06.06.14
In questa stagione che sembra non avere mai fine, le possibilità in alta quota sono parecchie: così, trovandomi solo e a casa dal lavoro, mi porto nella amata Val Venezia per fare un ultimo tentativo (il quarto della stagione) al Cevedale.
Nel tardo pomeriggio risalgo il sentiero sopra Malga Mare che regala sempre delle vedute magnifiche, nonchè incontri frequenti con la fauna selvatica
Il Vioz dalla strada in Val di PejoControluce sul ViozContrasti primaveriliCamoscioAttraverso il Pian Venezia su terreno paludoso che mi rallenta parecchio, al fine di raggiungere la prima lingua di neve nel vallone di destra
Il Pian VeneziaInizio con le pelli nella spianata poco sopra e solco velocemente la neve marcia e marrone fino alla vallata superiore dove tolgo gli sci per risalire la rampa franosa che mi conduce al Larcher
Marmotta al LarcherMi infilo nel bivacco invernale, cena e sotto le coperte molto presto.
Sveglia alle 4, alle 4.45 sono sci in spalla e, seguendo il sentiero estivo parzialmente innevato, raggiungo la rampa al bivio tra il sentiero che sale alla Forcola e quello che porta al ghiacciaio. Scelgo quest'ultimo ed intaglio velocemente il pendio fino ad un traverso che mi porta nel vallone dove cala la lingua della vedretta. Con una ripida tirata giungo nell'immenso catino glaciale
Alba sulle Dolomiti di BrentaSpunta il sole dietro a Cima MarmottaSulla Vedretta de la Mare verso il CevedaleNonostante la vetta sembri a portata di mano, le prospettive ingannano, il ghiacciaio è interminabile. Punto verso il Monte Rosole e il sovrastante crestone che, in maniera molto docile, conduce alla vetta.
Verso le Cime VeneziaPoco sopra il Monte RosoleLa ZufallImboccata la dorsale, con molte zeta intaglio il pendio fino alla splendida e facile vetta del Cevedale dove il panorama è davvero sconfinato e la gioia al culmine
. Sono le 9 in punto. Le vette principali del gruppo dominano la visuale, quindi tutta la corona delle 13 cime, poi Presanella, Palla Bianca, Similaun, Cima d'Asta, Marmolada, Dolomiti, Gran Pilastro, Bernina, Monte Rosa (forse
)
Sulla vetta del CevedaleGran Zebrù ed OrtlesPunta San MatteoPresanellaSci in posaLa magìa della vetta non può durare in eterno, una discesa esposta a sud e con temperature in costante rialzo, mi aspetta: perdo quota sciando la cresta prima a sud, poi un breve tratto a nord più o meno fino alla formazione rocciosa tra Cevedale e Zufall. Da lì mi butto in giù ma cerco di tenere il pendio a sinistra perchè in centro c'è un ben visibile seracco. La neve alterna tratti di crosta ventata a powder.
La vetta e la prima parte della discesaImbocco dunque la variante di discesa per il vallone est che passa al di sopra della seraccata e che conduce in maniera più diretta verso la Val Venezia
Sopra i seracchiVioz e Palon de la MareIn canale si chiude e la discesa non lascia dubbi. La pendenza è sempre gradevole e mai eccessiva, la neve a tratti pesante e a tratti portante.
Un tratto ripidoPiano piano la neve è sempre più marrone e ormai la lunghissima sciata sta giungendo al termine
Camosci sulla neveLa rampa che riporta in valleDiscesa la ripida rampa, tengo la destra non passando più così sotto il rifugio: la neve è più continua da questo lato e, dopo un lungo tratto pianeggiante, torno al Pian Venezia seguendo le sempre più esigue lingue di neve. Infine, in corrispondenza del torrente, termino la sciata e rimetto gli sci in spalla attraversando così la piana tra splendide fioriture e una miriade di marmotte in corsa
Un ultimo sguardo alla valle e alla vettaRientro dunque a Malga Mare dove ho l'auto. In conclusione è stata una gita fantastica, nella più totale solitudine (nemmeno una persona incontrata sul percorso), ho perso il conto dei camosci e delle marmotte che ho visto e, nonostante l'esposizione sud, una sciata gradevole e a dir poco interminabile.
Dislivello: 1800 metri
Difficoltà: BS
Neve: invernale crosta-powder in alto, marcia-firn nel tratto intermedio, firn portante e scorrevole in basso
Questa non è la traccia GPS, ma un disegno fatto a mano su Google Earth: in giallo la salita del primo giorno, in verde quella del secondo, in rosso la discesa