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Considerazioni di un vecchio che ama la montagna .Sto guardando con sgomento questo giovane che aveva ancora 3 quarti di vita da trascorrere con i suoi cari, che lascia nella disperazione tutti quelli che lo amano, genitori, fratelli, moglie, figli e mi chiedo se il rischio ne è valso la pena, lui non c'è più. Tutto l'oro del mondo non vale la sua vita, una vita.Non mi si venga a dire che si può morire in mille altri modi, la sua morte poteva essere evitata se solo avesse compreso quanto la sua vita valeva per i suoi cari. Chi affronta la montagna a questi livelli sa che la sua vita è appesa a un filo. Riconosciamo una volta per tutte i nostri limiti, fermiamoci in tempo. La gloria da morti non serve a niente. L'Himalaja è diventata un cimitero di giovani. Basta con questa ecatombe !!!Le condoglianze in queste circostanze non servono a lenire nemmeno l'ombra del dolore che provani i suoi cari, sono solo una mera consuetudine alla quale mestamente mi adeguo.
Quanti sherpa muoiono durante le spedizioni occidentali, senza neppure la citazione del nome sui giornali? Qualcuno obietterà che nessuno costringe gli sherpa a lavorare per le spedizioni, ma chi vive in paesi poverissimi ed è schiavo del bisogno, sarà sempre schiavo di chi ha i soldi.
l'occasione che hanno di guadagnare qualcosa in più è unica e non è dettata dal bisogno, in quanto l'economia dei paesi in quota himalayani è sempre stata di sussistenza,si tratta di voler avere qualcosa in più...
be' certo, qualcosa in più rispetto alla condizione miserevole in cui stanno. Il problema è sempre quello: se hai una sola scelta, rischiare la pelle per non vivere da miserabile, non è una vera scelta. Ne' vale molto chiedere l'opinione degli interessati: è come chiedere a uno schiavo se gli farebbe piacere prendere due tozzi di pane invece di uno solo. E che vuoi che ti risponda?
No, per favore spiega quello che ha detto