Ciò che dalle mie (poche) letture mi sembra trasparire è dunque l'inversione delle motivazioni dei combattenti italiani nelle due guerre: se durante la IIWW gli italiani furono consapevoli di essere parte di una dissennata avventura imperialistica, nella IWW essi combatterono per difendere le loro case dall'invasore austriaco....
Però ne so poco, mi piacerebbe che qualcuno dicesse la sua.
All'apparenza.
In effetti anche nella IWW il clima, in Italia, era già abbondantemente intriso di quell'imperialismo latente che esplose negli anni venti: il fatto è che povertà ed ignoranza erano ai massimi livelli (in pochi sapevano leggere oltre i titoli cubitali delle prime pagine dei giornali, unici mezzi d'informazione dell'epoca) e far credere al popolo, ed in particolare a veneti, trentini e friulani, di dover difendere le proprie case dall'invasore austro ungarico fu gioco
facile.
In realtà gli austro ungarici erano, economicamente parlando, allo stremo in quanto i costi della macchina imperiale per controllare un territorio vastissimo (che arrivava ai confini russi) erano devastanti e non più sostenibili: ne era perfettamente conscio il vecchissimo (84enne) ma lucido Francesco Giuseppe che, solo, fino all'ultimo cercò
con ogni mezzo di non entrare in guerra: ma il potere della casta militare (che esprimeva anche alcuni ministri chiave) alla fine riuscì ad estorcegli la firma della dichiarazione di guerra quasi con l'inganno. Avesse avuto al suo fianco qualche saggio di cui si potesse fidare (come fu, sessant'anni prima,Radetzky), probabilmente quella guerra, tra Austria ed Italia, non si sarebbe mai combattuta: l'impero era esangue e Trentino e Friuli sarebbero tornati italiani senza colpo ferire.
Bibliografia:
- Francesco Giuseppe Eugene Bagger A.Mondadori 1935 Verona
- LA GUERRA ALLA FRONTE ITALIANA L. Cadorna TREVES 1921 Milano
Il libro di Cadorna, in particolare, è testimonianza dell'arroganza e dell'imperialismo strisciante che, di fatto, mandò a morte circa 650mila italiani.