Avrei voluto avere delle foto spettacolari da far vedere a quello che oggi è a tutti gli effetti mio cognato cosa ci siamo persi vent’anni fa invece…Risaliamo al Vioz come allora.
Questa volta, però niente impianti, siamo più vecchietti ma l’allenamento è sicuramente migliore.
Lasciamo l’auto alla Chiesa di San Rocco, poco sopra Peio paese e prendiamo la sterrata che sale a Malga Saline, panorama nullo e dicono che si eccezionale, ci crediamo sulla parola! Dopo la malga si prosegue brevemente per sentiero, si taglia una pista da sci per quello che ho potuto vedere e al bivio per il Rifugio Doss dei Cembri svoltiamo a dx e prendiamo il sentiero denominato “Filon dei omeni”, un lungo crinale morenico inerbato che va ad incrociare il sentiero che sale dal Rifugio Doss dei Cembri. La salita è sempre regolare, rispetto ad anni fato ci sembra abbiano aggiunte delle catene. Pochi metri prima del rifugio troviamo la neve, anche recente, lasciata dal temporale di questa notte. Dal rifugio un ultimo sforzo per la cima, tra l’altro ogni tanto esce uno spiraglio di sole, chissà mai… Anche qui i ricordi sono nebulosi, ricordavo una croce in cima invece c’è il resto di una croce in legno già visibile dal rifugio e poco oltre il pilastrino della cima.
Scambio di foto nel nulla con due ragazzi di Roma. Nella speranza di poter vedere qualcosa attendiamo un poco, intanto ci raggiunge un’altra coppia, altre foto sempre nel nulla e poi…un quadratino di cielo, appare il Palon della Mare e mentre si pensa di proseguire verso cima Linke seguendo le tracce ecco che appare anche lei.
Lasciamo i ragazzi di Roma sul Vioz e insieme all’altra coppia proseguiamo per cima Linke. Breve discesa, breve attraversata su nevaio e breve risalita alla cima, qualcosa in più riusciamo a vedere non possiamo lamentarci! Altre foto e poi torniamo sui nostri passi. Visto il tempo e non volendo rischiare un temporale non ci fermiamo al rifugio per mangiare e posticipiamo il panino al rifugio Doss dei Cembri o se migliora strada facendo. In discesa si aprono degli squarci sia verso valle sia sulle cime circostanti ma una nebbia nera incombe sulle nostre teste, per cui niente sosta intermedia.
Al rifugio c’è calma piatta, tanto che pensiamo sia chiuso, invece, semplicemente non c’è nessuno in giro. Facciamo festa ai panini e poi più o meno con lo stesso sentiero torniamo alla macchina sotto un bel sole, ma la cima non vuole proprio farsi vedere!
DATI GPS
Dislivello 2179 m e 21,03 km