Autore Topic: [TREMENESCA] Traversata Lago Saleci, Sass dell'Anel, Piz Montes, Cimon Bolentina  (Letto 11466 volte)

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Lago Saleci a quota 2322

Dopo la meravigliosa traversata del Gruppo Tremenesca dalla Val di Sole alla Val di Rabbi delll’anno scorso, mi era rimasta la curiosità di esplorare l’ignota parte orientale. L’idea è di andare a vedere  almeno il Lago Saleci 2322, e poi tentare di traversare in cresta Sass dell’Anel, Piz Montes, Cimon di Bolentina e rientrare chiudendo l’anello a Pracorno in val di Rabbi. Dopo un meticoloso studio delle mappe e osservazioni con Google Earth, mi pare di aver individuato il percorso. Il rientro appare molto articolato e complicato, al di fuori dei sentieri ufficiali. Speriamo bene.


La partenza da Pracorno in Val di Rabbi

Lascio l’auto a Pracorno a m 855. Il cartello alla partenza è di quello che ti tolgono subito le forze: ore 4,30 per forcella Saleci! L’escursione inizia subito male: dopo il cartello Sat con l’indicazione del sentiero 120 perdo subito il sentiero. Inizio a ravanare nel bosco, in compenso trovo dei finferli che tosto raccolgo. Poco dopo ritrovo il sentiero, ma dopo mezz’ora ecco il dramma: il sentiero è inghiottito da uno sfacelo di alberi schiantati.


Lo sfacelo di alberi ha seppellito il sentiero

Perdo almeno 40 minuti per passare in quel disastro di tronchi enormi, rami e ramaglie, una faticata bestia e siamo appena all’inizio! Guadagno finalmente la forestale ravanando penosamente nelle ramaglie, sporco di resina fin sulle orecchie. Altri 20 minuti per la forestale ripida ed ecco un’altra sgradita sorpresa: strada e sentiero sono chiusi per lavori boschivi! Ma vaff... Va bene tutto, ma la chiusura dei sentieri va segnata all’inizio, non in quota dopo che uno ha marciato come un fesso per più di un’ora, diamine! Scavalco i nastri del cantiere e proseguo in barba ai divieti. Già mi vedo a questionare con un boscaiolo armato di motosega, per fortuna però in giro non vedo nessuno. Supero il tratto chiuso della forestale ingombro di tronchi, lungo meno di 1 km, ma non c’è un’anima.. Mi alzo di quota e quando raggiungo Malga Mandria di Sotto 1427, poco più che una baracca di sassi, sento il rumore delle motoseghe entrare in azione, ma ormai sono lontano.


Visuale verso le Maddalene

Il vallone diventa selvaggio e superbo, con splendida visuale verso le Maddalene, con Cima Mandrie e Cima Vese. Raggiungo la stupenda Malga Saleci Bassa 1658, con le mucche che scampanano poco distante. La porta è aperta, entro e resto a bocca aperta: una meraviglia! Ristrutturata benissimo, con bei mobili in legno massiccio, tutto curato fin nei particolari. La malga sembra abitata ma non c’è in giro nessuno.


Malga Saleci Bassa con la caratteristica croce


I bellissimi interni di Malga Saleci; foto d'epoca di malgari a Malga Saleci

Pensavo che questa insolita croce (mai vista una così) fosse l'opera di qualche "estroso", invece compare anche nelle foto d'epoca appese all'interno della malga. Si nota una serie di attrezzi appesi: pala e piccone, martello e tenaglie (suppongo da fabbro), ferri di cavallo, una lancia, un'asta con una spugna (?), una scaletta in miniatura, una lanterna e una bottiglia. Sembra che questa strana fattura della croce si colleghi alla tradizione simbolica di certi affreschi del Crocefisso della domenica, ove si raffiguravano le minacce di punizione a chi lavorava nel giorno di festa.



Riprendo il cammino e dopo una dura salita, sia pure su sentiero facile per un maestoso vallone, raggiungo anche Malga Saleci Alta 2039, dove una piccola mandria mi viene incontro curiosa. Entro nella malga e anche qui resto di stucco: ristrutturazione bellissima! Non ci sono neppure le orride plafoniere da garage di supermercato viste tristemente in altre malghe. Se mai dovessi abitare una malga, la vorrei così. Complimenti ai progettisti.


Verso Malga Saleci Alta


Vista sulle Maddalene


Malga Saleci Alta


Da Malga Saleci si salen ancora verso la conca con il lago

Ora mi tocca l’ultimo duro strappo verso il Lago Saleci: la valle si fa grandiosa, tra radi larici, rododendri e piccole praterie alpine, dove le marmotte si rincorrono tra i fiori e le rocce. Il fragore di un impetuoso torrente rimbomba da un versante all’altro. Che posto magnifico!


Verso forcella Saleci


Salendo verso il Lago Saleci


In vista di Forcella Saleci, salendo verso il lago

Risalgo l’ultimo traversone fino allo splendido Lago Saleci a quota 2322, dove mi lascio cadere sulla riva pratosa, travolto alla bellezza del posto ma anche dalla pesante sfacchinata di 1500 metri di dislivello, fatti praticamente in un’unica tirata. Sbrano i panini e poi mi riposo un po’.


Il bellissimo Lago Saleci


Salita col sentiero a Lago Saleci: a sx il traversone fuori traccia verso la forcella, al centro Cima Mezzana

Il cammino da fare è ancora lungo e ignoto, quindi dopo un’oretta di sosta riparto. Di perdere quota per riprendere il sentiero nel fondovalle non se ne parla, così risalgo fuori traccia a monte del lago per costoni pratosi meravigliosi, solcati da mille rivoli d’acqua che si dividiono in fresche cascatelle, davvero un incanto. Traverso in costa sperando di non trovare salti di roccia, per fortuna il terreno è ben camminabile e aggirando delle fasce rocciose arrivo sotto la forcella, attraverso una distesa di macign e, riprendo il sentiero 120.


Dal Lago Saleci fuori sentiero si attraversano lande pratose e rocciose verso la forcella omonima: al centro il Sass dell'Anel 

Con un ultimo strappo ripido sono alla Forcella Saleci 2455. Grandioso il panorama sul Brenta e sul Gruppo della Presanella, sulla Val di Sole verso il Tonale, sulle Dolomiti di Brenta. Altra breve sosta per rifiatare e guadare il panorama, quindi riparto per iniziare la traversata in cresta.


Vista sul Brenta da Forcella Saleci

Ci sono alcuni tratti esposti ma niente di tragico, tocca ancora salire fino alla vetta del Sass dell’Anel 2527, la massima elevazione del percorso di oggi. Panorama spaziale sulla Val di Sole, di fronte a me il Sasso Rosso e il Peller nel Brenta nordorientale.


Forcella Saleci con il gruppo della Presanella sullo sfondo


La statuetta al Sass dell'Anel che guarda verso il Brenta nordoccidentale

Proseguo senza fermarmi e con altri saliscendi raggiungo la magnifica ampia vetta pratosa del Piz Montes 2383. Mi fermo pochi minuti e proseguo per il Cimon di Bolentina 2287, con discesa ripida e altra salitella.


Dal Sass dell'Anel la cresta verso Piz Montes e, a sx, Cimon di Bolentina


Dal Piz Montes, a sx la cresta percorsa dal Sass dell'Anel, a destra il Gruppo Tremenesca con Cima Mezzana


Dal Piz Montes discesa verso Cimon di Bolentina, sullo sfondo la dorsale del Peller fino al Sasso Rosso


Cimon Bolentina coi paravalanghe

Dal Cimon scendo al bel bivacco Marinelli 2056 in posizione magnifica, una baita con 3 letti, coperte, tavolo, ma senza stufa. Ora inizia la parte rognosa per rientrare a Pracorno: zio Gps mi torna molto utile in queste occasioni per verificare la posizione.


Discesa verso il Bivacco Marinelli, con vista sulla bassa Val di Rabbi


Bivacco Marinelli con vista sul Brenta

Per bei prati calo col sentiero 119 fino a malga Bolentina Alta 1822. Qui ci dovrebbe essere  la traccia che mi dovrebbe portare alla malga di Bolentina Bassa 1503, ma non c’è niente. Evito di infognarmi e proseguo per la forestale scendendo fino al Mas dela Cros 1601.


"Foresta" di lupini

Il resto lo faccio breve, tutte le deviazioni in mappa che avevo previsto di fare non esistono, con la forestale/sentiero 119 arrivo a malga Bolentina Bassa 1503, ravano per un valloncello e quindi con vari traversoni arrivo al puno cruciale, ma anche qui non c’è nessuna deviazione per scendere. Comincio a preoccuparmi. Vado un po’ avanti e vedo la salvezza: una vecchia strada forestale ma dopo neppure 15 minuti di marcia ecco l’orrore: un altro sfacelo di alberi schiantati in cui la strada finisce inghiottita, non passerebbe neppure uno scoiattolo. Troppo tardi per tornare indietro, mi butto nello sfacelo e ne esco dopo quasi 2 ore da incubo, esausto e lacero. Arrivo a Pracorno dove ho la macchina che sono ormai le 20.30. Salvo anche stavolta, ma stavolta ho rischiato davvero di non arrivare in fondo.


L'incubo finale: la dura ravanata per passare questo sfacelo che ha inghiottito ogni traccia


Discesa verso Pracorno con Cima Vese al centro

Conclusioni: giro meraviglioso ma pesante fisicamente per lunghezza e dislivello, aggravato dall’attraversamento del bosco schiantato e dal rientro da delirio per lo stesso motivo. I paesaggi dei Gruppo Tremenesca sono fantastici come sempre, ma questo lo sapevo già. In tutto il giorno non ho incontrato nessuno, se si eccettuano caprioli e marmotte. Sviluppo 23,5 km, dislivello circa 1900.


Il percorso
« Ultima modifica: 16/06/2016 13:15 da AGH »
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Offline trabuccone

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Bel giro agh    ;) avevo percorso la stessa cresta tempo fa ma rimanendo sul versante della val di sole. Con un po di neve era diventata problematica. Sicuramente più suggestiva la traversata fatta dalla val di Rabbi, certo che è assurdo che non mettano degli avvisi all inizio dei sentieri.  ???
per sempre oppressi da desiderio e ambizione c'e' una fame non ancora soddisfatta,
i nostri occhi stanchi ancora vagano all'orizzonte sebbene abbiamo percorso questa strada così tante volte

Offline AGH

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Sì davvero, un nervoso... Ma la considerazione per gli escursionisti è zero

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Bello anche il tuo giro, l'avevo visto :)

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Ho interpellato una mia conoscenza riguardo la strana croce, lo storico Fabio Bùdel, ecco la sua risposta:

"In merito alla croce, si tratta di uno splendido, e oramai raro, esemplare cosiddetto DELLA PASSIONE. Infatti oltre al legno sono rappresentati appesi tutti gli strumenti citati nella narrazione della passione: il gallo, la scala, la lancia, la borsa con i denari del tradimento, la corona di spine, martello, chiodo e tenaglie, ecc. Raffigurazione di culto popolare di provenienza germanica molto diffusa anche in Italia (nei cosiddetti CALVARI), Francia e Spagna sino alla metà del secolo scorso. Celebri quelle processionali che si usavano (e si usano ancora oggi dove sono sopravvissute) esclusivamente nella processione del venerdì santo. Alcune, in epoche più recenti, erano anche internamente illuminate con piccole lampadine a pila. In entrambe le tue immagini figurano anche un piccone e una vanga. Strumenti di lavoro che non figurano altrove e che non avevo mai visto. Probabilmente sono la dedica di chi quella croce volle: probabilmente un minatore".
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Offline giesse59

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Quando, molto più modestamente, salendo da Bolentina al Cimon di Bolentina trovammo, passato il Mas de La Cros, il cartello di sentiero chiuso per lavori forestali ebbi la stessa sequenza "moccolo + "accidenti, gli escursionisti non li c.....o proprio + sono arrivato sin qui ora si va avanti lo stesso).

Noi li incontrammo i forestali, intorno alle 11 erano comodamente in pausa pranzo e non ci degnarono di uno sguardo. Sentimmo di nuovo le motoseghe al lavoro un bel po' di metri più in alto. Non ricordo a che ora passammo nel rientro ma non era affatto tardi e ... avevano già chiuso baracca. Da quella gita mi sono fatto l'idea (magari sbagliata e maligna ...) che l'orario di lavoro di questa categoria sia molto elastico  ::)

Ho davanti la mappa Tabacco, devo dire che è veramente da buttare ... dalla Malga Bolentina e dal Mas de la Cros verso Pracorno sembra ci sia l'imbarazzo della scelta fra strade e sentieri (riportati come tali, non come tracce poco evidenti  "a pallini").

Un giro così lungo come quello che hai fatto è troppo "peso" per me ma una bella salita da Montes al Piz di Montes e al Passo Saleci devo proprio metterla in cantiere.       

Offline AGH

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Noi li incontrammo i forestali, intorno alle 11 erano comodamente in pausa pranzo e non ci degnarono di uno sguardo. Sentimmo di nuovo le motoseghe al lavoro un bel po' di metri più in alto. Non ricordo a che ora passammo nel rientro ma non era affatto tardi e ... avevano già chiuso baracca. Da quella gita mi sono fatto l'idea (magari sbagliata e maligna ...) che l'orario di lavoro di questa categoria sia molto elastico  ::)

Ho davanti la mappa Tabacco, devo dire che è veramente da buttare ... dalla Malga Bolentina e dal Mas de la Cros verso Pracorno sembra ci sia l'imbarazzo della scelta fra strade e sentieri (riportati come tali, non come tracce poco evidenti  "a pallini").

Un giro così lungo come quello che hai fatto è troppo "peso" per me ma una bella salita da Montes al Piz di Montes e al Passo Saleci devo proprio metterla in cantiere.     

immagino che i forestali debbano mettere quel fracco di cartelli di divieto per non andare in grane. Quello che da fastidio è che non mettano nessun avviso all'inizio del sentiero. Gli escursionisti? Chi se ne frega. Così però rovinano inutilmente le gite alle persone perché, se si fosse ligi alle regole, bisognerebbe tornare indietro avendo buttato via due o tre ore di marcia, sperando di trovare rapidamente sul posto una alternativa. Se uno ha già fatto due ore di macchina non è simpatico. Riguardo al gran numero di tracce e sentieri non ufficiali riportate sulle mappe, come hai letto non c'è da fare nessun affidamento :( Molti, semplicemente, non esistono
« Ultima modifica: 02/07/2015 09:32 da AGH »
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Offline miki

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Ho davanti la mappa Tabacco, devo dire che è veramente da buttare ... dalla Malga Bolentina e dal Mas de la Cros verso Pracorno sembra ci sia l'imbarazzo della scelta fra strade e sentieri (riportati come tali, non come tracce poco evidenti  "a pallini").
 

Guarda bene la leggenda, Con le Tabacco a me era successo di scambiare una linea di confine provinciale per un sentiero in cresta...

Offline Man

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Ma che ci metti in quei panini? Qui bisogna mandare l'antidoping  :)
Fantastico giro ben reso dalle foto, come sempre. Per me da fare a tratti...
Aut tace aut loquere meliora silentio (taci o di' cose che siano migliori del silenzio)

Offline AGH

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Ma che ci metti in quei panini? Qui bisogna mandare l'antidoping  :)
Fantastico giro ben reso dalle foto, come sempre. Per me da fare a tratti...

il mio "segreto" è andare piano :)
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Offline renrav

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Bello bello bello!! Posti idilliaci che conosco molto bene anche in versione invernale  ;)

Riguardo le due malghe, dicono che ci sono storie di enormi sacrifici della gente che le gestivano, in particolare quella alta...

Hai notato il lavoro di posa dei sassi lungo il sentiero di salito? Capolavoro faraonico!!
non esiste notte tanto lunga che impedisca al sole di sorgere

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Hai notato il lavoro di posa dei sassi lungo il sentiero di salito? Capolavoro faraonico!!

visto eccome! :)
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