GIM - Girovagando in Montagna in Trentino
ARGOMENTI MONTANARI => Notizie di montagna => Topic aperto da: AGH - 17/10/2007 09:00
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ho aggiunto alla sezione anche i video e i film..
Chi ha visto il programma sul k2 ieri su rai due? Mah..
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ho aggiunto alla sezione anche i video e i film..
Chi ha visto il programma sul k2 ieri su rai due? Mah..
Visto!
Non entro nel merito di come sia fatto (riprese, commenti,...) non sono competente in materia. Posso solo dire che come racconto tutto sommato fila e uno non si annoia guardandolo.
Piuttosto mi soffermerei sul lato umano ed emotivo: che dire...avevo letto articoli su montagna.tv delle recenti spedizioni in Himalaya...e quando leggo "c'erano almeno 7 o 8 cadaveri alcuni di questa stagione" resto perplesso. D'accordo la voglia di montagna e di emozione, ma trovo assurdo e spesso egoistico mettere a repentaglio la propria incolumita' e la propria vita per la voglia di raggiungere una vetta. Chiaramente uno della propria vita fa quello che ritiene piu' giusto, non sono certo io a giudicare, ma mi metto nei panni di chi e' a casa che aspetta notizie...non lo trovo giusto!
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forse io sono prevenuto nei confronti di marzocchi, un giornalista che mi ha sempre lasciato molto perplesso, da quando esagerava le aggressioni a suo danno dei tifosi di calcio fino alla conduzione dell'isola dei famosi :(
Nel docu-film ci sono state delle belle scene (non per merito di mazzocchi ovviamente che se ne stava comodo al campo base) riprese da chi saliva. Mi ha lasciato stupefatto la disinivoltura con cui è stata accolta la notizia, nella prima parte della scalata, che un alpinista era caduto in parete, mentre i "nostri" proseguivano verso la meta. L'impressione era insomma "finché cadono gli altri, chi se ne importa..."
Poi purtroppo è caduto anche uno dei nostri...
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quoto completamente smit,
mi hanno lasciato interdetto i commenti e il fatto che si sia continuata come se nulla fosse la spedizione dopo che avevano visto lo sherpa scivolare e perdersi tra i ghiacci...assoluto menefreghismo...mah forse non posso capire,meglio così.
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insomma io ed agh abbiamo detto la stessa cosa nello stesso momento.
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insomma io ed agh abbiamo detto la stessa cosa nello stesso momento.
Penso che molti abbiano pensato la stessa cosa!
Ma forse hai detto bene tu prima, forse noi non possiamo capire cosa prova una persona che tenta questo genere di imprese, cosa lo spinge a continuare nonostante la notizia di un morto (con il quale hai magari anche mangiato il giorno prima).
Lo stesso Stefano Zavka (l'italiano che non e' riuscito a rientrare dalla vetta al campo 4) alla fine del documentario di rai due viene ricordato con una frase detta durante la spedizione. In soldoni dice che la morte (senza mai nominarla) fa parte del gioco...mah... :-\
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io posso capire chi si spinge a queste avventure estreme, in fondo è uno sfidare la morte e la morte fa parte del "gioco" (come ha fatto intendere Zavka, che poi ci ha rimesso la pelle). Capisco meno l'indifferenza per uno che muore (tanto era uno scherpa) mentre sta salendo con te.
Ma forse io (noi) non capiamo, a quelle quote la lotta per la sopravvivenza è soprattutto la tua.
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Ma forse io (noi) non capiamo, a quelle quote la lotta per la sopravvivenza è soprattutto la tua.
Probabilmente e' cosi'. Infatti una cosa che credo di aver colto dal documentario e che mi ha colpito e' come una squadra si sia frammentata sia durante la salita che poi durante la discesa, sia per la voglia di arrivare in vetta che poi per la necessita' di ritornare al campo.
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è che probabilmente non erano che una squadra costruita sul momento,immagino che i partecipanti si conoscessero appena, e ognuno fosse focalizzato solamente su sè stesso e l'ascensione, gli altri erano solamente altri alpinisti ognuno a sè stante casualmente lì nello stesso momento.Certo fa piacere avere qualcuno con cui parlare, che magari ti sostiene e viene sostenuto nei momenti difficili,ma sul quale non puoi contare più della sua voglia di ascensione, uno spirito utilitarista e sfrenatamente individualista che non mi piace, soprattutto associato a ciò che è la montagna, o almeno all'idea che ne ho io.
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è che probabilmente non erano che una squadra costruita sul momento,immagino che i partecipanti si conoscessero appena, e ognuno fosse focalizzato solamente su sè stesso e l'ascensione, gli altri erano solamente altri alpinisti ognuno a sè stante casualmente lì nello stesso momento.
Io non ho visto il film.
Temo peraltro che l'alpinismo himalayano sia grosso modo quello che hai detto tu.
C'era un libro in proposito, "Aria sottile", molto crudo e rivelatore.
(http://www.ariasottile.net/copertine/ariasottile.jpg)
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penso che a quelle quote ognuno pensi a sè stesso perché la morte ti accompagna ad ogni passo
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penso che a quelle quote ognuno pensi a sè stesso perché la morte ti accompagna ad ogni passo
Mi domando: cosa puo' spingere una persona a intraprendere un'attivita' dove "la morte ti accompagna ad ogni passo"?
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be' dovresti chiederlo a loro :) Io penso per colmare un vuoto... come quelli che si buttano dai ponti con la corda o col paracadute... :)
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be' dovresti chiederlo a loro :)
Preferisco di no...non faccio di tutta l'erba un fascio avendo avuto poche occasioni di parlare con alpinisti veri, ma in una di queste in particolare mi sono reso conto che dietro al mito dell'alpinista a volte puo' esserci una persona che interiormente non ha nulla da dare. Del resto sono persone come tutti, con i limite che chiunque puo' avere.
Preferisco ammirarli e spesso invidiarli per quello che fanno piuttosto che scoprire quello che sono! Ripeto: non voglio fare di tutta l'erba un fascio.
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Da montagna.tv: http://www.montagna.tv/?q=node/6242 (http://www.montagna.tv/?q=node/6242)
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Concordo con Smit e AGH. Non ho visto il reportage (si trova in rete?) ma leggendo i commenti su montagna.tv mi è sembrata una spedizione priva di qualsiasi contenuto alpinistico "intimo", per così dire, tesa piuttosto al televisivo con i risultati che, purtroppo, sono sotto l'occhio di tutti. Poi sappiamo che la montagna, di fronte a incompetenza o massima preparazione, fa comunque quello che vuole...
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A proposito di alpinismo Himalayano,ieri sera sono stato a Sassuolo ad una serata con Silvio Mondinelli, nella quale sono stati proiettati anche tre corti artigianali molto belli a cui sono seguite domande ed una breve discussione.
Del personaggio mi ha colpito molto l'umiltà e il basso profilo, si vedeva che era chiaramente imbarazzato di fronte alla piccola sala cinematografica piena, ha parlato molto schiettamente e ha riassunto un po' anche le cose di cui abbiamo parlato in questo topic: che un 8000 lo conquisti quando torni sano e salvo, che i tuoi compagni sono la cosa più importante, che essere onesti con sè stessi e rispettare le regole è più importante che raggiungere l'obiettivo, che a volte anche se hai piegato la schiena e hai fatto un sacco di sacrifici devi accettare che l'obiettivo puoi non conseguirlo comunque. Nonostante abbia raccontato delle peggio cose che ha visto in spedizione da parte di persone senza valori ha risollevato di molto la visione utilitaristica e glaciale dell'alpinismo himalayano che mi aveva lasciato il documentario sul K2.