In settembre, durante una breve scappata archeologico-escursionistica in Campania e Basilicata ci siamo fermati un paio di giorni ad Agerola, un balcone a più di 600 metri di quota sopra la costiera Amalfitana, per percorrere alcuni dei vecchi sentieri che scendono verso il mare. Sono percorsi molto belli e semplici, per molta parte scalinati, che scendono tra zone coltivate ed intrichi di vicoli fino ai paesi sottostanti. Si attraversano limonaie, vigneti, oliveti, castagneti in gran parte ancora coltivati.
La rete sentieristica è ben tenuta e segnata dal CAI dei monti Lattari, il cui sito riporta anche le condizioni aggiornate dei sentieri stessi.
Il primo giorno ci siamo dedicati al Sentiero degli Dei, già ben descritto e fotografato da edel
qui.
Partiti da S. Lazzaro, la frazione di Agerola dove alloggiavamo, abbiamo dapprima percorso il sentiero di Abu Tabela, che corre lungo la base delle falesie attraversando l'orrido di Pino, poi il singolare paese “sparso” di Furore, per arrivare alla partenza del sentiero degli Dei.
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Verso l'orrido di Pino: il Molare e Agerola
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Costruzioni sotto roccia nell'orrido
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Due aspetti di Furore
Abbiamo quindi seguito il sentiero degli Dei (piuttosto affollato) fino a Nocelle, proseguendo poi fino a Montepertuso, da dove siamo scesi all'affollatissima Positano, per un meritato bagnetto.
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Riparo spericolato
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Il monastero di San Domenico
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Montepertuso è il paese meno aggrappato dopo Agerola
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Ecco la formazione rocciosa che gli dà il nome
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Belle colate calcaree
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L'inconfondibile Positano
Purtroppo il mare era mosso, quindi i traghetti non circolavano e abbiamo dovuto rinunciare alla traversata via mare fino ad Amalfi, utilizzando invece il bus. Questo è rimasto quasi subito bloccato nel caotico traffico della statale, sovraccaricato da tutti i bus turistici sostitutivi del traghetto. Così, per non rischiare di arrivare a notte fonda, ci siamo dovuti accollare un fuoriprogramma: la risalita da Vettica Minore fino a S. Lorenzo per il sentiero della Via Maestra dei Villaggi, con ben 2600 gradini che hanno messo a dura prova i nostri garretti.
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Inizia la risalita su scalinata segnata CAI
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Chiesetta su uno sperone roccioso
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Finalmente al campeggio, dal nome e dall'ingresso molto curiosi
Il secondo giorno siamo andati dalla parte opposta, verso est, con meta Ravello, percorrendo la valle delle Ferriere, che è un percorso altrettanto famoso.
La prima parte si snoda tra castagneti e faggeti, scendendo poi tra falesie calcaree in un fitto sottobosco di felci. Il paesaggio della valle delle Ferriere rappresenta un unicum per l'area (ed infatti ospita anche una riserva integrale), ma per noi era troppo familiare per destare sorpresa. E' anche un percorso un po' più difficile del sentiero degli Dei, quindi molto meno frequentato.
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Verso la valle delle ferriere, giornata fredda
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Trasporto legname e motosega
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Bel paesaggio montano 'normale'
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I resti delle ferriere
Molto più interessante la parte di uscita dalla valle, dove abbiamo seguito il sentiero che, attraverso i paesini di Pontone, Minuta e Scala ci ha portato a Ravello. Questo tratto, coltivato soprattutto ad agrumeto, ha delle viste spettacolari su Amalfi.
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Terreni coltivati
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La via è piuttosto trafficata
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Curioso monumento bilingue con funghi trentini
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Amalfi
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A Pontone si risale
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Veduta della collina di Ravello
Da Ravello, dopo la pausa pranzo, siamo scesi verso Torello e poi abbiamo seguito un sentiero lastricato e scalinato tra i vigneti e gli agrumeti fino ad Atrani, incredibile paesino incastrato in una valle strettissima: ospita 850 abitanti (più i turisti) su una superficie di 0,12 Kmq.
Da qui un dedalo di vicoli e scalinate permette di raggiungere la vicinissima Amalfi, dove questa volta siamo riusciti a prendere il bus per risalire ad Agerola e chiudere questa bella esperienza
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Discesa da Ravello
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Torello
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Si scende quasi in verticale
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Sempre in verticale arriviamo ad Atrani
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Indicazione per Amalfi tra i vicoli di Atrani
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Ultimo sforzo: la scalinata della splendida cattedrale di Amalfi