E' la prima volta che saluto l'anno nuovo in montagna, ma senza gli sci ai piedi, però una gita andava comunque fatta. Le ore piccole fatte la notte precedente richiedevano un gita soft, così la scelta è caduta sul monte Ranzo.
Per limitare il dislivello entro i 1000 metri siamo partiti da Margone, si può lasciare l'auto nei pressi del cimitero. Abbiamo seguito il 627 (via S. Vili), che prima sale fino a 1000 metri circa, poi inizia a scendere. A quota 913 (sopra ai lavini) l'abbiamo abbandonato prendendo un evidente e ripido sentiero che sale in direzione nord, intersecando una forestale e agganciandosi infine su un tornante del 612 che da Covelo sale alla bocca di S. Giovanni. Il sentiero è sempre ben individuabile, anche se in alcuni punti è completamente invaso dalla vegetazione: basta seguire sempre la traccia più ripida, evitando le diramazioni.
Alla bocca di S. Giovanni siamo saliti a sinistra per un tratturo fino ad un'insellatura posta poco sotto la croce del monte Ranzo, da dove abbiamo visto il Brenta in tutto il suo splendore, ma in livrea, ahimè, ancora estiva.
Dopo il doveroso brindisi di vetta, siamo scesi per la dorsale fino all'imbocco del ripido sentiero di Sant'Antonin, che interseca la forestale di malga Gaza rima di arrivare a Margone. Discesa laboriosa e molto veloce a causa del fogliame su selciato liscio
Giornata splendida, salita in maniche corte, vista spettacolare. Peccato solo per la cappa di smog nella valle dei Laghi, che ci ha permesso solo di intuire il lago di Garda.
Sul ripido sentiero di collegamento tra 627 e 612, invaso dalla vegetazione.
Il liscio acciotolato in salita verso la bocca di S. Giovanni
Albi de canal: acqua fresca ideale se in borraccia hai thè bollente.
La valle dei laghi: lago di Cavedine, si intuiscono la rocca di Arco ed il Brione
Tecnologia e tradizione al capitello di S. Giovanni (datato 1626): lumino a led alimentato da un pannello solare.
Salendo verso il monte Ranzo: sullo sfondo Gazza e Canfedin
Dal monte Ranzo, il Brenta in tutto il suo splendore.