Approfittando di questa primavera ...prematura,Charly ed io accettiamo con piacere l'invito dell'amico Dario ad una delle sue originali gite;Dario è un'attivissimo e documentato organizzatore delle gite della sezione cittadina della SAT.Ottimo camminatore e inesauribile fonte di storie ed aneddoti legati al percorso.
Lasciamo l'auto al parcheggio della centrale di S.Massenza da dove,per stradelle di campagna,saliremo in direzione di Fraveggio,salutati da un simpatico spaventapasseri
S.Massenza in realtà si chiamava Maiano,poi ribattezzata in onore della Santa e madre di S.Vili.
Salendo apprezziamo l'estensione della bella azienda agricola che,sfruttando il particolare clima,produce una gran varietà di erbe aromatiche.
Lasciate le strade imbocchiamo il sentiero di Scal,un tempo unico accesso ai masi spersi sul monte ed al paese di Margone.
L'ambiente è quasi mediterraneo ed anche il clima è da riviera.Il sentiero si inerpica,a tratti piuttosto ripido,tra rocce e tratti boscosi e con qualche pericolo di caduta massi come testimoniato da un'antica lapide.
Si procede in maglietta,godendo sempre di una ampia ed aerea vista sulla valle,fino ad intercettare la strada asfaltata che porta a Margone.
Il sentiero sbuca di fronte all'ingresso della galleria di servizio che va ad intercettare la condotta della centrale di S.Massenza.Qui la strada finiva,fino al '56 quando fu completata.
Da ricordare che la centrale elettrica prende acqua dall'Adamello,acqua che scorre in un sistema di condotte sotterranee tra i più imponenti mai realizzati.Una condotta in galleria passa sotto il Brenta fino al lago di Molveno e da qui una seconda condotta arriva a S.Massenza.Bisogna però dire che l'opera ha provocato non pochi danni all'idrogeologia della Val Rendena:qui fu realizzato una specie di canale di gronda che raccoglieva le acque dai fianchi della valle per portarle alla condotta sotterranea;queste opere intercettarono sorgenti e vene d'acqua,che sparirono per sempre...
Nei pressi della galleria il sentiero torna ad inerpicarsi tra marocche sfolgoranti di erica in fiore e boschi di pini dove sbocciano i fiori dell'erba della trinità (Hepaticum,famiglia delle ranuncolacee,utilizzata anche per preparati erboristici,ma con cautela per la relativa tossicità).
In alto osservo con un pò di invidia alcuni parapendisti decollati dal Gaza.
Il sentiero ci porta fino ad un capitello dedicato a S.Antonio,abbellito da un affresco quasi ...infantile nella sua semplicità.
Da qui ancora pochi passi e ci troviamo agli ampi prati di Margone dove,isolata e recintata da siepi,c'è una villetta con antenna radio adiacente:bene questa è la casa dove nacque ed iniziò a trasmettere Radio Dolomiti.
Margone è sempre stato un paese povero e poco popolato:senza una comoda strada di accesso e senza acqua fu "colonizzato" da gente del Tesino ,grazie ad un legato vescovile,che proveniva da ancor più crude miserie.Il piccolissimo cimitero testimonia il fatto poichè sulle poche tombe prevale il cognome Tasin.
Alla storia della piccola comunità appartiene anche Don Plotegher,curato del luogo dal 1910 al '44 e qui sepolto;la sua figura è degna di nota perchè fu un grande erborista e con i suoi preparati,oltre che delle anime,si prendeva cura dei corpi dei suoi assistiti,come narra la lapide in sua memoria.
Margone ci riserva altre curiosità e aneddoti.L'acqua mancava finchè non fu realizzata una condotta che la portava dal valico di S.Giovanni,ed in paese risiedeva un abile rabdomante.
Ai tempi dell'Impero, Margone era sotto la gestione del vescovo di Glorenza ed i suoi abitanti erano chiamati a rispondere alla questua:la partecipazione di una famiglia all'obolo era "certificata" da iscrizioni sulla casa,come quella della foto seguente.
A fine '800 il paese fu quasi distrutto da un'incendio,indomabile per la mancanza d'acqua,che fece molte vittime come ci ricorda una lapide.
Le autorità di Glorenza volevano riedificarlo in fondovalle,ma la resistenza degli abitanti alla fine prevalse e Margone risorse al suo posto.
Oggi il paesino offre agli occhi del visitatore i numerosi murales che abbelliscono le case, tutti di un certo pregio e sicuramente caratteristici.
Qui una rassegna di queste opere e qualche scorcio del piccolo borgo,che dopo anni di spopolamento, ora arriva a punte di....50 abitanti,almeno d'estate.
Lasciamo Margone per riprendere il cammino verso Malga Bael;subito fuori dell'abitato una tabella porta anche l'indicazione di un sentiero che scende verso Ranzo e che fa parte del percorso di S.Vili basso.
Il sentiero offre grandi panorami verso i laghi di Toblino,Cadine e Garda e verso le Lobbie,
in particolare dalla località Cruze,dove sostiamo per il pranzo,in pieno sole fra rocce calcaree punteggiate di piante grasse di Semper vivum alpino.
Anche questa località ha la sua leggenda:in tempi remoti da qui si staccò una colossale frana che ebbe la buona grazia di correre a valle senza ferire nessuno dei partecipanti di una processione che passava giù in basso.
Ben rifocillati riprendiamo il cammino,traversiamo una bella faggeta fino a sbucare nell'ampia e suggestiva spianata di Malga Bael con i suoi faggi plurisecolari.
Da qui il sentiero volge più a O-NO attraversando il Pra Lonc con bella vista sul M.Ghez e più oltre verso il Pizzo,Il Valandro ed il Brugnol,mete della scorsa estate.
Ora la carrareccia piega decisa a sinistra e scende verso la zona dei Baeli dove sorgono diverse casette da vacanza dall'architettura assolutamente fuori contesto...Scendiamo ancora verso Ranzo,dove si trova il vecchio acquedotto.Anche qui poca acqua e gli anziani ricordano come le ragazze,destinate a farne provvista,portassero i compiti di scuola alla fontana tanto lungo era il tempo di attesa per il turno di approvvigionamento!
Ranzo è anche entrata nella storia per gli episodi che la coinvolsero nella guerra dinastica che durò dal 1700 al 1714;alla morte del re di Spagna non c'erano eredi per quell'immenso impero e gli stati più forti del tempo iniziarono a contendersene le parti.Germanici e francesi si allearono per sconfiggere i Tirolesi che pure avanzavano pretese.Un drappello di 200 fanti francesi nel 1703 fu comandato dal Gen. Vendome a risalire dalla padana al Garda per poi penetrare verso il Tirolo,congiungersi con le truppe bavaresi ed attaccare l'Impero.
I tirolesi però sconfissero i Bavaresi per cui i Francesi ripiegarono;transitando da Ranzo gli abitanti decisero di attaccarli e dopo varie vicende ne uccisero e catturarono la gran parte:sventurata decisione perchè alla seconda risalita a nord le truppe francesi forti di oltre mille uomini misero Ranzo a ferro e fuoco, provocando una devastazione che portò a 10 anni di carestia.Questo è testimoniato in un documento francese dell'epoca che fa riferimento alla "chiusura della questione di Ranzo".
Ormai il giro è alla sua fine,decidiamo di rientrare a S.Massenza percorrendo il sentiero Madruzziana,di recente realizzazione:é presentato come difficile ed a tratti ci sono cordini d'acciaio;peraltro del tutto inutili.
Solo alcuni piccoli tratti sono esposti relativamente su alte pareti di roccia a picco sul fondovalle;il percorso si snoda fra marocche e boschi di leos (leccio) dove spiccano belle piante di pungitopo con brillanti bacche rosse,sempre con bella vista sul lago di Toblimo e su Castel Madruzzo cui fa da sfondo la bianca cima del Cornetto.
Molto caratteristici i fenomeni di erosione delle rocce calcaree di rilenkelen:è una erosione provocata dalla pioggia ben note nell'area delle marocche di Dro
Il primo tratto di questo sentiero, che in 45' ci riporterà a S.Massenza,sale fino ad un passetto a poco più di 400m di quota;qui inizia un tratto in discesa,insidioso per il terreno sassoso e pericoloso per la caduta di sassi.
Comunque sia arriviamo senza problemi alla centrale idroelettica dove chiudiamo il nostro anello.
Un giro insolito,nessuna cima da raggiungere,ma veramente pieno di fascino.Una gita di circa 17km da affrontare con calma per cogliere tutte le sfumature e le peculiarità che,assieme alle tante vicende più o meno note,caratterizzano questo territorio.
Percorso raccomandabile fino a quando il caldo non si fa troppo sentire....
Qui la nostra traccia riportata su cartografia Treckart