Autore Topic: Perché aumentano gli incidenti da valanga?  (Letto 5997 volte)

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Offline AGH

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Perché aumentano gli incidenti da valanga?
« il: 15/01/2014 08:57 »
PERCHE' AUMENTANO GLI INCIDENTI DA VALANGA? MOLTO FA LA TESTA DELLE PERSONE

Uno studio, finanziato da Accademia della Montagna, ha avanzato l'ipotesi che gli incidenti da valanga continuino ad essere molti perché i frequentatori della montagna, anche i più esperti, cadono in errori cognitivi, ossia di valutazione.

Perchè nonostante gli incidenti si susseguano, nonostante gli allarmi vengano emessi e nonostante si lavori per la prevenzione la gente continua a venire travolta dalle valanghe? Forse perchè "nessuno ha mai pensato di esaminare non lo stato della neve bensì di entrare nella testa delle persone. Anche se, è bene sottolinearlo, non esiste montagna senza rischio". A porsi la domanda e a presentare una possibile risposta è Egidio Bonapace, presidente di Accademia della Montagna, che oggi ha presentato presso la sede della Provincia autonoma di Trento i risultati della ricerca sugli "Errori cognitivi nella valutazione del rischio valanghe". La ricerca si è proposta di comprendere perchè, pur in presenza di chiari bollettini nivo-meteorologici regolarmente emessi dalle agenzie, le persone frequentino le montagne anche in condizioni rischiose, ignorando o sottovalutando l'indice di pericolo diramato.

Secondo lo studio il cattivo uso del bollettino potrebbe essere dovuto al fatto che i praticanti degli sport invernali incorrano nei cosiddetti errori cognitivi, ossia errori di valutazione dovuti soprattutto ad un eccesso di sicurezza di sé (overconfidence) e alla propensione individuale a mettere in atto comportamenti rischioso (risk attitude). Tra gli altri errori cognitivi sono stati presi in considerazione anche la sottovalutazione della probabilità di accadimento di eventi negativi oppure l'illusione di poter tenere sotto controllo eventi del tutto accidentali. "Il problema delle valanghe persiste – ha sottolineato Egidio Bonapace – e i dati ci restituiscono un numero crescente di persone coinvolte da valanghe, seppur con meno morti, grazie anche alla preparazione e ai nuovi strumenti".

Nel corso di questi ultimi trent'anni la pratica degli sport invernali è andata infatti aumentando con costanza: un numero sempre maggiore di persone si dedica all'esercizio, regolare o saltuario, dello sci, dello scialpinismo, o dell'escursionismo in montagna con gli sci o le ciaspole. Assieme alla crescita dei frequentatori della montagna è aumentato anche il numero degli incidenti dovuti al distacco di valanghe. Verso la metà degli anni '80 infatti si verificavano in media 30 incidenti all'anno; ora la cifra si attesta sugli 80 incidenti annuali. Fortunatamente è invece in diminuzione il numero dei morti in seguito alle slavine - 35 ogni 100 travolti negli anni '80, circa 15 ogni 100 ai giorni nostri - e questo grazie all'innovazione tecnologica, alla maggiore capacità di autosoccorso, alla maggiore diffusione sul territorio e all'efficacia delle squadre di soccorso alpino.

Perchè però non diminuisce anche il numero degli incidenti valanghivi? E' questa la domanda di fondo che si è posta l'Accademia della Montagna con questo studio. La ricerca - finanziata da Accademia della Montagna e condotta dal Dipartimento di Economia e Management assieme al Dipartimento di Fisica dell'Università di Trento, al Dipartimento di Scienze Economiche ed Aziendali dell'Università di Padova, al Centro Ricerca Sport Montagna e Salute dell'Università di Verona con sede a Rovereto, e all'Istituto per la Ricerca Valutativa sulle politiche pubbliche della Fondazione Bruno Kessler - ha coinvolto 304 praticanti della montagna in inverno, in gran parte scialpinisti o ciaspolatori, che sono stati sottoposti ad un questionario che mirava a metterne in luce scelte e comportamenti in diverse situazioni problematiche relative ad escursioni invernali in montagna, in presenza di differenti condizioni di rischio.

I dati hanno evidenziato con chiarezza come i praticanti più propensi a sopravvalutare la loro conoscenza - gli overconfident - sono più propensi a decidere di intraprendere la gita nonostante i rischi e le difficoltà. La stessa cosa si osserva per i soggetti più propensi ad esporsi a rischi - i risk takers. In media poi, il campione selezionato per lo studio è risultato composto da alpinisti esperti e molto attivi - in altre parole si tratta decisamente di soggetti che non frequentano la montagna invernale inconsapevoli di ciò che stanno facendo. In questo senso, il risultato è ancora più rimarchevole: anche il sottoinsieme più qualificato tra i praticanti è a rischio di prendere una decisione sbagliata a causa di errori cognitivi. "La ricerca - spiega Lucia Savadori del Dipartimento di Economia e Management dell'Università di Trento - dimostra che i fatti sono conseguenza di ciò che succede nella testa e accadono indipendentemente dalle informazioni in possesso: il 30 per cento degli escursionisti della montagna è overconfidence".

Questi risultati rappresentano dunque un'importante base scientifica per future azioni di formazione sulla prevenzione del rischio valanghivo e per future campagne specifiche elaborate per aumentare la consapevolezza e la capacità di autovalutazione e scelta da parte di operatori e appassionati della montagna, rendendoli più consapevoli del fatto che gli errori cognitivi giocano un ruolo rilevante nelle loro decisioni.

da FB pagina di SVI
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Offline pianmasan

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Re:Perché aumentano gli incidenti da valanga?
« Risposta #1 il: 15/01/2014 10:15 »
Molto interessante. Ci penso su e poi commento.

Offline trabuccone

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Re:Perché aumentano gli incidenti da valanga?
« Risposta #2 il: 15/01/2014 10:46 »
Ho un amico che studia a scienze cognitive e avevo già sentito dello studio sulle due tipologìe di escursionisti/alpinisti. Sicuramente gli "overconfidence" sono più comuni, i "risk attitude" sono quelli tendenzialmente più avventati e che quindi vanno incontro ad un pericolo consapevoli che c'è. Al di là di tutto credo che basti un minimo di umiltà nella frequentazione della montagna, non per niente gli "overconfidence" sono spesso i più esperti e quelli che poi ci rimettono la vita. Come io ho scelto oggi di non andare sullo Stivo, ci sarà molta gente (sicuramente più preparata di me) che sarà andata. Non si può nemmeno stare a troppo a giudicare, per molti solo l'idea di andare in montagna in inverno è follia, altri scendono per le pareti nord. Gli studiosi non hanno quindi scoperto nulla di nuovo, l'importante è che ci lascino la libertà di andare in montagna. Se poi ci fossero dei corsi che insegnino la "capacità di rinunciare", ben venga, farebbe bene a molti!!
L'unica cosa su cui può incidere è che per ogni coinvolto in valanga/disperso, si mettono in gioco altre vite (quelle dei soccorritori). Su questo deve riflettere chi va in montagna in inverno.
per sempre oppressi da desiderio e ambizione c'e' una fame non ancora soddisfatta,
i nostri occhi stanchi ancora vagano all'orizzonte sebbene abbiamo percorso questa strada così tante volte

Offline pianmasan

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Re:Perché aumentano gli incidenti da valanga?
« Risposta #3 il: 15/01/2014 11:15 »
Butto giù a braccio queste brevi considerazioni sperando di alimentare il dibattito.
La scelta di uscire in escursione invernale spetta solamente allo scialpinista o ciaspolatore, come è ovvio. Quindi il riferimento alla “testa” delle persone è sacrosanto. Al di sopra di tutte le statistiche con i criteri di divisione in classi e categorie, questa per me rimane l’unica verità.
Le informazioni di tipo nivologico, cioè sullo stato della neve (quantità, qualità, consistenza ecc.) sono ormai alla portata di tutti. La loro conoscenza non può essere trascurata e va accompagnata da una corretta interpretazione dei bollettini. E qui vorrei dire che talvolta questi possono creare una subdola certezza (“overconfidence”), quando parlano di “capacità di attenta valutazione” o di “sovraccarico minimo”. Entra sempre in gioco il giudizio soggettivo, la “testa” di cui si parla nell’articolo.
Una delle regole che pochi rispettano è il dietrofront. Quanti di noi, arrivati sul posto, dopo “attenta valutazione…” sono risaliti in macchina per far ritorno a casa? Visto che sono qui, qualcosa faccio… magari non quello che mi ero proposto, ma un’alternativa più semplice e chi lo sa se anche meno pericolosa…
Mi meraviglia sempre leggere in alcuni forum le relazioni seguite da un giudizio sul grado di pericolo: bellissima sciata, pericolo 2… neve fantastica rischio grado 3 ecc.
Penso sempre che questo ergersi a nivologi della domenica, senza aver fatto nemmeno, che so, un cuneo, una prova ARTVA sia un po’ presuntuoso. Mi verrebbe da dire che solo dopo essere tornati a casa i giudizi fioccano… Mi preme inoltre far notare che anche dopo abbondanti nevicate leggo numerose relazioni di uscite. Succede molto spesso e ne rimango sempre spiacevolmente sorpreso.
« Ultima modifica: 15/01/2014 13:12 da pianmasan »

Offline radetzky

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Re:Perché aumentano gli incidenti da valanga?
« Risposta #4 il: 15/01/2014 12:03 »
Penso sempre che questo ergersi a nivologi della domenica, senza aver fatto nemmeno, che so, un cuneo, una prova ARTVA sia un po’ presuntuoso. Mi verrebbe da dire che solo dopo essere tornati a casa i giudizi fioccano… Mi preme inoltre far notare che anche dopo abbondanti nevicate leggo numerose relazioni di uscite.

quoto.
Poco studio (e quel poco fatto a spanne e di corsa) + pressapochismo + disorganizzzione + “overconfidence” = Rambo = tipicamente italiano
Io NON mi meraviglio affatto perchè è così in tutte le attività..

Inoltre, molto importante, vi è spesso una errata interpretazione della cosidetta "esperienza" ovvero in molti si sentono "esperti" senza conoscere il reale significato del termine.

ESPERIENZA =  FATTI + ANALISI DEI FATTI !

Non basta aver fatto tante escursioni magari anche impegnative per essere esperti: bisogna SEMPRE analizzare i fatti a consuntivo, nel bene e nel male....SE SI VUOLE IMPARARE

P.S. onde non essere frainteso, quanto suddetto non ha alcuna relazione con l'età ovvero un "vecio" che si ritiene erroneamente "esperto" è spesso + pericoloso e rischia di + di un "bocia" coscientemente inesperto !
« Ultima modifica: 15/01/2014 12:58 da radetzky »
quando che le pegore le va a destra.. mi vago a sinistra. e quando le va a sinistra mi vago a destra !

Offline Pistacchio

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Re:Perché aumentano gli incidenti da valanga?
« Risposta #5 il: 15/01/2014 12:47 »
Condivido in linea di massima gli interventi dei forumisti, a volte ho rinunciato io stesso perché non mi sentivo sicuro.
Altro discorso è l'articolo, seguendo molte bufale e dintorni noto con rammarico che anche qui mancano molti dati, tipo quanta gente c'era in montagna a metà anni 80? Altrimenti il dire "aumentano gli incidenti" ha poco senso, possono benissimo aver ragione sia chiaro, ma non mi danno i dati per convincermi.

Offline enry69

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Re:Perché aumentano gli incidenti da valanga?
« Risposta #6 il: 15/01/2014 13:02 »
Per quanto mi riguarda, non ho scusanti:
sono un overconfident (ma non ne faccio un vanto) >:(
"Tra le montagne mi sforzo di perfezionarmi fisicamente e spiritualmente. In loro presenza cerco di capire la mia vita, di neutralizzare la vanità, l'avidità, la paura. Esamino il mio passato, sogno il futuro e avverto in maniera particolarmente acuta il presente. Ad ogni impresa rinasco".  AB

Offline chiara

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Re:Perché aumentano gli incidenti da valanga?
« Risposta #7 il: 15/01/2014 14:02 »
[
L'unica cosa su cui può incidere è che per ogni coinvolto in valanga/disperso, si mettono in gioco altre vite (quelle dei soccorritori). A tal proposito un paio di anni fa, durante una ciaspolata in Moncenisio meta un lago che non ricordo ma forse era il Bianco, io e un signore di 72 anni incontrato durante il cammino, lasciammo i rispettivi còniugi, ormai stanchi, a metà percorso e parlando scopro che ha due "ginocchia di titanio" (protesi), è istruttore CAI e volontario soccorso alpino a quel punto gli chiedo cosa provava ogni volta che "usciva" mettendo anche la propria vita a rischio per chi magari per leggerezza si trova nei guai. Nei suoi occhi ho trovato tutta la verità che nessuna parola può dire, la voce disse "signora per il soccorso non chiamano lei, ogni volontario và, và e sa che oggi a te ma domani potrei essere io, e allora ringrazio di poter andare ad aiutare". E rimasi senza parole per la dolcezza e sicurezza con la quale pronunciò queste parole.
ps : alle 12,30 mi disse "non arriviamo al lago, perché calcolando i tempi, al ritorno la neve non sarebbe più sicura". Inutile dire che assecondai la decisione  :)

Offline pianmasan

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Re:Perché aumentano gli incidenti da valanga?
« Risposta #8 il: 15/01/2014 14:29 »
Altro discorso è l'articolo, seguendo molte bufale e dintorni noto con rammarico che anche qui mancano molti dati, tipo quanta gente c'era in montagna a metà anni 80? Altrimenti il dire "aumentano gli incidenti" ha poco senso, possono benissimo aver ragione sia chiaro, ma non mi danno i dati per convincermi.
Penso che nello studio si sarà fatto un calcolo in percentuale tenendo conto della popolazione (statisticamente parlando) che frequentava e frequenta la montagna in inverno.

Se poi ci fossero dei corsi che insegnino la "capacità di rinunciare", ben venga, farebbe bene a molti!!
L'unica cosa su cui può incidere è che per ogni coinvolto in valanga/disperso, si mettono in gioco altre vite (quelle dei soccorritori). Su questo deve riflettere chi va in montagna in inverno.
Concordo in pieno. Mi metto anch'io tra coloro che non fanno dietrofront. Nel caso non parto nemmeno da casa.
Per il secondo argomento che ho citato da Trab, vi ricordo soltanto i quattro soccorritori della val di Fassa morti il 26 dicembre 2009... RIP

Offline kobang

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Re:Perché aumentano gli incidenti da valanga?
« Risposta #9 il: 15/01/2014 15:24 »
Tempo fà avevo postato un link relativo ad uno studio che analizzava il "processo decisionale" di soggetti esposti a rischio,nello specifico le valanghe.
Se andiamo a interventi passati sul forum si vede come le argomentazioni si ripetano puntuali ed identiche nel tempo.
La valanga è un rischio ineludibile,con percentuali probabilistiche di evento variabili in funzione di tanti fattori.
Abbiamo i dati tecnico strutturali del manto nevoso che ci forniscono informazioni:purtroppo si verifica spesso che quanto rilevato ad es  a metà pendio differisca di molto da ciò che è la condizione nivologica più in alto o in basso.
La meteo,il tempo trascorso dall'ultimo apporto,il vento e la morfologia del terreno forniscono altri indizi.
La cosiddetta risk attitude del singolo,la composizione del gruppo soprattutto sotto il profilo caratteriale e motivazionale entrano con forza nel calcolo.
La autovalutazione delle capacità di movimento in ambiente,la maggiore o minore sicurezza percepita in relazione alle pregresse esperienze,l'eventuale propensione ad attribuirsi la leadership del gruppo,o invece la tendenza più o meno consapevole a delegare ad altri le scelte.
Il tutto è secondo me una miscela complessa,non gestibile sempre sotto tutti gli aspetti:tutte le conoscenze tecnico pratiche,tutto il "buonsenso" facile a definirsi al tavolino,tendono a svanire come le nebbie in quasi tutte le occasioni in cui ricordo di essermi posto il problema se andare su o tornare.
Talvolta la rinuncia è stata "mediata" dal gruppo,raramente accettata sulla spinta del singolo;più facile il contrario:se lui và su o se altri sono passati,beh vado anch'io.
Ovvio che ci sono occasioni in cui non serve far tanti discorsi:ti guardi in giro e vedi scritto "se passi di qui muori",ma ne ho viste davvero poche e quasi sempre si è trattato non di rinunciare ,ma di cercare una alternativa più tranquillizzante,non necessariamente più sicura.
E quindi cosa facciamo?
Premesso che ognuno avrà la sua ricetta,secondo me dobbiamo cambiare approccio.
In medicina si dà per scontato che un certo rischio sia comunque presente e solo parzialmente controllabile per cui ci si concentra non nella sua elusione bensì sulla gestione del rischio stesso e ci si prepara a fronteggiarne le conseguenze in caso si verificasse.In montagna seguo la stessa filosofia:nessuna gita è assolutamente sicura,nessuna meteo infallibile,nessuna valutazione soggettiva priva di vizi,quindi mi concentro su ciò che dinamicamente avviene intorno a me,cerco di rispettare le regole del tutti in vista e nessuno troppo avanti o indietro,distanze di sicurezza per il carico sul manto dove ne percepisco la necessità,ma soprattutto un costante allenamento mentale e pratico all'autosoccorso!
Coprirsi bene prima di scendere,controllare di essere svincolati dai bastoncini,avere qualcosa da coprirsi bocca e naso in un'istante,controllare l'artva,compreso il suo ancoraggio al corpo (nello zaino NO). Fare il test cancelletto con i compagni prima di salire e prima di scendere...
Soprattutto allenarsi con la ricerca,artva e sonda,e provare a scavare quando si trova un accumulo di slavina tanto per capire quanta boia di fatica si faccia sulla neve compattata,quanto impieghiamo a scavare 50cm.Insomma cercare quegli automatismi di risposta e azione che saranno determinanti a contrastare l'ansia e l'angoscia di un incidente reale.
Sono stato prolisso e aspetto critiche,ma davvero trovo deviante la discussione filosofica sul "rischio" quando poi troppo spesso si sorvola sull'addestramento al soccorso. Il latino lo ricordo poco,ma mi pare ci fosse questo detto:para bellum si vis pacem.....

 

Offline AGH

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Re:Perché aumentano gli incidenti da valanga?
« Risposta #10 il: 15/01/2014 17:03 »
Sono stato prolisso e aspetto critiche,ma davvero trovo deviante la discussione filosofica sul "rischio" quando poi troppo spesso si sorvola sull'addestramento al soccorso. Il latino lo ricordo poco,ma mi pare ci fosse questo detto:para bellum si vis pacem.....

nella mia crassa ignoranza, mi sento di condividere in toto Kobang. Perché "l'overconfident" è tale perché overignorante. Cioè nel senso che ignora il pericolo effettivo e quindi si fida troppo. Tutto deve partire, o almeno dovrebbe, da una maggiore conoscenza della materia. Cosa peraltro lunga, noiosa e molto complessa. Aggiungo che l'autosoccorso è certamente importantissimo, ma se vi si deve ricorrere significa anche che un grave errore di valutazione è già stato commesso.
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Offline pianmasan

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Re:Perché aumentano gli incidenti da valanga?
« Risposta #11 il: 15/01/2014 17:51 »
Il discorso sull'ignoranza riporta a quello dell'informazione, che dovrebbe abbatterla. Bollettini valanghe, studio teorico  e verifica sul campo servono appunto a questo, ma non bastano. Alla fin fine, quando, con il nostro bagaglio di informazioni nivologiche e corrette nozioni teorico/pratiche, siamo davanti al pendio di salita o discesa, la scelta spetta a noi, intesi come gruppo o come capogita. Forse in alcune occasioni non si ragione con la mente ma con il cuore. Quindi allenare la mente a prendere le decisioni più sagge possibili, secondo me.
Il capitolo autosoccorso e affini è di un'evidenza tale che mi fermo alla succosa trattazione di Kobang.

Offline kobang

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Re:Perché aumentano gli incidenti da valanga?
« Risposta #12 il: 15/01/2014 20:12 »
Una cosa su cui ragiono spesso e che pure è stata oggetto di discussione anche qui,oltre che argomento degli studi all'origine della nostra chiaccherata,è il fatto che in definitiva le vittime sono di due categorie principali:i pistaioli e snowborder che si avventurano solo occasionalmente in fuori pista e i frequentatori espert,o quantomeno abituali, della montagna.
Per i primi direi che si associano due cause :ignoranza totale di elementari nozioni tecniche rispetto all'ambiente in cui si muovono e l'illusoria sicurezza data dalla prossimità del terreno cui sono abituati,ossia le piste con la loro rassicurante artificialità.
Per i secondi le ipotesi si sprecano;personalmente metterei in conto che si tratta anche di un dato statistico,trattandosi di persone che  frequentano moltissimi giorni per stagione e quindi si espongono innumerevoli volte alla casualità.A questo si associa il rassicurante senso di sicurezza dato dall'esperienza pratica e da bagaglio di nozioni molto superiore alla media.
Anche in altri sport "a rischio" mi rendo conto che la percezione di pericolo e la sovrastima della propria capacità di gestirlo si spostano sempre un pò più avanti con gli anni di pratica.Nel volo col parapendio gli incidenti sono distribuiti su una curva che somiglia ad una campana:sporadici in fase di apprendistato,più numerosi nei praticanti evoluti e nei volatori assidui e di "lungo corso",di nuovo in calo se l'attività prosegue dopo qualche salutare sberla che faccia abbassare le orecchie senza costringere a cessare l'attività.....

Offline pianmasan

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Re:Perché aumentano gli incidenti da valanga?
« Risposta #13 il: 16/01/2014 06:49 »
Aggiungo l'articolo dell'Adige che riporta alcuni dati non presenti in quello inserito da AGH.

Se ti senti tanto sicuro di te da sfidare pendii innevati nonostante i bollettini nivo-meteo lo sconsiglino vivamente, è meglio che ti appassioni ad altro: ciaspole e sci d'alpinismo non fanno per te. È questo, in sintesi semplificata, il risultato che emerge dalla ricerca sugli «Errori cognitivi nella valutazione del rischio valanghe»: ideato e finanziato per un importo di 17mila euro da Accademia della Montagna, lo studio ha avuto durata di un anno con coinvolgimento della Fondazione Bruno Kessler e delle Università di Trento, Padova e Verona.
Risultati.
In sostanza, il progetto di ricerca evidenzia che un 30% delle persone del significativo campione di intervistati soffra di «Overconfidence» (ovvero ritenga di sapere più di quanto realmente non sappia): «Un aumento di Overconfidence dal valore più piccolo a quello più grande osservati - puntualizza Paolo Tosi dell'Università di Trento (ideatore del sito "Over the Top", nota di Pian  ) comporta un aumento del 25% della probabilità di intraprendere la gita anche se pericolosa». Gli altri fattori che influenzano questo tipo di decisione sono propensione al rischio e l'età. All'interno del campione d'indagine, un aumento del «Risk Taking» (ovvero la propensione a comportarsi in modo rischioso) dal valore minore al maggiore rilevati produce un incremento di probabilità d'effettuare la gita del 22%. Infine, l'età: chi è anagraficamente più datato propende a scegliere di prendere parte a gite ad alto rischio.
Nel valutare il pericolo di valanghe, il grado di pericolo espresso nei bollettini nivo-meteo e la difficoltà della gita in oggetto influiscono nel modo atteso sulla «cognizione» dei partecipanti facendo diminuire la propensione alla gita. Analogo effetto degli anni d'esperienza su sci d'alpinismo o ciaspole: chi da più tempo frequenta la montagna si dimostra più accorto nel valutarne i pericoli (qui sembrerebbe esserci contraddizione con quanto espresso sopra, "chi è anagraficamente più datato propende a scegliere di prendere parte a gite ad alto rischio", presupponendo però che i più datati anagraficamente siano anche i frequentatori da più lunga data.)

Metodo e campione.
Sono 275 i partecipanti all'indagine, di età media pari a 41 anni. Ed il campione di intervistati pare valido in merito alla narrazione della realtà: a rispondere al questionario online, infatti, sono stati ciaspolatori (9%) e sci alpinisti (91%) che praticano uscite almeno una volta alla settimana (40%) in un'area geografica che comprende Trentino (41%), Alto Adige (13%) e Veneto (46%). Inoltre, l'esperienza media di ciascun partecipante si attesta sui 14 anni di esperienza: le risposte provengono al 91% da uomini ed al 9% da donne. «La possibilità di partecipare al sondaggio online è stata divulgata su web e presso le scuole d'alpinismo» spiega Lucia Savadori dell'Università di Trento. A seguito di un'accurata selezione del campione (con riduzione delle 304 candidature a 275 effettivi partecipanti), ai rispondenti è stato chiesto di dire se avrebbero partecipato a tre gite (di difficoltà diversa) in tre diversi stati forniti dai bollettini nivo-meteo.
Il presidente di Accademia della Montagna Egidio Bonapace ha sottolineato come i numeri dei frequentatori della montagna siano aumentati negli ultimi dieci anni (410mila ciaspolatori e 200mila scialpinisti), anche se il tasso di mortalità è inferiore grazie preparazione e nuovi strumenti. «I risultati dello studio - conclude la direttrice Iva Berasi - ci saranno utili per pianificare opportune campagne di sensibilizzazione».

Offline Pistacchio

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Re:Perché aumentano gli incidenti da valanga?
« Risposta #14 il: 16/01/2014 12:42 »
Dubbio dubbio, ma il "test online" citato dall'articolo è forse quello messo anche qui sul forum tempo fa? Se non sbaglio qui sul forum avevo commentato così: "chi ha scritto il test non ha mai messo piede in montagna", vediamo se lo ritrovo.