Autore Topic: [CATENA DI BOCCHE] Cima Juribrutto m 2697, prima uscita invernale in ciaspole  (Letto 8509 volte)

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Offline AGH

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Ultimo tratto verso la cima, quasi pianeggiante... sullo sfondo le Pale

Relaziono brevemente questa prima uscita invernale "seria" (con neve) con meta Cima Juribrutto 2697 nella Catena di Bocche, ampiamente trattata in questo forum a più riprese.


Dalla cima Juribrutto verso Cima Bocche

Si tratta di una salita facile, con dislivello modesto di 800 metri. E’ anche una classica di scialpinismo e ciaspole. Offre dei panorami semplicemente grandiosi: nonostante l’abbia salita un miliardo di volte, in tutte le stagioni, non viene mai a noia.


In vetta a Cima Juribrutto con la vista spettacolare sulle Pale

La neve è molto scarsa, molti costoni sono erosi dal vento

Le croci a tre quarti di salita, sullo sfondo il profilo di Cima Bocche

Immaginiamo un innevamento problematico, specie in alto dove durante le recenti nevicate c’è stato un forte vento. Partiamo da Malga Vallazza m 1900 in ciaspole, c’è già una tracciatura discreta da altri ciaspolatori che ci hanno preceduto e si sale abbastanza facilmente. Ci sono circa 30-40 cm di neve fresca, sprofondante, quindi non è il caso di avventurarsi fuori traccia. La traccia peggiora un po’ in alto nel valloncello ripido che bisogna salire per guadagnare la dorsale: chi ha tracciato non ha seguito fedelmente il sentiero estivo che sale gradualmente e ci sono degli strappi un po’ faticosi nella neve cedevole e a tratti crostosa. Incrociamo  qualcuno che scende in sci: francamente non ha l’aria di divertirsi granché. La neve è poca e spesso crostosa, parecchi i sassi affioranti.


Nei pressi della cima, con lo sfondo di Pelmo e Civetta

Si affronta l’ultimo breve rampone che porta all’ampio e spettacolare valloncello finale che conduce, con pendenze modeste fino alla cima. Alla partenza c’era una temperatura che pareva aprile, in alto invece c’è un vento gelido e in vetta resistiamo per pochi minuti a causa del freddo intenso. Facciamo le solite foto di rito allo spettacolo delle Pale, al Lagorai, e a tutti gi altri gruppi dolomitici che ci circondano: Latemar, Catinaccio, Sassolungo, Sella, Marmolada, Antelao, Pelmo, Civetta.


In vetta a Cima Juributto, a dx postazioni della Grande Guerra

Postazione della Grande Guerra con vista sulle Pale di S. Martino nordorientali

Ultimi passo verso la vetta

Dalla cima vista verso Cima Maliverno nei Monzoni al centro, sullo sfondo le vette del Catinaccio

Due escursionisti, tra i pochissimi incontrati, tornano verso valle

Dalla vetta verso il Gruppo dei Monzoni

Un senso di tristezza lo proviamo guardando i poveri resti dei trinceramenti della Grande Guerra semisepolti dalla neve, pensando ai soldati che cento anni fa erano quassù a combattere e a morire.



I poveri resti dei trinceramenti nei pressi della vetta

Ci abbassiamo un po’ di quota cercando una conca riparata dove si sta decisamente meglio. La discesa è per la stessa via dell’andata, piuttosto faticosa per via delle neve crostosa e cedevole anche sulla traccia di salita. Nel complesso il solito bel giro, molto semplice e non particolarmente impegnativo, assolutamente consigliato. Nonostante sia una mèta di solito piuttosto frequentata, ieri sabato 18 novembre abbiamo incontrato solo 6 persone in tutto il giorno. Sviluppo 12 km, dislivello 800 m.


Ancora trinceramenti, con vista verso Pelmo e Civetta

Al centro tra le due torri lo spettacolare Passo delle Farangole m 2808, tra la Cima di Focobon 2996 (a sx), il Campanile di Val Grande e Cima dei Bureloni 3120 dx

Ultimo sole sulle Pale: da sx Cima Bureloni 3120, Cima Vezzana 3192, Cimon della Pala 3186

La chiesetta di Passo Valles al tramonto

Il percorso
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Offline MattiaL

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Bel giro , pensi che ora sia percorribile con i soli ramponcini o consigli comunque le ciaspole?

Offline AGH

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Bel giro , pensi che ora sia percorribile con i soli ramponcini o consigli comunque le ciaspole?

a mio parere le ciaspole attualmente restano il mezzo migliore considerato lo scarso innevamento (con i soli ramponcini si rischia di sfondare nei tratti di neve crostosa o ancora farinosa nei tratti riparati)
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