Autore Topic: Divieti nei boschi tra Liguria e Piemonte!  (Letto 819 volte)

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Offline Locontim

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Divieti nei boschi tra Liguria e Piemonte!
« il: 15/01/2022 13:40 »
Divieti nei boschi tra Liguria e Piemonte!


Vedere sotto
Rimangono libere le zone, grossomodo, a Levante da Camogli e la Val d'Aveto mentre a Ponente da Savona in avanti...
Si proseguirà  quindi su questi aspetti nei prox mesi...
Dopotutto, negli ultimi due anni, ci si era soffermati proprio sull'area ora off limits...


Buon cammino
Maurizio




Il rischio peste suina chiude i boschi dei genovesi, il governo impone lo stop a trekking e raccolta funghi

Ammessa (se autorizzata dalle Regioni) solo la caccia di selezione al cinghiale, sono coinvolti 36 comuni liguri dell'entroterra e non solo, da Celle e Albisola fino a Genova, Tiglieto, Pieve e Campo Ligure.

Vietate la caccia, la pesca e la raccolta di funghi e tartufi sul territorio di 36 comuni liguri, quello di Genova per primo. È quanto stabilito dall'ordinanza dei ministri della Salute Roberto Speranza e delle Politiche Agricole Stefano Patuanelli firmata nella serata di ieri, giovedì, per limitare il rischio di diffusione della peste suina, come contromisura al rischio infezione dopo i casi riscontrati nei giorni scorsi su vari esemplari di cinghiale nei comuni di Ovada, Fraconalto (in provincia di Alessandria) e Isola del Cantone (in provincia di Genova

Ammessa (se autorizzata dalle Regioni) solo la caccia di selezione al cinghiale come strumento per ridurre la popolazione in eccesso e rafforzare la rete di monitoraggio sulla presenza del virus, della zona rossa fanno parte di 114 comuni, di cui 78 in Piemonte. Nell'area infetta è imposto lo stop anche ad attività di trekking, mountain bike, in generale ad attività a rischio contatto con la fauna selvatica

"L'ordinanza produce effetti dalla data di adozione e le disposizioni sono efficaci per 6 mesi a decorrere da tale data", si legge nel testo. "Consente alle attività produttive di continuare a lavorare in sicurezza, fornendo rassicurazioni in merito al nostro export" e "sono escluse le attività connesse alla salute, alla cura degli animali detenuti e selvatici nonché alla salute e cura delle piante, comprese le attività selvicolturali".

"Aspettiamo di avere un quadro più completo della situazione e poi valuteremo come comportarci emanando un’ordinanza restrittiva - aveva fatto capire nei giorni scorsi Alessandro Piana, assessore regionale con delega alla Caccia - Non ci sono pericoli per l’uomo e neppure per gli animali con l’eccezione di cinghiali e suini d’allevamento, ma vogliamo evitare che cinghiali malati di peste suina possano allontanarsi dal territorio in cui si trovano".

In Liguria, dove disposizioni del genere rischiano di rovinare i piani del fine settimana degli appasionati del trekking ma soprattutto di creare problemi a piccole e grandi località, che di turismo outdoor iniziano a vivere, i comuni interessati dall'ordinanza del governo sono Albisola Superiore, Celle, Stella, Pontinvrea, Varazze, Urbe e Sassello nel Savonese, e Arenzano, Bogliasco, Ceranesi, Ronco Scrivia, Mele, Isola del Cantone, Lumarzo, Masone, Serra Riccò, Genova, Campo Ligure, Megnanego, Bargagli, Busalla, Savignone, Torriglia, Rossiglione, Sant’Olcese, Valbrevenna, Sori, Tiglieto, Campomorone, Cogoleto, Pieve Ligure, Davagna, Casella, Montoggio Crocefieschi e Vobbia in provincia di Genova.
L'ordinanza produce effetti dalla data di adozione e le disposizioni sono efficaci per sei mesi a decorrere da tale data.


Divieto di caccia, salvo quella selettiva al cinghiale, ma non solo: anche di pesca, raccolta funghi e tartufi, trekking, mountain bike e altre attività di interazione diretta o indiretta con i cinghiali infetti.

È il contenuto dell'ordinanza firmata ieri dai ministri della salute Roberto Speranza e delle politiche agricole Stefano Patuanelli che riguarda i 114 comuni, 78 in Piemonte e 36 in Liguria, dopo i casi di peste suina riscontrati in esemplati a Ovada (Alessandria), Fraconalto (Alessndria) e Isola del Cantone (Genova).

In Piemonte i comuni coinvolti sono tutti nell'Alessandrino: Cavatore, Castelnuovo Bormida, Cabella Ligure, Carrega Ligure, Francavilla Bisio, Carpeneto, Costa Vescovato, Grognardo, Orsara Bormida, Pasturana, Melazzo, Mornese, Ovada, Predosa, Lerma, Fraconalto, Rivalta Bormida, Fresonara, Malvicino, Ponzone, San Cristoforo, Sezzadio, Rocca Grimalda, Garbagna, Tassarolo, Mongiardino Ligure, Morsasco, Montaldo Bormida, Prasco, Montaldeo, Belforte Monferrato, Albera Ligure, Bosio, Cantalupo Ligure, Castelletto d'Orba, Cartosio, Acqui Terme, Arquata Scrivia, Parodi Ligure, Ricaldone, Gavi, Cremolino, Brignano-Frascata, Novi Ligure, Molare, Cassinelle, Morbello, Avolasca, Carezzano, Basaluzzo, Dernice, Trisobbio, Strevi, Sant'Agata Fossili, Pareto, Visone, Voltaggio, Tagliolo Monferrato, Casaleggio Boiro, Capriata d'Orba, Castellania, Carrosio, Cassine, Vignole Borbera, Serravalle Scrivia, Silvano d'Orba, Villalvernia, Roccaforte Ligure, Rocchetta Ligure, Sardigliano, Stazzano, Borghetto di Borbera, Grondona, Cassano Spinola, Montacuto, Gremiasco, San Sebastiano Curone e Fabbrica Curone.

"L'ordinanza - si sottolinea - consente alle attività produttive di continuare a lavorare in sicurezza, fornendo rassicurazioni in merito al nostro export". La durata prevista è di sei mesi. L’obiettivo è "porre in atto ogni misura utile ad un immediato contrasto alla diffusione della Psa e alla sua eradicazione a tutela della salute del patrimonio faunistico e zootecnico suinicolo nazionale e degli interessi economico connessi allo scambio extra Ue e alle esportazioni verso i Paesi terzi di suini e prodotti derivati". "Sono escluse - si legge nell'ordinanza - le attività connesse alla salute, alla cura degli animali detenuti e selvatici nonché alla salute e cura delle piante, comprese le attività selvicolturali". "I servizi regionali competenti, - prosegue ancora il documento, - su richiesta degli interessati, possono autorizzare, su motivata e documentata richiesta, lo svolgimento delle attività vietate, sulla base della valutazione del rischio da parte del CEREP".

Offline AGH

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Re:Divieti nei boschi tra Liguria e Piemonte!
« Risposta #1 il: 16/01/2022 13:47 »
Coldiretti Trentino, anche se non l'ha detto esplicitamente, sta premendo perché gli stessi provvedimenti siano presi anche qui in Trentino
Blog di Montagna
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Offline jegger

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Re:Divieti nei boschi tra Liguria e Piemonte!
« Risposta #2 il: 16/01/2022 18:05 »
Ho letto anch'io la notizia. Sinceramente non so come mi comporterei se abitassi in un comune ligure/piemontese sottoposto a lockdown.
Dopo il Covid, anche la peste suina a vietare la possibilità di spostamento. Non so più cosa pensare e la notizia mi lascia alquanto perplesso  ::).

Offline Locontim

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Re:Divieti nei boschi tra Liguria e Piemonte!
« Risposta #3 il: 16/01/2022 18:43 »
Senza dubbio, le regole vanno rispettate...
Certo per chi lavora nelle aree colpite è una mazzata che potrebbe stroncarlli definitivamente...
Immagino che sarebbe un disastro pure per il Trentino se si arivasse pure lì a una chiusura...
 :(

Offline kobang

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Re:Divieti nei boschi tra Liguria e Piemonte!
« Risposta #4 il: 16/01/2022 21:25 »
E pensare che in Trentino i cinghiali non c'erano fino a quanto "i veri tutori dell'ambiente" ossia i ........ cacciatori non hanno ben pensato di introdurli,fra l'altro illegalmente,dai paesi dell'est per poterli cacciare anche qui.
Con la doppia conseguenza di imbastardire le specie autoctone del Veneto e via via fino alla Toscana e oltre(anche i cinghiali ampliano negli anni il loro areale),e di introdurre una specie più prolifica della originaria italiana.
E meno male che qui i cinghiali trovano almeno qualcuno dei loro predatori specifici che sono proprio i lupi; l'orso preda solo i cuccioli dei cinghiali.
Secondo alcuni osservatori la crescita della popolazione del lupo in zone come Altopiani e Valsugana è legata anche alla disponibilità di cinghiali da predare....altro motivo per lasciarli in santa pace invece di accusarli per ogni capo di bestiame ucciso,visto che spesso i colpevoli sono i cani randagi