Giovedì 1 settembre ci troviamo in vacanza Valle d'Aosta e la giornata è splendida come le altre.
Dalla Val di Cogne, dove siamo alloggiati, ci spostiamo in
Valpelline per ripetere una delle varie escursioni fatte in questa incantevole vallata una quindicina di anni fa.
E' un itinerario di km. 11,5 con un dislivello di poco oltre i 900 mt. Ben poca cosa rispetto ai mega-giri che sto leggendo sul forum in questi ultimi periodi
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comunque è un percorso molto panoramico, appagante e alla portata di tante persone.
La Valpelline è una delle valli valdostane che più mi piace perchè selvaggia, incontaminata e ancora non toccata dal turismo di massa.
Parcheggiamo l'auto in località
Ruz di Bionaz a mt. 1696 poco sopra il paesino di
Dzovenno e ci incamminiamo seguendo le indicazioni per il
rif. Crête Sèche (sent. nr. 2)
Ci sarebbe la poderale che sale per un buon tratto ma scegliamo il sentierino all'ombra del bosco, stretto ma ben segnato, che sale ripido intersecando di continuo la strada. Incontriamo un bel torrentello con le cascate, attraversiamo una pietraia e raggiungiamo
l'alpe Lo Promont a mt. 1871 su di un bel terrazzo erboso.
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sentierino
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una delle cascatelle
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pietraia
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Alpe Lo Promont
Si sale ancora un po' tra abeti e larici e poi si esce allo scoperto e al sole, si oltrepassa un torrente e si giunge sull'ampio pianoro dei pascoli
dell'alpeggio Berrier a mt. 2192, molto bello. Sullo sfondo la
Becca di Luseney di 3500 mt.
sentierino
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Becca di Chardoney
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alpeggio Berrier e Becca di Luseney
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Il sentiero ora prosegue a sinistra con una lunga traversata a mezza costa e salendo gradualmente e senza strappi ci permette di riprendere fiato.
Di fronte a noi, sempre in vista, c'è la
catena dell'Aroletta, frequentata dagli amanti dell'arrampicata su roccia e delle vie attrezzate.
Il rifugio Crête Sèche, primo nostro obiettivo, appare per un attimo per poi sparire dietro il colmo della montagna.
Man mano che si sale il panorama diventa sempre più grandioso verso la sottostante Valpelline con le varie borgate e le varie cime tra le quali emerge la Becca di Nona. All'orizzonte le vette son tante e riconosciamo i ghiacciai del Gran Paradiso, Grivola e Testa del Rutor.
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appare il tetto del rifugio
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pano sulla Valpelline e la Creta di Nona
Attraversiamo una grande pietraia e poi ad un bivio sono indicati due sentierini, noi scegliamo quello più a sinistra che dopo un po' impenna parecchio, sale ripido e stretto e ci fa venire il fiatone anche perchè fa caldo e il sole brucia!
La salita però è breve e davanti a noi svetta presto la bandiera del
rifugio Crête Sèche che raggiungiamo in poco tempo (al ritorno comunque, onde evitare scivoloni, percorreremo l'altro sentiero meno ripido).
Il rifugio si trova a 2400 mt, su di un promontorio eccezionalmente panoramico ai piedi del Monte Crête Sèche, a sinistra la catena dell'Aroletta.
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uno sguardo al sentiero percorso e il Monte Crête Sèche
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rifugio Crête Sèche a mt.2400, il monte omonimo e a sx Aroletta
Entriamo, salutiamo, chiediamo cosa c'è di buono da mangiare e i profumi invitanti ci inducono quasi in tentazione
Sappiamo però che fermandoci ora a pranzo, poi non riusciremmo più a continuare la salita, così dopo un caffè rimandiamo a più tardi e ripartiamo in direzione del
bivacco Spataro raggiungibile in circa un'oretta (con il nostro passo) e che appare sopra un salto di rocce da dove scendono vari ruscelli e cascate.
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salendo al bivacco... uno sguardo indietro
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sulla pietraia
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indicazioni per le varie ascese
Si sale tra rocce e pietraie seguendo gli ometti o i segni sui massi e aiutandosi a volte con le mani.
In mezzo a tante pietre è ancora più bello scorgere qualche bel ciuffetto di fiori che non manco di fotografare!
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pietraie
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Sbuchiamo sul bordo dell'incantevole pianoro acquitrinoso di
Pian de la Sabla, tra la parte alta della catena dell'Aroletta e il fianco del Monte Berlon, solcato da numerosi torrentelli.
Per raggiungere il
Bivacco Spataro a mt. 2600, ora alla nostra altezza, basta solo attraversare la piana da destra a sinistra. Percorriamo per qualche minuto il pianoro seguendo gli ometti alla ricerca dei punti più favorevoli per superare i corsi d'acqua, ci sono alcune pietre poste qua e là a guado dei torrentelli giusto per non immergere gli scarponi...anche se una rinfrescatina ai piedi è quasi inevitabile e neppure sgradita
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Plan de la sable
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Arriviamo dietro al bivacco, qualche foto di rito e una breve sosta ammirando il panorama e cercando di dare il nome alle cime.
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interno
Ci viene spontaneo fare qualche confronto con l'escursione di 15 anni prima stesso periodo.
Innanzitutto c'erano cascate con tanta più acqua, più fragorose, poi c'era un bel nevaio proprio sotto il bivacco e la piana sopra era cosparsa di tanti altri piccoli nevaietti.
Poi … questo itinerario ci era sembrato poco più di una passeggiata e arrivati qua avevamo proseguito senza problemi verso il Col de Crête Sèche dove c'era un bel laghetto glaciale. Stavolta siamo a posto così, ci fermiamo. Segno inesorabile degli anni che passano
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, pertanto... meglio approfittarne finchè si può!
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La fame si fa sentire e con un po' di attenzione scendiamo. Ritorniamo al rifugio dove i cordiali gestori ci aspettano e il tavolo è già preparato per il gustoso pranzetto (anche se ormai è pomeriggio) a base di piatti casalinghi e prodotti locali come ci tengono a precisare.
Un po' di relax fuori all'aperto a goderci ancora un po' il panorama e poi con calma si ritorna
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rifugio Crête Sèche
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genzianella germanica
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si scende
sul sentierino di fronte alla Becca di Luseney di mt. 3500
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vista sulla vallata
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...e sotto di noi Dzovenno e il lago Lexert
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traccia del percorso