GIM - Girovagando in Montagna in Trentino
ARGOMENTI MONTANARI => Notizie di montagna => Topic aperto da: AGH - 29/04/2013 10:30
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Montagna.tv riporta la versione "ufficiale" (di Moro) della sconcertante rissa al campo base dell'Everest tra alcune "star" dell'alpinismo mondiale e decine di sherpa che, stando al racconto, li avrebbe malmenati per almeno un'ora. Moro addirittura avrebbe rischiato una coltellata. Non ho motivo di dubitare del racconto di Moro ma, da quel che si è capito (poco), la vicenda ha molti lati oscuri. Soprattutto si capisce poco del perché gli sherpa avrebbero avuto una reazione così violenta... Essi campano del lavoro con gli alpinisti occidentali, sembra molto strano che possano arrivare a malmenarli per futili motivi...
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CAMPO BASE DELL’EVEREST, Nepal – “Cose dell’altro mondo” ci ha detto come prima cosa Simone Moro quando abbiamo parlato con lui sui gravissimi fatti appena accaduti ai campi alti dell’Everest, e non poteva che commentare così l’inspiegabile aggressione di cui è stato oggetto l’alpinista italiano, insieme a Ueli Steck e a Jon Griffith. Quello che segue è il comunicato stampa ufficiale emesso dalla spedizione: il racconto di un assalto violento, con tanto di minacce di morte. Qualsiasi ne sia la ragione, un bruttissimo capitolo della storia dell’Everest che ricade proprio nell’anno del sessantesimo anniversario della prima scalata al Tetto del mondo.
“Intorno alle 8 del mattino del 27 aprile 2013 Simone Moro, Ueli Steck e Jonathan Griffith hanno lasciato campo 2 per raggiungere la tenda a circa 7200 metri (il campo 3 basso) sulla parete ovest del Lhotse. Un team di sherpa d’alta quota stava attrezzando con le corde fisse la parete e aveva chiesto agli alpinisti di non toccare le corde fintanto che lavoravano. Pertanto il trio scalava a circa 50 metri di distanza per non disturbare gli Sherpa nel loro lavoro. Va sottolineato come tutti e tre gli alpinisti abbiano una lunga esperienza alpinistica sulle montagne di tutto il mondo e siano ben consapevoli del lavoro che svolgono gli Sherpa, che rispettano profondamente. Quando i tre alpinisti hanno raggiunto l’altezza a cui avevano già montato la tenda, hanno compiuto il traverso nella neve e sono stati costretti a incrociare le corde degli Sherpa per raggiungere la loro tenda, posta circa 20 metri di lato. Gli alpinisti hanno scelto di attraversare in un punto in cui altri 4 Sherpa erano fermi in sosta mentre il loro capo continuava a fissare le corde più sopra.
Superare le corde non ha interferito in alcun modo con il loro lavoro. Gli alpinisti salivano slegati e senza usare le corde, quindi nessuna corda si è aggrovigliata a un’altra. Inoltre, essendo passati sotto il loro capo, non avrebbero potuto colpirlo facendogli cadere addosso né neve né ghiaccio.
Jonathan Griffith andava davanti e dopo aver superato le corde e percorso altri 15 metri lo seguiva Ueli Steck. A quel punto, quando Ueli Steck ha superato le corde e il capo degli Sherpa ha notato gli alpinisti più sotto ha iniziato a urlare e a colpire il ghiaccio con la piccozza.
Continuando a urlare contro gli alpinisti ha agganciato la corda e si è calato alla sosta. Dal momento che Ueli era slegato e non attaccato a corde, era naturale che dovesse tenere alte le mani per ripararsi dal capo degli sherpa che si calava proprio dove era lui. Questo ha portato il leader degli Sherpa ad accusarlo di “averlo toccato”. Mentre colpiva il ghiaccio con tutte le sue forze e gridava addosso a Ueli Steck “perché mi tocchi”, ha detto che gli alpinisti avevano colpito col ghiaccio uno degli sherpa. Dal momento che il trio stava scalando in modo completamente indipendente e si muoveva sulla neve, questo è altamente improbabile.
Ueli Steck ha provato a calmarlo offrendogli aiuto nel fissare le corde fino a campo 3, ma questo ha solo peggiorato le cose. Simone Moro allora, si è unito al gruppo e il leader degli sherpa se l’è presa con lui brandendo la piccozza contro di lui. Simone ha imprecato contro di lui, come è naturale quando si subisce un’aggressione. Nessun ulteriore discorso ha potuto calmare il capo degli Sherpa e come atto finale di sfida ha dato ordini al suo team intero di 17 Sherpa sulla ovest del Lhotse di tornare a campo 2. Non c’era ragione di scendere dalla montagna per via dei 3 alpinisti. Non li avevano toccati né avevano interferito con il loro lavoro. Per smorzare la situazione Ueli Steck ha fissato oltre 260 metri di corde fino a campo 3.
Quando poi gli alpinisti sono scesi a campo 2, circa 100 Sherpa riunitisi li hanno attaccati. Sono diventati improvvisamente aggressivi, non solo tirando calci e pugni ma anche lanciando loro addosso i sassi. Un piccolo gruppo di occidentali fungeva da cuscinetto tra la folla fuori controllo e gli alpinisti, ed essi devono la loro vita a queste persone coraggiose e altruiste. Tuttavia i tre alpinisti sono stati attaccati così come molti degli occidentali che stavano cercando di calmare la situazione. È stato detto agli alpinisti che durante la notte uno di loro sarebbe morto, e che degli altri due avrebbero deciso più tardi.
Dopo circa 50 minuti la folla si è calmata e agli alpinisti, che erano stati scacciati via e a cui era stato detto di nascondersi, è stato detto che se non se ne fossero andati entro un’ora li avrebbero uccisi tutti. Gli alpinisti hanno preso l’essenziale e hanno seguito un percorso tortuoso per scendere al campo base dell’Everest, una via nuova in mezzo a crepacci, seracchi e senza corde, sapendo che vista la situazione quello era il posto più sicuro in cui stare (ndr. dal momento che non permettevano loro di seguire la via normale).
Gli Sherpa hanno detto che la ragione per cui hanno attaccato gli alpinisti era che avevano tirato addosso del ghiaccio a quelli di loro che stavano sotto. Nessuno Sherpa però risulta ferito. D’altra parte su una parete di ghiaccio, essere colpito da pezzi di ghiaccio è un’eventualità che può capitare. Gli alpinisti ritengono che il capo degli sherpa fosse stanco, avesse freddo e si sentisse ferito nell’orgoglio dai loro tre che si muovevano senza corda e molto più velocemente di lui, salendogli di fianco. In ogni caso non esiste ragione che tenga al tentativo di uccidere 3 alpinisti stranieri. Le autorità nepalesi hanno preso la questione molto sul serio dal momento che ci sono spedizioni commerciali sulla montagna. Al momento 3 capi sono stati portati via dalla montagna e la polizia , il Ministero del turismo e i capi dell’Associazione degli Sherpa stanno indagando.
I tre alpinisti vorrebbero ringraziare tutti coloro che hanno salvato loro la vita a campo 2, e coloro che ora stanno portando avanti le indagini”.
http://www.montagna.tv/cms/?p=47026 (http://www.montagna.tv/cms/?p=47026)
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riporto dal Sole24ore:
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Secondo i responsabili della spedizione, gli sherpa sostengono che Moro e i suoi due compagni avrebbero «tirato addosso del ghiaccio a quelli di loro che stavano sotto. Nessuno sherpa però risulta ferito. D'altra parte su una parete di ghiaccio, essere colpito da pezzi di ghiaccio è un'eventualità che può capitare. Gli alpinisti ritengono che il capo degli sherpa fosse stanco, avesse freddo e si sentisse ferito nell'orgoglio dai loro tre che si muovevano senza corda e molto più velocemente di lui».
di Dario Pelizzari - Il Sole 24 Ore - leggi su http://24o.it/beKwd
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http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2013-04-29/rissa-himalaya-gruppo-sherpa-110333.shtml?uuid=AbhIyTrH (http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2013-04-29/rissa-himalaya-gruppo-sherpa-110333.shtml?uuid=AbhIyTrH)
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Senza voler polemizzare, ma questo finalmente dà una visione un po' meno caricaturale e conformista dello sherpa buono e sfruttato che è "costretto" a lavorare in alta quota. Qui si minimizza parlando di "rissa", ma le minacce di morte, l'assalto su una parete e il costringere degli alpinisti ad andarsene dal campo base per una via pericolosa è tentato omicidio.
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Certo niente giustifica mettere a repentaglio la vita degli altri, ma se si e' arrivati a una situazione di questo tipo ci devono sicuramente essere state tensioni precedenti - come dice AGH mancano molti pezzi in questa storia per poter giudicare.
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La butto lì senza nulla sapere: può essere che agli sherpa scocciasse avere ၧente tra i piedi mentre approntavano km di corde fisse per le spedizioni commerciali. "Essi campano del lavoro con gli alpinisti occidentali, sembra molto strano che possano arrivare a malmenarli per futili motivi..." Chi pagava quel gruppo di sherpa in questo caso sono le spedizioni commerciali, non certo Moro e co. che sono in totale autonomia una volta in ballo e che quindi sono d'intralcio e non pagano una lira a loro...a me questa vicenda, ma è solo una sensazione, mi ricorda un po' una cosa tipo mafiosetti locali...che non gradiscono persone non paganti nel "loro" orticello.
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http://moroinalto.gazzetta.it/2013/04/29/quanto-e-cambiato-leverest-in-60-anni/ (http://moroinalto.gazzetta.it/2013/04/29/quanto-e-cambiato-leverest-in-60-anni/)
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be' qui finora abbiamo sempre e solo sentito la campanella di Moro e soci... è difficile capire cosa sia realmente successo senza la versione della controparte
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per carità, ma della integrità di moro e steck sono piuttosto convinto, poi posso sbagliare. anche se avesse fatto cadere ghiaccio in testa a qualcuno, come accusa il capo sherpa non l'ha fatto di certo apposta e non giustifica la reazione delinquente. è anche vero che a certe quote il cervello va in pappa. ::)
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sembra che la controversia stia per essere ricomposta, si stanno facendo "riunioni" tra le parti per capire come la faccenda possa essere degenerata e per evitare problemi simili in futuro
http://www.montagna.tv/cms/?p=47046 (http://www.montagna.tv/cms/?p=47046)
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per chi volesse provare a farsi un'idea meno di parte delle versioni ufficiali, consiglio la lettura del giornale
http://thehimalayantimes.com/fullNews.php?headline=Climbers+make+peace+with+guides+after+Everest+brawl&NewsID=374603&a=3 (http://thehimalayantimes.com/fullNews.php?headline=Climbers+make+peace+with+guides+after+Everest+brawl&NewsID=374603&a=3)
Se capisco bene, qui si parla di scuse reciproche, mentre secondo montagna.tv sarebbero stati solo gli sherpa a scusarsi (!). Un testimone americano ha detto che, in sostanza, gli europei non hanno rispettato la richiesta di non interferire con il lavoro degli sherpa, da questo fatto la situazione poi è degenerata. Secondo quanto riferito da Moro stesso, lui e i compagni dopo la lite avrebbero attrezzato 260 metri di corde fisse lasciate dagli sherpa, il che sembrerebbe in qualche modo una forma di "riparazione" da parte di chi si era reso conto di aver forse esagerato.
Non dubito della correttezza di Moro e soci, tuttavia la divergenza di interessi -sport, fretta, soldi, sponsor da una parte, e duro lavoro di chi si guadagna la pagnotta dall'altra, può darsi sia stata la causa, anche involontaria, di tutto il parapiglia. Ripeto comunque che manca una versione ufficiale degli sherpa, anche se dubito verrà mai perché tutti, sherpa e alpinisti, hanno l'interesse che l'incidente sia chiuso al più presto.
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Planet mountain pubblica una intervista a Simone Moro che commenta l'accaduto. Si capisce tra le righe, stando almeno a quello che dichiara Moro, che negli anni il rapporto tra sherpa e alpinisti occidentali è molto cambiato, e tra gli sherpa ultimamente serpeggia molto malumore che è improvvisamente "esploso" per un contrattempo, ma probabilmente covava da tempo. Interessante questione...
http://www.planetmountain.com/News/shownews1.lasso?l=1&keyid=40824 (http://www.planetmountain.com/News/shownews1.lasso?l=1&keyid=40824)
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Planet mountain pubblica una intervista a Simone Moro che commenta l'accaduto. Si capisce tra le righe, stando almeno a quello che dichiara Moro, che negli anni il rapporto tra sherpa e alpinisti occidentali è molto cambiato, e tra gli sherpa ultimamente serpeggia molto malumore che è improvvisamente "esploso" per un contrattempo, ma probabilmente covava da tempo. Interessante questione...
beh, con il traffico di gente che c'è sull'everest oggi non mi stupisco che si sia finiti a "pestarsi i piedi" a vicenda. :(
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Ulteriori testimonianze, questa volta con il punto di vista di uno sherpa. Interessanti anche i commenti. Alla fine è difficile capire chi abbia ragione, che forse non sta tutta da una parte come succede spesso. Tuttavia pare di intravedere una certa "leggerezza" di Moro e soci nei confronti degli sherpa che, non dimentichiamolo, non sono lì per sport ma per guadagnarsi duramente la pagnotta
http://www.alanarnette.com/blog/2013/04/30/everest-2013-the-sherpas-viewpoint/ (http://www.alanarnette.com/blog/2013/04/30/everest-2013-the-sherpas-viewpoint/)
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..al solito per sentire l'altra campana ci vuole Internet perchè la stampa stà sempre dalla parte dei forti.
Probabile che gli europei abbiano detto, magari involontariamente, qualche cavolata in lingua locale offendendo gli sherpa o qualche credenza....
Insomma, considerato che a quelle quote il cervello fa le bizze, ci vuole poco a scatenare un casino
La conoscenza un pò più approfondita della cultura locale non stonerebbe nel bagaglio dei ricchi signori degli ottomila, considerato che sono ospiti a casa altrui....arrivare in cima NON vuol dire permettersi di sentirsi padroni...
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L'opinone di Fiorenzo Dadò, alpinista, che l'anno scorso tentò la scalata alla cima del Lhotse e che è profondo conoscitore di quelle montagne e dei suoi personaggi. Solidarizza con gli Sherpa ed ammette che Moro, certamente alpinista eccezionale, umanamente non gli sta troppo simpatico...
Fiorenzo Dadò come legge questa storia incredibile?
"Premetto che giudicare i fatti da qui è molto difficile. Ma io conosco il popolo sherpa, e ho alcuni amici tra di loro che ho incontrato anche durante il mio ultimo viaggio in Nepal a fine aprile dove ho pianificato la mia prossima spedizione. È un popolo che si contraddistingue per la sua tranquillità e fedeltà nei confronti degli amici. E sono estremamente corretti professionalmente verso tutti gli alpinisti che, non dimentichiamolo, gli danno da vivere. Nelle mie esperienza non ho mai visto un solo atto di prepotenza o di violenza da parte loro. Da questa punto di vista mi sembra una storia molto strana. Infatti ho scritto a un mio amico sherpa per avere una loro versione dei fatti. Anche se c'è una variabile Everest da considerare…".
Cioè?
"Gli sherpa che salgono sull'Everest sono pagati dalle spedizioni commerciali, composte da alpinisti più o meno validi che pagano molti soldi e hanno grandi pretese. Su queste montagne non vai su a giocare, sono impegnative, e spesso bisogna anche saper rinunciare. E quel genere di alpinisti fanno fatica a rinunciare. Spesso pretendono dagli sherpa di tutto e di più per arrivare in vetta, compreso rischiare la vita. È possibile che questi sherpa fossero sotto pressione, e dunque innervositi".
Ma nel caso specifico ad essere coinvolti nella rissa sono stati tre grandi alpinisti. Quindi?
"Non c'è dubbio che i personaggi coinvolti in questa strana storia sono tre alpinisti di livello mondiale, che non hanno certo bisogno degli sherpa per scalare. E questo è un altro elemento che non mi torna. Mi sento infatti di escludere che gli sherpa abbiano attaccato i tre alpinisti per caso. È possibile che le ragioni dell'alterco siano altre. Cosa è davvero successo? La stampa internazionale ha riportato solo una versione dei fatti. E a me questi fatti non tornano".
Cosa significa fare una rissa a 7'000 metri?
"Significa rischiare la vita. A quelle altitudini fai fatica a respirare, a muoverti, a mantenere l'equilibrio. Quello che è successo è una roba inaudita che non è mai capitata a memoria d'uomo. Avere qualche discussione è normale, ma fare una rissa…".
Parlava prima di un racconto unilaterale della stampa internazionale che ha raccolto, in particolare, la testimonianza di Simone Moro. Lo conosce?
"Simone Moro non è che tra gli sherpa goda di particolare stima. L'ho potuto appurare personalmente l'anno scorso al campo base dell'Everest. Moro l'ho incontrato anche quest'anno. Mi ha fatto più l'impressione di un business man che di un'alpinista di grande caratura etica. Ogni volta che va su quelle montagne succede sempre qualcosa. Diverse delle sue imprese hanno suscitato polemiche anche con le autorità locali, basti ricordare quella per fortuna non realizzata con Vittorio Brumotti che voleva fare il record dei saltelli in mountain bike sulla cima dell'Everest".
Insomma, anche il Mondo dell'alpinismo, come quello della politica, vive in parte di zone d'ombra fatte di rivalità, invidie e comportamenti non sempre cristallini... Il Mondo dell'alpinismo, purtroppo, in certi frangenti, è peggio di quello della politica, perché le rivalità, l'orgoglio, il bisogno di emergere, la vanità, in certi casi superano ogni fantasia. Non va dimenticato che a quelle altezze la vita è appesa a un filo e anche i nervi e l'autocontrollo sono messi a dura prova. A differenza che in politica".
da http://www.liberatv.ch/cms/articolo/13099/dado-e-la-rissa-sulleverest-una-storia-molto-strana/index.html
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Ed ecco la versione di Jon Griffith, pare sincera...
http://www.ukclimbing.com/news/item.php?id=68025&utm_source=twitterfeed&utm_medium=twitter (http://www.ukclimbing.com/news/item.php?id=68025&utm_source=twitterfeed&utm_medium=twitter)
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ed ecco la sconcertante versione di Ueli Steck
http://www.outsideonline.com/outdoor-adventure/climbing/mountaineering/everest-2013/Brawl-On-Everest-Ueli-Stecks-Story.html?page=all (http://www.outsideonline.com/outdoor-adventure/climbing/mountaineering/everest-2013/Brawl-On-Everest-Ueli-Stecks-Story.html?page=all)
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agghiacciante... comunque in questo caso hanno fatto proprio la figura dei mafiosi...
"climbing Everest is so big now, with so much money involved, and the Sherpas are not stupid. They see this, and they want to take over the business and kick out the westerners. This is a big fight."
"These guys make a lot of money. Of course it’s hard and dangerous work, but Sherpas are the rich people in Nepal."
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agghiacciante... comunque in questo caso hanno fatto proprio la figura dei mafiosi...
Ma non so... se gli sherpa, di solito considerati un popolo mite e gentile, diventano cosí aggressivi (nella rissa finale non erano uno o due, ma un centinaio), devono esserci sotto motivazioni che forse a noi sfuggono...
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Nella polemica interviene il forte scalatore Denis Urubko:
“La situazione accaduta a Simone Moro sull’Everest non è nuova – racconta Urubko -. Non voglio avere l’ultima parola, ma ci tengo ad esprimere la mia opinione personale in base all’esperienza che ho maturato. In anni di spedizioni ho imparato che cercare di risolvere conflitti in parete con la forza è inutile. Non si riuscirà mai a stabilire chi ha ragione e chi ha peccato. Porta solo problemi a tutti. Ma gli sherpa, l’ho visto con i miei occhi più volte, perdono spesso il controllo. Sono spesso i primi a cominciare ad aggredire e brandire armi. E’ capitato in tutti i casi in cui sono stato testimone o partecipe di contrasti tra nepalesi e stranieri”.
“E’ questione di cultura – prosegue Urubko -. La coscienza degli occidentali è molto differente. Cercano di risolvere i problemi senza scontro fisico. Simone per me è stato un grande insegnante: quando l’unica soluzione che vedevo era la guerra, lui da italiano cercava di mediare una soluzione soddisfacente per tutti. La tolleranza e la correttezza e la delicatezza di Ueli Steck trapassano ogni confine. E Griffith non ha mai avuto a che dire con nessuno”.
Urubko racconta di come invece le reazioni degli Sherpa, nel loro territorio, siano dominate da emozioni completamente diverse. “L’impunità e la sicurezza delle proprie forze nel proprio territorio inducono gli sherpa a passare il limite – spiega l’alpinista -. Ma non è una caratteristica solo dei nepalesi. Il fatto è che comunque hanno potere, loro possono vendicarsi poi, creare problemi con altri locali, far sparire materiali. Considerano l’Everest di loro proprietà e ritengono di poter dettare leggi non scritte. Si aggiunga il fatto che le spedizioni commerciali hanno cambiato profondamente i giovani sherpa. Dietro il sirdar che ha iniziato la rissa, ce’erano infiniti dollari di commerciali e clienti per cui gli sherpa stavano fissando corde”.
leggi tutto su
http://www.montagna.tv/cms/?p=47125 (http://www.montagna.tv/cms/?p=47125)
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Altra intervista a Simone Moro "Resto in Nepal, neppure con una coltellata riesco ad odiarli"
http://www.montagna.tv/cms/?p=47071 (http://www.montagna.tv/cms/?p=47071)
e altre testimonianze sconcertanti da testimoni oculari, veri o presunti (Moro sarebbe stato costretto ad uscire dalla tenda in ginocchio e chiedere scusa, quindi preso a calci, pugni e sassate)
http://www.montagna.tv/cms/?p=47106 (http://www.montagna.tv/cms/?p=47106)
Arrivano anche varie testimonianze di sherpa e altri alpinisti (alcune confermate, altre smentite da Moro stesso).
In sostanza non si capisce nulla e torti e ragioni si aggrovigliano in modo inestricabile.
http://www.montagna.tv/cms/?p=47106 (http://www.montagna.tv/cms/?p=47106)
La morale della favola è, credo di poter dire, che la cultura occidentale ha contaminato un'altra cultura. Da un parte ha portato sviluppo economico, soldi e lavoro, migliorando le condizioni di vita della popolazione locale, dall'altra ha portato invidie, cupidigia e brama di quattrini. Il forte ha, ancora una volta, cambiato il debole. In meglio o in peggio? Difficile dirlo...
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...La morale della favola è, credo di poter dire, che la cultura occidentale ha contaminato un'altra cultura. Da un parte ha portato sviluppo economico, soldi e lavoro, migliorando le condizioni di vita della popolazione locale, dall'altra ha portato invidie, cupidigia e brama di quattrini. Il forte ha, ancora una volta, cambiato il debole. In meglio o in peggio? ...
quoto
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altra intervista di Moro, stavolta sul National Geographic
"L'aggressione è continuata per circa 50 minuti, durante i quali avrò chiesto scusa migliaia di volte, finché non ci hanno detto che avevamo un'ora di tempo per togliere le tende e andarcene altrimenti ci avrebbero ucciso. Quindi abbiamo preso tutto e siamo scesi al Campo Base da un'altra via, cercando di nasconderci fra seracchi e crepacci, perché su quella normale c'erano altri Sherpa che ci aspettavano armati di pietre. Quella notte siamo arrivati al Campo Base esausti. Potete immaginare come ci sentissimo. Non c'è ragione di essere violenti, in nessuna occasione o luogo, neppure sull'Everest. E adesso su Internet c'è qualche idiota che difende gli Sherpa. Di solito sono io il primo a farlo; ma non posso giustificare tanta violenza, e solo per una parola sbagliata ("figlio di puttana" ndr). Era solo un pretesto. Voleva essere un'esibizione di potere da parte di poche mele marce che hanno creato una mafia. Nel 99 per cento dei casi gli Sherpa sono persone meravigliose, pacifiche, forti. Ma pochi malintenzionati possono creare situazioni tragiche"
Un altro passo importante dell'intervista dove forse si intuiscono meglio i termini della questione:
Io, Ueli e Jon abbiamo continuato a parlarne, e alla fine siamo arrivati alla conclusione che una reazione così brutta sia frutto di più fattori, e di tensioni che si sono accumulate per mesi, forse anni. Quando Hillary e Tensing conquistarono l'Everest nel 1953, il rapporto tra gli Sherpa e gli stranieri era del tutto diverso. Oggi contano solo i soldi. C'è gelosia, rabbia, competizione, tensione. Chi va lì oggi scopre che dietro tanti sorrisi ci sono tanti problemi economici. Soprattutto quest'anno, in cui sono stati assunti tanti Sherpa, c'è sempre il problema di chi sarà il primo a salire in vetta, di chi ci porterà più clienti. Molti Sherpa vogliono avere tutto il business nelle loro mani. È in corso un cambiamento culturale.
Resta forse da chiedersi chi e perché ché ha determinato questo "cambiamento culturale"...
Tutta l'intervista è leggibile su http://www.nationalgeographic.it/popoli-culture/2013/05/03/news/simone_moro_gli_sherpa_volevano_uccidermi-1641074/
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L'opinione di Agostino da Polenza sullo scontro tra Simone Moro e sherpa: la causa a suo avviso è eccessivo e propone il contingentamento delle spedizioni
http://www.montagna.tv/cms/?p=47081 (http://www.montagna.tv/cms/?p=47081)
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Mi sembra che la spiegazione generica sia molto semplice, senza andare a parlare di contaminazioni culturali, non mi sembra che gli occidentali siano andati in nepal per evangelizzare o per voler cambiare le usanze degli sherpa, ma semplicemente che i ÿoldi portati dagli occidentali facciano molta gola e vincano la tradizionale "ospitalità" orientale. Purtroppo la cupidigia non ha razza, soprattutto in oriente dove la ricchezza non è vista di traverso (ipocritamente) come da noi.