Escursione di sabato 19 luglio
Magica Val Canzoi, un’idea, un sogno, una mèta Ritorno volentieri in Val Canzoi (BL) per chiudere un vecchio conto, lasciato in sospeso a causa della neve: “
Lago della Stua, C.re Brendol-Erera, Forcella dell’Omo, Val Slavinaz, C.ra Cimonega, Bivacchi Feltre e W.Bodo, Troi del Caserin, Rif. Boz, Malga Alvis, Lago della Stua”.
È un giro molto bello che permette di passare dalla verdeggiante ed idilliaca conca pascoliva di Brendol-Erera, alle estese superfici interessate dal carsismo dei Piani Eterni, al dolomitico circo del Cimonega. Fantastico il viàz che doppia la cresta sotto La Punta del Comedon e che si affaccia sulla meravigliosa Val Slavinaz.
A Soranzen (raggiungibile da Feltre o Cesiomaggiore), devio per la Val Canzoi, proseguendo per circa 5 km fino alla stazione dell’Enel. Lascio l’auto in una piccola piazzola, dove parte il sentiero 805 (che dovrei percorrere al rientro) per Passo Finestra e Rif. Boz.
Percorro una stradina asfaltata che in breve mi porta “Ai 4 Pass” (locale dove si può mangiare e bere) e da lì al Lago della Stua (segn. 806).
Da sinistra Sass de Mur, Piz de Mez, Col dei Bechi, Comedon
Nei pressi del bacino artificiale, mi raggiunge un feltrino diretto a F.lla dell’Omo e insieme costeggiamo il lago, seguendo per un tratto il corso del torrente Caorame. Dopo un ponticello, prendiamo l’802, che sale in mezzo al bosco.
Sentiero 802
Dopo una mezz’oretta però lascio andare il feltrino perché ha un passo troppo veloce per me
. A quota 1400 circa prendo sulla sinistra il sentiero del Porzil (segn. 802 A), che risale l’omonima valletta (completamente all’ombra e umidiccia, tra larici ed abeti rossi).
Porzil (segn. 802 A)
Porzil
Arrivo alla splendida selletta di quota 1700 m circa e davanti a me appaiono la magnifica ed immensa conca di Brendol-Erera e i Piani Eterni. Rimango estasiata davanti a tanta bellezza. Il suono dei campanacci arriva alle mie orecchie come una sinfonia, le casere Brendol ed Erera quasi si perdono in quella immensità.
Quota 1700 m circa
Da sinistra Pale Rosse, M. Mondo e Cresta di Cimia
Scendo verso i pascoli e sul cammino incontro delle manze e dei cavalli. Arriva intanto il malgaro, a bordo di una jeep, con dei sacchi di sale per gli animali.
Avanzo verso Malga Brendol , la Pendàna Brendol (lunga 91 m, larga 4 m, aperta verso sud e caratterizzata da 25 arcate) e Casèra Erera.
Pendàna Brendol
Casera e Pendàna Brendol
Casera Erèra
Ormai il suono dei campanacci è lontano e con stupore noto che l’Erèra è chiusa. Quest’anno non ci sono mucche da latte al pascolo e non si producono formaggi. La stagione dell’alpeggio è iniziata solo una settimana fa. Gironzolo un po’ di qua e un po’ di là e scambio 4 chiacchere con due coppie arrivate poco dopo (seguendo l’802).
Stalla Erèra
Il posto è favoloso e un po’ a malincuore m’incammino seguendo il segn. 851 che sale verso la gola del Fosso di Brandol (tra il Col del Demonio a ovest e la Punta Pale Rosse/ M.Brandol a est). Arrivo alla località Laghetti e poi ad una bellissima forcella (2023 m, il punto più alto raggiunto nella giornata) dove appaiono le Pale di S.Martino, l’Agner, il Civetta, il Pelmo, l’Antelao e altre montagne che non so riconoscere.
Col del Demonio
I pascoli di casera Erera
Pale Rosse
Località Laghetti
S’intravedono il Civetta ed il Pelmo
Le Pale di S.Martino, l’Agner, il Civetta, il Pelmo, l’Antelao
Scendo leggermente a Forcella dell’Omo (1946 m) e davanti a me si para la gigantesca parete del Comedon, mentre guardando verso sud vedo la superlativa Val Slavinaz.
Punta del Comedon o Cimon del Piz
Ancora Comedon e parte del tracciato che vorrei fare
Da qui parte il sentiero che scende a Sagron; io prendo una traccia nella direzione opposta. Trovo qua e là qualche segno bianco e rosso, poi più nulla. Il percorso non è semplicissimo e procedo sempre guardando dove metto i piedi. Trovo alcuni slavinamenti vecchi ed altri nuovi che supero aggirandoli da sopra. Per fortuna il terreno è bello asciutto e riesco a camminare, un passetto dopo l’altro con calma, molta calma
. Mi conforta, ad un certo punto, la vista dell’impronta di uno scarpone che va nella mia stessa direzione. Bene, qualcuno è passato recentemente di lì
e non è tornato indietro, quindi si passa. Ma sarò in grado di fare altrettanto?
Tra vecchie frane
e ripidi traversi
trovo anche una lingua di neve (un paio di metri) che aggiro calandomi un po’.
In fondo la F.lla dell’Omo
Qualche passaggio simile a questo
Tra tanti sassi anche del verde e dei fiori
Lago della Stua
La lunga cengia passa sotto il Comedon e sembra interminabile
, tanto è lento il mio procedere. Controllo l’altimetro e sono intorno ai 1870 m, vedo un canalino sopra la mia testa ma penso che il mio percorso debba procedere ancora orizzontalmente. Nessun segno in giro, la cengia diventa esile, molto esile, cammino tenendomi a dei ciuffi d’erba
(fossero dei mughi sarei più tranquilla ma non c’è niente altro), prima provo ad alzarmi, poi ad abbassarmi. Niente di niente, non riesco a trovare un passaggio verso ovest. Dopo un’ora circa d’inutile ricerca, decido di tornare indietro.
Ma l’impronta dello scarpone che avevo visto, dov’è finita? Dov’è il passaggio? Provo l’ultima carta: tiro fuori il gps e noto che il sentiero passa a delle curve di livello superiori. Quindi il sentiero non continua in orizzontale ma passa alla cengia superiore attraverso quel canalino.
Bus del Frate (quota 1880 m)
Con grande piacere vedo un cordino in acciaio che assicura la salita del Bus del Frate e poco sopra percorro, a sinistra, una stretta cengetta.
M.Cimia e M.Colsent
Ancora un passaggio delicato
Parte alta della Val Slavinaz
Ritorno a sorridere. Le rocce a poco a poco lasciano spazio a bellissimi ciuffi d’erba, la cengia diventa più comoda; verso valle appare il Lago della Stua, davanti a me il Sass de Mur, il Piz de Mez, il Sasso Largo e la fantastica conca di Cimonega
.
Il sentiero passa tra le due cenge
Lago della Stua
Sass de Mur, Piz de Mez, Sasso Largo e Sasso delle Undici
Conca di Cimonega
Mi fermo in un punto panoramico ad ammirare l’ambiente e i miei pensieri volano liberi nel cielo.
Dopo un po’ arriva, dalla direzione opposta un giovane che aveva pernottato al Rif. Boz e andava ai Piani Eterni (ciao Andrea). Ci scambiamo qualche impressione ed informazione sul percorso fatto singolarmente e poi ognuno riprende il cammino. Mentre scendo a Casara Cimonega ammiro il Sass de Mur che si presenta imponente davanti a me. Vedo i bivacchi, posti in un dosso a quota 1930; quei puntini rossi sono fantastici
.
Intanto le nubi cominciano ad avvolgere i monti circostanti ma non dò importanza perché la mia attenzione è attirata dal piacevole suono dell’acqua che scende verso valle (il torrente Caorame nasce alle pendici del Piz di Sagron) .
Passo nei pressi della vecchia Casera Cimonega (1637 m) ed imbocco il sentiero 806, che tra ripide placconate, meravigliose marmitte di evorsione e le cascatelle del Caorame porta ai Bivacchi Feltre e W.Bodo, nei pressi del Pian della Regina (sullo sfondo il Piz de Mez e alla sua destra il Piz de Sagron).
Vista verso sud (Casara Cimonega)
L’atmosfera è a dir poco fantastica. Non c’è anima viva in giro.
I bivacchi sono molto carini, puliti ed accoglienti, soprattutto il più piccolino (quello con 4 posti letto). Qualcuno ha dormito recentemente perché ha dimenticato una pila frontale ed un berretto. Fuori una fontanella invita a sostare. Leggo un po’ il libro di vetta, mangio qualcosa e mi riposo. Cerco di rimandare la partenza ma la discesa è ancora lunga e alla fine non ho altra scelta che rimettere lo zaino in spalla e partire . Scendo per l’806 fino al Crot del Mul (1900 m) e proseguo lungo il versante est del Sass de Mura (segn. 801).
Il percorso è un po’ aereo e, tra saliscendi prima e con serpentine poi, raggiungo la sella erbosa del Col dei Bechi (1960 m). C'è nebbia e non riesco a veder proprio niente
.
Andando verso il Col dei Bechi
Da qui, in direzione ovest, percorro il Sentiero del Caserin che attraversa in quota la base del Sass de Mur (corda fissa dove c’è un piccolo strapiombo), salgo poi fino al Pass de Mur (1867 m).
Sul Troi del Caserin
Il tracciato dal Bivacco Feltre sarebbe molto panoramico e notevole ma le nebbie del tardo pomeriggio lasciano solo immaginare cotanta bellezza. Vedo non lontanissimo il Rif. Boz (nell’Alpe di Neva) e lo raggiungo su comodo sentiero.
Trovo degli escursionisti (educati e non schiamazzanti) fuori all’aperto. Io entro per una fetta di dolce ed un caffè e scambio 4 parole con il gestore. Ho girovagato per l’intera giornata da sola e stare un po’ in compagnia è davvero piacevole.
Sono un tantino in ritardo sulla tabella di marcia. Le cenge della Val Slavinaz hanno richiesto più tempo di quello che pensavo o sono io che sto invecchiando e vado più piano di quando ero giovane
. Verso le 18.00 m’incammino.
Non ho più voglia di arrivare a Passo Finestra, tanto tutto è avvolto da una leggera foschia e i panorami sono indistinti.
Decido così di accorciare di un paio di km il rientro. Risalgo a Passo Alvis (1880 m/ un fantastico balcone verso il Sass de Mur, Cima d’Asta, Lagorai, Val Canzoi, Piani Eterni, Pizzoc e M.Tre Pietre con il bel tempo
) e imbocco il sentiero 811 che con comodi tornantini scende verso la radura prativa di Malga Alvis (1573 m, dominata dal Col del Demonio e dal Sass de Mur) e poi giù fino a quota 800 circa dove incrocio una stradella che mi porta prima al Lago della Stua poi al locale “Ai 4 Pass” ed infine all’area di sosta.
Tra le nebbie, verso Malga Alvis
Malga Alvis
Andando verso valle, il Lago della Stua
Traccia
Cartina: Tabacco 023, Alpi Feltrine Le Vette-Cimonega
Sentieri: 806, 802, 802 A (Porzil), 852, 801, 811
Dislivello: 1800-1900 m
Distanza: 28.5 km
P.S. Ad escursione avvenuta, il Cai di Feltre, alla sera del 23 luglio 2014,ha postato sul suo sito questo comunicato: “Si avvisa di prestare molta attenzione nel percorrere i seguenti sentieri:
Sentiero Cai 811-Val Canzoi-Passo Alvis-poco prima di Malga Alvis (quota 1500 m circa)-nel tratto attrezzato, sono divelti due ancoraggi e la corda metallica è allentata. Si raccomanda di fare molta attenzione!
Sentiero Cai 851, nel tratto tra Casera Cimonega e Forcella dell’Omo è seriamente danneggiato. Si invitano gli escursionisti a non percorrerlo”.In loco sabato non c'era alcun avviso e a Casera Erèra era divelta persino la segnaletica ( palo adagiato per terra).