Autore Topic: Val Noana,quando una gita è solo l'inizio...  (Letto 15165 volte)

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Offline kobang

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In parte documentati,in parte speranzosi in una meteo clemente siamo partiti alla volta di Mezzano-Imer.Da qui una strada stretta tra forre e pareti incombenti segue il torrente fino al Rif. Fonteghi.Il percorso è segnato da imponenti e preoccupanti crolli...
Lasciata la macchina e attraversato il ponte sulla spettacolare gola antistante il rifugio,saliamo la tranquilla strada forestale che,sulla riva orografica dex della Val Noana,ci porterà fino al Colle S. Pietro.
Il percorso è facile,in un ambiente particolare e poco frequentato.Siamo in vista delle Vette Feltrine,ancora macchiate di neve,attraversiamo boschi di misto pecceta e ceduo con faggi imponenti.
Quà e là lungo il sentiero si affacciano masetti e baite.I boschi sono ripidi e fitti,ma il percorso a mezza costa è elementare e piacevole.
fra sole e nuvole raggiungiamo il Colle S.Pietro,otimo punto panoramico sulla zona e verso le Pale,Panorama però limitato dalla nuvolaglia in addensamento,accompagnata da pioggerella intermittente e spesso in forma di palline ghiacciate.
Salutato il mini gregge,unica presenza in zona,e dopo uno sguardo a Cima Neva seminascosta dalle nubi,proseguiamo verso il Passo de Mura.
Ambiente selvaggio,ricco di canaloni torrentizi.La pioggia intermittente è arrivata un pò in anticipo sulle previsioni,ma dà ben poco fastidio.
Al Passo siamo proprio sul confine tra Trentino e Veneto come testimoniato da antichi ceppi in pietra.Qui corre anche un tratto della via Tilman ed è per questo che ,nel titolo, dico che una gita può essere l'inizio di altre cose,ricordi,suggestioni,ma ne parlerò più avanti.
Ora piove un pò più forte e la discesa verso il Rif. Boz è piuttosto scivolosa.Entriamo nel locale giusto in tempo per schivare un violento acquazzone con relativa grandinata che inbianca i dintorni.
Quando spiove ci rimettiamo in marcia su sentiero che si congiunge più a valle con la strada forestale sulla sin. orografica di V. Noana.
Prima della strada una valletta che ispira pace e serenità và a chiudersi in una piccola ma tumultuosa forra torrentizia.
Il rientro sulla forestale fino al Fonteghi trascorre chiaccherando ed osservando le belle fioriture a bordo strada.
Sviluppo totale di poco più di 18Km,un dislivello cumulato poco sotto i 1000m,una passeggiatona che ho fatto volentieri e che mi ha portato in luoghi mai calpestati prima.
Ma..torniamo alla "Strada Tilman":incuriosito dal nome mi sono documentato scoprendo la storia e la vita avventurosa di un uomo eclettico,alpinista e navigatore,esploratore e militare coraggioso.Nella II guerra Mondiale fù ufficiale di collegamento per le truppe partigiane,agli ordini di S.M. Britannica come Uff. di artiglieria.poi una vita piena di avventure,scalate,viaggi fino alla scomparsa in mare nello stile più consono a tale personaggio.
Di seguito ho copiato alcune note della sua biografia avvincente e leggendola mi sono tornati a mente i racconti di mio padre,partigiano,e del suo grande amico Dan Martin,un neozelandese paracadutato dietro le linee tedesche come ufficiale di collegamento.
Anche lui alpinista come mio padre ed in più amante della vela come quasi tutti gli abitanti della "Grande Isola".Le sue lettere sono state il primo spunto che dopo tantissimi anni mi ha condotto a visitare la magnifica NewZeland.

Bill Tilman

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

   
 

Harold William "Bill" Tilman (Wallasey, 14 febbraio 1898 – disperso nell'Oceano Atlantico, 1977) è stato un alpinista ed esploratore britannico.
Biografia
Nato nella contea del Cheshire, in Inghilterra, da una benestante famiglia di mercanti, può senza difficoltà essere definito l'ultimo vero esploratore ed eroe romantico nel senso più ottocentesco del termine. Ancor prima di compiere 18 anni fece carte false per partecipare alla Prima guerra mondiale, riuscì ad arruolarsi nella Royal Artillery e fu mandato a combattere sulla Somme. Sopravvisse oltre due anni in una zona dove la speranza di vita media non superava i dieci giorni, guadagnando due Military Cross per coraggio in azione.
Dopo la guerra cercò il romanticismo in Africa e divenne piantatore di caffè, ma senza molto entusiasmo, e presto l'unica ragione per restare nelle colonie africane di Sua Maestà Britannica divennero le montagne. Insieme ad Eric Shipton, con il quale formerà una delle più famose coppie d'alpinisti nella storia di questo sport, scalarono il Monte Kenya, nel 1929, il Kilimangiaro e il Ruwenzori. Alla fine della sua esperienza nel continente nero, non particolarmente felice di tornare a casa in aereo o in nave, pensò bene che sarebbe stato più interessante attraversare il continente in bicicletta e imbarcarsi sulla costa occidentale.
Negli anni trenta la coppia Shipton-Tilman divenne presto la punta di diamante nelle esplorazioni coordinate dalle Società Reali inglesi. Nel 1934 la coppia scoprì la via d'accesso al Nanda Devi, 7434 metri, che Tilman conquistò senza ossigeno insieme a Neal Odell nel 1936. La spedizione, costruita sul modello amundseniano di esplorazione, ovvero favorendo rapidità e leggerezza, in netto contrasto dalle infinite colonne di portatori usate spesso ancora oggi, portò gli inglesi sulla vetta più alta conquistata dall'uomo fino al 1950.
Grazie alla meritata fama, Tilman fu incaricato di organizzare il primo serio tentativo di conquistare l'Everest dopo la sfortunata spedizione di George Mallory del 1924. Nel 1938 la spedizione giunse, senza l'aiuto dell'ossigeno, fino a circa 8150 metri.
La seconda guerra mondiale
L'arrivo della seconda guerra mondiale impedì agli inglesi e a Tilman di organizzare quella che probabilmente sarebbe stata la conquista della montagna, dal momento che la spedizione del 1938 fornì le informazioni geografiche e climatiche necessarie per un attacco definitivo. Tilman, manco a dirlo, si arruolò di nuovo volontario, combattendo come ufficiale di collegamento dietro alle linee nemiche in Albania, Jugoslavia e nel Veneto, insieme ai partigiani (per un periodo fu nella Brigata Garibaldina Antonio Gramsci), a Feltre, meritando la cittadinanza onoraria di Belluno.
Il suo racconto della vita partigiana e degli eventi di quegli anni difficili è descritto con vivida trasparenza e con una buona dose di humour inglese.
Gli ultimi anni
Negli anni immediatamente successivi alla guerra Tilman, resosi conto dei limiti fisici portati dall'età, smise di partecipare alle spedizioni d'alta quota per dedicarsi a lunghe campagne d'esplorazione negli angoli più remoti dell'Asia. Pakistan, Xinjihang, Kirghizistan, Tibet, Karakorum e Nepal furono il teatro di strenue marce e lunghi viaggi, frutto d'insaziabile curiosità.
I racconti degli anni dal Kenya all'Asia sono raccolti nel volume The Seven Mountain Exploration Books. Già dai primi volumi di questa raccolta risalta uno stile scorrevole ma notevolmente evoluto e ricco, che hanno fatto di Tilman uno dei più grandi scrittori di libri di viaggio del secolo. Le citazioni dalle sue righe potrebbero riempire un'interessante raccolta. Tra le altre citazioni:
«L'avversione per i sentieri battuti è prova di un intelletto indipendente, anche se tale indipendenza può a volte rivelarsi molto cara»,
«Viaggiare nella direzione sbagliata è probabilmente meglio che seguire le proprie orme».
Verso la fine degli anni cinquanta, in un periodo della vita in cui molti appendono i sogni e gli scarponi al chiodo, Tilman, quasi sessantenne, si rese conto che esistevano ancora molte montagne ancora vergini, anche se non eccessivamente alte, e terre inesplorate, solo che si concentravano in luoghi particolarmente inaccessibili: Patagonia, Antartide, Groenlandia, Pacifico meridionale. Ecco che un uomo mai stato in mare decide di acquistare una barca, particolarmente robusta, e partire, senza alcuno sponsor e aiuto di organizzazioni esterne, all'esplorazione di vette e terre che solo un certo Lord inglese, il quale definì il Sahara come "un suolo molto leggero" avrebbe potuto considerare semplicemente come "difficilmente accessibili".
Memorabile la sua prima spedizione, che si estese tra il 1958 e il 1959. Raccolse i partecipanti tramite un annuncio sul 'Times' che divenne in seguito un suo marchio di fabbrica "Cercasi marinai (uomini) per un lungo viaggio in mare. Nessuna paga, nessuna ambizione, non troppo comfort". L'avventuroso gruppo di sei "vittime" così raccolte si imbarcò sul 'Mischief', una barca-pilota in servizio al porto di Bristol dal 1906, partì dall'Inghilterra meridionale e giunse in Patagonia dopo aver fatto scalo alle Canarie e in Uruguay. Da Punta Arenas, dopo un breve scalo tecnico per riparare il motore, Tilman percorse lo stretto di Magellano e si introdusse nell'Estero Peel, il fiordo più lungo e meno conosciuto dei tanti che penetrano nel versante occidentale delle Ande.
Qui lasciò la barca all'equipaggio e insieme a due compagni compì la prima traversata nei due sensi della sterminata Calotta Glaciale Patagonica, ritornò alla barca e tornò in Inghilterra via Panamá, dopo aver percorso complessivamente circa 20 mila miglia in mare. Da quel momento in poi Tilman organizzò una spedizione di simile calibro ogni 1-2 anni, portando Mischief e le sue diverse squadre di "vittime", più o meno entusiaste della naturale spartanità militare del loro capitano, in Antartide, intorno all'Africa, alle isole Kerguelen, alle Spitzbergen, in Groenlandia oltre sei volte, sull'isola di Baffin e in varie isole che tuttora oggi pochi conoscono. In Groenlandia perse 'Mischief', che sostituì prima con 'Sea Breeze' poi con 'Baroque', entrambe gemelle della prima.
Da notare che nessuna donna ha mai navigato sulla sua barca né incrociato i suoi sentieri, sia nel mondo che nella vita. Tra le sue massime favorite
«Sono certo che una donna potrebbe essere un ottimo membro di un equipaggio, ma io non verrò mai trascinato in un atto di follia. Perché se è dubbio il fatto che la discordia venga dell'opera di Dio, è fatto certo che sia distribuita dalle donne»
Disperso
Nel 1977, a quasi 80 anni, fu invitato a capitanare una grossa barca per una spedizione in Antartide, accettò ma durante la seconda tappa della traversata, tra Rio de Janeiro e Stanley, nelle isole Falkland, la nave scomparve il 1 novembre 1977[1] e non si ebbe più notizia di nessun membro dell'equipaggio. Secondo il Royal Geographical Society venne dichiarato morto nel 1979[2].
Il sentiero CAI "Tilman"
Per onorare la partecipazione alla lotta di Liberazione nazionale del maggiore inglese e l'attività di alpinista internazionale di Tilman il CAI di Asiago e di Falcade gli hanno dedicato un sentiero, l'alta via Tilman, che collega l'Altipiano di Asiago a Falcade. Nel punto di partenza di Falcade gli è stato dedicato anche un bassorilievo in bronzo, opera dello scultore Franco Murer.
Sò di essermi dilungato,ma spero di non avervi annoiato con queste divagazioni un pò OT !!!
« Ultima modifica: 27/05/2012 21:55 da kobang »

Offline kobang

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Re:Val Noana,quando una gita è solo l'inizio...
« Risposta #1 il: 27/05/2012 21:50 »
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Offline angela

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Re:Val Noana,quando una gita è solo l'inizio...
« Risposta #2 il: 28/05/2012 13:50 »
E' un vero peccato che tu abbia scelto l' inclemente giornata di ieri per compiere questa "passeggiatona", ti sono mancati i panorami.
Mi permetto di mettere alcune foto, per rendere un po' di idea di quello che non vedesti
"i fiori, la musica e i bambini sono i gioielli della vita"
Pyotr Ilyich Tchaikovskj

Offline angela

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« Risposta #3 il: 28/05/2012 13:51 »
ancora alcune
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Pyotr Ilyich Tchaikovskj

Offline pianmasan

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Re:Val Noana,quando una gita è solo l'inizio...
« Risposta #4 il: 28/05/2012 18:24 »
Che bel giro, Kobang! Luoghi per me quasi ignoti! Il Sass de Mura con le sue due Banche mi ha sempre affascinato. Peccato che siano così lontani.

Offline kobang

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Re:Val Noana,quando una gita è solo l'inizio...
« Risposta #5 il: 28/05/2012 19:49 »
Intanto grazie ad Angela per le sue foto:avevo immaginato che i panorami fossero spettacolari,anche se abbiamo dovuto accontentarci di poche e parziali aperture.
Il giro,nella sua semplicità tecnica ,merita proprio per gli aspetti naturalistici e per il paesaggio.Devo un grazie a Luci che mi ha invitato.
A proposito poi degli sviluppi storici e culturali ,la ricerca su Tilman mi fatto incappare in queste sue citazioni che sono molto indicate per rappresentare alcune mie convinzioni e che potrebbero essere il "manifesto" dei ravanatori!
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Offline AGH

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Re:Val Noana,quando una gita è solo l'inizio...
« Risposta #6 il: 28/05/2012 20:14 »
Sò di essermi dilungato,ma spero di non avervi annoiato con queste divagazioni un pò OT !!!

no anzi!!! le divagazioni storiche sono sempre interessanti :)
« Ultima modifica: 28/05/2012 20:16 da AGH »
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Offline AGH

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Re:Val Noana,quando una gita è solo l'inizio...
« Risposta #7 il: 28/05/2012 20:15 »
A proposito poi degli sviluppi storici e culturali ,la ricerca su Tilman mi fatto incappare in queste sue citazioni che sono molto indicate per rappresentare alcune mie convinzioni e che potrebbero essere il "manifesto" dei ravanatori!
«L'avversione per i sentieri battuti è prova di un intelletto indipendente, anche se tale indipendenza può a volte rivelarsi molto cara»,
«Viaggiare nella direzione sbagliata è probabilmente meglio che seguire le proprie orme».

bellissimo :)))
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Re:Val Noana,quando una gita è solo l'inizio...
« Risposta #8 il: 28/05/2012 21:12 »
E il terzo motto, che manifesto e'?  ;)

«Sono certo che una donna potrebbe essere un ottimo membro di un equipaggio, ma io non verrò mai trascinato in un atto di follia. Perché se è dubbio il fatto che la discordia venga dell'opera di Dio, è fatto certo che sia distribuita dalle donne»

Anche a me interessano molto queste divagazioni storiche - siccome il testo era lungo me l'ero tenuto per gustarmelo con calma quando avevo tempo. Questo Tilman e' l'espressione di quel tipo inglese esplorativo, spiritoso, furiosamente indipendente, illimitatamente coraggioso e fisicamente inossidabile che mi piace moltissimo ed e' la parte piu' affascinante di certa aristocrazia inglese (che e' invece sotto altri aspetti piuttosto stronza  :) : spocchiosa, fredda, arrogante).

Una citazione dalla wiki inglese da' l'idea del tipo:

"It was difficult to realise that we were actually standing on top of the same peak which we had viewed two months ago from Ranikhet, and which had then appeared incredibly remote and inaccessible, and it gave us a curious feeling of exaltation to know that we were above every peak within a hundred miles on either hand [...] I believe we so far forgot ourselves as to shake hands on it."

Trad.: "Era difficile capacitarsi del fatto di trovarsi sulla stessa cima che avevamo visto due mesi prima da Ranikhet, e che ci era apparsa incredibilmente remota ed inaccessibile, e ci da dava un curioso senso di esaltazione la consapevolezza di essere al di sopra di ogni cima entro cento miglia da ambo le parti. [...] Credo che ci abbandonammo al punto da congratularci con una stretta di mano".

Aut tace aut loquere meliora silentio (taci o di' cose che siano migliori del silenzio)

Offline angela

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Re:Val Noana,quando una gita è solo l'inizio...
« Risposta #9 il: 28/05/2012 21:41 »
E il terzo motto, che manifesto e'?  ;)

Io credo che per il terzo motto si possa soprassedere, è facile pensare che l' aria rarefatta di certi monti abbia avuto qualche effetto.... ;)
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Pyotr Ilyich Tchaikovskj

Offline kobang

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Re:Val Noana,quando una gita è solo l'inizio...
« Risposta #10 il: 28/05/2012 22:03 »
Molto comprensiva Angela! Di certo deve essere stata una personalità estrema anche nei rapporti umani.
Forse la lettura di "Seven mountain exploration book" che sto certcando su Amazon mi darà qualche altra occasione per conoscere la personalità di questo avventuroso personaggio.