Il ponte voluto per superare la frana della Strada del Re, collegando passo Fugazze con Passo Campogrosso, apertura ufficiale prevista il 18 settembre
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In fondo alla Vallarsa, sulla sinistra orografica, al confine col Veneto, sta per essere inaugurata una nuova struttura: si tratta di un ponte tibetano - in realtà i ponti tibetani sono realizzati con tre corde, mentre in questo caso è stato costruito con quattro robusti cavi d’acciaio - che metterà in comunicazione il sacrario militare del Pasubio, che si trova in territorio veneto (sul comune di Valli del Pasubio), con Campogrosso. In sostanza, il ponte permetterà di raggiungere a piedi il Trentino. L’opera, che si trova tutta in territorio veneto, dopo molti rinvii, ritardi e vari problemi tecnici, è pressoché pronta e il sindaco di Valli, Armando Cunegato, ha stabilito il giorno per il 17 settembre con una cerimonia a numero chiuso. L’apertura al pubblico invece è prevista per il 18, salvo imprevisti che potrebbero farla slittare ancora di qualche giorno. I lavori in ogni caso sono in fase molto avanzata.
Il ponte. I quattro spessi cavi d’acciaio che costituiscono la struttura portante dell’opera sono già stati tesi tra i due ancoraggi, posti a 105 metri di distanza l’uno dall’altro e ancorati alla roccia tramite robusti tondini lunghi diversi metri. È appena cominciata invece la posa delle strutture in grigliato, sempre d’acciaio, che costituiranno il pavimento della passerella, ma la campata unica sospesa a 30 metri d’altezza offre già uno spettacolo impressionante. Si tratterà poi di fissare le barre verticali dei parapetto. La struttura poi sarà attraversabile a piedi senza difficoltà. Vertigini permettendo.
Turismo. In realtà il termine “ponte tibetano” con cui l’opera è stata battezzata dalla vox populi è improprio: quel tipo di struttura prevede infatti solo tre corde: una più grossa su cui camminare e due come corrimano. Più corretta è la definizione di ponte di corde in acciaio. La si chiami in un modo o nell’altro, è sicuro comunque che la presenza dell’opera non passerà inosservata. Se non è il più lungo d’Italia nel suo genere, di certo rientra fra gli esemplari notevoli dell’arco alpino. E il suo potenziale turistico non è stato un aspetto secondario nella scelta della sua costruzione.
La strada. La necessità di un’opera come questa è emersa nel 2008 quando una grossa frana ha fatto crollare un tratto della Strada del Re, che collega Pian delle Fugazze, l’Ossario e passo Campogrosso, interrompendo così uno dei più amati anelli escursionistici delle Piccole Dolomiti. Le stime per il ripristino della carrozzabile erano di circa 2 milioni di euro «con l’incertezza di futuri smottamenti» sostiene il sindaco di Valli Armando Cunegato. Per lui la scelta del ponte di corde è stata accolta come un ragionevole compromesso tra i costi (circa 300 mila euro) e la durevolezza nel tempo.
Ostacoli. La costruzione del ponte, approvata nel 2013, è stata rallentata però da imprevisti di ogni tipo. Prima le obiezioni di coloro che ritenevano l’opera inutilmente costosa e inadeguata alle esigenze di mobilità e soccorso. Poi il meteo avverso e le nevicate eccezionali. E ancora la necessità di spingersi più in profondità di quanto si pensava con le
fondamenta. Ostacoli che hanno reso quei cento metri di salto nel vuoto quasi insormontabili. E così l’inaugurazione è slittata di stagione in stagione. Oggi però (mentre sta per scadere l’ultima proroga di 120 giorni), l’altro lato del precipizio sembra essere più vicino.
http://trentinocorrierealpi.gelocal.it/trento/cronaca/2016/08/29/news/un-lungo-ponte-tibetano-fino-a-passo-campogrosso-1.14026407?ref=hftrtnec-1