Una delle prime gite che feci in montagna, fù proprio la traversata Cornetto – Stivo, invitato da Francesco e Massimiliano, insieme ad un amico (Fabrizio), non riuscii nemmeno a raggiungere il Monte Stivo, ma dovetti desistere a Cima Bassa, ripiegando per Passo Bordala. I risentimenti articolari si propagarono per giorni, mi ripromisi di non parlare di montagna per il resto delle settimane successive.
Questo successe all’incirca nel 2008, 2009.
Diciamo che di acqua sotto i ponti ne è passata parecchio, perchè oggi ho mi sono preso la rivincita.
L’idea c’era già da tempo, ma così pazza no… Lo scorso anno sono partito per la traversata Cornetto – Stivo che volevo fare avanti e indietro, cosa che poteva essere fattibile, ma sarebbe stata a mio avviso noiosa, infatti non del tutto convinto, quel sabato ripiegai per una leggera passeggiata sulle 3 Cime del Bondone, fermandomi ad ogni cima 1 oretta per prendere il sole e riposare, mi resi conto che quella era una giornata no, fortuna che non proseguii…
Quindi i piani erano questi:
Partenza da Cadine si passa per Sopramonte, Viotte, Cornetto, Stivo.
Mi preparo una tabella orari (sentieri SAT) come linea guida entro la quale non devo sforare con i tempi.
I rispettivi orari sono:
Sopramonte – Viotte 3h, Viotte – Cornetto 2h (calcolando la stanchezza) , Cornetto – Stivo 5h30′, Stivo – Cima Bassa 40min, Cima Bassa-Malga Campo 1h 20′, Malga Campo – Drena 2h.
La storia però, è andata così:
Ore 6.30, esco di casa bello pronto e fresco (se così si può dire, visto che sono 3 giorni di seguito che faccio allenamento in Bici, e ieri ho fatto il Monte di Mezzocorona con un’amica) e parte la mia avventura, in 20minuti sono a Sopramonte, da qui salgo per il sentiero del campo Sportivo in direzione San Anna. Arrivo a un bivio e tiro dritto, (destra) verso S Anna. (l’altra strada l’ho fatta in MTB in sù, da non ripetere)
Qui continuo in salita e arrivo a un bivio, a destra si prosegue per S Anna, dritto si segue il cartello Loc Viotte, e qui, il primo sbaglio, io tiro dritto… allungandomi così non di molto il sentiero (che è una strada forestale) che viene denominata Lavè e più avanti, Giro delle Malghe.
Da qui in poco tempo si guadagnano i Prati di Mezavia. Incontro due persone che addrestrano un cucciolo di cane, ne approfitto per fare una pausa Miele, 2 foto e riparto in direzione Viotte.
Il passo è spedito, mi sento fresco, l’aria è quasi frizzante e continuo a camminare alternando la camminata con bastoncini alla corsa nei punti meno ostici.
Arrivo alle Viotte, dove mi scatto alcuni selfie e sucessivamente raggiungo il bar per degustarmi un meritato caffè!!!
L’orologio segna 2h 25, ampiamente in anticipo sulla tabella di marcia.
Il cielo è stupendo, l’aria molto pulita, vedo il Brenta e mi sembra di toccarlo con le mani, il paesaggio inizia a farsi sempre più bello, abbandonata la parte boschiva ho come una sensazione di apertura dei miei polmoni, della mente e inizio a sentire che tutto sta girando per il verso giusto.
Riparto in direzione Costa dei Cavai di corsa, e raggiungo il Cornetto in circa 1h, non salgo sulla cima, ma ne approfitto per fare una ricognizione alla fontana dove mi ricarico l’acqua che mi servirà per il tratto Cornetto – Stivo.
Sono passate 3h e 45min da quando sono partito, mi concedo una piccola pausa mentre ricarico le borracce per parlare con un signore, giusto per non dimenticarmi su come ci si relazione con la gente, che in montagna è decisamente più aperta e genuina!!!
Riparto dopo aver mangiato una banana e qui inizia l’avventura vera, il momento in cui ti senti che ti sei sporto all’infuori e che non devi, non puoi ritornare sui tuoi passi, quindi faccio la cosa che mi piace di più… Inizio a correre.
La Traversata conta 5h30′ dal Cornetto allo Stivo, è un salto nel buio, però è presto e questo mi dà la sicurezza che posso farcela (salvo imprevisti).
Faccio alcune foto (non le pubblico tutte), al paesaggio e continuo a correre, fino a quando arrivo alla Becca, dove mi fermo per fare una pausa culinaria. Mezza barretta energetica più acqua e si riparte.
Finita la parte di saliscendi inizia una delle parti a mio avviso più dure del percorso, la salita a Cima Alta.
Già con un notevole dislivello nelle gambe si deve affrontare la penultima salita di circa 500d+ fatta di saliscendi piuttosto impegnativi che mettono a dura prova le abilità tecniche e qualche volta ti richiedono anche un gran piede fermo e l’utilizzo delle mani per poterti “arrampicare”…
Ma dopo tanta fatica finalmente arrivo a Cima Alta, sono le 13.05 e la fatica inizia a vedersi sul mio volto.
Incontro due “Trail Runners” ne approfitto per fare 2 chiacchiere, un ragazzo sta preparando la Trans d’Havet e stanno facendo un giro in quota. In quel momento, seduto vedo davanti a me il mio obbiettivo.
Chiedo a loro informazioni sul tempo e il dislivello approssimativo, solo per fare 4 chiacchiere, riattivare il cervello e colloquiare un pò, un modo forse per allentare la tensione e la fame che come un orologio svizzero chiede il suo conto alle ore 13.15, orario in cui sono abitualmente in pausa pranzo al lavoro.
Ma io continuo e corro, e arrivo a questo punto.
Qui è dove nel 2009 mi ritirai, il bivio porta verso E a passo Bordala, verso W a malga Campo. Questo è il mio ultimo punto di fuga, nella malaugurata idea io pensassi di non farcela, ma sono le 13.25 e c’è un pomeriggio davanti, quindi proseguo, manca molto poco e vedo la Croce dello Stivo avvicinarsi sempre più.
Inizia l’ultima rampa che da 1600m porta ai 2000+ della Cima.
Mi impongo di non alzare lo sguardo ma solo di camminare visto che ormai in salita sono alla frutta, e così faccio….
Sono in Vetta, sono sullo Stivo…. Sono ufficialmente Stanco…
Appoggio lo zaino, faccio una foto, mi faccio un selfie e poi la commozzione ha la meglio su di me, mi godo 10 minuti seduto su un sasso a osservare il panorama e cerco di rimettermi in sesto per la discesa verso il Rif. Marchetti, dove farò una tappa per rifocillarmi.
La foto dice, io vengo da li!!! Orgoglioso e contento riprendo il mio cammino, che da qui in poi sarà tutta discesa, dai 2000+ del Monte Stivo ai 398m di Drena, dove poi proseguirò fino a Cavedine, dove gentilmente un amico mi verrà a prendere per riportarmi da dove sono venuto!!!
Nel mezzo della discesa mi fermo a fare qualche scatto divertente, visto che ormai il cervello sembra collegare poco mi diverto…
Il mio Garmin fino allo Stivo segna 29km 2570d+.
Calcolando poi con calma a casa a mente lucida, aggiungo la traccia del mio Garmin alle informazioni riportate sul catasto sat in relazione ai sentieri e al dislivello e traccio un'ipotetico chilometraggio finale.
47km 2600d+
Conclusioni:
Certamente bisogna essere dotati di buon allenamento per compiere questo giro, ma anche bisogna essere fortunati a trovare una giornata come quella che ho trovato io, dal clima mite mai troppo caldo (nonostante mi portassi dietro la mia nuova amica Panciera), e mai troppo freddo.
Son partito come sempre con troppa roba, troppo cibo, troppi vestiti, ma non rimpiango ciò, probabilmente lo rifarei nello stesso identico modo. Ottima la soluzione nonostante si conosca il posto (circa) di portarsi dietro una cartina con un’eventuale diario di Bordo per segnarsi i tempi.
Non ho mai pensato un’istante “ma chi me l’ha fatto fare”, segno che oggi la testa c’era proprio, nonostante la notte passata in semi insonnia pensando al giro e a tutti i lati negativi che sono solito autocostruirmi…. (no comment).
Il testo completo di Foto lo trovate sul mio blog a questo link (
http://trapiantalan.wordpress.com/2014/07/13/da-cadine-al-monte-stivo/).