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Cultura della montagna / Re:Baito Slavazi
« Ultimo post da kobang il 21/10/2025 13:48 »
Sono perfettamente consapevole di quanto dici.Le soluzioni tecniche ci sono e da anni.In Nuovazelanda alcuni bivacchi dotati di scortealimentari sono accessibili solo tramite app e riconoscimento e riescono a farlo in un Paese dove le aree non antropizzate sono la maggioranza del territorio...Qui invece si spinge sempre più verso la deregolazione,l'arbritrarietà ed il cialtronismo.Le cose non capitano per caso,sono il frutto di decisioni politiche e sociali,di indirizzi di costume promossi o censurati e così via.
Ricordo come rimasi colpito quando lo storico libro di vetta di Cima Scarpacò fu in parte vandalizzato e poi trafugato:era uno dei primi episodi schifosi compiuto comunque da gente che ,per arrivare lassù,di sicuro non era da mettere nell'elenco dei merenderos che fanno danni in luoghi facilmente accessibili....Episodi inqualificabili sono avvenuti in cima alla Marmolada ecc.
Ora sarebbe il momento di prendere provvedimenti e tentare nuove forme di tutela,ma con una cultura generale alla deriva c'è poco da aspettarsi.
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Cultura della montagna / Re:Baito Slavazi
« Ultimo post da AGH il 20/10/2025 10:20 »
e che controlli vuoi che mettano? Illusione. Già il fatto che rinnovino e ingrandiscano bivacchi e rifugi ti rende chiaro quale sia l'obiettivo: attirare ancora più gente di prima. Dopo aver consumato tutti i fondovalle, i valorizzatori puntano alle alte quote
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Cultura della montagna / Re:Baito Slavazi
« Ultimo post da kobang il 20/10/2025 09:45 »
Se non introducono veramente sistemi di controllo per l'accesso diventeranno altri accumulatori di cialtroni...Non vedo molta intenzione di correggere la oscena deriva della frequentazione di massa della montagna;nemmeno la voglia di intervenire anche su i più rari,ma clamorosi,vandalismi in zone dove arriva chi in montagna cammina davvero....Ormai dilaga una sottocultura,una assenza di valori che interessa tutte le categorie sociali.
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Natura / Re:Vaia
« Ultimo post da AGH il 20/10/2025 09:42 »
Dopo Vaia ho fatto sporadici ritorni in Lagorai, sempre col cuore trafitto da paesaggi distrutti e irriconoscibili. Non ci ho più rimesso piede. Il bostrico, le motoseghe e centinaia di nuove enormi strade forestali per recuperare il legname hanno fatto il resto. Il Lagorai come lo conoscevo, a bassa e media quota, in gran parte non esiste più.
 
Ho fatto due immagini prese dal satellite Sentinel2, prima e dopo Vaia: ottobre 2023 e ottobre 2025. Potete vedere voi stessi il disastro...
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Cultura della montagna / Re:Baito Slavazi
« Ultimo post da AGH il 20/10/2025 08:42 »
I vecchi bivacchi erano bellissimi, come quelli spartani e storici in lamiera come il Moro. Bivacchi troppo comodi e confortevoli attirano un sacco di gente, vedi ad esempio il Coldosé. Perdono così la loro funzione originaria, che era quella anzitutto di offrire un riparo, con questo andazzo stanno diventando una mèta invece di un transito, molti ci fanno le "sbaraccate" o addirittura le vacanze gratis  >:(
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Materiali e tecnica in montagna / Re:Rifornimento rifugi
« Ultimo post da kobang il 19/10/2025 13:41 »
Funzionano,ovviamente con carichi ridotti rispetto all'elicottero.Faranno più voli,ma di sicuro con minore impatto ambientale e costi più contenuti
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Materiali e tecnica in montagna / Rifornimento rifugi
« Ultimo post da pianmasan il 15/10/2025 12:14 »
BOLZANO. Per la prima volta i droni al servizio dei rifugi alpini: ventuno voli, quattro rifugi raggiunti, oltre una tonnellata di carico trasportata. Il tutto senza usare l'elicottero, quindi risparmiando denaro e preservando l'ambiente. E' un progetto straordinario quello promosso dalla Provincia di Bolzano e realizzato in collaborazione con FlyingBasket, tech company altoatesina leader nella progettazione e sviluppo di droni cargo per la logistica.
 D'altronde, come spiega l'assessore provinciale alle Opere pubbliche Christian Bianchi ''un volo tradizionale di dieci minuti con elicottero può costare circa 950 euro e generare 79 chilogrammi di CO₂: con i droni, queste emissioni vengono completamente azzerate. Come Provincia, continueremo a sostenere con convinzione questi progetti di innovazione tecnologica, che uniscono efficienza, tutela ambientale e qualità dei servizi. È un segnale forte dell’impegno della politica locale verso una montagna più moderna, efficiente e rispettosa dell’ambiente''.
 Durante l’estate 2025 sono stati serviti alcuni dei rifugi di proprietà della Provincia: Berglhütte, Payerhütte, Teplitzerhütte e Flaggerschartenhütte, con voli che hanno raggiunto quote di oltre 3 000 metri e trasportato fino a 90–120 chili all'ora, per un totale di circa 1 000 chili di beni consegnati.
 I droni hanno portato in quota alimenti come uova, latte, pane e succo di mela e materiali pesanti e ingombranti, dagli estintori ai fusti di birra, dai bricchetti di legno all’olio. Ogni missione è stata completata nell’arco di una sola giornata, con voli compresi tra 2 ore e 40 minuti e poco meno di 5 ore, a conferma della fattibilità tecnica e logistica del sistema.
 Rispetto ai voli in elicottero, i voli con droni, come detto, non producono emissioni dirette di CO₂ e comportano costi sensibilmente inferiori, con un risparmio ambientale pari all’assorbimento annuo di 400–630 alberi. Inoltre, consentono forniture più flessibili e frequenti in piccole quantità, ideali per prodotti freschi, riducendo rumore e rischi operativi. ''Siamo molto orgogliosi di aver portato a termine con successo questo progetto – dichiara Moritz Moroder, Ceo di FlyingBasket - I droni cargo possono rappresentare una rivoluzione nella logistica alpina: più sostenibili degli elicotteri, più sicuri ed economici, capaci di servire i rifugi senza impattare negativamente sull’ambiente. È un passo importante che rafforza il legame tra innovazione tecnologica e territorio, con l’obiettivo di rendere la montagna sempre più accessibile e rispettata''.
 Soddisfatto anche il Cai Bolzano che alla presentazione del progetto pilota era presente con il presidente della sezione di Bolzano Maurizio Veronese che ha espresso pieno sostegno al progetto per il suo impatto positivo in termini di risparmio economico e di salvaguardia dell'ambiente.

da "Il Dolomiti"

Potrebbe essere una strada rivoluzionaria! Non conosco altri argomenti se non quelli riportati nell'articolo, e se non diventa anca qui una "magnadora", mi sembra un buon progetto.
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Confermo le condizioni della Val dei Morti.Questa estate il tratto franato era minimo...
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A proposito, ho chiesto al cacciatore (conosceva a menadito la zona) il significato di valle "dei Morti", mi ha detto che è stata ribattezzata così all'inizio del '900 perché erano morti nel fondovalle due ragazzi (parenti dei gestori del ristorante Cima Dodici di Olle) travolti da una slavina mentre stavano andando a prendere rami per l'orto. Prima si chiamava Valle Fiorita
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