Cresta sud di Punta TavielaArrivo terribilmente in ritardo con questa relazione (raccomando ad AGH di non metterla tra le "ultime escursioni" per non confondere i forumisti
) ma decido egualmente di stilarla perchè in internet non si trova quasi niente di questa salita, ripida invero ma fattibile in assetto escursionistico. Cercherò di essere stringato, solo un piccolo appunto: la maggior parte delle foto dei passaggi ostici le ho fatte al ritorno assieme ad un signore di Cogolo che ho trovato bloccato nella parte alta ma che ho invitato a riprovare la vetta in mia compagnìa
3 Agosto 2017
Partenza da località Covel, quota 1800 e risalita lungo sentieri e piste in direzione dell'affollata Pejo 3000. Fuggo velocemente dal delirio generale, scout che pregano, signorine col tacco, rumorose scolaresche, orientali affamati di foto: la cresta parte proprio da questa bolgia ma basta davvero poco per ritrovare la pace e la solitudine. Nessuno tenta questa via, tutti sono in coda per il Vioz.
Le piste all'albaCresta sud della TavielaInizialmente la cresta è composta da sfasciumi e qualche vaga traccia, gli ometti aiutano nella progressione su questo largo spallone privo di una forma definita; forma che inizia a delinearsi dopo circa 200 metri di dislivello. Un primo tratto di gendarmi con lievi esposizoni dopodichè si compie un traverso in piano su roccia marcia a destra del crinale.
Traverso su terreno instabileRaggiunta una selletta, segue una paretina facilissima e appoggiata: la cresta spiana ma rimane piuttosto ostica fino ad un pianoro dove trovo un piccolo nevaio. Riprende la salita lungo un ammasso di grossi massi non del tutto assestati e si attacca un impenno piuttosto scosceso dove occorre prestare attenzione: per vincerlo, si cammina e si arrampica su un sistema di cengie che portano verso destra e poi in salita.
Paretina sulla sinistra, si seguono le cengie sulla destraDopo un altro pulpito, si delinea chiaramente la parte più difficile della salita: di seguito ad un tratto di sfasciume, una parete sbarra il percorso. Qui incontro un signore (quello che si vede nelle foto, fatte tutte in discesa) e, come detto sopra, lo invito a prosguire con me in quanto non è riuscito a capire dove passasse la via. Avendo fatto la Taviela due anni prima, ricordo che ci misi un bel pò anche io a racapezzarmi: gli ometti effettivamente portano in 3 posti diversi. L'unica via, a mio modesto parere percorribile senza rischiare l'osso del collo, è quella che porta a destra verso un tratto ingannevolmente più esposto degli altri. Attraversato un canalino terroso che poco sotto sprofonda in un baratro, si sale arrampicando sempre su cengette fino a portarsi totalmente dietro alla cresta.
Il passaggio oltre il canalino terrosoIn traversataSvoltato l'angolo, la montagna svela il suo punto debole. Con attenzione, su roccia marcia, si riprende la cresta oltre la parete. Raggiunta una stretta selletta, si devia di nuovo a destra su un'evidente traccia e, vinto un passaggio un pò atletico tra due roccie, si perviene alla cresta sommitale che diventa invitante ed elementare. E' fatta!
Giunto in vetta, mi accoglie lo splendido quanto triste paesaggio glaciale in grave sofferenza: pochi calcano questa cima e fa sorridere il fatto che, non troppo lontano, la bolgia accalcata sulla vicina vetta del Vioz è ignara della solitudine che potrebbe trovare utilizzando un poco di inventiva.
Verso la bella Punta San MatteoVerso Vioz e Palon de la MareVerso il gruppo dell'Adamello/PresanellaDesino in compagnìa del valligiano e inizio la discesa. Occorre prestare attenzione, i passaggi di arrampicata sono facilissimi ma in alcuni di essi sbagliare significa morire. Giunto alla base della cresta, scambio due chiacchere con l'impiegato dell'impianto: mi spiega che è stato tracciato un nuovo sentiero dal gestore del museo di Punta Linke. Decido di percorrerlo: si scende di 200 metri e si seguono i segni gialli fino ad una piana attraverstata da diversi rivoletti, quindi si attacca la sassara che porta diretta al Brik. Altrochè sentiero! E' una ravanata in piena regola, abbastanza usale per me ma non per il gruppo di ragazzi in discesa 200 metri sopra: scanso per miracolo due scariche mortifere di sassi e impreco contro la comitiva. Una volta incrociati ricevo le scuse: noto con dispiacere le calzature di questi incauti, alcuni hanno le Converse
. Ignoranza certo ma ben più grave è la complicità degli impiantisti che dovrebbero avvisare, a mio parere, delle difficoltà del luogo. Giunto al Brik, la via è conosciuta. Faccio visita al Vioz, Punta Linke e inizio la discesa al tardo pomeriggio. Non scendo al Doss dei Cembri ma continuo per la triste pista desertica lungo la dorsale di Cima Vioz, un tempo abitata da alberi. In fondo giro a destra, passo per il Rifugio Scoiattolo e giù a Covel.
Monte Vioz e Rifugio ViozPunta Taviela a sinistra e il resto delle 13 cimePunta Linke con sullo sfondo Palon e CevedaleVioz con rifugista verso la via del ritornoLa croce del ViozUltime luci nei pressi del Rifugio ScoiattoloIn conclusione mi sento di consigliare l'ascensione a Punta Taviela lungo questa cresta, ideale per escursionisti esperti che hanno voglia di usare un pò le mani senza troppi affanni. Il dislivello è ovviamente riducibile ai soli 600 metri di cresta vista la presenza di Pejo 3000 (mannaggia a loro...)
Sviluppo: 24km
Dislivello: 2650m