Autore Topic: Alpinista tedesco muore sulla ferrata dei Colodri  (Letto 13864 volte)

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Offline Claudia

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Re: Alpinista tedesco muore sulla ferrata dei Colodri
« Risposta #30 il: 02/09/2010 11:06 »
ma è la ferrata in sè a togliere "la maturazione arrampicatoria", poiché è ovvio che trovando un appiglio artificiale ritenuto giustamente più sicuro, lì ci si attacca, come si può ben vedere osservando la gente che sale in ferrata (e come faccio io stesso ad onta dei manuali alpinistici).

Se scivolo su un roccia o cede un appiglio, rischio il volo, sia pure di qualche metro, anche se sono assicurato alla ferrata. Se sono abbrancato al cavo, posso scivolare ma difficilmente volo. O no?
sì beh può anche essere ma io preferisco, personalmente, cercare di usare gli appigli naturali dove possibile. mi dà più l'idea dell'arrampicata (che invece non pratico). Certo, se trovo appigli unti, o poco stabili, e non mi sento sicura, allora cavo e andare. ma procedere solo ed esclusivamente per appigli artificiali non mi piace! Ovvio però che ad esempio, se c'è una scala o una serie di staffe, mica mi metto ad arrampicare la parete ma uso quelli...

Offline PassoVeloce

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Re: Alpinista tedesco muore sulla ferrata dei Colodri
« Risposta #31 il: 02/09/2010 11:32 »
sì beh può anche essere ma io preferisco, personalmente, cercare di usare gli appigli naturali dove possibile. mi dà più l'idea dell'arrampicata (che invece non pratico).
Io ho provato ma mi risulta veramente "laborioso" soprattutto perchè nelle ferrate più tecniche i chiodi sono molto ravvicinati e bisogna tenere d'occhio le longe prima di arrivare in trazione...questo comporta secondo me una bella distrazione, senza contare che nel momento in cui bisogna spostare i moschettoni ci si deve comunque tenere al cavo, altrimenti tenendosi alla roccia si può anche rischiare di perdere la presa perchè cmq a braccio teso non si arriva ai moschettoni e quindi prima bisogna tirarli su con le longe...  ::)

albe

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Re: Alpinista tedesco muore sulla ferrata dei Colodri
« Risposta #32 il: 02/09/2010 12:03 »
È visibilmente una questione molto soggettiva e vi sono molte variabili, tra l’altro difficile da spiegare.
È ovvio che se cadi non assicurato ti fai più male che al contrario, quanto meno recuperano prima il corpo. Ma io parto dal presupposto che non si deve mai cadere.
Parlo di ferrate con tratti facili, ovvio che sulla Pisetta vai su di cavo.
Quando lungo un intero percorso ferrato subentra un tratto di roccette facili servite da cavo, le movenze che si compiono salendole assicurati (mano sul cavo, piede su eventuale staffa, ecc.) non sono naturali come quando si arrampica senza sicura (mani e piedi tutti sulla roccia). Certo è che se cadi assicurato rimani lì appeso. Arriva quindi chi pensa che il tratto facile ferrato si può fare senza assicurarsi, ed essendo molti ferratisti esclusivamente dei ferratisti, può succedere che senza una base di maturazione alpinistica qualcuno scivoli banalmente. La morale è che secondo me al cavo ci si deve assicurare sempre, e sempre secondo me meno ferrate si fanno meglio è.
Invito, comunque, a provare a salire un tratto facile ove è presente il cavo, senza assicurarsi e senza toccare il cavo. Si sentirà un diverso stato d’animo. Se si ha avuto quella che io definisco maturazione alpinistica, non si avranno remore o paure e ci si divertirà consci di quello che si sta facendo, mente in primis. Chi è abituato a filare per ferrate troverà invece alquanto innaturale il progredire senza assicurazione e dovrà fare i conti pure coi tratti non attrezzati di una ferrata, sempre presenti. Privo di formazione montana potrebbe essere un individuo a rischio.
Io sono di base evidentemente estremistica, ma non per questo scredito del tutto le ferrate, le considero comunque un gioco di equilibrismo e acrobazia costruito a hoc per portare soldi sui monti a scapito dell’ambiente nonché di chi si limita solo ad esse.

Offline Claudia

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Re: Alpinista tedesco muore sulla ferrata dei Colodri
« Risposta #33 il: 02/09/2010 12:04 »
Io ho provato ma mi risulta veramente "laborioso" soprattutto perchè nelle ferrate più tecniche i chiodi sono molto ravvicinati e bisogna tenere d'occhio le longe prima di arrivare in trazione...questo comporta secondo me una bella distrazione, senza contare che nel momento in cui bisogna spostare i moschettoni ci si deve comunque tenere al cavo, altrimenti tenendosi alla roccia si può anche rischiare di perdere la presa perchè cmq a braccio teso non si arriva ai moschettoni e quindi prima bisogna tirarli su con le longe...  ::)
sìsì certo non è che lo faccio SEMPRE, ma se ci riesco sì. Esempio: la semplice Susatti Foletti. Dopo la ristrutturazione ad esempio hanno fatto iniziare la ferrta parecchio prima, dove una volta si "arrampicavano" alcune roccette senza cavi. Beh lì dove una volta riuscivi a salire senza aiuto, lo puoi fare anche ora... senza bisogno della staffa aggiunta. Quando poi arrivi alla Foletti, dove ci son diverse staffe, poiu salirle a "scaletta" oppure usare i pioli solo per i piedi e le rocce vicine per le mani. Oppure ancora issarti col cavo. In quello stesso giro per scendere ho fatto il sentiero delle laste: lì (in discesa) mi son tenuta al cavo più che nella parte in salita, per evitare di scivolare.

Offline kobang

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Re: Alpinista tedesco muore sulla ferrata dei Colodri
« Risposta #34 il: 02/09/2010 14:40 »
Fino ad ora ho letto gli interventi,adesso dico la mia.Le ferrate sono nate per motivi turistici al fine di rendere accessibili certe zone anche a chi non ha pratica di arrampicata:ovvia conseguenza sono percorse anche da chi non ha pratica di montagna in assoluto,con quello che può derivarne.Per me sono una forzatura errata.Tutto quello che in vari ambiti si fà per portare gente ovunque e comunque(purchè paghi)è dannoso e pericoloso:spedizioni agli 8000,gite in Antartide,eliski sono alcuni casi.Se vuoi scendere furipista...impari a salire con pelli o ciaspole.Se vuoi "fare" l'Everest impari l'alpinismo d'alta quota,se vuoi salire su roccia impari ad arrampicare.Non sono fesso e capisco che questo vuol dire tagliare i guadagni di tanta gente.
Venendo al tecnico sento parlare di prograssione in protezione,uso o meno degli appigli artificiali ecc.La ferrata si può percorrere attaccandosi alle staffe,mancorrenti,scalette (progressione facilitata con appigli artificiali),oppure "toccando" solo la roccia,in stile arrampicata.In entrambi i casi la progressione DEVE essere con assicurazione tramite doppia longe o apposito kit da ferrata,da agganciarsi con tecnica appropriata e ben definita al cordino fisso e alle scalette.Non c'è cretino più cretino di chi transita su ferrata senza assicurarsi:gli appigli naturali e le staffe sono lustri per i ripetuti passaggi,il metallo è scivoloso per lo stesso motivo,o per il gelo,o per l'umidità.Se si affronta una ferrata è inutile atteggiarsi a Manolo e snobbare le protezioni;altrimenti si arrampica e lì si può anche scegliere di salire in libera.Ricordiamo che spesso c'è la fila di chi sale dietro e cadere sulla ferrata può uccidere anche altre persone

Offline Guido

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Re: Alpinista tedesco muore sulla ferrata dei Colodri
« Risposta #35 il: 02/09/2010 15:18 »
Mah, io non credo sia solo una questione economica, mi sembra abbastanza riduttivo; grandi alpinisti con grande spirito di abnegazione e assoluta assenza di snobismo hanno voluto fortemente alcuni percorsi attrezzati per poter far godere ad altri quello che era destinato solo ad una manciata ristretta di persone, oppure l'han fatto per ricordare un amico, un parente, o altri motivi ancora...secondo me ha senso un discorso a sè per ogni ferrata...alcune, come quelle in Brenta, non ha neanche senso paragonarle all'arrampicata, poichè semplicemente permettono di attraversare in quota il gruppo e condividono con l'arrampicata solo qualche movimento tecnico, ma non la finalità della Via e/o della Vetta...e si svolgono perlopiù in orizzontale... poi ci sono le ferrate più atletiche, che vogliono assomigliare all'arrampicata, e sono un altro paio di maniche...mi viene in mente la pisetta che ahimè non ha nulla, o poco, di bellezza se non la sua parete verticale...ma è questione di gusti, in montagna c'è chi ci va anche per provare l'adrenalina e il "rischio", e questo dall'arrampicata, alle ferrate, allo sci....io sono di un'altra scuola di pensiero, ma non mi sento a priori di censurare modi diversi di approcciarsi alla montagna purchè non abusino della stessa o degli altri frequentatori...(vedi motoslitte, eliski, jeep, etc...) le ferrate, purchè non se ne abusi, non mi sembrano rientrare in questa categoria, almeno la maggior parte...
"...sarà da chiedersi se esistano ancora escursionisti capaci di divertirsi sulle medie difficoltà, per trovare sè stessi anche in una giornata senza ambizioni, trascorsa serenamente all'insegna della natura più delicata." Giampaolo Sani