Da Cima Vese vista sulla Val di Sole e il Gruppo di Brenta
Cima Vese e le altre vette del circondario le ho già salite tutte, ma cercando un itinerario nuovo in zona
vedo la lunga dorsale est, che non ho mai fatto, e decido quindi di provare. Il dislivello è pesante,
la partenza da Cis è a circa 730 metri e sono quindi 1700 metri sul groppone. Con la dovuta calma, dovrei farcela. Parcheggio poco fuori dell'abitato, in un piazzale a ridosso delle strade agricole tra i meleti.
Il bel sentiero nel bosco
L'itinerario è apparentemente elementare, e si svolge
per dorsale seguendo il sentiero 133B, che sale subito di quota inoltrandosi nella boscosa
Val del Gaggio. Un sentiero molto bello e vario, ben tracciato, anche se i panorami sono pressoché nulli. Per raggiungere la dorsale ci vogliono 2 km, il sentiero è facile a zig zag larghi e con pendenza costante.
Arrivato a ridosso della dorsale presso una baita, il sentiero sparisce nel nulla, o meglio si perde nel solito macello di piante schiantate e nuove strade forestali, le mappe qui sono molto confusionarie.
La lunga dorsale che conduce a Cima Vese
Il sentiero sale verso la dorsale con pendenza costante
Dalla baita trovo un sentiero che scende leggermente e mi porta in una valletta dove trovo una
provvidenziale sorgente dove posso fare rifornimento.
Il sentiero si ricongiunge più a monte con una strada forestale, dove però non c'è alcuna indicazione. Faccio un po' di casino e seguo un'altra forestale in salita che mi porta su un poggio boscoso dove finisce improvvisamente. Grazie al GPS mi riporto sul sentiero giusto un poco più a monte.
Qui il sentiero apparentemente si perde, a sx una traccia conduce in 10 minuti ad una sorgente
Il sentiero sale lentamente a ridosso della dorsale
Finalmente uno squarcio di panorama con vista sul Brenta e la Val di Sole
Masi Joel
Anche qui il sentiero è molto bello, con pendenza moderata: risale lentamente la lunghissima dorsale alternando salite e tratti quasi in piano. Ai
Masi Joel faccio una breve deviazione a un
baito su un magnifico poggio panoramico, dove posso finalmente vedere uno
scorcio della Val di Sole, con vista sul
Brenta imbiancato dalla recente nevicata. Proseguo per il sentiero, fiancheggiato da magnifici larici secolari. Pian piano che salgo di quota la visuale si apre. Appare finalmente
Cima Candei m 2190, che sembra orribilmente lontana. Mi affaccio sulla selvaggia
Val Baiarda verso val di Sole, e su
Bresimo verso nord, col
Monte Pin che svetta all'orizzonte. La fatica comincia a farsi sentire, le brevi soste per rifiatare sempre più frequenti.
Il sentiero in quota è fiancheggiato da bellissimi larici
Avvisto Cima Candiei, che sembra lontanissima (e lo è!)
Ecco apparire verso nord il Monte Pin
La dorsale nella parte alta è veramente spettacolare, con vista verso l'Alta Val di Non, sullo sfondo Catinaccio e Marmolada, a dx Lagorai
Vista verso la zona di Malga Binasia col M. Pin a destra
Malga Laresé di sopra e di sotto, con cima delle Mandrie e Cima Lainert sullo sfondo
A Cima Candei 2190 sono al lumicino e con poca acqua, decido di fare la sosta pranzo dopo quasi 1500 metri di dislivello in una tirata unica. Riposo un po' e divoro un panino. Dopo la sosta riprendo la marcia e affronto gli ultimi 200 metri ripidi alla cima, o meglio l'anticima con una grande croce in legno. Quindi con un ultimo traverso con vista sul bel laghetto nella conca sottostante sotto Cima Lac, raggiungo finalmente la vetta di
Cima Vese a quota m 2400.
Quasi in cima allo spallone, con vista su Bresimo a sx
Ultimi metri per cima Candei, al centro spunta Cima Lac
Ecco sull'anticima di Vese, sguardo indietro alla dorsale
La grande croce in legno dell'anticima
Panorama veramente grandioso sulla val di Sole, sulle Maddalene, sul Brenta. Dopo una breve sosta mi rimetto in marcia perché inizia a farsi tardi e il rientro è ancora lunghissimo. Spero di trovare acqua più in basso al Malghetto.
Vista verso il Brenta imbiancato dalla recente nevicata
Il laghetto sotto cima Lac
In vetta a Cima Vese, con vista verso Cima delle Mandrie e Cima Lac
Mi aspetta l'eterna discesa verso Terzolas, che è meno banale di quel che sembrava sulla carta. Le mappe indicano di scendere lungo il crinale sud ma non c'è alcun cartello che indichi la via e neppure sentieri visibili. In ogni caso lascio il crinale che è esposto con salti di roccia, e scendo qualche decina di metri per il costone erboso ripido a ovest, riprendendo il crinale più in basso dove trovo degli
sbiaditi colori Sat sui sassi. Calo per le roccette esposte del crinale, cercando di non perdere la vaga traccia che aggira i salti di roccia.
La cresta sud dove scende il sentiero 117A
Vista verso il Rochet e Cima delle Mandrie
La cresta di Cima Vese vista dal basso: la traccia di sentiero aggira i roccioni sulla sx
Arrivato a questo bel poggio tiro dritto e perdo il sentiero, che gira invece decisamente verso sx
Arrivo a un pianoro, i
Prai del Monte, dove perdo il sentiero. Ci sono cartelli per scendere verso
Malga Mandriole ma nessuno per il
Malghet Aut.. Per fortuna me ne accorgo subito grazie al GPS, torno un po' indietro verso est e trovo una palina SAT. La traccia è molto vaga e scende per il costone molto ripido affacciato sulla Val Rocca. Dopo eterna discesa arrivo finalmente al Malghet Aut, con una meravigliosa
fontana di acqua fresca dove faccio rifornimento.
La ripida discesa la Malghetto
Il sole sta calando...
Eccomi al Malghet Aut, dove per fortuna c'è una fontana
In fondo allo stallone del Malghet Aut c'è il bivacco intitolato a G. Stanchina
Malghet Bas
Il Sass delle Strie con delle incisioni poco leggibili
Al malghetto c'è la bella
chiesetta fatta dagli alpini e anche un
piccolo bivacco nello stallone intitolato a Gianni Stanchina. Da qui in giù scendo per la strada forestale, con vari "tagli" per sentiero che evitano noiosi tornanti. Arrivo al Malghet Bas e ancora giù sentieri e pezzi di forestale per far riposare i piedi che iniziano a fumare. Arrivo finalmente in fondo, poco sopra
Terzolas. Avevo una mezza idea di provare a prendere il trenino per tornare verso Cis, ma la gamba è ancora discreta quindi decido di proseguire a piedi. Anche qui le carte sono molto incasinate e discordanti, ma grazie al GPS riesco a destreggiarmi e trovare una bellissima strada agricola che compie un lunghissimo traversone di circa 7 km, passando per Samoclevo e S. Giacomo, dove faccio ancora rifornimento acqua ad una fontana. La strada agricola praticamente costeggia il fondovalle a circa 150 m sopra la strada provinciale, praticamente pianeggiante ma zeppa di bivi, che percorro al buio con la luce frontale, e mi riporta senza perdere quota fino a Cis dove ho la macchina alle 21.30, sano e salvo anche stavolta
.
Chiesa di S. Giacomo
Escursione molto bella ma
piuttosto impegnativa, per il dislivello, la lunghezza e anche l'orientamento che non è banale, specie da cima Vese in giù. In quota il paesaggio è davvero spettacolare. In una giornata intera ho incontrato solo un pastore. Da Terzolas al ritorno è un intrico di strade agricole dove ci si perde facilmente se non si sta attenti. Sviluppo 27 km, dislivello 1800.
Il percorso