Analoga discussione c'è stata a proposito del nuovo bivacco sulla Vigolana.
Per me bisognerebbe sempre distinguere il contesto e lo scopo principale delle varie strutture di ricovero in montagna;se è vero che un bivacco in quota deve prima di tutto rispondere a criteri di funzionalità e sicurezza,per cui anche soluzioni di design moderno possono essere accettate,rifugi come il Tonini raccontano una storia diversa.
Sono in genere la trasformazione di vecchie malghe,convertite a struttura ricettiva.Qui vedo più appropriata la conservazione dei materiali tipici del posto,ma anche le tradizionali tecniche costruttive ed in generale l'architettura:dovrebbe rimanere integro il filo conduttore delle memorie e dei destini originali di queste costruzioni.
Niente vieta poi di realizzare impianti,strutture di sicurezza,sistemi energetici,logistca interna e criteri di accessibilità basati sulle tecniche più attuali.
Dov'era il Tonini, una costruzione come quella ipotizzata dal giornale sarebbe una forzatura tanto sgradevole quanto incongrua.
Piaccia o meno, la memoria dei luoghi e della loro storia è fortemente vincolata alle forme ed alle immagini originarie e questa memoria è fondamentale per alimentare la voglia di mantenere integri quei luoghi.