Autore Topic: Sat Rovereto, crisi nera  (Letto 14411 volte)

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Sat Rovereto, crisi nera
« il: 16/02/2009 13:52 »
Rovereto
Mancano i giovani La Sat è in crisi nera
 
La montagna - fiore all'occhiello del Trentino tanto da essere l'asse portante del turismo e dell'indotto economico che si trascina dietro - sembra passata di moda. O, meglio, ai giovani sembra non piacere più. Per carità, magari d'inverno la affollano per sciare ma, liberati gli scarponi dagli attacchi, tornano a ignorarla, a non capirne la maestosità, a non viverla più. E a farne le spese è soprattutto la Sat, la società degli alpinisti tridentini, che soffre da tempo la mancanza di un ricambio generazionale. L'allarme l'hanno lanciato l'altra sera il presidente della sezione roveretana Bruno Spagnolli e la segretaria Carmela Chionna: i ragazzi non vogliono impegnarsi, i giovani snobbano la Sat. E alla sessantina di astanti (su quasi 1300 iscritti!) all'assemblea del sodalizio è stato rivolto un caloroso appello: convincente i vostri figli, i vostri nipoti ad unirsi a noi. Gli alpinisti roveretani sono dunque preoccupati. Perché a reggere le sorti dell'associazione sono sempre le stesse persone, perlopiù avanti con gli anni e, di conseguenza, senza l'indispensabile entusiasmo di un tempo. Il rischio concreto è che gli ingranaggi fino ad oggi ottimamente oliati si blocchino, disperdendo un patrimonio culturale accumulato per lustri. «Purtroppo la cosa che emerge è proprio la mancanza di giovani. - spiega Carmela Chionna - Stiamo soffrendo il mancato ricambio generazionale e dobbiamo fare i conti con un'età media molto alta. E questo nonostante l'incremento di partecipazione alle gite, alle escursioni che organizziamo. Le persone, però, sono sempre quelle, di età alta. Stiamo cercando di avviare i giovani all'alpinismo ma è difficilissimo. Nei piccoli centri i giovani partecipano di più mentre la città è più dispersiva e i ragazzi sono pigri, non vogliono alzarsi presto al mattino. Stiamo cercando di coinvolgere le famiglie». La Sat di Rovereto, dunque, è in crisi e il peggio è che la sezione si sta preparando ad organizzare il congresso provinciale del prossimo anno senza un rinnovato entusiasmo. «Non c'è un interscambio. Nello stesso direttivo si fa fatica a trovare qualcuno che ha voglia di impegnarsi. Il prossimo anno si rinnova il direttivo ma è difficile trovare dei volontari che vogliono dedicare il proprio tempo in direzione. Dobbiamo sempre pescare nelle vecchie leve che adesso hanno pochi stimoli. Servono nuove persone con nuove visioni altrimenti ci si ferma». E c'è da registrare anche l'avanzamento di Riva del Garda. «Riva ci ha raggiunto, eravamo la seconda sezione del Trentino come iscritti ma adesso non più». Il presidente Spagnolli, l'altra sera, ha poi tirato le orecchie agli alpinisti di «comodo»: «Mi auspico che chi fa la tessera della Sat non lo faccia solo per avere gli sconti nei rifugi o l'assicurazione se si fa male su un sentiero perché sarebbe la fine. Dobbiamo conoscere le nostre montagne e sentirle, appunto, come nostre. Non ci piace l'approccio venale». Il direttivo, comunque, ha ancora delle cartucce da sparare e, in questo senso, una mano la dà la crisi economica. «Vogliamo suggerire una ricetta anticrisi: iscrivetevi alla Sat e partecipate alle escursioni, ci si diverte, si conosce, si risparmia. Un modo per risparmiare è una gita tutti assieme: in pullman, fare gruppo, contenere i costi. E questo, del resto, è lo spirito della Sat: stare assieme, condividere emozioni, esperienze, aiutarsi».
 
 L’Adige  15/02/2009
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forse si potrebbe iniziare TOGLIENDO gli sconti per i tesserati Sat, cosi' si vedrebbe chi si iscrive per convinzione e chi invece per gli sconti  ;D
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Offline Franz

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Re: Sat Rovereto, crisi nera
« Risposta #1 il: 16/02/2009 14:09 »
Dalle mie parti, invece, molte sezioni CAI hanno visto incrementare il numero dei loro iscritti, specialmente tra i giovani. La sola sottosezione GAM del CAI di Schio può vantare più di una quarantina di nuovi e giovanissimi soci. :D
« Ultima modifica: 16/02/2009 14:16 da Franz »

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Re: Sat Rovereto, crisi nera
« Risposta #2 il: 16/02/2009 14:59 »
Dalle mie parti, invece, molte sezioni CAI hanno visto incrementare il numero dei loro iscritti, specialmente tra i giovani. La sola sottosezione GAM del CAI di Schio può vantare più di una quarantina di nuovi e giovanissimi soci. :D

e questo come si spiega?
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Offline alessandro28

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Re: Sat Rovereto, crisi nera
« Risposta #3 il: 16/02/2009 15:35 »
io stesso ammeetto che sono tesserato sat a Rovereto ma non ho mai partecipato ad una sola uscita. il fatto è che tra tutti i miei coetanei (circa, includendo qualche anno più e meno) non ne ho mai sentito un che dicesse "io domani vado a fare un uscita con i giovani della sat". vi garantisco che tra le persone di età compresa tra i 16 e i 22 anni (di rovereto e dintorni) che conosco ce ne saranno sì e no 6 che vanno regolarmente in montagna, esclusi quelli che vanno sulle piste a sciare o a cercare funghi... il fatto non è che i giovani non vanno in montagna con la sat, non ci vanno proprio... lo dimostra il la difficoltà per trovare qualcuno con cui andare in montagna l'estate, figuriamoci l'inverno...

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Re: Sat Rovereto, crisi nera
« Risposta #4 il: 16/02/2009 15:37 »
io stesso ammeetto che sono tesserato sat a Rovereto ma non ho mai partecipato ad una sola uscita. il fatto è che tra tutti i miei coetanei (circa, includendo qualche anno più e meno) non ne ho mai sentito un che dicesse "io domani vado a fare un uscita con i giovani della sat". vi garantisco che tra le persone di età compresa tra i 16 e i 22 anni (di rovereto e dintorni) che conosco ce ne saranno sì e no 6 che vanno regolarmente in montagna, esclusi quelli che vanno sulle piste a sciare o a cercare funghi... il fatto non è che i giovani non vanno in montagna con la sat, non ci vanno proprio... lo dimostra il la difficoltà per trovare qualcuno con cui andare in montagna l'estate, figuriamoci l'inverno...

questo perché secondo te?
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Offline alessandro28

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Re: Sat Rovereto, crisi nera
« Risposta #5 il: 16/02/2009 15:57 »
mmm, è una domanda da un milione di dollari...
potrebbero essere tante le ragioni: genitori che non invogliano, poca voglia di alzarsi presto, troppi compiti da fare, scarsa voglia di muoversi e camminare, ho il saggio di musica, vado dal moroso/a, "e arrivato in cima cosa fai?"... ti assicuro queste le ho sentite tutte con le mie orecchie.
tra l'altro, pochi si avvicinano alla montagna direttamente entrando in un club alpinistico (cai-sat), molti invece iniziano ad amare la montagna dapprima facendo qualche escursione con i genitori, poi con gli amici, e poi quando si vuole allargare i propri orizzonti ci si rivolge a gruppi organizzati.

certo è che se per andare a fare qualche bel giro in montagna una persona di Rovereto deve prendere la macchina e farsi almeno 45 minuti di viaggio, molti desistono in partenza. i giovani che volessero andare per proprio conto, o hanno la macchina o non vanno da nessuna parte. tanto per farti un esempio: il lancia o lo stivo sono classiche per i roveretani, ma la corriera che si avvicina di più al lancia ferma a pozza (almeno 1.30h da giazzera) e poche volte al giorno, l'altra arriva a ronzo chienis e l'ultima corriera parte alle 13.45 (escludendo quelle scolastiche).
a meno che

Offline Franz

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Re: Sat Rovereto, crisi nera
« Risposta #6 il: 16/02/2009 16:23 »
e questo come si spiega?


Secondo me dipende molto dalle persone che stanno a capo delle sezioni, dalla loro voglia di fare, di organizzare le gite, dal saper coinvolgere i giovani. Il gruppo del GAM di Schio, a d esempio, ha come presidente un ragazzo molto giovane, attorniato da collaboratori infaticabili ed instancabili, appassionati di montagna e della sana compagnia, sempre pronti ad organizzare fantastiche escursioni. Il gruppo di giovani, e meno giovani, è affiatatissimo. Ci si trova non solo per andare in montagna, ma anche per un cinema, una conferenza, una pizza o una bruschetta in compagnia. Ci si tiene in contatto durante la settimana e se la domenica il tempo è brutto, si cerca sempre di trovare insieme qualcosa di alternativo da fare. :D

Ro76xxx

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Re: Sat Rovereto, crisi nera
« Risposta #7 il: 16/02/2009 17:51 »

Secondo me dipende molto dalle persone che stanno a capo delle sezioni, dalla loro voglia di fare, di organizzare le gite, dal saper coinvolgere i giovani. Il gruppo del GAM di Schio, a d esempio, ha come presidente un ragazzo molto giovane, attorniato da collaboratori infaticabili ed instancabili, appassionati di montagna e della sana compagnia, sempre pronti ad organizzare fantastiche escursioni. Il gruppo di giovani, e meno giovani, è affiatatissimo. Ci si trova non solo per andare in montagna, ma anche per un cinema, una conferenza, una pizza o una bruschetta in compagnia. Ci si tiene in contatto durante la settimana e se la domenica il tempo è brutto, si cerca sempre di trovare insieme qualcosa di alternativo da fare. :D
Questo si che è organizzarsi bene!Bravi!Mi auguro che un giorno posso partecipare ad uno dei vostri giri Franz, anche xchè ce ne sono veramente un gran pochi di organizzatori che fanno l'impossibile x fare anche ulteriori uscite........anzi,una volta che poi ci s'incontra x strada manco ti riconoscono!!!! :-X e poi c'è da dire che se chi organizza invoglia i giovani vuol dire che ci sà fare! ;)Ma c'è anche da dire che la maggior parte dei giovani sono dei fannulloni che hanno paura di fare un paio di chilometri che subito si lamentano che si stufano e che si annoiano senza conprendere la vera motivazione o l'apprezzamento di ciò che li circonda....lo si vede già da come lasciano anche il loro paese,sporcizzia e tant'altro.......la mancanza di rispetto che c'è nei giovani è in tale aumento,figuriamoci se potrebbero conprendere ciò che di bello ha la natura e la tranquillità che potrebbe offrire a loro........quindi non c'è da stupirsi se non si fanno avanti loro con buone iniziative......

Offline Franz

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Re: Sat Rovereto, crisi nera
« Risposta #8 il: 16/02/2009 23:24 »
Questo si che è organizzarsi bene!Bravi!Mi auguro che un giorno posso partecipare ad uno dei vostri giri Franz, anche xchè ce ne sono veramente un gran pochi di organizzatori che fanno l'impossibile x fare anche ulteriori uscite........anzi,una volta che poi ci s'incontra x strada manco ti riconoscono!!!! :-X e poi c'è da dire che se chi organizza invoglia i giovani vuol dire che ci sà fare! ;)Ma c'è anche da dire che la maggior parte dei giovani sono dei fannulloni che hanno paura di fare un paio di chilometri che subito si lamentano che si stufano e che si annoiano senza conprendere la vera motivazione o l'apprezzamento di ciò che li circonda....lo si vede già da come lasciano anche il loro paese,sporcizzia e tant'altro.......la mancanza di rispetto che c'è nei giovani è in tale aumento,figuriamoci se potrebbero conprendere ciò che di bello ha la natura e la tranquillità che potrebbe offrire a loro........quindi non c'è da stupirsi se non si fanno avanti loro con buone iniziative......

Sono veramente persone in gamba, degli amici sinceri, che sanno starti vicino anche nei momenti più duri della vita....e che sanno condividere con semplicità, schiettezza e genuinità l'amore per la montagna e la natura. Amano stare in compagnia....e soprattutto non ti negano mai un saluto ed un sorriso....una pacca sulle spalle....sono sempre pronti ad aiutarti quando la salita diventa particolarmente dura e ti sembra di schiattare, sanno tendere la mano a chi ne ha più bisogno, all'occorenza rallentano il passo o si fermano ad aspettare chi non ce la fa più...perché per loro non è importante la competizione, arrivare per primi al traguardo o battere chissà quale record, per loro è importante arrivare tutti assieme, condividere e gustare gioie, fatiche, emozioni, che poi ci si porta nel cuore e che si custodiscono preziosamente nello scrigno dei propri ricordi più preziosi.
« Ultima modifica: 16/02/2009 23:25 da Franz »

Offline AGH

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Re: Sat Rovereto, crisi nera
« Risposta #9 il: 17/02/2009 06:56 »
certamente hai ragione tu Franz, dipende tantissimo da chi guida la sezione e dai capogita. In gioventù ho fatto qualche gita con sat e sosat, ma poi mi sono presto arrangiato per conto mio perché non mi piace andare in giro con le comitive. Ricordo comunque che, all'epoca, c'era l'idea che andare con la sat era andare con dei vecchi barbogi... Oppure mi ricordo un'altra gita, guidata si da giovani che però andavano fortissimo e non aspettavano nessuno, o meglio ti aspettavano a malapena in cima...

Oggi non frequento gli ambienti associativi montanari, quindi non so se le cose siano cambiate o meno...
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thedistorcer

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Re: Sat Rovereto, crisi nera
« Risposta #10 il: 17/02/2009 20:57 »
mmm....vedo il topic solo adesso scusate, ma è una discussione che mi interessa abbastanza, molte volte mi sono chiesto questo Perchè. Tutto quello che già avete detto sono cose verissime, purtroppo, esistono anche le eccezione, come può essere l'esempio di Franz, ma ormai è quasi scientificamente dimostrato che in montagna i giovani non ci vanno più.
Come dice giustamente Ale se non sono spinti dalle famiglie, anzi se non ci vanno con le stesse, è difficile che ragazzi di 15/16 anni vadano in montagna proprio per la difficoltà di raggiungerla, per la mancanza di corriere ecc. io per esempio ho fatto i salti di gioia quando ho preso la patente, anche per questo, prima, lo ammetto che a volte ho fatto follie, come partire a piedi da casa.
Per fortuna io ho quei 4 amici a cui piace andare, e me li tengo stretti.
ora ho finito un po' gli spunti, ma se mi vien in mente altro posto

donkey71

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Re: CAI-SAT e il saper evolversi...
« Risposta #11 il: 17/02/2009 22:09 »
Eh allora dico pure io la mia, se posso intervenire. Innanzitutto, ammetto di esser iscritto al CAI per pura convenienza legata all'assicurazione e al eventuale soccorso con elicottero. Con l'attività alpinistica variegata che pratico tutto l'anno, mi è assolutamente necessaria e complementare a quanto già detengo a titolo di prevenzione. Fatta questa premessa, sono stato asinello giovane pure io. Scalpitavo però di carattere, in montagna non mi han mai ordinato di andarci. Casomai è la montagna che mi ha chiamato a sè, dico davvero! Ossia...ho iniziato ad andare in montagna molto probabilmente perché i genitori mi portavano fin da quando stavo in passeggino. Fin da piccolo, sentivo il fascino dei boschi e poi, con il tempo, delle crode. Merito dei genitori non avermi mai fatto grandi pressioni. La montagna va INSEGNATA. O sapete, spesso si rischia l'effetto contrario...l'avversione. Conosco trentenni e quarantenni che oggi odiano i monti perché da piccoli letteralmente costretti a sopportare, ogni anno, per anni ed anni, lunghe camminate su per erti sentieri fino al rifugio di turno. Insomma, la montagna non deve essere mai insegnata come un obbligo, come un cliché...ma deve nascere, crescere ed evolvere come un piacere libero. Questo lo si capisce solo andandoci spontaneamente, meglio se con una gita in compagnia. A me è accaduto così, di innamorarmi della montagna un giorno che sali al Cimon della Pala a soli 17 anni. Ero fulminato già allora, purtroppo. ;D Non frequento il CAI, perché non amo la moltitudine. Sono un po' orsetto pure io, testa dura. Amo la solitudine e la riflessione, sono un etereo...e prediligo al massimo la compagnia di pochi amici fidati e soprattutto affiatati con il mio stesso spirito e modo di intendere la montagna. Come dico spesso, la montagna per me non è uno sport o un passatempo...ma un vero e proprio stile. Il mio è autentico "stile alpino", che vuol dire un insieme di tanti aspetti che la montagna sa offrire. Qui mi fermo, o vado a finire in filosofie personali che forse non tutti qui capirebbero. Il CAI oggi è un modello antiquato per i giovani, non ha saputo evolversi nel tempo rispetto alla mentalità dei giovani d'oggi. Lo sapete come sono i ventenni d'oggi, no? La parte importante devono farla per primi accompagnatori ed istruttori che devono saper attirare i giovani con formule adatte appunto ad una età che non è certo quella di cinquant'anni fa fatta di cori alpini e motti del tipo "tasi e tira" tanto cari agli alpini. Oggi la montagna è diversa, è cambiata. I giovani sono cambiati. Certamente bisogna loro insegnare cosa è la montagna. Ci son sezioni CAI o SAT che son mosche bianche, nel senso che fan proseliti ogni anno. La formula vincente? Semplice, l'affiatamento del gruppo, della compagnia...capace di trascinare. La piccola sezione del CAI di Asiago, ne è un esempio. Piena zeppa di bimbi, già provetti ciaspolatori e ferratisti grazie ad istruttori caparbi e soprattutto capaci ancora di saper insegnare tecnica e spirito alpino....giocando. Si, perché si parla di bambini...e ogni età deve avere il suo percorso. Inutile bruciar le tappe. Se vogliamo che i giovani vadano in montagna, servono nuove formule e soprattutto idee. A CAI e SAT, il compito di evolversi nel proporsi diversamente, con formula più accattivanti e moderne. O in montagna, di giovani se ne vedranno sempre meno.


« Ultima modifica: 17/02/2009 22:13 da donkey »

Offline alessandro28

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Re: Sat Rovereto, crisi nera
« Risposta #12 il: 17/02/2009 22:26 »

quoto.
la crisi è iniziata già da tempo, infatti non ci sono neanche 30enni che dovrebbero fare da traino per i giovani; evidentemente già quando loro erano giovani c'era qualche problema di "reclutamento"

Offline AGH

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Re: Sat Rovereto, crisi nera
« Risposta #13 il: 17/02/2009 22:39 »
Citazione
Se vogliamo che i giovani vadano in montagna, servono nuove formule e soprattutto idee. A CAI e SAT, il compito di evolversi nel proporsi diversamente, con formula più accattivanti e moderne. O in montagna, di giovani se ne vedranno sempre meno.

è un po' un serpente che si morde la coda: è difficile pretendere "nuove idee" da un capogita che magari ha 60 anni e passa... :) Forse i giovani d'oggi non sono educati alla montagna già in famiglia, e poi hanno troppe distrazioni.. :)

30 o 40 anni fa non c'era altro, e i monti erano "un'evasione" attraente...
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donkey71

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Re: Sat Rovereto, crisi nera
« Risposta #14 il: 17/02/2009 23:21 »
Alessandro28 dice bene, non trovi neppure più i trentenni oltre che i ventenni. C'è stato un salto ben di due generazioni. E' raro da trovare oggi un genitore di mezza età che insegna al figlio un po' di montagna. Del resto se la Cayenne e l'ultimo smartphone sono il vero mito da insegnare...siamo lontani dalla nostra filosofia. Avanti sempre...