Partiamo con previsioni pessime, del resto è sabato. Arrivati in Val Varaita non piove ma il cielo non lascia presagire nulla di buono. Lasciamo l’auto al Rifugio Melezè in Val di Bellino, ottimo posto dove soggiornare più giorni e raggiungere i numerosi 3000 che circondano la valle. Un veloce saluto al gestore già nostra conoscenza e partiamo per la traversata che ci porterà in Val Maira. Visto le previsioni e quello che vediamo decidiamo di non fare divagazioni di percorso. Risaliamo i pascoli della Valle di Bellino fino al Grange Autaret, dove risaliamo al Colle di Bellino, anche se ogni tanto il sole cerca di far capolino nuvoloni sempre più neri arrivano dalla Francia per cui a malincuore scendiamo senza troppi indugi fino al Rifugio Campo Base. Altro ottimo posto dove soggiornare.
Anche la domenica non dà grandi speranze, le previsioni di Acceglio parlano di piogge deboli e schiarite. Confidando in loro partiamo per un giro classico ad anello il sentiero “Dino Icardi”, beh il giro è dato per circa 7/8 ore diciamo che la schiarita è durata circa 15 min per cui fate voi! Tornati a Campo Base, avevamo solo le mutande asciutte ma ne è comunque valsa la pena, quel poco che abbiamo visto c’è piaciuto, abbiamo conosciuto altri scombinati in giro fiduciosi nelle previsioni per cui la giornata è passata in allegria…
Lunedì torna il sereno ma tira un vento pauroso. Oggi entriamo in Francia, ahi ahi, qui le cose si complicheranno…per un misterioso motivo nei nostri rifugi di confine e anche oltre si parla il francese, in Francia, anche se di pochi metri non c’è verso di farsi capire, per me il più delle volte lo fanno apposta!!!! Va beh, ci tocca! Da Campo Base scendiamo oltre Chiappera per affrontare la lunga salita al Colle Sautron da dove entreremo in Francia. Discesa verso Larche per deviare quasi subito e risalire al Col de la Portiolette, altra discesa e breve risalita al Col du Vallonet dove svoltiamo prima a dx e poco dopo a sx e un lungo traverso per prati ci porta al bivio dove finalmente troviamo le indicazioni per il rifugio Chambeyron. Ultima risalita in ambiente spettacolare e quindi discesa al rifugio. Tanto bello il luogo quanto brutto il rifugio sia esternamente sia all’interno. Freddo e buio. Il gestore come il solito fatica a capire, quello che vogliamo bere, anche se a dire il vero almeno un pò di impegno ce lo mette. Nonostante il vento ci mettiamo all’esterno a mangiare, dentro ancora un po’ e ci volevano le frontali per vedersi e a cena prima che ci siamo potuti togliere le giacche a vento, c’è voluto po’! Tutto sommato la serata va benone, i nostri compagni di tavolo e di camerata cercano di intavolare un discorso e in qualche modo riusciamo a capirci!
La mattina successiva fa freddissimo e la salita in ombra al lago del 9 Colori e al Colle della Gippiera ci obbliga a coprirci. Dal Colle saliamo velocemente alla panoramica Tȇte de la Frema da dove possiamo vedere quello che non avevamo visto percorrendo il sentiero “Dino Icardi”, favoloso! Ridiscesi al colle, proseguiamo verso il Colle di Terre Nere, dove ci imbraghiamo. Qui c’è un breve tratto attrezzato, cengia e poi canale, tutte le relazioni e anche vari forum consigliano di assicurarsi, ed effettivamente, soprattutto se fatto in discesa, penso sia meglio. Tra l’altro un chiodo sulla cengia era pure saltato e le piogge dei giorni scorsi avevano reso sia il canale sia il ripido tratto di discesa successivo molto insidiosi. Con molta cautela scendiamo per poi risalire al Colle Ciaslaras e alla sua omonima cima. Discesa poi al Col du Marinet dove anche qui saliamo alla Tȇte du Vallonet. Tornati al colle affrontiamo la lunghissima discesa che passando dai bellissimi laghi del Marinet arriva a Maljasset. Qui soggiorniamo a La Cure perché il rifugio Maljasset non aveva disponibilità e a quanto abbiamo poi saputo, così facendo abbiamo fatto tombola, poiché il rifugio sembra essere gestito da gente alquanto scorbutica !
Oggi torniamo in Italia, dopo la notte praticamente insonne causa russatore di prima categoria (tappi, fascia intorno alle orecchie, cuscino sulla testa non sono serviti a niente!) risaliamo la Valle di Rubren fino al bivacco Boerio, nostra casina per una notte. La speranza di rimanere soli è fugata nel pomeriggio, quando tornando da un giro supplementare lungo la Cresta di Mongioia fino alla Testa di Malacosta, troviamo due famiglie francesi intente a prepararsi i letti, speriamo in bene! Speranze vane, la notte i due padri danno il loro meglio (a livello canoro, ben inteso) e alle 5.30 lasciamo il bivacco per salire al Mongioia. Arriviamo in cima nel momento esatto in cui il sole comincia a spuntare dietro il Monviso, che emozione! Rimaniamo più di mezz’ora in cima e tornati al bivacco, facciamo colazione e tanto per non farci mancare nulla prima di scendere dal P.so di Salza per andare a Chianale passando per il Col Longet, saliamo anche alla cima di Salza, faticosa la salita, per la sua ripidità ma la discesa su ghiaietto è divertentissima! Troviamo il borgo in festa e gremito di gente, per fortuna il nostro GTA è un po’ defilato e siamo immersi nella tranquillità e finalmente stanotte dormiremo come sassi!
Oggi rientro al rifugio Melezè attraverso il Col Rastel e il P.so di Bondormir. La discesa dal P.so di Bondormir è una delle cose più devastanti dell’intero trekking e, di fatto, scopriamo poi che chi fa questa traversata preferisce farla passando dal Colle della Battagliola.
Sono tante le cose e le sensazioni che avrei voluto descrivere ma il racconto è venuto già troppo lungo :imbarazzo: . Ormai sono tanti anni che passiamo le nostre ferie in terra cuneese, e non ci stancheremo mai di dire che la bellezza delle montagne e dei luoghi non ha niente da invidiare a posti più blasonati. I locali sono tra le persone più ospitali che abbiamo mai incontrato e se si cercano luoghi tranquilli, questi sono i posti ideali.
Dati GPS:
1° Giorno: Dislivello 979 m – km 17,12
2° Giorno Dislivello 1368 m – km 19,92
3° Giorno Dislivello 2326 m – km 18,61
4° Giorno Dislivello 1157 m – km 18,27
4° Giorno Dislivello 1643 m – km 18,06
5° Giorno Dislivello 712 m – km 16,71
6° Giorno Dislivello 1403 m – km 17,56
LE FOTO QUI:
http://www.montimania.it/Multimedia/Arch/2011/Occitania/album/index.html