Autore Topic: DDLR riordino Comunità Montane  (Letto 3534 volte)

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Offline Franz

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DDLR riordino Comunità Montane
« il: 02/12/2008 14:10 »
DDLR riordino Comunità Montane
REVISIONE REGIONALE DELLE COMUNITA’ MONTANE
La Finanziaria 2008 (commi da 16 a 22 dell’articolo 2) affida alle Regioni il compito di provvedere, entro il prossimo 30 giugno, con legge, al riordino delle Comunità montane.

Alla luce dei dati al momento disponibili, l’Uncem ha realizzato una scheda in progressione riassuntiva dei progetti di legge regionale e una proiezione dei tagli sul numero delle Comunità montane attualmente esistenti.

A regime, questa azione di razionalizzazione dovrebbe comportare, in ciascuna Regione, la riduzione della spesa corrente per il finanziamento delle Comunità montane per un importo pari ad 1/3 della quota loro destinata del Fondo ordinario.

Contestualmente la dotazione del fondo ordinario è ridotta di 33,4 milioni di euro per il 2008 e di 66,8 milioni a decorrere dal 2009.

Il risparmio deve essere conseguito attraverso la riduzione:
•   del numero complessivo delle Comunità montane
•   del numero dei componenti degli organi e delle indennità ad essi spettanti.

In caso di “inerzia” delle Regioni la Finanziaria 2008 ha disposto l’intervento surrogatorio dello Stato attraverso:

•   la soppressione automatica delle Comunità montane che non corrispondono a precisi criteri altimetrici e di quelle costituite da meno di 5 Comuni. In particolare, sono soppresse le comunità montane nelle quali più della metà dei comuni non sono situati per almeno l’80 per cento della loro superficie al di sopra di 500 metri di altitudine sopra il livello del mare ovvero non sono comuni situati per almeno il 50 per cento della loro superficie al di sopra di 500 metri di altitudine sul livello del mare e nei quali il dislivello tra la quota altimetrica inferiore e la superiore non è minore di 500 metri; nelle regioni alpine il limite minimo di altitudine e il dislivello della quota altimetrica, di cui al periodo precedente, sono di 600 metri. Sono altresì soppresse le comunità montane che risultano costituite da meno di cinque comuni, fatti salvi i casi in cui per la conformazione e le caratteristiche del territorio non sia possibile procedere alla costituzione delle stesse con almeno cinque comuni, fermi restando gli obiettivi di risparmio;
 
•   la decadenza dalla partecipazione alle Comunità dei Comuni capoluogo di Provincia, di quelli costieri e di quelli con più di 20.000 abitanti;

•   la riduzione del numero dei consiglieri e degli assessori.
Alla data del 24 giugno 2008, in tutte e 15 le Regioni a statuto ordinario sono stati predisposti disegni di legge di revisione delle Comunità montane.

Le Regioni che hanno approvato un DDLR in Giunta, per l’ulteriore esame in Consiglio regionale, sono 14: Piemonte (5-5-08), Toscana (12-5-08), E. Romagna (15-5-08), Liguria (16-5-08), Campania (16-5-08); Lombardia (21-5-08); Marche (26-5-08); Basilicata (27-5-08); Lazio (28-5-08); Calabria (18 giugno); Molise (19 giugno); Puglia (20 giugno); Abruzzo (20 giugno), cui si aggiunge l’Umbria, la sola Regione che ad oggi ha approvato il DDL anche in Consiglio regionale, il 3 giugno 2008.
Mancano il Veneto e la Puglia, che entro il 30 giugno 2008 si limitano alla sola presentazione in Regione delle proposte dei gruppi e della Giunta. E in questi due casi ci pensa lo Stato a sopperire all'”inerzia” regionale, tagliando secondo criteri stabiliti per legge.

La gran parte delle Regioni ha calendarizzato l’approvazione in Consiglio regionale entro giugno 2008.

Sulla base delle informazioni disponibili, il quadro attuale vedrebbe la soppressione, nelle 14 Regioni che lo hanno già previsto, di non meno di 101 Comunità montane, (Abruzzo -8; Basilicata -8; Campania -6; Emilia Romagna -9; Lazio -8; Marche -4; Molise -4; Toscana -6; Umbria -4; Piemonte -17; Lombardia -7; Liguria -8; Calabria -9; Puglia - 3), cui va aggiunta la Sardegna che dovrebbe passare, dalle 24 presenti prima della loro soppressione nel 2007, al massimo a 8 nuove Comunità (-16).
In totale, 117 Comunità montane in meno pressoché sicure per 15 Regioni.

Considerando il Veneto, e altre possibili modifiche in fase di definitiva approvazione delle LR, si può stimare in circa 130 il numero delle Comunità montane da sciogliere sulle 330 effettive operanti al gennaio 2008.

In conclusione, si può attendibilmente stimare in circa 200 le Comunità montane che residueranno dopo l’operazione di riordino territoriale cui sono state chiamate le Regioni con la legge finanziaria 2008.

Per le Regioni a statuto speciale, a parte Valle D’Aosta, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia - non obbligate dalla normativa nazionale della legge finanziaria 2008 sulla revisione delle Comunità montane in quanto autonome anche sotto il profilo della finanza corrente per gli enti locali - si segnala che la Sardegna ha disposto nel 2008 la ricostituzione di 4 nuove Comunità montane dopo la soppressione delle preesistenti 24 CM, avvenuta nel 2007, con l’impegno a ricrearne in tutto 8. La Sicilia come è noto, ha soppresso le Comunità montane con la legge n. 9 del 1986.

Come sempre, a pagarne le spese saranno i piccoli paesi di montagna, che stentano a sopravvivere con i pochi fondi che hanno a disposizione e che, sempre più spesso, sono “vittime” sia dell’abbandono da parte dei loro abitanti, costretti per motivi di lavoro a spostarsi in zone più comode e meno disagiate, che di quella politica che si dimentica di essi ed agisce solo per le “grandi imprese” e i “grandi affari”.
« Ultima modifica: 02/12/2008 14:33 da Franz »

Offline Franz

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Rimanendo in tema di “montagna minore”, aggiungo qui di seguito un articolo apparso sulla rivista del CAI “ Lo Scarpone”, nel maggio scorso, in cui Mauro Corona dà voce al suo decalogo “Per la Montagna dove non nevica firmato”.

Il primo aprile scorso, ad Erto vecchia, il Presidente dell'Uncem (Unione nazionale Comuni Comunità Enti Montani) Enrico Borghi, candidato del PD in Piemonte, ha infatti ricevuto dalle mani di Mauro Corona, scrittore e artista del legno, il decalogo delle priorità di cui la politica deve farsi carico nei confronti della montagna italiana:
 
"Premesso che i politici hanno solo l'importanza che si danno, io penso che se ce ne fosse qualcuno che si occupa di montagna dovrebbe porre attenzione principalmente alle zone povere della montagna, a quella parte abbandonata di ripido dove la gente vive in piccole valli, dove non nevica firmato, dove ci si può chiamare da una costa all'altra" dice Mauro Corona.

“Mauro Corona è stato la voce di chi non ha voce per farsi sentire – ha commentato Borghi.

E anche una testimonianza di come la politica debba essere ascolto e constatazione dei problemi veri della gente. Dal Vajont, luogo simbolo di una montagna espropriata e umiliata in nome della colonizzazione economica e del puro profitto, è partito un messaggio in bottiglia e noi dobbiamo fare la nostra parte affinché anche qui, soprattutto qui nella montagna dove non nevica firmato, nessuno resti solo”.

Dieci i punti: dalla salvaguardia delle risorse naturali del territorio, prime fra tutte l'acqua, alle agevolazioni per gli studenti, dall'incentivazione del "turismo intelligente" alla defiscalizzazione dell'imprenditoria di montagna. Per la tutela, lo sviluppo e il rispetto delle terre alte.
"Perchè c'è differenza tra certi bar di borghi semi abbandonati, e il Billionaire di Briatore".

 PER LA MONTAGNA DOVE NON NEVICA FIRMATO

Premesso che: i politici hanno solo l’importanza che si danno, io penso che se ce ne fosse qualcuno che si occupa di montagna dovrebbe porre attenzione principalmente alle zone povere della montagna, a quella parte abbandonata di ripido dove la gente vive in piccole valli, dove non nevica firmato, dove ci si può chiamare da una costa all’altra.

Quindi le richieste fondamentali ai politici per la montagna dove non nevica firmato sono queste:

 1. Priorità assoluta alle necessità urgenti affinché le popolazioni non vivano sempre tribolando. Strade e servizi prima di tutto. La posta non deve arrivare ogni tre giorni, il medico deve essere fisso sul posto e farmacia. Pure non si deve far passare il traffico pesante su strade di montagna costruite più di cento anni fa creando estremo disagio a chi deve spostarsi per lavoro, per necessità, per vivere.

2. Agevolazioni assolute e prioritarie alle genti che per fare la spesa (viveri di prima necessità, medicine, ecc...) devono farsi 15-20 km. Benzina, quindi a minor prezzo di chi vive in città, e trova tutto a portata di mano, e paga i carburanti come chi vive in quota, nei paesi abbandonati da dio e dagli uomini politici.
B. Dove gli inverni durano otto mesi e il resto è estate, e non nevica firmato, e non c’è turismo e non c’è niente, fornire gasolio a meno soldi, perché se ne consuma il doppio. Agevolazioni quindi a chi ha più bisogno (non ai ricchi) per gasolio, legna o altri materiali da riscaldamento.

3. Non ostacolare con pastoie burocratiche, e leggi stupide e sciocche le iniziative private. Chi vuol aprire un’osteria o un rifugio, un negozio o quant’altro deve poterlo fare in otto giorni. Ai bar, dove si vendono sì e no dieci bicchieri di vino al giorno, ai piccoli negozi che non chiudono solo per affetto, bisogna togliere tasse, pagare un minimo e basta. C’è differenza tra certi bar di borghi semi abbandonati, e il Billionaire di Briatore.

4. Agevolare prima di tutto, e come si deve, gli studenti che dalla montagna devono scendere alla pianura a studiare e imparare un mestiere. Per farlo salgono ancora su sgangherati pullman di operai turnisti, che passano alle 5.30 del mattino. Allestire pullman appositi per loro, caldi e comodi, con le casette d’attesa riscaldate e comode anche quelle. Ideale sarebbe avere le scuole sul posto, invece le chiudono.

5. Incentivare un turismo intelligente, mirato, tenendo in massimo conto le peculiarità del luogo, creare scuole di artigianato frequentabili da tutti. Per salvare l’arte del legno, della pietra, dell’argilla. Per salvare la cultura delle mani in generale che sta scomparendo.

6. Salvaguardare in assoluti il patrimonio naturale. Proibire la rapina di ghiaie sui torrenti, di interi boschi scarnificati dati in pasto a imprese senza scrupoli, di rapinatori d’acqua e altro che fanno man bassa di tutto in combutta coi politici. La montagna non va distrutta per arricchimenti personali va usata con intelligenza e rispetto. Creare dei percorsi nei boschi dove portare le scolaresche per far conoscere gli alberi, le loro peculiarità, le loro anime, i loro caratteri. Fare ore di scuola all’aperto, portare studenti dalle città, allora la montagna rivive.

7. Fare leggi apposite, e soprattutto farle rispettare, affinché le strade di montagna non siano tramutate in piste di gara per motociclisti ogni sabato e ogni domenica. Dopo una settimana di tir e traffico pesante (su strade centenarie), quando la gente crede finalmente di stare in pace, arrivano i centauri a far le gare. Un es. pare che la strada Montereale-Longarone sia la pista più bella d’Europa. I politici, qualunque schieramento monti al potere, devono prima di tutto salvaguardare la tranquillità delle persone che li votano, di coloro che già tribolano ed arrivare a fine mese e poi non hanno nemmeno la pace della domenica. I politici trascurano queste cose, le ignorano perché non gliene frega niente. Questi problemi non li toccano, loro vanno in ferie dove nevica firmato e regna una tranquillità imposta per non disturbare i miliardari e quindi anche loro. Senza pace e tranquillità le persone non vivono, non lavorano, non producono nulla di buono. Pace e tranquillità sono diritti sacrosanti non solo in montagna, ma pare che nessun politico lo sappia o, se lo sa, fa finta di niente.

8. Leggi speciali per salvaguardare l’architettura di montagna i vecchi borghi che stanno cadendo a pezzi, paesi come Erto Vecchia, nella valle del Vajont con mille anni di storia, che crollano casa su casa. Salvarli e crearne delle università, dei centri di vacanze dei luoghi di cultura. La gente non ha soldi per ristrutturare le case? Lo deve fare il governo. La casa rimane sempre del proprietario ma per 30-40 o 50 anni non può usarla. Lo Stato lo affitta e, in 30-40-50 anni, recupera l’investimento.

9. Dove non nevica firmato occorre creare posti di lavoro sfruttando i materiali che il posto offre ma sfruttarli in maniera intelligente senza distruggere. Fare in modo, invece, che col prelievo le risorse si rinnovino. Se non abbandoniamo la sciagurata idea che l’obiettivo è fare i soldi con ogni mezzo e ad ogni costo, la montagna povera è finita. Occorre domandare alle genti del posto di cosa hanno bisogno roba che i politici fanno solo in tempo di elezioni quando piangono voti come cani bastonati, salvo poi diventare arroganti e maleducati una volta poggiato il culo sulla poltrona.

10. Ogni luogo di montagna povera deve avere un suo rappresentante che abbia voce fino a Roma. Occorre una legge che permetta alla gente di delegare uno di loro a rappresentarli nel palazzo, ad avanzare le richieste necessarie. Deve essercene uno per luogo, uno per ogni valle d’Italia dove non nevica firmato.
Questi delegati devono avere voce in capitolo, e chi comanda deve porgere orecchio e attenzione a questi prescelti che rappresentano le richieste della povera gente che vive sul ripido, dove appunto non nevica firmato, e dove coloro che noi mandiamo al potere non vanno di certo in ferie.
 Mauro Corona, Erto 28-03-2008

Il suo decalogo è un’attualità che tocca la situazione di molti.
« Ultima modifica: 02/12/2008 14:35 da Franz »

artos

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.........Quindi le richieste fondamentali ai politici per la montagna dove non nevica firmato sono queste:
1. ........., 10
Il suo decalogo è un’attualità che tocca la situazione di molti.
Approvato !
Purtroppo, data l'impotenza dei sistemi di rappresentazione cosidetta "democratica", poichè ovviamente "il popolo" non governa, in nessuna nazione del mondo, non ci rimane che darci alla macchia, almeno in modo simbolico... Parlare, convincere, agire sul posto dove si vive e si lavora, e cosi via, con i rischi personali attaccati a tali azioni. Ma il terreno diventa scivoloso : stò iniziando una polemica di filosofia politica...

Offline radetzky

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Approvato !
Purtroppo, data l'impotenza dei sistemi di rappresentazione cosidetta "democratica", poichè ovviamente "il popolo" non governa, in nessuna nazione del mondo, non ci rimane che darci alla macchia, almeno in modo simbolico... Parlare, convincere, agire sul posto dove si vive e si lavora, e cosi via, con i rischi personali attaccati a tali azioni.

quoto
quando che le pegore le va a destra.. mi vago a sinistra. e quando le va a sinistra mi vago a destra !

Offline Franz

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Re: DDLR riordino Comunità Montane
« Risposta #4 il: 06/12/2008 09:49 »
Rimanendo in tema, vorrei segnalare questo link: :)


http://www.escursionando.splinder.com/tag/abbandono+dei+paesi+di+montagna

Offline radetzky

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Re: DDLR riordino Comunità Montane
« Risposta #5 il: 06/12/2008 10:01 »
Rimanendo in tema, vorrei segnalare questo link: :)
http://www.escursionando.splinder.com/tag/abbandono+dei+paesi+di+montagna

cara Franz, il tuo entusiasmo è encomiabile e vorrei tanto che il sogno si realizzasse ma....i nostri politici sono questi....

"Le bellezze naturali non servono a nulla se non possono essere sfruttate"
Pietro Lunardi, ministro dei lavori pubblici

"La vocazione naturale del Parco dello Stelvio è lo sci"
Altero Matteoli, ministro dell'ambiente

 >:( :(

P.S. oggi hanno cambiato cadreghino ma la sostanza non cambia..

P.S.2  scusami se ti ho intristito di buon mattino ma questi sono sogni che possiamo continuare a coltivare ma solo con la consapevolezza della realtà
         in cui siamo costretti a sopravvivere

« Ultima modifica: 06/12/2008 10:16 da radetzky »
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Offline danj

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Re: DDLR riordino Comunità Montane
« Risposta #6 il: 06/12/2008 11:39 »
Il problema è che siamo minoranza: è minoranza chi vive in montagna, è minoranza chi ha acquisito nei confonti della montagna una sensibilità "diversa" non riconducibile sempre e solo ai schei. Io lavoro nella scuola e di fronte alla prospettiva di chiusura delle piccole scuole di montagna, la reazione dei colleghi è stata di approvazione o al più di indifferenza, si tratta pur sempre di risparmiare qualche soldo, che  importa se per andare a scuola i bambini magari dovranno fare decine di chilometri in scuolabus (se i comuni potranno permettersi di fornire il servizio), alzandosi a ore impossibili oppure se le famiglie dovranno invece lasciare i piccoli comuni di montagna abbandonando a loro stessi case, coltivazioni, pascoli e boschi... non sapendo quanto la cura dell'ambiente montano preservi da dissesti del territorio che si ripercuoteranno prima o poi anche qui in pianura. E si parla tanto di tradizioni delle nostre origini, dei nostri avi fino a chiamare in causa celti e longobardi e poi non si tutela e non si fanno conoscere i segni del duro lavoro dei nostri nonni e bisnonni: le malghe (sempre più abbandonate), le casere, i baiti, le terrazze strappate ai boschi dove si coltivavano patate, cereali, ortaggi e anche vigne...e anche i muretti a secco e i mucchi di sassi strappati alla terra per migliorare il pascolo. Non si esita a distruggere resti di trincee della Prima Guerra Mondiale per costruire una pista da sci del c...o, lunga poche decine di metri, sto parlando dell'altopiano dei Fiorentini ai confini con il Trentino, zona Passo Coe. E a proposito di Comunità Montane, pur non negando che abbiano importanza per fornire servizi per le zone di montagna, tale progetto scellerato di questa pista da sci del c...o (vedi sopra) è stato bene appoggiato dal presidente della Comunità Montana interessata che ha anche detto che è questa (delle piste da sci e delle lottizzazioni) la montagna che ha futuro e non quella di quei cretini che girano con 15 chili di zaino sulle spalle!!!
Ho finito la rampogna, mi sto incazzando e intristendo, domani vado in montagna, in quella montagna abbandonata dove non ha nevicato e non nevica firmato.

Offline radetzky

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Re: DDLR riordino Comunità Montane
« Risposta #7 il: 06/12/2008 11:54 »
quoto  >:( :(
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donkey71

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Re: DDLR riordino Comunità Montane
« Risposta #8 il: 06/12/2008 12:12 »
...ehm, è dal 1300 che prima gli Scaligeri, poi i Visconti, quindi la Repubblica di Venezia avevano riconosciuto all'Altopiano di Asiago - giusto per far un esempio - l'autonomia nella tutela dei boschi, degli animali, dei pascoli, del territorio...e adesso un milanese o un veneziano con il potere in mano (e fa pure rima) emette un decreto che cancella la comunità montana. Secondo me non ci han pensato proprio bene, son stati molto precipitosi...forse a ruota del decreto che abolirà la province. Certo ci son CM che funzionano ed altre che non funzionano. Allora, parliamone ed ottimizziamo le risorse intervenendo solo dove serve. Le piste da sci, son già troppe. Pensiamo ad un turismo più sostenibile e non così invasivo, sprecone, da luna-park, consumistico all'estremo. Ehi ragazzini qui si parla di sconfitta per la montagna povera, quella vera dove non nevica firmato. Conosco Mauro Corona da almeno 15 anni, quando non scriveva. Era e rimane un bel personaggio, oggi famoso e ricco. Ma la verità è che è la città a dettare le priorità. Comprese quelle di spesa. In Piemonte, Lombardia e Veneto ci son casi pazzeschi di deturpazione del territorio, e proprio son le città a deciderli e metter in atto scempi ed inquinamenti, disastri e distruzioni permanenti. Inquinamento ed abbandono della montagna, stan diventando la norma in molte parti del nord e non solo. Nelle frazioni più in alto, dove c'erano un tempo attività, scuole e negozi, oggi non c'è più nulla. Ho un amico che ha aperto un agriturismo nel bellunese, in un paese abbandonato di dieci abitanti...una borgata fantasma, dove la luce e l'acqua son arrivate solo negli anni '70. INsomma, questa è la montagna da salvare! Io lo ammiro molto e ogni volta lo guardo negli occhi, ci vedo coraggio e passione di chi non vuole scomparire nel nulla. Di chi vuole contare. Ma, amici miei, a comandare sono i commercianti del centro, quelli con le loro vetrine luccicanti di manichini di plastica e consumismo. L'artigianato vero, sta scomparendo. I ragazzi di montagna, scendono a lavorare nelle fabbriche e non seguono le orme del padre o del nonno. Sarebbe bello che qualche ministro leggesse l'appello di Mauro, lo leggesse davvero seriamente. Con il cuore. Non solo pensando al portafoglio. Pensando alla gente. E alla terra dove questa gente è nata e cresciuta. Il manifesto di Mauro è interessante, ma non basta. Sono anch'io incazzato ed incazzato veramente. Non da oggi, da anni. Oggi stiamo raschiando il fondo del barile, però. E se non alziamo tutti la voce, la montagna vera -  quella autentica che noi amiamo - scomparirà per sempre. E poco conterà allora risentire l'eco degli antichi passi di Mauro, sarà solo nostalgia e ricordi di un tempo che più tornerà.
« Ultima modifica: 06/12/2008 12:21 da donkey »

Offline radetzky

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Re: DDLR riordino Comunità Montane
« Risposta #9 il: 06/12/2008 12:55 »
il guaio è che nelle Provincie e nelle Comunità Montane ci vanno i "trombati" delle elezioni politiche e di quelle regionali !   >:(
Meglio abolirle e dare i soldi ai Comuni: poi ci penseranno i cittadini, si spera, a fare i cani da guardia.
Penso sia l'unica speranza che rimane ai Comuni di Montagna...
quando che le pegore le va a destra.. mi vago a sinistra. e quando le va a sinistra mi vago a destra !

donkey71

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Re: DDLR riordino Comunità Montane
« Risposta #10 il: 06/12/2008 14:18 »
 :-[ condivido, Rad. Si potrebbe tentare proprio così, diversamente la montagna povera è destinata al oblìo.

ser ge

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Re: DDLR riordino Comunità Montane
« Risposta #11 il: 06/12/2008 14:34 »
... Sarebbe bello che qualche ministro leggesse l'appello di Mauro, lo leggesse davvero seriamente. Con il cuore. Non solo pensando al portafoglio. Pensando alla gente. ...


Alzi la mano chi pensa veramente che un siffatto personaggio sarebbe cooptato in qualche compagine di governo! ;D >:( :'( :'( :'( :'

...spero nei marziani...

Offline jochanan

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Re: DDLR riordino Comunità Montane
« Risposta #12 il: 07/12/2008 17:57 »
-abolire subito le provincie: ogni provincia (ho letto) ha circa 1000 addetti.
-Favorire o meglio OBBLIGARE gli accorpamenti dei comuni montani sotto una certa soglia di residenti: Assurdo p.e. che Scurelle, Telve, ecc. facciano comune a se.
-creare un ANCI per i comuni "senza neve firmata"...... chè se già ci fosse andrebbe rivitalizzata: non i fa proprio sentire.
-Ricreare dove c'erano le "magnifiche comunità" e le loro proprietà indivise, andate disperse cervelloticamente tra i comuni in cui la comunità originaria venne sezionata. Ho in mente in Comelico i comuni di S.Nicolò, S.Pietro, S.Stefano. La zona di boschi della val Visdende venne divisa tra questi 3 comuni e i confini sono totalmente arbitrari, per consentire ad ogni comune una quota abbastanza equa di bosco...
ahimè certe sacrosante richieste sono voces clamantis in deserto... e speriamo che non finisca come con S.Giovanni battista..
il mondo sarebbe veramente noioso senza le montagne (E.Kant, mi sembra, che tra l'altro è sempre vissuto in pianura)