Sabato 9 agosto,primo giorno di ferie da onorare con una bella gita fra le crode!
E' fresco del primo mattino quando con Rolando (Charly) ci avviamo su per la lunga Val Canali superando il gruppetto che ci precede.
Attorno le rocce si stagliano nell'azzurro offrendo sempre una vista affascinante.
Saliamo davvero veloci ed in breve possiamo allungare lo sguardo sulla valle appena risalita.
fino a raggiungere il Passo Canali a 2467m di quota,dove sostiamo per uno spuntino.
La Manstorna è una delle vette solitarie e poco frequentate del gruppo delle Pale e l'abbiamo scelta per questa sua caratteristica;oggi però avremo compagnia perchè ci raggiunge un quartetto di gente della Val del Biois....
Sono un gruppo familiare,quelli che avevamo staccato di un bel tratto ancora al Pian de le Lede e che,con buon passo,hanno recuperato mentre noi ci godevamo una pigra sosta,ammirando la roccia dorata del Piz del Miel
e studiando il percorso lungo lo spallone per raggiungere la Manstorna orientale
Dal Passo il sentiero è segnalato solo da rari omenetti,spesso semi crollati, ma il percorso è comunque visibile.
Nelle buse resistono solo eroiche chiazze di neve,evidente segno del calore martellante che anche quassù ha ormai stravolto clima e ambiente.
Raggiungiamo e superiamo i tratti con passaggi di I grado,sempre in una cornice spettacolare e su rocce dove i piccoli ranuncoli spiccano col loro giallo solare.
Entriamo nell'ampia conca che divide la Manstorna Orientale dalla più alta cima occidentale,quella col noto catino sommitale.
In vetta Rolando ed io ci limitiamo ad uno spuntino leggero perchè l'intezione è di scender al sottostante nevaio e risalire l'altra cima del catino.
Fra una chiacchera e l'altra con gli Agordini possiamo ammirare la splendida sequenza di guglie e creste:Agner,Sass d'Ortiga,Croda granda,Fradusta,Cima dei Lastei;quante vite dovremmo avere per salire tutto questo??
Nubi e calivi ci spronano a ridiscendere per affrontare la più impegnativa salita verso il catino.
Risalgo il nevaio,mentre Rolando lo aggira e ci troviamo alla base dell'ampio canale,vero collettore di tutto il pietrame che vien giù...
La salita è a vista,ci basiamo sulla descrizione con qualche incertezza.
Saliamo a sinistra del canale,ma la roccia pur piena di prese, è piuttosto marcia ed i passaggi non sono quelli elementari come descritti:probabilmente siamo fuori dal percorso ideale,ma comunque saliamo;questo tratto è tutto esposto ed il salto è ben più della "paretina di 30m" di cui abbiamo letto...
Si sale,ormai dovremmo essere vicini al bordo inferiore del catino che precede la cima.
Ora però le cose si complicano:le nebbie si addensano intorno a noi,limitano la visibilità a pochi passi e questo è un problema per la discesa su questa roccia infida.
Rapida consultazione e decidiamo di essere prudenti;già così ritrovare i punti buoni sfruttati a salire è difficile e se peggiora sono guai.
Con molta attenzione ridiscendiamo per qualche decina di metri e facciamo bene perchè quando siamo su terreno meno impervio,la visibilità si fa critica lungo la via di salita.
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Ormai il cielo in quota è decisamente nero,ma non accenna a piovere.
Ripercorriamo in fretta i nostri passi,con solo una breve sosta al Rifugio Treviso dove siamo sotto la zona di nuvole e nuovamente al sole.
Incontriamo gruppi in salita,presumibilmente diretti al rifugio,vista l'ora ed il cielo plumbeo che nasconde tutte le cime.
Siamo al parcheggio,soddisfatti del bel giro , dei grandi panorami e della bella e veloce scavallata!