Questa cavalcata di cresta ci piace molto farla in questo periodo per sfruttare gli ultimi giorni di apertura delle malghe dove visto il periodo non mancano mai le caldarroste.
Quest’anno abbiamo qualche dubbio sulla fattibilità dell’intero giro. La nevicata recente potrebbe creare problemi nel salire l’ultima cima. Da quello che vediamo però le prime tre sono fattibilissime.
Misteriosamente il primo tratto di sentiero per il Cornicolo sono più le volte che lo manchiamo, e raggiungiamo la traccia corretta solo dopo lunghi ravanamenti tra mughi, ginepri e rododendri. Naturalmente anche questa volta sarà così. Riacchiappata la traccia giusta ormai fuori dal ginepraio risaliamo il vallone e con un ultimo ripido tratto siamo in cresta. A destra si raggiunge la croce del Cornicolo a sinistra il Cornicoletto che nonostante il nome è più alto di suo fratello. Tra accumuli di neve e roccette raggiungiamo la croce. Breve sosta e poi torniamo sui nostri passi per salire, mi verrebbe da dire al fratello minore visto il nome, ma è più alto per cui…
Seguendo sempre la cresta e tracce di passaggio, con facili passaggi di I° grado si raggiunge l’omettone di vetta. Davanti a noi abbiamo tre persone che hanno evitato il Cornicolo per cui sfruttiamo le loro impronte nella neve, in alcuni punti il vento ha creato grossi accumuli e nei passaggi sui sassi spesso e volentieri si sprofonda fino a oltre il ginocchio. Saliamo la terza cima, il panettone della Belmonte. Da qui vediamo chiaramente che il tratto più esposto della salita alla Vedetta Alta è innevato, essendo sul lato nord. Era il dubbio che avevamo alla partenza. Se il gruppetto non avesse proseguito, probabilmente, saremmo scesi, ma poiché vanno avanti, ci facciamo tentare e continuiamo anche noi. Scendiamo dalla Belmonte e con un lungo traverso con tratti attrezzati arriviamo al punto, dove dobbiamo cambiare versante. Il trio davanti a noi ha passato il tratto innevato con catene e ora stanno cambiando versante in un punto piuttosto esposto, ci suggeriscono di fare come loro o proseguire per la cresta, la cresta per noi è off-limits per cui decidiamo di seguire le loro tracce. Il passaggio su neve grazie alle catene non è un problema, subito dopo le catene si sale a sx e si torna sul versante sud, cosa che se la neve non ci fosse non si dovrebbe fare, non è difficile ma un poco esposto, appigli e appoggi sono ottimi. Si rimane ora per un breve tratto sul versante sud seguendo una traccia su erba che riporta in cresta e quindi sul versante nord, un più lungo traverso su neve e un canalino, dove sta uscendo già il ghiaccio e si è fuori dal tratto più impegnativo. Non resta ora che risalire il ripido tratto che porta alla croce.
In cima ci godiamo il panorama con una temperatura estiva e poi scendiamo dal sentiero più battuto che porta a Malga Kessler dove facciamo pausa pranzo fino al momento in cui il sole scompare dietro al Monte Ometto. Dopo di che con un lungo traverso nel bosco torniamo a Malga Revò e Cloz.
Dislivello 1505 m e 13,8 km