Autore Topic: [CATENA DI BOCCHE] Col Margherita, esplorazione dei laghetti Lastèi di Pradazzo  (Letto 8191 volte)

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Offline AGH

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Laghetto senza nome a quota 2322

Mi era a tal punto piaciuta la precedente esplorazione al Laghetto senza nome ai Laghi Lusia nella Catena di Bocche, che ho voluto fare il bis, stavolta da solo. Consultando le carte scopro altri interessanti specchi d’acqua a sud del Col Margherita. Scarico la Kompass della zona e anche l’immagine Bing sulla mia fida app MyTrails, che mi aiuterà nell’orientamento non banale nei vastissimi costoni in quota dei Lastèi di Pradazzo.


Passo Valles, con lo sfondo delle Pale e di Cima Venegia a dx

Da Passo Valles 2031, con caldo quasi africano seguo per un po’ la forestale verso nord passando da Malga Pradazzo. La neve è già un pacioccone. Due ragazze tentano di raggiungere a piedi, senza ciaspe, i Laresei (auguri!). Io invece osservo il terreno per capire come salire di quota ai Lastèi, separati dal fondovalle da una scarpata abbastanza ripida e tormentata. Individuo il percorso migliore che corre alla base della fascia rocciosa (da cui tenersi a debita distanza viste le numerosissime valanghe “da caldo”), che raggiungo risalendo una valletta non troppo ripida. Quindi con diversi traversoni risalgo la scarpata a zig zag cercando i passaggi meno erti, sfruttando la morfologia del terreno a balze. Si fa una fatica boia, ci sono i 15 cm di neve fresca pesante caduti di recente, ma anche il fondo è spesso cedevole e si sprofonda anche 30-50 cm nei posti peggiori vicino alla vegetazione, nei pendii a est e vicino alle rocce.


Itinerario di salita

g
Tre piccole valanghe si sono staccate dalle rocce, ce ne sono moltissime sui versati soleggiati circostanti

In una bellissima conca incontro il primo lago senza nome a quota 2188, ancora sepolto dalla neve, neppure segnato sulle carte ma ben visibile. Chissà che bellezza dev’essere in estate questo specchio d’acqua, con lo sfondo maestoso delle Pale. Faccio ancora faticosi traversoni per guadagnare quota: superata finalmente la scarpata senza danni, mi affaccio sui vastissimi Lastèi che si perdono a vista d’occhio in mille vallette, conche e depressioni. Lontanissima, vedo la cima del Col Margherita 2550 che si perde quasi all’orizzonte.


Il primo lago a quota 2188


La dorsale di Cima Juribrutto

Verso ovest spicca la dorsale di Cima Juribrutto 2697, mentre a sud c’è lo spettacolo mozzafiato delle Pale di S. Martino. Magnifico il colossale pilastro dell’Agnèr 2872 col la sua parete nord alta ben 1500 metri, la più alta delle Dolomiti. Tiro fuori il gps del cello per andare a caccia del secondo lago. Mi infilo in una valletta e la seguo tra sinuosi dossi, ed in breve eccomi al secondo lago a quota 2322, che affiora in una bella conca nella neve con delle lingue verdi-azzurre.


La bellissima conca col secondo lago senza nome a quota 2322, sullo sfondo il costone del Col Margherita


Il lago a quota 2322 visto dall'alto con lo sfondo delle Pale


Pale di S. Martino

Proseguo per l’ampia dorsale verso la principale elevazione senza nome a quota 2575, che si trova che si trova poco a ovest del Col Margherita m 2550. In vetta c’è un panorama immenso, anche se le cime circostanti sono ingombre di nuvolaglie, mentre i Lastèi risplendono di una luce abbacinante.


Percorso di salita


In vetta a quota 2575


Cima Juribrutto versante est


In vetta con vista verso Passo Pellegrino


Dalla cima verso le Pale


Panoramica da quota 2575 verso cima Juribrutto e la Valle di S. Pellegrino

Dopo la sosta panini, è ora di tornare. La discesa non è semplice, c’è infatti la scarpata da scendere che in molto punti è ripida e dirupata. Calo allora per un’ampia e dolce dorsale verso una evidente conca dove trovo il terzo lago a quota 2340, anche qui intuibile dalle pozze verdi che affiorano nella neve.


Dai pressi del Col Margherita guardando verso quota 2575


Il terzo lago senza nome a quota 2340


A sx il colossale pilastro del Monte Agnèr

Con l’aiuto del gps e osservando le curve di livello trovo il passaggio verso valle, confortato anche da una traccia di sci, piuttosto ripido e assai malagevole con le ciaspole che affondano e scivolano nelle neve nei traversi come nel fango. In qualche maniera riesco a scendere sul fondovalle, dove raggiungo la forestale con la quale scendo senza problemi fino a passo Valles.


Il faticoso percorso di discesa nella neve pantanosa e scivolosa come fango


Vista sul Lagorai nordorientale, a sx le due cime di Colbricon


Paesaggio patagonico: ancora M. Agnèr e Pale settentrionali


Ritorno al passo; Malga Pradazzo


Cima Caladora in primo piano

Escursione meravigliosa e selvaggia, in tutto il giorno non ho incontrato nessuno. Molto faticosa per la neve cedevole. Orientamento non banale nel labirinto di vallette per accedere ai vastissimi costoni dei Lastèi, soprattutto per risalire e scendere la scarpata ripida e innevata. Panorami super, sviluppo e dislivello modesti ma con la neve pesante e dovendo batter traccia si fa fatica doppia. Dislivello 550 metri, sviluppo 10 km scarsi.


Il percorso
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Offline radetzky

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che meraviglia l'Agnèr, non lo ricordavo: sembra un cristallo gigante di quarzo !  :)
quando che le pegore le va a destra.. mi vago a sinistra. e quando le va a sinistra mi vago a destra !

Offline Renzo

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... La neve è già un pacioccone...

Voglio vedere cosa capisce un non trentino...  ;D

Offline AGH

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Voglio vedere cosa capisce un non trentino...  ;D

giusto: paccioccone è inteso come neve molle e appiccicosa :)
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