Autore Topic: [PALE DI S. MARTINO] I paesaggi lunari di Cima Vezzana 3192  (Letto 26264 volte)

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Cima Vezzana m 3192

Dopo la mega escursione della traversata Lago Lares - Lago Pozzoni volevo fare un giro “riposante”: la scelta è caduta su Cima Vezzana m 3192, la vetta più alta delle Pale di S. Martino, che non avevo mai fatto e che puntavo da qualche anno. Da S. Martino di Castrozza salgo con gli impianti fino a quota m 2633, con lo spettacolo mozzafiato del deserto roccioso dell’Altopiano delle Pale.


Il Rif. Pedrotti nel deserto roccioso dell'Altopiano delle Pale di S. Martino


Cimon della Pala visto da sud


In marcia verso Passo bettega

Sceso brevemente al rifugio Pedrotti 2572 per un té, quindi prendo il sentiero 716, a tratti un po’ esposto, col quale raggiungo passo Bettega 2658. Da qui perdo circa 100 metri per calare in Val dei Cantoni, da dove riprendo a salire per il ripido canalone ghiaioso. Un grosso colatoio è occupato da un nevaio, che si aggira sulla sinistra per roccette e cenge, con l’aiuto di qualche cordino in alcuni passaggi un po’ esposti. La salita si fa più ripida e faticosa, il sole picchia come un fabbro, nel cielo non una nuvola.


Passo Bettega è scollinato, ora si scende verso la Val Cantoni


Val Cantoni, in alto Passo Travignolo


Il colatoio con nevaio che si aggira a sx per roccette

Con calma raggiungo Passo Travignolo 2925, dove mi affaccio sull’abisso della stretta forcella che precipita sulla Val Venegia ben 1000 metri più in basso. Pensare che c’è gente che la fa con gli sci, mah! Poco distante, verso sud, si vede il Bivacco Fiamme Gialle sul versante SE del Cimon della Pala.


Passo Travignolo


Cimon della Pala e Passo Travignolo

Dalla Forcella Travignolo i segni quasi spariscono, ma la direzione è chiara: proseguo verso est risalendo un ripido costone ghiaioso, abbastanza faticoso, dove bisogna aiutarsi un po’ con le mani. Scollinata una piccola sella svolto per facile dorsale di roccette, anche qui aiutandosi con le mani qua e là.


Sguardo verso il deserto roccioso


Verso le Zirocole


Il baratro di 1000 metri sulla Val Venegia, al centro il Castelaz

Seguo la dorsale e poi il crinale, che si fa via via più affilato verso la vetta di Cima Vezzana 3192, col versante ovest che precipita orrendamente verticale sul ghiacciaio del Travignolo. Panorama davvero spaziale, si resterebbe ore a guardarlo, si vedono praticamente tutti i principali gruppi dolomitici e molto altro :)


In vetta a Cima Vezzana, al centro il Cimon delle Pala


Val Strut


Verso Pelmo e Civetta


Verso Fradusta


Quel che resta del ghiacciao del Travignolo

Dopo una buona oretta e mezza di sosta a fare foto, riposare e guardare i panorami a perdita d’occhio, tocca purtroppo ripartire. L‘idea è di fare un anello scendendo per la spettacolare Val Strut e rientrando per il sentiero delle Farangole 703. Per scendere c’è la cosiddetta ferrata “Gabitta d’Ignoti”: in realtà sono solo due distinti tratti attrezzati con cordino, non difficili (1 grado). Il pericolo maggiore piuttosto è la caduta sassi, visto che il terreno è una sassara di pietre instabili su roccioni, quindi è opportuno scendere opportunamente distanziati.


Cima Vezzana


Vista sul Lagorai orientale


Pausa prima di scendere per il tratto attrezzato della Gabitta d'Ignoti


In marcia verso il deserto :)

Dopo aver disceso anche il secondo tratto attrezzato, non difficile ma che impone attenzione, calo nella conca sotto la cima dei Bureloni (acqua dal nevaio). L’ex ghiacciaio della grandiosa Val Strut è ridotto a due mesti nevaietti, evitabili facilmente scendendo al centro del canalone per scomoda pietraia dove piedi, caviglie e gambe sono messi a dura prova.


In marcia verso il secondo attreazzato per scendere in Val Strut


L'inizio del secondo tratto attrezzato per scendere in Val Strut


Discesa verso Val Strut

A quota 2667 c’è il bel Bivacco Brunner (9 letti), sotto la poderosa parete strampiombante delle Zirocole. Calo ancora di quota fino a intercettare il famigerato Sentiero delle Farangole n 703, che non ho mai fatto ma che conosco di “fama”. Perché famigerato? Perché in alcuni tratti è decisamente esposto: per lunghi traversoni corre su un costone ripidissimo, un piede in fallo e tanti saluti. Nei tratti più pericolosi però ci sono, per fortuna, dei cordini, che psicologicamente aiutano molto, anche se bisogna sempre stare molto attenti.


Il "puntino rosso" del bivacco Brunner in Val Strut


Bivacco Brunner


Discesa verso la  grandiosa val Strut, molto rognosa...


Quasi in fondo, si guarda la discesa appena fatta...
 
Superato questo tratto un po’ rognoso, mi inoltro verso la testata della grandiosa e spettacolare Val delle Comelle fino al Pian dei Cantoni, dove il sentiero si ricongiunge con quello di fondovalle n 704. Ora affronto l’ultimo strappo per risalire verso il rif. Pedrotti. Qui mi rendo conto che, se accelero il passo, potrei prendere l’ultima corsa della funivia delle 16.40, visto che i miei piedi ne avrebbero abbastanza.


Pian delle Comelle


L'esposto Sentiero delle Farangole


Val delle Comelle visto dal Sentiero delle Farangole


Verso Pian dei Cantoni


Pian dei Cantoni, ultimo strappo per arrivare al rifugio Pedrotti

Sembra incredibile come io sia abbonato alla ferocia “dell’ultima corsa”: quando cioè si arriva trafelati giusto in tempo per veder sfilare, cioé perdere, l’ultimo treno, l’ultima corriera, l’ultima funivia… Decido comunque di provarci. Faccio gli ultimi 3 km tirandomi il collo da solo, forsennatamente, per arrivare in tempo. Risucchio parecchi escursionisti sbuffanti diretti vero la stazione dell’impianto sotto a Cima Rosetta. Vuoi vedere che c’è il numero chiuso e non mi fanno salire? E' incredibile: l’ultima corsa è alle 16.40 e, dopo una giornata che sono in marcia girando per valli e cime, arrivo esattamente alle 16.40! Stavolta però riesco a prendere la funivia, con la quale torno sano e salvo a S. Martino :) .


Pian dei Cantoni


Cimon della Pala visto da S. Martino di Castrozza


Le spettacolari guglie del Sass Maor visto da S. Martino di Castrozza

Conclusioni: credevo di fare una escursione riposante ma ho dovuto ricredermi, nonostante la salita con gli impianti in quota, dislivello e chilometraggio non sono poi così banali. La discesa per la val Strut è piuttosto faticosa. In ogni caso un gran bel giro negli ambienti selvaggi, sulla cima più alta delle Pale di S. Martino. Itinerario non difficile ma comunque di un certo impegno a oltre quota 3000. Il rientro per il sentiero delle Farangole richiede passo fermo e non è adatto a chi soffre di vertigini.
Dislivello m 1250, sviluppo km 14,5


Il percorso
« Ultima modifica: 02/09/2015 20:42 da AGH »
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Offline Pistacchio

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Spero di beccarla nuovamente una giornata così, cima Vezzana era in programma ma le troppe nuvole aggrappate mi hanno fatto ripiegare su iuribrutto!

Offline edel

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Senza parole!!    Immagini spettacolari  :D

Offline Alex Bear

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Lo ricordo bene questo giro sontuoso http://girovagandoinmontagna.com/gim/pale-di-san-martino-cimonega-le-vette-92/cima-della-vezzana/                   quando  sono sceso dalla Val Strut c'era talmente tanta neve che ho praticamente "sciato" con i piedi fino a quasi il bivacco e mi ricordo molto bene il sentiero delle Farangole,come dici tu,il cordino aiuta,ricordo di averlo un po' patito,data la mia sofferenza a questi sbalzi nel vuoto notevoli,favoloso anche Pian dei Cantoni,una menzione particolare per la tua foto super spettacolare del Cimon della Pala da S.Martino di Castrozza,quoto tutto alla grande! :)
« Ultima modifica: 02/09/2015 13:39 da Alebear »

Offline JFT

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Bellissimo.
Mai stato sulle Pale, urge rimediare.
Il sentiero delle Farangole, però, è ben oltre quello che posso affrontare sperando di sopravvivere.  :o
"La vita è fatta di rarissimi momenti di grande intensità e di innumerevoli intervalli. La maggior parte degli uomini però, non conoscendo i momenti magici, finisce col vivere solo gli intervalli."
Friedrich Nietzsche

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Il sentiero delle Farangole, però, è ben oltre quello che posso affrontare sperando di sopravvivere.  :o

in realtà non è così difficile, certo bisogna avere passo fermo e non soffrire il vuoto. Il sentiero è abbastanza largo (mediamente circa 1/2 metro) e ben segnato, nei tratti più rognosi (quelli sulle rocce), c'è comunque un cordino
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Offline enry69

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in realtà non è così difficile, certo bisogna avere passo fermo e non soffrire il vuoto. Il sentiero è abbastanza largo (mediamente circa 1/2 metro) e ben segnato, nei tratti più rognosi (quelli sulle rocce), c'è comunque un cordino

Giro meraviglioso.
Domanda: hai per caso curiosato all'interno del bivacco Brunner in val Strut?
Dalle foto postate non mi sembra in cattive condizioni.
Il costruttore, oggi ultranovantenne, al quale porto spesso in visione foto dei suoi allora prodotti, apprezza piacevolmente come le varie sezioni CAI, conservano tuttora i sui manufatti.
E fa una lacrimuccia...perchè dentro di sè vorrebbe ancora intervenire di persona... ::) 
 
"Tra le montagne mi sforzo di perfezionarmi fisicamente e spiritualmente. In loro presenza cerco di capire la mia vita, di neutralizzare la vanità, l'avidità, la paura. Esamino il mio passato, sogno il futuro e avverto in maniera particolarmente acuta il presente. Ad ogni impresa rinasco".  AB

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Giro meraviglioso.
Domanda: hai per caso curiosato all'interno del bivacco Brunner in val Strut?

certo :) Ti pare che passo da un bivacco e non ci butto dentro un occhio? :)
A me è sembrato in ottime condizioni!

PS: mi sai dire che come si chiama questa forma "classica" di bivacco? So che deriva dal nome del suo inventore ma proprio non riesco a ricordarlo :(


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Offline enry69

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Il bivacco in questione viene denominato "modello Barcellan" dal cognome del suo costruttore.
Il sig. Redento Barcellan, che abita sotto casa mia, all'età di 91 anni, ancora lavora nella sua falegnameria dove ha costruito circa 150 dei 250 bivacchi in quota delle dolomiti italiane e non.
Il bivacco Brunner, lo ha costruito e posato in opera, mi dice, nel 1957 su commissione della sezione cai XXX ottobre di Trieste.
Passo pomeriggi interi ad ascoltare i suoi racconti sulle peripezie superate per accontentare la sua passione e i suoi clienti.
E rimango sempre affascinato perchè con i mezzi di allora, erano imprese eroiche.
"Tra le montagne mi sforzo di perfezionarmi fisicamente e spiritualmente. In loro presenza cerco di capire la mia vita, di neutralizzare la vanità, l'avidità, la paura. Esamino il mio passato, sogno il futuro e avverto in maniera particolarmente acuta il presente. Ad ogni impresa rinasco".  AB

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per il suo compleanno, dal Gazzettino di Padova...
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Re:[PALE DI S. MARTINO] I paesaggi lunari di Cima Vezzana 3192
« Risposta #10 il: 03/09/2015 13:47 »
Il bivacco in questione viene denominato "modello Barcellan" dal cognome del suo costruttore.
Il sig. Redento Barcellan, che abita sotto casa mia, all'età di 91 anni, ancora lavora nella sua falegnameria dove ha costruito circa 150 dei 250 bivacchi in quota delle dolomiti italiane e non.
Il bivacco Brunner, lo ha costruito e posato in opera, mi dice, nel 1957 su commissione della sezione cai XXX ottobre di Trieste.
Passo pomeriggi interi ad ascoltare i suoi racconti sulle peripezie superate per accontentare la sua passione e i suoi clienti.
E rimango sempre affascinato perchè con i mezzi di allora, erano imprese eroiche.

molto interessante... Comunque sono sicuro che esiste un altro nome che definisce i bivacchi classici in lamiera rossa... non è Barcellan, lo ricorderei di sicuro... per esempio quello del bivacco Aldo Moro...
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Offline Alex Bear

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Re:[PALE DI S. MARTINO] I paesaggi lunari di Cima Vezzana 3192
« Risposta #11 il: 03/09/2015 13:58 »
Citazione
Il sig. Redento Barcellan, che abita sotto casa mia,
Ma dai! :)     Quando si dice il caso o come è piccolo il mondo,chissà quante cose interessanti ti ha raccontato,ascolterai in "religioso" silenzio. :)

Offline DaniloGardol

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Re:[PALE DI S. MARTINO] I paesaggi lunari di Cima Vezzana 3192
« Risposta #12 il: 03/09/2015 14:04 »
Giro interessante e spettacolare con la fortuna di una super meteogiornata,bellissime foto complimenti !
Che voglia di farlo ma le Farangole m'inquietano !

Offline climbalone

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Re:[PALE DI S. MARTINO] I paesaggi lunari di Cima Vezzana 3192
« Risposta #13 il: 03/09/2015 15:12 »
Bellissimo giro, e splendide foto, complimenti!

Un'interessante variante di salita per il Bivacco Fiamme Gialle è la Ferrata Bolver Lugli, una delle più belle ferrate delle Dolomiti.
Classificata difficile, in realtà è considerata tale solo per la combinazione di altitudine, lunghezza, e impegno fisico complessivo.
In realtà, tecnicamente, è di difficoltà media, l'hanno fatta entrambi i miei figli, in età adolescenziale.
Certo un po' di esposizione c'è, ma è ottimamente attrezzata.

Offline enry69

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Re:[PALE DI S. MARTINO] I paesaggi lunari di Cima Vezzana 3192
« Risposta #14 il: 03/09/2015 15:32 »
molto interessante... Comunque sono sicuro che esiste un altro nome che definisce i bivacchi classici in lamiera rossa... non è Barcellan, lo ricorderei di sicuro... per esempio quello del bivacco Aldo Moro...
Stasera se lo vedo lo interrogo in merito e mi riservo di aggiornare la storia.
Quella del bivacco a botte che comunemente viene chiamato "bivacco Apollonio"è di sicuro la storia più realistica e ufficialmente acreditata.
Questo ingegnere vissuto nella seconda metà dell'800, aveva la paternità del progetto.
Poi negli anni, sicuramente i progetti sono passati di mano...
Altre definizioni non ne so.
"Tra le montagne mi sforzo di perfezionarmi fisicamente e spiritualmente. In loro presenza cerco di capire la mia vita, di neutralizzare la vanità, l'avidità, la paura. Esamino il mio passato, sogno il futuro e avverto in maniera particolarmente acuta il presente. Ad ogni impresa rinasco".  AB