Trovato il laghetto senza nome a quota 2363!
Esplorando la bellissima
Catena di Bocche con
Google Earth (sempre sia lodato!) per la
mega traversata fatta qualche anno fa da Passo Valles fino a Predazzo, l’attenzione era caduta spesso su un
laghetto isolato lontano da sentieri o tracce a quota 2362, poco sopra i
Laghi di Lusia. Decidiamo di andare a cercarlo. Il problema è: ci si arriverà in ciaspole senza ammazzarsi? Le carte non sono chiarissime,
la parte boscosa in basso è un rebus. Non resta che scoprirlo andando sul posto.
Quando arriviamo a Malga Bocche il meteo è di un grigiore deprimente... migliorerà nel corso della giornata
Salendo per gli splendidi costoni verso la dorsale ovest di Cima Bocche
L’accesso più breve è quello da
Malga Bocche m 1946, che raggiungiamo dalla
partenza della forestale a quota 1630 (da Paneveggio, strada per Passo Valles). Dalla malga col
sentiero 621 iniziamo l’avvicinamento infilandoci in un valloncello che si restringe man mano che avanziamo. Il meteo è pessimo, il cielo è tutto bigio, c’è un vento freddo e l’idea di andare a ravanare in quota vacilla pericolosamente. Ci fermiamo anticipando la sosta panini per capire dove il meteo va a parare. L’inevitabile abbiocco post prandiale è allietato in seguito da un solicello sempre più caldo che sfora le velature di nubi che si stanno via via sfaldando. Ronfiamo indecorosamente fin nel pomeriggio inoltrato, quando con un sussulto d’orgoglio decidiamo di proseguire la ricerca dello specchio d’acqua in quota.
Nel pomeriggio il tempo migliora, saliamo verso la dorsale tra vari trinceramenti della Grande Guerra che affiorano nella neve
La meraviglia delle Pale di S. Martino
Il cielo, contrariamente alle previsioni meteo che davano un peggioramento, si è rischiarato e promette bene. Attraversiamo idilliache radure dove però i segni del sentiero sugli alberi si perdono: per fortuna zio gps (sul cello) ci viene in soccorso. Per magnifici costoni non troppo ripidi, punteggiati di splendidi e grossi cirmoli, risaliamo lentamente di quota fino a un
bellissimo valloncello pianeggiante diretto verso il Laghi di Lusia 2335.
Lo splendido valloncello che conduce ai Laghi di Lusia: il sentiero 621 è sepolto sotto 150 cm di neve, da qualche parte
Abbandoniamo il sentiero 621 per risalire con vari zig zag la dorsale che conduce (si spera) al laghetto senza nome. Non ci sono tracce, ovviamente, la neve è pesante e spesso si sprofonda, ma il percorso è meno ostico di quel che sembrava dal basso. Per facili balze aggirate con larghi tornanti guadagnamo quota fino alle bellissima conca del laghetto senza nome: un spettacolo!
L’altimetro segna m 2365.
Salendo lungo la dorsale ovest di Cima Bocche
Il lago è più grande di quel che si sospettava. Dev’essere una meraviglia in estate con le Pale di S. Martino che si riflettono alla luce del tramonto, torneremo di sicuro. Proseguiamo brevemente verso nord sul ciglio del costone per vedere
il Lago di Lusia nella conca sottostante col bivacco Redolf, ormai in ombra vista l’ora tarda. Sul crinale si vedono spuntare dalla neve parecchi trinceramenti della Grande Guerra.
Ecco il lago senza nome a quota 2362!
Lo spettacolo è bellissimo ma sono già le 18.00 ed è ora di rientrare: perciò affrettiamo il passo tornando brevemente sui nostri passi e poi calando per un valloncello non troppo ripido che ci permette di
ricongiungerci col sentiero 621, ritrovando la nostra traccia di salita.
Rimontiamo un dosso sopra il lago per vedere il Lago di Lusia con bivacco Redolf
Lago Lusia col Bivacco Redolf, sullo sfondo il Gruppo del Catinaccio
La valletta dei Laghi di Lusia verso Cima Bocche
Vista sul Lagorai
Scendiamo velocemente a ritroso per la traccia di salita fino a Malga Bocche e poi, per la forestale massacrata di buchi da gente che è salita a piedi (!) che ci fa tribolare, fino alla macchina poco prima che faccia buio.
Discesa verso Malga Bocche
Vista sul Lagorai nordorientale
Le Pale di S. Martino alla luce calante del tramonto
Malga Bocche con lo sfondo del Lagorai orientale
Ultimo sguardo al "Cervino delle Dolomiti" prima di scendere a valle: il Cimon della Pala
Giro magnifico e tutto sommato non troppo difficile, anche se con la neve l’orientamento non è così banale. Incontrate tre persone (!) in tutta la giornata, e tutte in basso nel tragitto fino a Malga Bocche, poi più nessuno.
I panorami delle Pale di S. Martino onnipresenti all’orizzonte e la maestosa catena del
Lagorai orientale, sono tra i più belli del Trentino. Dislivello m 800, sviluppo 14 km.
Il percorso