Autore Topic: Quando il sacro sale in vetta  (Letto 4110 volte)

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Offline soramont

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Quando il sacro sale in vetta
« il: 21/01/2009 22:11 »
di  Diego Andreatta
Avvenire 21-1-09
"Chiediamo alla chiesa locale alcune linee di sobrieta e di
comportamento"da suggerire"a quanti intervengono religiosamente sulle
nostre montagne"La richiesta è arrivata a rifugi chiusi,alla fine
dello scorso settembre ma non era firmata da un movimento di
ambientalisti "arrabbiati"o di agnostici .Era maturata all'interno
della Sat(la "Societa degli Alpinisti Tridentini"oltre 24mila
soci,affiliata al Cai,il club alpino italiano ) senza spirito
"laicista"come sollecitazione a discernere quali segni suggerire o
acconsentire  dentro "il paesaggio montano ,che per un credente è gia
un inno al creato -aggiunge il presidente Franco Giacomoni -senza
bisogno di tanti orpelli"
La perplessita si riferiva ad alcune discutibili iniziative di statue
o croci pensate per "illuminare"anniversari religiosi (con annesso
impianto fotovoltaico) ma vale anche per i progetti che si mettono
sulla carta in questi mesi invernali davanti al caminetto ,con
l'intenzione e la speranza di poterli attuare nella bella stagione.

*************
Proprio domenica scorsa sono andato sul monte Scalambra (1400 m. appennino centrale) in cima c'e un colossale statua con croce alti trenta metri detta "la croce del popolo" .Un manufatto che svetta sopra gli alberi ,enorme .
 
Andai per i boschi perchè desideravo vivere con saggezza, per affrontare solo i fatti essenziali della vita  e per vedere se non fossi capace di imparare quanto essa aveva da insegnarmi,e per non scoprire,in punto di morte ,che non ero vissuto,(H,D,Thoreau)

Offline Claudia

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Re: Quando il sacro sale in vetta
« Risposta #1 il: 21/01/2009 22:37 »
se proprio bisogna mettercela, una croce di legno và bene su una cima, no?
le cose semplici son le più belle, e in certi paesaggi già naturalmete stupendi l'uomo non dovrebbe intervenire in alcun modo.
su una persona in cima vuol ringraziare Dio, non credo le serva una croce per farlo...

Offline nantes

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Re: Quando il sacro sale in vetta
« Risposta #2 il: 21/01/2009 23:47 »
... le cose semplici son le più belle, e in certi paesaggi già naturalmete stupendi l'uomo non dovrebbe intervenire in alcun modo.
su una persona in cima vuol ringraziare Dio, non credo le serva una croce per farlo...
sono perfettamente daccordo
io mi ritengo cristiano e se voglio vedere Dio in montagna mi basta guardarmi intorno;
qualche anno fà discutendo con un frate francescano mi diceva che in fondo, piuttosto di andare in chiesa di malavoglia o per pensare ai fatti propri è meglio fare una bella camminata e poi sedersi, contemplare il creato e riflettere;
se poi uno ha fede non ha bisogno di croci, e se uno la fede non ce l'ha a che gli serve vedere una croce?

Offline AGH

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Re: Quando il sacro sale in vetta
« Risposta #3 il: 22/01/2009 06:44 »
sono perfettamente daccordo
io mi ritengo cristiano e se voglio vedere Dio in montagna mi basta guardarmi intorno;
qualche anno fà discutendo con un frate francescano mi diceva che in fondo, piuttosto di andare in chiesa di malavoglia o per pensare ai fatti propri è meglio fare una bella camminata e poi sedersi, contemplare il creato e riflettere;
se poi uno ha fede non ha bisogno di croci, e se uno la fede non ce l'ha a che gli serve vedere una croce?

ah nantes ma sei vivo? Pensavano tutti fossi andato in letargo :)
Riguardo le croci, non mi danno alcun fastidio quelle vecchie in legno, me ne danno parecchio quelle di ferro e soprattutto quelle nuove. Basta, ce ne sono ormai una infinità! Se fossi un alpinista islamico o buddista, o di qualsiasi altra religione, e venissi qua vedendo croci dappertutto e perfino su ogni cima, penserei che questo è un paese di fanatici :)
Blog di Montagna
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Offline radetzky

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Re: Quando il sacro sale in vetta
« Risposta #4 il: 22/01/2009 08:15 »
qualche anno fà discutendo con un frate francescano mi diceva che in fondo, piuttosto di andare in chiesa di malavoglia o per pensare ai fatti propri è meglio fare una bella camminata e poi sedersi, contemplare il creato e riflettere;
se poi uno ha fede non ha bisogno di croci, e se uno la fede non ce l'ha a che gli serve vedere una croce?

quoto.
Bentornato nantes !  :D
« Ultima modifica: 22/01/2009 09:24 da radetzky »
quando che le pegore le va a destra.. mi vago a sinistra. e quando le va a sinistra mi vago a destra !

albe

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Re: Quando il sacro sale in vetta
« Risposta #5 il: 22/01/2009 10:29 »
Quoto Nantes e ripropongo delle note scritte qualche tempo fa.


"Amo profondamente le tracce antropiche di un tempo che è stato.
Quel tempo che fu di gente ligia al suo scorrere, appesantita dal suo scorrere, e che dei momenti lasciati da quel tempo troppo stretto era portata naturalmente a lasciare un segno della loro fede. Una fede intesa come liberazione e non necessariamente rivolta a un cristo. Questi segni li ritrovo ora nascosti lungo un ciglio di sentiero, all'ombra di un vecchio muro a secco, nella nicchia alla base di una parete. Sono segni in posa discreta e ormai datati, che richiamano solo un pensiero semmai ne avessimo l'animo per caRpirne il significato. Non vogliono altro.
Al giorno d'oggi, inteso come da un paio di decenni in qua, ci si appropria letteralmente di un luogo per innalzarlo virtualmente a nostra proprietà. La discrezione non esiste più. Ogni rilievo ha il suo manufatto perlopiù protervio e immodesto. Si è alla ricerca di un qualunque apice ancora libero per potervi erigere in forma materiale il proprio egotismo, e più è grande meglio è. Le varie sezioni, privati, gruppi ecc., non hanno colpe al di là della loro piccolezza mentale. E' chi permette tali azioni (comuni, proloco ecc.) che dovrebbe tutelare le quote, ma i tornaconto (donazioni e sue varianti) - sempre mascherati - fanno certo più gola. In certi ambienti alpinistici ho avuto scontri fortissimi con chi, di fronte all'opera eretta "abusivamente", si copriva gli occhi con la mazzetta, sottoforma di donazione, data in cambio del nullaosta.

Recentemente sono salito sulla cima dell'Auta, erano più di vent'anni che non ci tornavo e la ricordavo come una tra le vette più selvagge del territorio centrale del veneto-trentino. Svincolato da qualche anno dalle associazioni cui appartenevo e non più al corrente di certe iniziative, con mio sgomento ci ho trovato una grande croce, pure ancorata su un basamento cementato così grande da trattenere lassù un treno che precipitasse di sotto. Non biasimo certo la croce come simbolo, ma come manufatto. E così come tale è allucinante. Sulle prime pagine del libretto ho letto le quasi farneticanti note di chi aveva eretto tale scempio, in risposta a qualcun altro che reprimeva la posa di quell'opera. Gli autori in firma erano decine, ma invito chiunque a prendersi la briga di andare a leggere quelle pagine e cercare tra le decine di motivazioni ivi scritte dagli autori (e brutalmente imposte) una che sia appena plausibile. Hanno pure posto qualche segno lungo la via di salita, semmai dovessero, grandi alpinisti, perdere la bussola lungo la strada.

Praticamente ogni cima porta sul capo il peso di un simbolo imposto (capitelli, croci smisurate, budda, bandierine ecc.), la fantasia non ha limiti, certe mentalità sì.
Vorrei solo capire cosa succederebbe se ognuno che capitasse in vetta, si avvalesse della potenziale possibilità di lasciare un suo segno ai posteri o intitolato a chissachi che sia. Ogni montagna avrebbe la sua monnezza in misura alla larghezza della sommità. E nessuno avrebbe da ridire o biasimare tale cosa. Sarebbe silenzio così come è ora.
Per fortuna esistoni lochi che ancora regalano quello che ai più rimane sconosciuto; provare cioè l'emozione di puntare una meta, percorrerne la traccia, cercarne il passaggio, arrivare su quella cima certamente calpestata da predecessori, ma da questi lasciata coma la natura l'ha plasmata. Poi discenderne lasciandola tale.
Penso che le cime, intese come i culmini delle montagne, debbano rimanere libere da ogni guizzo d'ego, in maniera che ognuno che sia salito fin lassù possa gustarne la sensazione di solitudine e libertà.
La montagna da sempre sa combattere il martellamento del tempo, MAI imparerà a difendersi dall'homo cosiddetto sapiens.

Prego che un giorno almeno qualche montagna possa tornare ad avere in capo quei manufatti, naturali e certo più discreti, che sono gli omini di sassi".

albe

Ro76xxx

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Re: Quando il sacro sale in vetta
« Risposta #6 il: 22/01/2009 13:44 »
Quoto Nantes giusto il tuo ragionamento non fà una piega.......ciao Nantes salutami la mogliettina  :-*

Offline soramont

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Re: Quando il sacro sale in vetta
« Risposta #7 il: 22/01/2009 13:56 »
Penso che le cime, intese come i culmini delle montagne, debbano rimanere libere da ogni guizzo d'ego, in maniera che ognuno che sia salito fin lassù possa gustarne la sensazione di solitudine e libertà.
perfettamente d'accordo
Andai per i boschi perchè desideravo vivere con saggezza, per affrontare solo i fatti essenziali della vita  e per vedere se non fossi capace di imparare quanto essa aveva da insegnarmi,e per non scoprire,in punto di morte ,che non ero vissuto,(H,D,Thoreau)

artos

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Re: Quando il sacro sale in vetta
« Risposta #8 il: 22/01/2009 19:07 »
Il "primato" nelle Alpi occidentali credo che lo tenga l'Uja di Ciamarella : lapidi, statue, croci, ecc, ecc. Sembra un mercatino.
Ma il peggio stà sulle cime del confine franco-spagnolo. Vanno sù perfino con le perforatrici per poter "saldare" i loro ferro, bronzo, zinco, scolpito o fuso in vari esemplari (santi, madonnine, croci,...), oltre alle bandiere, ed altri simboli. Ci sarebbe oro da fare per i vecchi "recuperanti" del 1918 !
Si criticava poco tempo fà l'idolatria dei "primitivi"...
Ma l'idolatria la troviamo anche a casa nostra e non solo con simboli religiosi : accendete la TV.....

Offline radetzky

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Re: Quando il sacro sale in vetta
« Risposta #9 il: 22/01/2009 20:44 »
Si criticava poco tempo fà l'idolatria dei "primitivi"...
Ma l'idolatria la troviamo anche a casa nostra e non solo con simboli religiosi : accendete la TV.....

gran verità !
quando che le pegore le va a destra.. mi vago a sinistra. e quando le va a sinistra mi vago a destra !

Offline jochanan

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Re: Quando il sacro sale in vetta
« Risposta #10 il: 25/01/2009 19:44 »
d'accordo con i 4/5 degli interventi. Sembra che per rafforzare una fede vacillante si moltiplichino i simboli religiosi in cima alle montagne. Male molto male. Ma è peggio chi li distrugge. Sembra che intorno a Belluno ci sia una masnada di mangiacristi. La base della Gusela del Vescovà imbrattata di falci e martelli.. E li vicino un vecchio percorso di pastori (roba da cardiopalma, simile all'attacco della ex ferrata del Bondone) ha visto la madonnina li da decenni buttata nel canalone. E la croce in cima al Colbricon divelta... Credo che ora quei simboli siano stati ripristinati, e le scritte colla bomboletta sbiancate dalle intemperie. Ma il tutto resta molto triste. 
il mondo sarebbe veramente noioso senza le montagne (E.Kant, mi sembra, che tra l'altro è sempre vissuto in pianura)

donkey71

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Re: Quando il sacro sale in vetta
« Risposta #11 il: 25/01/2009 22:34 »
Non mi risulta che la base della Gusela del Vescovà sia mai stata imbrattata. Vabbé che di cretini senza rispetto, è sempre pieno in giro. Ma questa notizia non credo sia veritiera. Più che di mangiacristi, direi che si tratta di volgarissimi vandali che con la montagna non han nulla a che fare.
« Ultima modifica: 25/01/2009 22:40 da donkey »

Offline jochanan

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Re: Quando il sacro sale in vetta
« Risposta #12 il: 26/01/2009 13:06 »
si Donkey, per la Gusela era verissimo, roba di molti anni fa. Vista coi miei occhi. Ho poi conosciuto casualmente uno degli autori, mi mostrava le foto accanto al misfatto, col sole che sorgeva, il libretto rosso in mano... Come vedi... roba vecchia.
il mondo sarebbe veramente noioso senza le montagne (E.Kant, mi sembra, che tra l'altro è sempre vissuto in pianura)