Sono sulla diagonale, riparto dopo aver fatto una foto a Mauro che sta finendo le zete. Sparisce dietro al risalto del poggio e poi lo rivedo sbucare. |
Non sono ancora arrivata alla prima zeta, sento come un botto, penso: “Che strano, un tuono proprio adesso che il cielo è ormai quasi sereno”. Non ho tempo di fare o pensare altro. Tutto si muove, sono già con la testa verso valle, la cosa è fulminea. Non ho l'impressione di essere stata urtata, travolta, spinta. Sono dentro e basta. Sono sotto. Spero solo che Mauro si sia voltato subito e stia vedendo dove sto andando. |
Capisco che tutto si sta muovendo, o meglio che io mi sto muovendo con il tutto, ma non so in che direzione. Cerco di muovere le braccia (penso di aver mollato subito i bastoncini), le gambe no, quelle sono già belle fisse con gli sci attaccati. |
Ho una mano non troppo lontana dalla faccia, credo; cerco di grattare la neve per fare un buco, ma per poco. Anche la mano è ormai cementata. Tutto si ferma. |
Non penso di urlare e chiedere aiuto. Mi viene subito in mente l'intervista fatta in questi giorni all'altoatesino che è sopravvissuto alla valanga che ha ucciso alcune persone in val d'Aosta. Diceva che era rimasto calmo, respirando il più tranquillamente possibile. Ecco, farò così, respirerò con calma. Tanto altro non posso fare. |
Un'altra immagine: la risalita in emergenza dalle torbide acque del Garda, dopo un attacco di panico. Era il 1985, ero ancora alle prime armi, eravamo ad una ventina di metri di profondità, non si vedeva quasi niente quando improvvisamente sentii che non respiravo e decisi che volevo tornare all'aria. (N.d.r. Erano altri tempi, per chi ha qualche cognizione di immersioni subacquee ricordo che allora il secondo erogatore non esisteva, in pochi avevano il giubbotto ad assetto variabile, io ancora no.) Quella volta, mi aggrappai a Mauro e iniziai a pinneggiare verso l'alto. Salimmo di gran carriera, in un turbinio di bolle. Ecco, mi vedo in quel turbinio di bolle. Dopo una breve pausa in superficie, ritornammo giù: dovevamo scacciare subito i fantasmi. |
Si alternano lampi di luce, momenti di buio. Probabilmente sono stata in stato di semiincoscienza per gran parte del tempo. Sicuramente è stato meglio così. |
Un altro attimo di coscienza, un altro ricordo, un altra immagine. Vedo mia mamma. Non un episodio in particolare. Solo l'immagine. O forse non la vedo, la percepisco e basta. |
“...... Respira, ...... respira .... respira “: sono queste le prime parole che sento. Respiro, respiro. |
E il seguito?Beh, il seguito non fa parte della storia della valanga, qui teoricamente c'era il lieto fine. Invece la storia è proseguita in modo da oscurare completamente questa parte, è stata già raccontata e tutti ne hanno letto: "Campiglio, precipita un elicottero del 118"...
Beh, il seguito non fa parte della storia della valanga, qui teoricamente c'era il lieto fine. Invece la storia è proseguita in modo da oscurare completamente questa parte, è stata già raccontata e tutti ne hanno letto: "Campiglio, precipita un elicottero del 118"...
Cacchio... Anch'io insacchetto tutto.. :-\
Premetto che io ho un arva vecchio come Noè e di modelli più moderni non ne conosco il funzionamento.. Ma il passaggio automatico alla modalità di trasmissione a che serve? non sarebbe forse meglio non averlo o se possibile disinserirlo? Nel naturale stato di agitazione in cui ci si trova in quei momenti non è cosa facile ricordarsi che un certo suono preavvisa lo spegnimento..
serve che se per sfiga vieni travolto mentre stai cercando un compagno, dopo un tot di tempo (quanto? non lo so...) in cui è immobile si commuta in trasmissione. Quello che mi pare strano è che si sia commutato da solo durante la ricerca e quindi in movimento...L'ARVA (almeno il mio, ma credo sia un comportamento comune) commuta in automatico dopo 8 minuti che l'hai messo in ricerca, indipendentemente dal movimento. Poco prima (dovrebbero essere 30 secondi) emette l'allarme. Basta schiacciare il tasto e lui 'capisce' che non sei sepolto e rimane in ricerca. Dovrebbe essere un comportamento automatico di chi ricerca (uno dei tanti comportamenti automatici), è anche semplice perchè hai l'ARVA in mano e ti costa zero tempo schiacciare, ma io non sono mai arrivato ad 8 minuti in ricerche di prova, e non l'avevo mai sperimentato - come tante altre cose.
Letto tutto d’un fiato...emozionante e istruttivo!Più che di preparazione direi che è stata capacità di mantenere una calma sufficiente.
Sicuramente ce stata fortuna ma anche la tua preparazione è stata fondamentale!