
Monte Cornetto
Escursione sul
Bondone, con un’amica vogliamo andare a vedere i costoni andati a fuoco nel recente incendio su
Cima Verde. Già che ci siamo, saliremo in cima e faremo la traversata al Cornetto.
Col sentiero che parte dalle Viote nei pressi dei Fogolari, il
630 bis, intercettiamo il
Sentiero dei Sparavei 630 che corre sul crinale. Arriviamo proprio sul ciglio del costone incendiato, si sente ancora un
forte odore di bruciato. Verso sud è tutto annerito dal fuoco, fermato proprio sul crinale dai vigili del fuoco, se le fiamme lo avessero scavalcato avrebbe attaccato il bosco e sarebbero stati grossi guai.

I segni evidenti dell'incendio sul versante sud est di Cima Verde, provocato da fulmini

Il costone bruciato, il fuoco è stato fermato sul crinale

Stelle alpine

Sorprendente struttura della microscopica Saxifraga aizoides
I nebbioni non ci danno tregua, solo fuggevoli schiarite ci permettono di apprezzare il panorama che abbiamo intorno. Da Cima Verde traversiamo fino alla base del
Doss d’Abramo, andiamo a vedere l’attacco della
ferrata Segata, attualmente chiusa.

Sentiero degli Sparavei su Cima Verde

Da Cima verde verso Doss d'Abramo

Sotto le cenge del Doss d'Abramo

L'attacco della Ferrata Segata, attualmente chiusa
Quindi saliamo alla cima del Doss D’Abramo avvolta dalle nuvolaglie. All’uscita della ferrata Segata qualcuno ha messo la foto della donna morta qualche tempo fa, caduta mentre tentava di scendere

Salita per il facile canalino parallelo alla ferrata Segata

In vetta al Doss d'Abramo

C'è chi vorrebbe continuare a salire...


Fuggevole squarcio nelle nuvole verso valle

Cima Verde e Doss d'Abramo fianco ovest, appena sceso
Scendiamo per il
breve canalino attrezzato e per la dorsale ci spostiamo sul Cornetto, accolti dai fischi di marmotta. Quando è ora di scendere propongo di dare una occhiata ai bunker. Nonostante sia salito una infinità di volte sul Cornetto, li ho sempre visti di sfuggita e solo quelli verso sud. Non immaginavo che la cima del Cornetto fosse praticamente cava, scavata all’interno da un
sistema complesso di gallerie e bunker. Ne percorriamo alcuni, a tratti strisciando, le gallerie praticabili percorrono il fianco est e sud collegando alcune caverne. Davvero sorprendente! C'è perfino una grossa tubazione che cala quasi verticale verso valle, non riusciamo a immaginare a cosa potesse servire.

I bunker del Cornetto

Interno di una caverna: a dx farfalle nascoste nelle gallerie




Feritoie del bunker

Discesa verso le Viote
Una volta a casa ho voluto naturalmente saperne di più ed ho recuperato qualche notizia i rete, che riporto al sito
http://www.trentinograndeguerra.it/context_tour.jsp?area=7&ID_LINK=79&id_context=542. La Cima Cornetto, la più alta del gruppo del Bondone con i suoi 2180 metri di quota, rivestiva un’enorme importanza strategica per il controllo e la protezione della Fortezza della città capoluogo. La Cima del Cornetto fu fortificata a partire dal 1914 e nel 1915 i lavori furono perfezionati senza però essere ultimati, dato che nel 1916 la Fortezza di Trento fu disarmata e poi abbandonata. La Cima del Cornetto, allora come oggi, costituisce un punto di osservazione eccezionale sulla Valle dell’Adige, sulla Valle dei Laghi e sulla Valle di Cei; le postazioni sulla sua cima dovevano inoltre controllare e comandare il tiro delle artiglierie di questo settore di difesa e comunicare con segnalazioni ottiche con la Fortezza di Trento e il comando del settore di Riva del Garda. Nel 1915 venne costruito nel cuore della montagna un grande sistema di caverne e gallerie, collegate infine ad una grande baracca in legno, posta sul retro della parete che guarda la Valle dell’Adige. Le caverne erano collegate inoltre con la principale postazione di difesa tramite una trincea protetta da una copertura di calcestruzzo, spessa 20 cm circa. L’armamento della Cima Cornetto consisteva in due piccoli cannoni da montagna e da numerose mitragliatrici.Il lavoro della natura in un secolo di storia ha distrutto e sotterrato molto delle fortificazioni del Cornetto, ma ancora moltissimo resta da vedere; e, come spesso accade, i segni della Grande Guerra trasmettono sia l’enorme peso delle umane sofferenze sia il genio e l’arditezza di soluzioni incredibilmente avanzate per i tempi e per i luoghi in cui furono proposte.
Veduta verso Doss d'Abramo e Cornetto avvolto dalle nubi

Pecore al pascolo sopra la Baita del Manuele

Il percorso