10 gennaio 2000
Sorpresa: il Busnelli esiste! (lungo)
Sorpresa: il Busnelli non e' virtuale esiste davvero!
Seconda sorpresa: e' anche un bel ragazzo, il che non guasta.
Terza sorpresa: un veronese con accento milanese.
Quarta sorpresa: a fine gita estrae da non so dove due meravigliose lattine di birra! E se vi pare poco...
ore 8 appuntamento a trento sotto casa ghezzer, il privilegiato.
Tempaccio schifo. Porca eva, fino a ieri un sole come una polenta, oggi coperto e poco invitante. Rapido scambio di SMS con Alex, che si fa? Beh, io sono gia' a Ora e non intendo fare dietrofront. E Claudio sara' a Rovereto, mica possiamo farlo tornare indietro, no?
Arrivo a Tn, non faccio a tempo a scendere dalla macchina che mi arriva dal ghezzer la prima osservazione: sono 5 minuti in ritardo.
Dico, 5 minuti! Lo possino...
fatte le presentazioni, *piacere Claudio* *piacere moscone*, si carica tutto l'armamentario sul mio vecchio cassone, che tanto e' gia' sporco e incasinato di suo, e si parte. Destinazione, rifugio Carlettini, sopra Borgo Valsugana, Lagorai tanto per cambiare.
Gia' in fase di avvicinamento ci rendiamo conto che la neve e' veramente poca. Tutto intorno le cime sono spellacchiate e sventate.
Rapido caffe' al rifugio Cruccolo, altro 1/4 d'ora di macchina e parcheggiamo a ponte Conseria m.1486, poco sopra al Carlettini.
Il Busnelli calza gli sci da alpinismo, io e il ghezzer calziamo gli scarponi, attacchiamo gli sci sullo zaino e *Ale, prendo anche le ciaspole? a me non pare il caso...* *fai come vuoi, ma poi non lamentarti come al tuo solito!* Non lamentarmi come al mio solito? Quando mai mi sono lamentata, porcaccia eva? Giramento di balle della sottoscritta, attacco le ciaspole sullo zaino che raggiunge cosi' i 180 chili di peso, possibile che lo zaino pesi sempre cosi' tanto?, e su per il ripido sentiero che porta a malga Conseria con gli sci che mi fanno inciampare ad ogni passo e si incastrano dappertutto. Sono talmente piccina che sbattacchiano quasi per terra, non ho ancora trovato il modo per farli stare piu' alti.
Quando il sentiero si allarga e diventa meno ripido anche noi due mettiamo finalmente gli sci. Meravigliosi e leggerini sci da escursionismo! E con le pelli tengono a meraviglia. Cosi' leggeri che il ghezzer mette il turbo e con leggerezza si lascia alle spalle la sottoscritta (ovvio) e pure il Busnelli ciabattante con i suoi sci da alpinismo. Neve, pochissima.
A malga Conseria breve sosta, poi su a passo 5 croci (m.2018). Io sempre incazzata come un serpente. Pensa te, io che mi lamento come al mio solito! SGRUNT! A passo 5 croci le nostre strade si dividono:
Claudio decide di salire in cima al Col di San Giovanni, Alex giustamente ritiene che la neve sia troppo poca e difficile per gli sciotti da escursionismo, ci toccherebbe sicuramente scendere a piedi.
Dunque Claudio si avvia in su e noi prendiamo il facile e gradevole sentiero in falsopiano che ci porta a Malga Val Cion dove abbiamo appuntamento con Claudio. Il tempo sta migliorando, lo spettacolo e' da togliere il fiato: li' cima d'asta, quello e' il Colbriccon, quelle le Pale! Il cielo e' molto mosso, nuvoloni scuri spiccano su ampi sprazzi di azzurro, intorno tutto bianco di neve... che meraviglia!
*sei ancora incazzata? pace?* massi' pace. Come si fa ad avere la luna in un posto cosi' bello? fra il resto tenere il muso e' troppo faticoso e non e' nelle mie corde.
Fortunatamente abbiamo i nuovi sci con le lamine: la neve e' piuttosto dura e crostosa e sui costoni con gli sci senza lamine avremmo avuto da porconare!
A malga Val Cion ci sistemiamo alla bell'e meglio in vista del Col san Giovanni, tiriamo fuori la merenda, e ci disponiamo con il binocolo a cercare Claudio. E' li? ma no, e' un pino. E' quello, dai! ma va', e' una croce. Guardalo li', fermo come un baccala'! Ma va' dove lo vedi?
E mentre noi lo cerchiamo da una parte lui ci raggiunge alle spalle proveniente dall'altra.
Com'e' andata? *ma dai, abbastanza bene. Sono anche riuscito a divertirmi per una decina di metri!* Insomma, niente neve e slalom fra i roccioni a caccia di una linea di discesa percorribile. Se non nevica presto sono cazzi!
Foto di prammatica, raccolta degli effetti personali sparsi, rifacimento zaini e su a passo Val Cion lungo le tracce lasciate da alcuni sciatori. E fin qui e' andata alla grande. Mo' mi tocca scendere, porcaccia eva!
Il ghezzer si avvia in lunghe diagonali per un pendio largo ma abbastanza ripido, io mi butto e dopo ben 10 metri sono col faccione nella neve! E quello di sotto sghignazza di gusto! E' la classica neve *merdosa* per dirla alla ghezzer: ogni 10 metri cambia consistenza. a momenti crostosa e dura, subito sotto morbida e leggera, poco piu' avanti erba, poi di nuovo un pendio dove si sprofonda. Ovvero gli sci procedono a singhiozzo: via come una scheggia sul duro, poi uno stop improvviso sul morbido, che mi sbilancia in avanti e mi fa volare, poi di nuovo via a razzo. Merde! Il busnelli con il suo tallone bello fermo negli attacchi da alpinismo, scende leggero a serpentine! Lo odio!!!
Ogni volo mi tocca arrabattarmi come una matta nella neve profonda per rialzarmi, schiacciata dal peso dello zaino. Sembro un orso. Dio del cielo, se ci sei, cosa che dubito, fai fare un volo di faccia anche al ghezzer, PER PIACERE! E invece lui scende tranquillo e beato, con i suoi scarponcini alti e rigidi e gli attacchi nuovi. A dirla tutta sono un po' depressa: possibile che io sia sempre per terra? E che lui non faccia un volo? cosa sbaglio, porco giuda? Se penso che in pista scio cosi' benino, chi me lo fa fare di andare a ficcarmi nei casini con l'escursionismo? Mi pare di tornare indietro a quando imparavo a sciare: incerta, tremolante, sempre col muso nella neve.
Il Busnelli se ne va leggero per un altro percorso e ci stacca di un bel po'. Lo intravvediamo dall'alto, gli facciamo un urlo, speriamo abbia capito che scendiamo dall'altra e non resti li' ad attenderci fino al disgelo.
Come dio vuole raggiungiamo Malga Val Sorda e la lunga forestale che scende verso ponte Conseria. Li' le cose si semplificano di molto:
pendenza costante, neve dura e ghiacciata: piazzo uno spazzaneve granitico e, grazie alle lamine, arrivo piu' o meno sana e salva alla meta. Il ghezzer, che molto cavalierescamente mi attende ad ogni tornante, quando intravvede la macchina se ne va e mi pianta da sola.
Vorrai mica che arrivi insieme a me? ne va della sua dignita'. Questi uomini!
Laggiu' si vedono il pantaloni gialli canarino del Busnelli che ci aspetta, surgelato, da almeno mezz'ora.
Le ciaspole, ovviamente, non sono servite: in cambio hanno fatto una magnifica gita attaccate dall'inizio alla fine sullo zaino. Ghezzer, te le farei mangiare!
Ultima busnelli-sorpresa: con quel freddo polare si spoglia praticamente nudo e si cambia dalla testa ai piedi. Bel coraggio! E bello spettacolo, se mi passate l'espressione. :DDD
Alla prossima.
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dalla periferia dell'impero
francesca b.
bolzano
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10 gennaio 2000
http://www.itsportmontagna.org/ism/ng/Racconti/Dio_bonino.htm