Serata SAT a Cavalese: un sintetico resoconto di Leonardo Pupi che è intervenuto, assieme a Gianpaolo Marcelis, come rappresentante del gruppo facebook “Giù le mani dal Lagorai”
Leonardo Pupi, medico, montanaro da sempre, ex membro del soccorso alpino
Sala piena e sostanzialmente solo di contrari al progetto. Relazione del Gilmozzi documentatissima e sicuramente convincente se uno evita di entrare nei dettagli; del resto è un politico d'esperienza...
Lo Scario ha sostenuto il diritto - dovere di recuperare Malga Lagorai, ammettendo che l'unico modo per avere i soldi era includerla nel progetto Translagorai, accettando di conseguenza la visione turistico-commerciale dello stesso. Siamo riusciti a sgomberare il confronto dagli attacchi personali, le gratuite offese e quant'altro ormai inquina le discussioni tramite i social...
Questo ha fatto emergere con forza la consistenza delle nostre documentate obiezioni: tutti gli interventi dei locali sono stati contro, articolati e pragmatici. In sintesi, chi fa o vuole fare la Translagorai la vuole così com’è, non chiede comfort, presunte iniziative per la sicurezza, garanzia di un piatto caldo ecc. Quell'area è un patrimonio unico proprio per le sue caratteristiche di wilderness. Altra cosa è Malga Lagorai di cui il progetto Gilmozzi vorrebbe fare un altro e diverso polo di offerta turistica, ovvero alloggi e ristorante con la scusa di metterla a servizio degli escursionisti.
Lo Scario contesta la insostenibilità economica avanzata dai contrari al progetto, impegnando la Magnifica a sostenere la gestione anche in caso di mancati introiti, pur di creare posti di lavoro(?). Rispettabile impegno personale, ma quando gli ho ricordato che, come per tutti, il suo tempo è a termine e con lui salta anche la sua parola, ha sorriso e messo via.
Le assurdità più rilevanti si sintetizzano nella promessa di non rendere accessibile con viabilità la struttura di Malga Lagorai, in contraddizione col fatto che:
- si vuole/deve fare un qualcosa di accessibile anche per disabili (come ci arrivano?)
- il budget per i lavori è già carente se pensano di portare gli approvigionamenti con l'elicottero
- il target delle famigliole che auspicano per una simile struttura assieme al turista di massa, con l'attuale accesso da fondovalle molto ripido non è realistico.
Sulla questione della “pericolosa” vicinanza di Malga Lagorai agli impianti del Cermis: si sono molto spesi a difendere l'autonomia del progetto da pressioni dell'imprenditoria di valle, fino a sottoscrivere la critica all'oscena ferrata del Bombasel, ma non hanno risposto all'ipotesi di un collegamento a fune tra Cermis e Malga Lagorai (ecologico, niente strade devastanti, niente auto in quota, bene, bravi!) né alla già ventilata proposta di convertire progressivamente le infrastrutture per accogliere la nuova e dilagante moda/mercato dell'E-bike. Sulle Alpi sono molte le stazioni che hanno già questi progetti visto il clima così velocemente e drammaticamente in trasformazione.
Gli interventi dei “locals” erano tutti in sintonia con noi contrari, anche sul fatto che lo sbandierato metodo di condivisione e partecipazione al progetto sia stato tale solo sulla carta fin dall'inizio nel 2015: 400 partecipanti in 20 incontri, di solito con ben mirate esclusioni. Questo tema del progetto calato dall'alto è stato così sentito che, in vari interventi, è stato proposto un referendum tra i residenti, ovviamente respinto come improponibile da Gilmozzi (viva la nuova democrazia!).
Il mio intervento è stato molto apprezzato tanto che perfetti sconosciuti sono venuti a stringermi la mano, ha cercato di fare una sintesi. Ho riconosciuto il valore della parola e dell'impegno personale dello Scario, con l'ineludibile limite già detto, a Gilmozzi ho ricordato che anche le norme di tutela dell'area "intangibile" sono una garanzia fittizia poiché i piani PUP (piani urbanistici provinciali) sono sempre stati cambiati nel tempo a seconda dell'orientamento delle giunte provinciali e dei mutevoli bisogni/interessi.
Ho ribadito che il target del progetto, gli escursionisti della Translagorai non ne vogliono sapere; che in zone di montagna trasformate in parco giochi ne hanno già fin troppe; che vivere in posti così unici è un privilegio che si accompagna al dovere di preservarli intatti per chi verrà dopo di noi;
L'ipotesi di creare lavoro e opportunità aprendo la Malga all'attività turistica è una balla se già si prevede di dover sostenere la stessa con soldi pubblici: un piano di sostenibilità economica non lo hanno presentato, e quello che abbiamo fatto noi evidenzia che non è sostenibile neanche un pareggio di bilancio se saranno rispettate le limitazioni concordate con la SAT.
Per finire, la Magnifica Comunità di Fiemme può, anzi deve recuperare la Malga alla sua funzione di alpeggio per ovini e manze asciutte (lassù quelle da latte non possono arrivare senza strada per i camion), ma deve disinnescare la mina della conversione a punto di ristoro e pernotto.
Abbiamo anche proposto metodi alternativi di finanziare i lavori con cose tipo il crowdfunding, che avrebbe sicuro successo se si pensa che i locals hanno anche proposto sottoscrizioni private per la ristrutturazione purché la funzione della malga rimanga quella originale.
Piuttosto, avendo Gilmozzi fatto riferimento alle strutture dell'Alto Adige, che imparino davvero da loro creando un regolamento dedicato per la somministrazione di cibo ed anche alloggio di fortuna, in deroga alle assurde regole italiane per cui ovunque si opera come per un ristorante di città. Che tirino fuori un pò di intraprendenza con i romani ed i loro lacchè della Provincia, altrimenti a che serve l'autonomia?
Le mie impressioni? La stragrande maggioranza di chi si interessa alla Translagorai è con noi, cioé contro il loro progetto, ma affari e politica se ne fregano e vanno avanti.
Leonardo Pupi