Secondo giorno della mia trasferta in quel di Rabbi/Val di Sole.
Solita notte piuttosto freschetta in macchina
, colazione al bar in piazza a Malè e partenza col primo sole. Tagliato in breve un tornante della strada asfaltata, il sentiero inizia ad inoltrarsi lungamente nel bosco fino a intercettare la larga dorsale che divide l'imbocco della Val di Rabbi con la Val di Sole. Si intravede, tra le fronde degli alberi, la larga mole di Cima Vese prendere forma mentre pian piano la vegetazione diventa più attraente. Esco con luce ancora abbastanza radente al "La Segal", piccolo baito a metri 1300, quindi, in breve, raggiungo una bella radura sfregiata da alcuni ripetitori
Da qui continuo su una strada forestale pianeggiante tra splendidi boschi sotto la felice luce del mattino
Giungo quindi al "Mas de la Cros", ricostruito da appena 2 anni dopo un incendio (targa all'ingresso). La larga dorsale inizia a stringersi portandomi in direzione della Malga Bolentina Alta a metri 1822, da dove la vegetazione si dirada e lascia posti ai colorati larici che, unendosi al bruno tappeto dei pascoli in quota, crea uno splendido gioco di colori. Dietro di me riconosco ora molte vette da me già calcate in un'altra traversata, tra cui Cima delle Mandrie, mentre l'ormai lontana Val di Sole si stende ai miei piedi e la sagome dentellate delle Dolomiti si fanno piuttosto chiare. Il percorso diventa intuitivo, l'erta cima prativa del Piz di Montes, seconda vetta del mio percorso, si staglia di fronte costellata dai poco suggestivi paravalanghe (nome tecnico?
)
Cima delle MandrieLa Val di Sole e le DolomitiIl Piz di MontesAl termine dei larici, proprio sotto alla vetta del Cimon, sorge il piccolo bivacco Dino Marinelli, struttura molto ridotta ma ben tenuta al suo interno
Il Bivacco Dino Marinelli all'esternoIl Bivacco Dino Marinelli all'internoProseguo dietro la costruzione, pestolando ormai sempre più spesso la neve umida e a tratti un pò profonda che mi rallenta non poco la salita. Con un'ultimo sforzo, raggiungo la vetta del Cimon di Bolentina a 2287 metri.
Poco sotto la vetta del Cimon di BolentinaControluce in crestaLa vetta del Cimon di BolentinaDecido di proseguire comodamente in direzione del Piz di Montes, su cresta facile e comoda. Sotto di me, alcuni operai stanno lavorando alle reti di protezione. La neve è ormai molla e gli scarponi stanno già navigando nonostante abbia delle ghette molto buone, ma il crinale è comodo e sicuro ed in breve conquisto anche la seconda vetta.
Sul Piz di MontesCima MezzanaI problemi giungono nella cresta di collegamento tra il Piz di Montes e il Sass dell'Anel: dapprima si deve scendere un pò su terreno ancora piuttosto facile, ma subito si deve toccare una seconda elevazione rocciosa piuttosto impervia che devo evitare tagliando il ripido versante sud un pò sporco di neve. Con attenzione mi porto oltre, dove inizia l'apperentemente breve salita all'ultima cima.
La cresta verso il Sass dell'AnelVista splendida sulla PresanellaIl panorama è splendido ma durante la salita devo rimanere concentrato in certi passaggi non difficili ma innevati che presentano entrambi i versanti molto ripidi: sul versante Nord, una bella corazza di ghiaccio molto inclinata sporofonda verso la Val Saleci, verso sud, i ripidi pendii erbosi fanno presagire qualche salto di roccia. Utilizzando piante, sassi sporgenti e la traccia appena visibile di sentiero, riesco a raggiungere anche la terza vetta, quotata 2527 metri.
Il BrentaLa vetta del Sass dell'Anel e tutto il percorso in crestaCalo, sempre su percorso non banale, in direzione del Passo Saleci da dove devo iniziare il lungo ritorno su tracce verso Malè.
Dal Passo Saleci verso le DolomitiLa cresta appena discesaDa qui comincia il travaglio: nei prati sottostanti individuo un piccolo baito che intuisco essere il "Camocina". In breve lo raggiungo ma scopro che ha tutt'altro nome; inoltre qui dovrebbero incrociarsi tre sentieri, invece non se ne vede l'ombra. L'unica traccia discende dritta verso valle seguendo la dorsale. La prendo ed inizio a perdere quota tra gli alberi ma non vedo una cavolo di deviazione verso sinistra. Ad un certo punto mi faccio coraggio e taglio con calma e prudenza lo scoscesissimo bosco, scivolando numerose volte costringendomi ad una vera e proprio "arrampicata su erba". Intravedo un altro piccolo baito più sotto e lo raggiungo in breve: scopro che quello è il vero baito "Camocina", molto ma molto più sotto rispetto alla mappa (sia Kompass che Tabacco).
Il Bivacco CamocinaIl Brenta dai prati del bivacco CamocinaOra finalmente trovo la traccia (senza segnavia) che taglia tutto il versante, piena di deviazioni non segnalate che però non prendo perchè ormai ho ben chiara la posizione della prossima tappa. Di fatto, in breve giungo alla Malga Plazze Deggiano. Da qui la strada forestale non desta più alcun sospetto: la seguo fino ad un bivio dove risalgo un pò per tagliare l'ennesima vallata in direzione del paese di Montes che raggiungo dopo un lungo traversone.
Rifornimento acqua e giù per la strada fino a Malè
Dislivello 1950 circa
Sviluppo 24 Km