La motivazione del WWF al divieto di scialpinsimo in valtrigona
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http://forum.thetop.it/viewtopic.php?p=96848#96848Cari amici, ci è stata segnalata la vostra perplessità sul divieto di sci-alpinismo in Valtrigona, e come “padroni di casa” ci teniamo a darvi delle spiegazioni, sicuri che, da appassionati di montagna, e quindi certamente anche di natura, le capirete benissimo.
Valtrigona è stata acquistata dal WWF Italia tra il 1996 ed il 1998, che ha scelto questo piccolo lembo di Lagorai come luogo ideale per creare l’unica Oasi Alpina di conservazione del WWF. Varie le ragioni della scelta, prima fra tutte la collocazione in una zona dove non è arrivato il turismo di massa legato agli impianti di risalita ed alle strade. Un’altra ragione è la dimensione, 234 ettari in tutto costituivano un’entità acquistabile anche per un Ente perennemente a corto di quattrini, in quanto impegnato su infiniti fronti, come potete vedere dal nostro sito. Infine, nonostante la dimensione limitata, l’orografia è particolarmente favorevole, coprendo un notevole dislivello e andando quindi a raccogliere ambienti molto diversi dal punto di vista naturalistico (l’Oasi si estende dalla quota di 1600mslm ai 2200mslm) e ospitando molte specie animali importanti, tra esse tutti e 4 i Tetraonidi alpini.
Al di là delle considerazioni naturalistiche, delle quali parleremo in seguito, bisogna precisare che una zona protetta va gestita secondo procedure concordate e prestabilite, che vengono riassunte in un documento ufficiale, il “Piano di Gestione dell’Oasi”, approvato dal Comitato delle Aree Protette della Provincia Autonoma di Trento, concordato con le Comunità locali, e con le associazioni sociali e culturali presenti nell’area. Questo Piano di Gestione viene periodicamente rivisto, per adattare le attività all’interno dell’Oasi alle necessità imposte dall’evoluzione delle politiche di gestione ambientale sia a livello locale che a livello comunitario. Con la S.A.T. (Società Alpinisti Tridentini) si è concordato di vietare lo sci-alpinismo nell’Oasi, così come le Associazioni cacciatori locali hanno rinunciato a cacciare all’interno di Valtrigona. Evitando i vari percorsi “burocratici”, arriviamo ad oggi, con il riconoscimento di Valtrigona come Riserva Locale Privata della Provincia Autonoma di Trento, e quindi soggetta alle normative che regolano le attività consentite nelle aree protette: ancora una volta, è il nuovo Piano di Gestione dell’Oasi che decide cosa si può fare e cosa no. E nel Piano di Gestione 2009 – 2013 si ribadisce come lo sci-alpinismo non venga ammesso nell’Oasi. Queste le “ragion di stato”. Ma veniamo a quelle sottese, cioè alle ragioni che portano a questa scelta, che può sembrare arbitraria.
Sapete meglio di chiunque altro quale invasione antropica debbano sopportare i territori montani, col turismo di massa e l’esplosione degli impianti di risalita posti a proposito e a sproposito. E sapete perfettamente come sia difficile allontanarsi dal rumore di fondo dei vari caroselli, a fune o a 4 ruote. In questa situazione di consumo di territorio, vi sono animali che non fanno una piega (anzi, ne approfittano, come i corvidi), altri che invece sono profondamente disturbati. Qual è in quest’ottica il valore di un’Oasi? Creare una zona dove il disturbo sia ridotto al minimo. Gli animali hanno paura dell’uomo, anche quando non è aggressivo, ed il loro comportamento può essere modificato dall’incursione improvvisa di un visitatore. Sono però anche adattabili, e se in una zona vi è un varco di passaggio abituale, ci si abituano, e non si allarmano.
Nel nostro caso, il passaggio abituale, e l’unico consentito dal Piano di Gestione, è il Sentiero Natura che corrisponde al n. 234 della S.A.T.. Con gli sci, è assolutamente improbabile percorrere il sentiero, e quindi si sconfina in zone dove vivono animali sotto stretta osservazione anche a livello Comunitario, che sono giunti a noi con le glaciazioni del Quaternario, e si sono poi trovati isolati qua e là col ritiro della coltre bianca. Parliamo principalmente dei Tetraonidi, della lepre variabile, dell’ermellino, che sono gli ospiti più illustri della nostra Oasi. Ovviamente non sono gli unici abitatori, ma sono dei “sorvegliati speciali”, vista la particolarità della loro storia, e le difficoltà in cui versano per la scomparsa (in particolare per la Pernice bianca) delle vallette nivali, ambiente d’elezione, conseguenza dell’innalzamento implacabile dello zero termico. L’incursione improvvisa dello sciatore sulla radura o lungo un crinale, dove questi animali ricavano dei rifugi nella neve per proteggersi dal freddo, non può che spaventarli e indurli alla fuga. Con le ciaspole, avanzando più lentamente rispetto agli sci e rimanendo sul sentiero, il disturbo arrecato è invece minimo. Nel periodo invernale, quando le temperature scendono notevolmente al di sotto dello zero e quando le disponibilità alimentari sono scarsissime, lo stress e lo spreco di energie conseguenti alla fuga, possono deperire e uccidere questi animali.
Aggiungo infine che i risultati di questa politica sono lusinghieri, assistiamo infatti ad un aumento delle presenze, e in quest’ottica si capisce anche il valore intrinseco di una zona protetta come polmone per il ripopolamento delle zone limitrofe.
Spero di aver chiarito le motivazioni di questo divieto, e vi invito a visitare la nostra Oasi durante la stagione estiva, per coglierne la straordinaria varietà di ambienti. E naturalmente, vi auguro sciate meravigliose su neve immacolata e polverosa (quella che io ho visto solo nei filmati, e che sono intimamente convinta che non esista, avendo trovato sempre e solo crosta in ogni sci-alpinistica della mia vita). Grazie al cielo esistono un’infinità di zone entro le quali la vostra splendida pratica sportiva è liberamente ammessa.
Cordialmente
Giovanna Zobele Lipparini
WWF Trentino Alto-Adige
PS: perdonate la lunghezza spropositata del messaggio, ma vi dovevamo assolutamente una spiegazione....