Dopo aver concluso definitivamente la stagione scialpinistica al Madaccio domenica scorsa (con una sciata memorabile), mi sono messo alla ricerca di itinerari esposti a sud, a media quota, dove la neve non si veda proprio, perché altrimenti soffro.
Ero indirizzato verso il Pizzocco, quando studiando la mappa delle Vette Feltrine mi è cascato l'occhio su un bel sentiero puntinato che sale al monte Neva, nel gruppo del Cimonega.
Ho allora cercato notizie in rete, ma le prime erano sconfortanti: il sentiero non esiste, si tratta di un canalone infido e ghiaioso, dicevano.
Poi mi sono imbattuto nella bella relazione sul sito "Le mie Cime" di Athos Viali (
http://www.lemiecime.it/cime/dolomiti_monteneva.htm), dove si descrive la salita per la dorsale sudovest, a partire dal Col S. Piero. Ottimo, era quello che ci voleva.
Raggiunto il parcheggio a fine strada della val Nagaoni dopo il rifugio Fonteghi in val Noana, abbiamo deciso di fare il giro in senso orario, salendo dal parcheggio alla forestale (748), di qui alla casera Scaorin e al col San Piero.
La digressione al monte è su un sentiero facilmente individuabile, prima attraverso un ampio corridoio tra i mughi, poi per qualche sfasciume e un paio di pendii erbosi. Il tutto contrassegnato da ometti e qualche segno rosso. Il sentiero è semplice e non molto esposto; solo in un paio di punti è necessario mettere le mani a terra per superare degli scalini rocciosi. E' veramente strano che sulle carte non sia segnato, mentre il percorso segnato di fatto non si riesce ad individuare ed è su terreno evidentemente meno agevole.
Dal col San Piero abbiamo seguito lo stesso sentiero (una bella mulattiera militare) fino al passo de Mura, quindi la cresta erbosa al monte Alvis ed al passo Alvis. Di qui siamo scesi al rifugio Boz dove abbiamo fatto la pausa birra. Quindi siamo scesi per il 727, 727a fino alla macchina.
Giornata caldissima. Essendo domenica, le solite nuvole e la foschia ci hanno impedito di godere della vista dalla cima - deve essere magnifica in quanto spazia dal Mangart al Civetta, al Lagorai al Cevedale, pur essendo la cima non molto alta.
La val Noana è stata una sorpresa, decisamente un bel posto, la consiglio. Ci dovrò tornare, magari in autunno in una giornata tersa.
Anche questa volta, come spesso accade, le foto sono strappate alle nuvole.
Dopo un primo strappo feroce ed un tratto di forestale, il vecchio sentiero di guerra sale a ridosso di una bella dorsale
Arrivati al Col San Piero, ecco la nostra meta
Nella prima parte il sentiero corre sul fil di cresta tagliato tra i mughi
L'unico passaggio un po' più delicato: 2 metri scarsi di facili roccette
Vipera incontrata nella parte superiore
L'ultimo tratto di cresta verso il plateau sommitale
In cima, l'attimo in cui vediamo il Sass de Mura. In primo piano la torre di Neva meridionale
E questo è il momento di migliore visibilità del Piz di Sagron. Alla sua sinistra ci sarebbe il Civetta...
Anche la prosecuzione del sentiero è interessante. Questo è lo sbocco del cadin di Neva
Dalla cresta del monte Alvis, sguardo verso est: la casera Alvis e la val di Canzoi
Verso ovest il rifugio Boz e le malghe Neva seconda e prima, in posizione incantevole. Il primo è in un fazzoletto di Veneto che sconfina oltre la cresta, le seconde sono in Trentino. Il confine è sul fondo della val Fonda.
Sguardo verso l'alto: il monte Neve a due delle torri di Neva
La traccia del percorso ricalca fedelmente quella del sito Le mie Cime citato.