Dal Passo di Vedretta Alta 3156, vista sul Gran Zebrù
Con
Cima Marmotta 3330 avevo un conto aperto da regolare
Diversi anni fa ci provai salendo fino al
Passo di Lago Lungo m 3150, ma
la cresta che porta alla dorsale SE sud era impraticabile (rocce verticali, burroni). Qualcuno in realtà riesce a passare, “ostiando” parecchio, ma noi scendemmo sulla vedretta del ghiacciaio cercando di salire da lì, ma c’era ghiaccio insidioso in una pietraia allucinante. Sicché la fidanzata dell’epoca che era con me ebbe una mezza crisi isterica e mi mandò a quel paese facendo un robusto dietrofront
Cima Marmotta 3300 a sx, con la lunga dorsale verso Passo Lago Lungo a dx
Stavolta (senza fidanzate) decidiamo di
attaccare Cima Marmotta per la dorsale NO salendo da Cima Nera, che dovrebbe essere più abbordabile. Con l’auto raggiungiamo la
Val di Pejo e quindi il parcheggio di
Malga Mare a quota 1983 (pedaggio 3 euro). Di qui col
sentiero 102 risucchiamo torme di turisti dirette al rif. Larcher.
La partenza da Malga Mare
Pian Venezia
Salendo verso la Val di Lago Lungo
Al
Pian Venezia, come previsto, noi deviamo per il
sentiero 146 e non c’è più nessuno. Ci inoltriamo nella magnifica
valletta di Lago Lungo, che fa parte del “Percorso dei Ghiacciai”. Dopo aver superato alcuni sbalzi pratosi con magnifiche conche solcate da gorgoglianti torrentelli, arriviamo allo splendido
Lago Lungo 2550, le cui acque azzurre riflettono le imponenti cime all’orizzonte di
Cevedale 3769 e
Zufallspitze 3757. Saliamo ancora gradualmente di quota fino a
intercettare il 104, lo percorriamo brevemente in direzione del Rif. Larcher, quindi lo abbandoniamo per seguire una deviazione (senza cartelli né segni) che ci porta in pochi minuti alla splendida conca del
Lago delle Marmotte 2704.
Lago Lungo 2550: a sx Cevedale e Zufallspitze, a dx Cima Nera
Lago Lungo con cima Cavaion sullo sfondo a sx
Vedretta de La Mare
Lago Marmotta 2740
Di qui saliamo più decisamente per
una traccia della Grande Guerra che ci porta dopo diversi zig zag per un ripido costone di sfasciumi in vetta alla
Cima Nera m 3037, con evidenti resti di baracche e trinceramenti. E’ un balcone panoramico straordinario sulla zona, specie verso la catena dei “giganti” che comprende
Vioz 3645,
Palon de La Mare 3703,
Rosole 3531,
Cevedale 3769 e
Zufall 3757, con la V
edretta de la Mare sottostante che precipita verso la
Val Venezia.
Salendo a Cima Nera, sullo sfondo Cima Marmotta
Trinceramenti a Cima Nera
In Vetta a Cima Nera 3037: da sx Vioz, Palon de La Mare, Rosole, Cevedale
Da Cima Nera vista sullo Zufall versante est e passo Forcola in basso; sullo sfondo spunta il Gran Zebrù
Bisogna però affrettare il passo: io temo molto la possibilità di temporali pomeridiani, tutt’attorno le nuvolaglie si stanno addensando sulle cime. Prendere un temporale a 3300 metri, magari su un crinale, non è proprio il massimo. Ora si comincia a ballare:
da Cima Nera in poi sentieri non ce ne sono più e neppure tracce, a parte qualche vago ometto. Iniziamo a salire quindi con percorso libero per le
desertiche conche pietrose (dove una volta c'era la vedretta oggi scomparsa), punteggiate di specchi d’acqua, che si susseguono verso la dorsale. Cerchiamo di evitare le pietraie più rognose e gli sfasciumi: tutto sommato si riesce a proseguire bene con un minimo di attenzione.
Il deserto roccioso dove una tempo c'era la vedretta, noi andiamo a prendere la dorsale verso sx, a dx Cima Marmotta
Sguardo indietro verso Cima Nera in lontananza, appena salita
Spunta la mole del Gran Zebrù, uno spettacolo che ci lascia senza fiato
Arriviamo quindi al
Passo di Vedretta Alta 3153, una dorsale pianeggiante molto ampia: qui la vista sulla
magnifica piramide del Gran Zebrù 3851 ci apre il cuore! Che spettacolo fantastico! Si resta letteralmente a bocca aperta, è un paesaggio che non ha nulla da invidiare alla Patagonia.
La magnifica vista su Gran Zebrù e Ortles visti dalla dorsale NO di Cima Marmotta
Rimontiamo faticosamente la dorsale per scomodi sfasciumi, sullo sfondo al centro Cima Venezia
Dalla dorsale vista verso Vioz, Palon de La Mare, Rosole e Cevedale (coperto dalle nuvole), in basso a dx Cima Nera
Sulla dorsale di Cima Marmotta
Uno dei passaggi più rognosi: burroni da una parte, placche e sfasciumi verso la vedretta dall'altra
Il crinale ha dei tratti piuttosto ostici, dove la cresta è impraticabile e bisogna aggirarla ai lati
Nebbie e nuvole si alternano verso la cima, ma il tempo intorno sembra tenere. Proseguiamo nonostante l’ora sia ormai un po’ tarda.
Risaliamo faticosamente la dorsale per sfasciumi, poi il crinale migliora un po’ ma la marcia è comunque non banale. Ogni tanto c’è qualche ometto ma poca roba. Su alcune mappe (4Land tanto per non far nomi) è segnato
un fantomatico sentiero 27A ma del vecchio sentiero non è rimasto assolutamente nulla.
Né cartelli né segni a terra.
Dopo aver superato un montarozzo, scendiamo un po’ di quota per affrontare
due o tre brutti passaggi rognosi e faticosi: non c’è nessun segno o ometto, quindi bisogna inventarsi la salita. Sono dei cocuzzoli rocciosi alti una cinquantina di metri:
da una parte i dirupi, dall’altra pareti rocciose ripide che danno sulla Vedretta Alta. Alla base, sfasciumi faticosi con grosse pietre mobili, fango e ghiaccio. Non senza difficoltà riusciamo a superarli uno alla volta, con calma e circospezione.
Ultimo strappo all'anticima, piuttosto esposto
All’ultima rampa finale troviamo una esile traccia che risale l’esposto crinale tra le rocce. Arriviamo ad una prima cima con la croce, poco distante c’è un’altra cima un po’ più alta, che raggiungiamo salendo l’ultimo strappo verso la vera
Cima Marmotta m 3330. Il panorama è davvero grandioso.
La vedretta di Careser appare in drammatico ritiro rispetto a come la ricordavo qualche anno fa, si sono formati perfino dei nuovi laghi sotto Cima Venezia. Spettacolare la vista sul Gran Zebrù e sull’Ortles, e sulla vicina
Cima Venezia 3386 che però non sembra avvicinabile facilmente.
Anticima di Cima Marmotta, ancora un ultimo piccolo sforzo e siamo in cima
In vetta a Cima Marmotta, vista su Cima Venezia a sx e quel che resta del ghiacciaio del Careser
Da Cima Marmotta il grandioso panorama
La vedretta è in gran parte sparita, sotto cima Venezia si sono formati dei laghi
Contemplazione su Cima Venezia a sx e il grandioso bacino della Vedretta del Careser (foto LS)
Sempre con l’ansia dei possibile temporali pomeridiani, decidiamo di scendere di quota abbastanza rapidamente: l’idea di rifare la cresta non ci entusiasma ma, come spesso succede, una volta fatta in salita tutto poi si semplifica nella discesa conoscendo già il percorso.
Iniziamo la lunga discesa per i faticosi sfasciumi
Il tratto più ostico
Peccato dover scendere... ma le nuvolaglie incombono
La tormentata cresta coi frequenti saliscendi di sfasciumi e rocce
Torniamo senza problemi alla forcella di Vedretta Alta e poi giù con percorso libero, andando a vedere i
bei laghetti nei pressi di Cima Nera. Torniamo giù per il sentiero fatto all’andata fino al Lago Marmotte, dove un branco di camosci pascola con noncuranza nonostante il nostro arrivo. Riusciamo ad avvicinarli fino a 50 metri.
Scendendo verso Cima Nera diamo un'occhiata ad ammirare questi splendidi specchi d'acqua
Qualche ora prima eravamo lassù
Eccoci di nuovo a Cima Nera, a sx Val di Lago Lungo a dx Val Venezia
Trincee a Cima Nera con la luce del tramonto
Lago Marmotta
Camosci in riva al lago pascolano pigramente, indifferenti al nostro arrivo; marmotta di vedetta
Quindi scendiamo al
rif. Larcher 2608 col
sentiero 104, poi col
102 scendiamo fino al Pian Venezia accompagnati dai numerosi fischi di marmotta. Scendiamo quindi, per lo stesso percorso dell'andata, fino a Malga Mare dove abbiamo l’auto.
Rieccoci a Pian Venezia
Ultime luci sul Vioz
Escursione impegnativa, fisicamente e anche tecnicamente per gli sfasciumi rognosi da passare lungo la dorsale alla cima. L’orientamento è abbastanza intuitivo, ma in alta quota con scarsa visibilità e senza riferimenti visivi potrebbe diventare un problema serio. Sviluppo oltre 20 km, dislivello 1330 metri.
Il percorso