ha fatto notizia. Nella tragedia e nei soccorsi. «La storia c’era, e i giornali, una volta tanto, hanno dato un’informazione generalmente corretta, forse anche grazie al fatto che l’informazione era mediata da esperti». Molti questo non l’hanno capito, nemmeno Walter e Simon. Ricordo che per tre giorni, dopo l’incidente di Karl e le prime due telefonate del 16 mattina, non ci furono più comunicazioni. E tutti, esperti o meno di montagna e di Himalaya, si preoccuparono della loro sorte, considerando che dal campo base li vedevano salire molto lentamente.
Certo le difficoltà della montagna e della situazione erano tante, ma lo erano anche i timori, che imponevano di verificare che cosa stesse succedendo lassù per prevenire altre tragedie. Ecco il perché dei primi voli e del lancio di un telefono, di viveri e gas. Dopo averli recuperati, Nones e Kehrer ritornarono poi alla tenda, dove rimasero fino al pomeriggio del giorno dopo. Nessuno doveva preoccuparsi? Qualcuno ha detto addirittura che quel volo fu inutile. vero che i due alpinisti, in quelle 30 ore in tenda, fermi, non hanno usato nulla di quanto recuperato, come molti hanno scritto? Loro, a Gallo, a Islamabad, hanno detto il contrario. E furono sempre loro a consultarsi sul percorso con Mauri e Gnaro prima della discesa con gli sci dell’ultimo giorno. Alla faccia dell’inutilità del telefono satellitare. Sono stato definito «disinvolto», nel gestire questa situazione, nell’attivare i soccorsi. Perché Walter e Simon non hanno mai chiesto nulla.
E soprattutto non hanno mai chiesto l’elicottero. Non è vero. Kehrer, in difficoltà l’ultimo giorno di discesa, chiese a Gallo il recupero in elicottero, e anzi lo sollecitò facendo due telefonate. Perché, racconta Gallo, durante la discesa, Walter e Simon incapparono in due scariche di neve e un ancoraggio fatto per superare un seracco cedette, facendo precipitare per parecchi metri Walter, che poi accusava forti dolori alle costole. Abbiamo appurato che, scendendo, si erano spinti troppo in basso tra seracchi pericolosi e avanti non potevano più andare. Loro chiamarono una prima volta perché intervenisse l’elicottero, e Simon, vedendo passare il tempo e le nuvole alzarsi, richiamò di nuovo per sollecitare l’invio dell’elicottero e il recupero.
Ma tant’è. Conferma Gnaro Mondinelli, da trent’anni nel soccorso alpino della Finanza, che chi viene soccorso non è mai molto contento. Soprattutto gli alpinisti, spalleggiati in questi casi dal «gotha dei puristi della montagna» che quest’estate non ha mancato di stracciarsi le vesti inorridendo di fronte alla mano tesa dei soccorritori. Anche Linda Cottino sembra sulla stessa linea, quando sostiene che tutti hanno diritto all’avventura, fino a rischiare la propria vita: «Nessuno aiutò, tanti anni fa, Buhl e Diemberger». Mi chiedo: non è che i due eroi del Chogolisa forse non avevano telefonini per chiedere aiuto? Non è che magari a quei tempi non c’erano elicotteri in grado di salire in quota? Comunque, la liceità morale dell’assunzione dei rischi, anche estremi, da parte degli alpinisti è un dibattito antico, ma sempre attuale di fronte alle tragedie della montagna.
Molti alpinisti fanno però il tifo per il diritto alla vita, non per il suicidio sportivo. Per chiudere, vorrei chiarire la spinosa questione dei costi. Non so quale pessimo consigliere abbia aizzato gli umori dei due ragazzi soccorsi al Nanga Parbat, ma un po’ più di ponderazione e di buon senso non avrebbero guastato e soprattutto, avrebbe evitato loro molti imbarazzi. Ministero degli Esteri e Arma dei Carabinieri si erano detti disponibili a supportare eventuali costi di soccorso, che alla fine sono stati di 31mila euro circa. Ma avevamo appurato, con Adam Holzknecht e i responsabili dell’Aiut Alpin, che Karl aveva stipulato un’assicurazione privata che avrebbe risposto, a detta dell’assicuratore interpellato in quelle ore, fino a 10/15.000 Euro per persona.
Per parte mia ho sempre detto che avrei sostenuto i costi di logistica per Gnaro e Gallo e così ho fatto, compreso il primo volo di elicottero al campo base, che era già stato attivato dai pakistani per una ricognizione. Pertanto il costo rimanente assomma a circa 25.000 Euro. Eravamo tutti tranquilli. Cosa poi sia successo, dopo il rientro dei due soccorsi, francamente è difficile comprenderlo. Difficile capire come sia stato impossibile negoziare con quell’assicurazione un risarcimento. Per fortuna, c’era anche un’altra assicurazione, quella dell’Aiut Alpin, che ora dovrebbe, con grande spirito di professionalità e senso della propria missione sociale, intervenire. Ci stanno lavorando gli amici di Karl.
Se non accadesse, si vedrà il da farsi, saremo tutti pronti a dare, ancora, una mano. Pensando soprattutto a Karl. Perché lui era il capo di quella spedizione e lui ha pagato il prezzo più alto. Lui lascia moglie e figli, lui era con Walter e Simon fino a quando quella parete è crollata. Suo era il sogno del Nanga Parbat. Ed è ora di ricordarlo.
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C'è anche un articolo sul Trentino di oggi ma sarà simile deduco....
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mah, a me gli alpinisti-politici non sono mai piaciuti.