GIM - Girovagando in Montagna in Trentino
TECNICA => Orientamento e cartografia in montagna => Topic aperto da: AGH - 01/12/2017 22:01
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"Franco Michieli, geografo ed esploratore, 20 anni fa ha capito che la tecnologia rischiava di uccidere il gusto per l’esplorazione. Da allora organizza spedizioni nelle terre più selvagge orientandosi esclusivamente a vista: niente mappe, niente strumenti, e nemmeno un telefono satellitare per chiedere soccorso. E arriva a destinazione, dimostrando che l’uomo possiede un senso dell’orientamento innato, che puó essere affinato semplicemente grazie a un’attenta osservazione del territorio, dell’orografia, del paesaggio"
http://gognablog.com/orientamento-senza-mappa/ (http://gognablog.com/orientamento-senza-mappa/)
Che ne pensate?
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Penso che il rischio che paventa Michieli sia reale solo quando la tecnologia finisce per usurpare gli impulsi "primordiali" del nostro spirito in qualunque campo, non solo in ambito escursionistico. Lo dico io che dalla tecnologia, applicata, è vero, al campo medico-scientifico, ho tratto un beneficio immenso e insperato (dalla sordità grave all'ascolto). Quindi, perché rinunciare ai benefici che la scienza ci propone ma senza farceli propinare?
Credo poi che il riscoprire queste innate mappe mentali preveda un percorso formativo che richiede tempo, uno degli elementi che alla mia età diventa sempre più prezioso.
Per ora mi sento di dire questo. L'argomento è assai interessante.
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Io ritengo di avere un ottimo senso dell'orientamento, sperimentato più volte :)
Nonostante questo, mi servo volentieri della tecnologia, nel mio caso uno smartphone con gps. Forse il mio senso dell'orientamento si è impigrito, ma non credo. Il fatto è che andare in giro senza ausilii tecnologici richiede tempo. Certo gli esploratori di una volta andavano in giro senza mappe, ma avevano anche una marea di tempo!
Quindi bisognerebbe distinguere tra gli esploratori di un tempo e chi fa escursioni oggi. Qualche volta mi capita peraltro di girovagare senza una meta precisa, seguendo l'istinto, magari qui nei dintorni di casa. Ma generalmente pianifico le escursioni, che sono abbastanza lunghe e quindi, se voglio riuscire a farle in giornata come progettato, gli ausili tecnologici servono parecchio :)
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Concordo.
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la capacità di orientamento è una qualità innata. Quasi tutte le donne ne hanno poca quasi tutti gli uomini almeno un po'. Io potrei fare una graduatoria degli amici con cui andavo in montagna circa la loro capacità. Penso anche che più vai in giro e più ti alleni anche in quesa abilità. Racconto un episodio. Mai portat la bussola. Ma una volta 2 amici mi chierono di portarla su un percorso che tutti abbiamo fatto più volte. Arriviamo a un punto preciso. Tempo discreto no nebbia come loro avevano trovato la volta precedente. MI domandano: dove va ora il sentiero? IO:mi sembra proprio che torni a est. e così pensavano anche loro in mezzo alla nebbia la volta precedente. Ma la bussola sbugiarda tutti! era ovest! e tutti avevano decine di anni di esperienza. Mah
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Secondo me in parte è innata, in parte si affina con l'esperienza. Una grande importanza è la capacità di osservazione, anche questa secondo me innata. Anche io ho la curiosa impressione che le donne siano molto più "distratte": al ritorno non si ricordano i bivi, le deviazioni, i sentieri, non so perché... ;D (mirate al petto)
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"Franco Michieli, geografo ed esploratore, 20 anni fa ha capito che la tecnologia rischiava di uccidere il gusto per l’esplorazione. Da allora organizza spedizioni nelle terre più selvagge orientandosi esclusivamente a vista: niente mappe, niente strumenti, e nemmeno un telefono satellitare per chiedere soccorso. E arriva a destinazione, dimostrando che l’uomo possiede un senso dell’orientamento innato, che puó essere affinato semplicemente grazie a un’attenta osservazione del territorio, dell’orografia, del paesaggio"
http://gognablog.com/orientamento-senza-mappa/ (http://gognablog.com/orientamento-senza-mappa/)
Che ne pensate?
Secondo me in parte è innata, in parte si affina con l'esperienza. Una grande importanza è la capacità di osservazione, anche questa secondo me innata. Anche io ho la curiosa impressione che le donne siano molto più "distratte": al ritorno non si ricordano i bivi, le deviazioni, i sentieri, non so perché... ;D (mirate al petto)
Difficile dire. Anche mia moglie si ricorda poco dei luoghi. Però ricorda benissimo volti e nomi di persone che io dimentico. Non credo però sia questione di genere ma di interessi. Uno osserva intensamente quello che interessa. Io ad esempio mi oriento bene in montagna ma non in città.
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In montagna, specie ravanando fuori sentiero, esiste anche un'altra capacità che consiste nel saper "leggere" il territorio: la capacità cioè di intuire la morfologia del territorio evitando per esempio mugaie, salti di roccia, pietraie eccetera, "indovinando" il percorso migliore o meno faticoso per salire o scendere un certo versante. Questa è una capacità che si acquisisce solamente con l'esperienza
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Ulteriore riflessione di Alessandro Gogna sul tema:
"E' evidente che le tecnologie non moltiplicano la nostra esperienza, anzi la de-moltiplicano. La nostra esperienza individuale viene de-moltiplicata con l’uso sistematico e massiccio della tecnologia. Si è detto almeno due o tre volte che quando si è circondati da tecnologia non si è più capaci di “sentire” l’ambiente a noi circostante, un’amputazione delle nostre possibilità e capacità che non può essere tollerata"
http://gognablog.com/alpinismo-e-tecnologia/ (http://gognablog.com/alpinismo-e-tecnologia/)
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... La nostra esperienza individuale viene de-moltiplicata con l’uso sistematico e massiccio della tecnologia...
La terminologia che mi lascia leggermente :o, ma il concetto è giusto. Fruitori e non succubi.
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Il concetto è applicabile in molti aspetti del quotidiano;lo strumento in sè non è la causa della perdita di competenze o abilità,lo è invece l'uso che se ne fa.
Qui entra in gioco il tema della cultura del fruitore della tecnologia,di quali insegnamenti o esperienze ha goduto in fase di formazione ecc.
Per me mantenere attive le capacità sensoriali,la memoria visiva,l'istinto nel percepire i messaggi dell'ambiente ecc. è un piacevolissimo ed utile esercizio.
Mi viene in mente una "certa ricerca" che ha coinvolto Pian ed altri amici:tutti focalizzati su dati del GPS,sull'utilizzo di metal detector ecc,ma alla fine è stata la memoria visiva al momento dei fatti,l'istintivo fix di alcuni punti di riferimento (l'allineamento di due piante distinguibili da altre) e sicuramente un'indefinito istinto che hanno prodotto il risultato...
Ad ogni modo rifiutare a priori l'aiuto e la sicurezza in più offerta dalla tecnologia lo trovo un'atteggiamento snob e poco sensato.