Una domenica pomeriggio come tante sono andato a fare uno dei miei soliti giretti, sarà stata la fine di febbraio, il cielo era sereno e la temperatura tutto sommato abbastanza gradevole.
Partito da casa verso le tredici e trenta seguendo la traccia battuta nei giorni precedenti con le ciaspole in prossimità della Bassa o Portela ho incrociato una una coppia con due bambini piccoli
che stava scendendo allegramente lungo l' itinerario dove io salivo, mi sono fatto da parte, li ho salutati e lasciati passare e mi sono chiesto da dove potrebbero essere saliti visto la mancanza di traccie recenti dove ero appena passato.
Arrivato alla Portela ho notato le orme nella neve profonda sulla strada forestale che scende a S Orsola passando dalla Località Banai e ho pensato ai due bambini, come avranno fatto ad arrivare fin li senza ciaspole ? Dove saranno diretti ? Il dubbio mi è venuto subito ! Avranno sbagliato itinerario ? Con questo dubbio sono salito verso la Cros de Mala e arrivato in cima dopo una breve sosta sono sceso lungo l' itinerario di salita l' unico percorribile senza ciaspole a causa della notevole altezza della neve.
Calando velocemente verso casa a circa 1300 m in approssimata del Mas Della Battistina ho sentito parlare a voce alta, poco dopo ho raggiunto la donna incrociata in salita con una cartina in mano la quale con aria affranta mi chiese dove fosse la Cros De Mala , quando le dissi che avevano sbagliato itinerario e stavano scendendo verso Pinè nei suoi occhi ho visto la paura e lo sconforto.
La donna mi disse che erano partiti dalla località Martin poco sotto il ristorante Capriolo e seguendo la strada forestale avevano raggiunto prima la località Costa Refol dove sono stati restaurati in modo ammirevole alcuni masi passando presso le località Cavecia, Banai, Rienz e raggiunta la Bassa avevano intenzione di salire alla Cros de Mala e scendere dal varante sud seguendo un altra forestale che li avrebbe riportati a Costa Refol.
Arrivati alla Bassa invece di salire verso la Cros erano scesi verso Pinè seguendo la traccia più battuta e più comoda.
Il marito stava appoggiato ad un grande masso, i due bimbi seduti nella neve ormai sfiniti dalla fatica mi fecero una gran pena, uno aveva quattro anni l'altra sei, ritornare indietro neanche a parlarne, dissi loro che l' unica soluzione era scendere fino a casa mia,chiamare qualcuno che li potesse accompagnare a recuperare l' auto lasciata sotto il Capriolo,la donna rivolta al marito gli disse: come facciamo adesso? Non abbiamo nessuno da poter chiamare !
Non ci pensai un attimo e dissi loro che ci avrei pensato io.
Arrivati a casa dopo innumerevoli cadute lungo il sentiero dovute probabilmente alla stanchezza dei quattro quasi dispersi ho accompagnato il marito a recuperare l' auto mentre la mamma con i due bimbi dopo una breve sosta non volendo entrare in casa a aspettato il marito presso il campeggio Canè in fiore.
Una frase detta dalla mamma mi resterà sempre in mente: questa volta è andata bene, non ce ne sarà un altra !
Forse la disavventura sarà servita a qualcosa .