Autore Topic: [CATENA DI BOCCHE] Cima Juribrutto dal canalone nordest e galleria Grande Guerra  (Letto 9064 volte)

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Offline AGH

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Il meraviglioso territorio verso Col de le Palue

Sono salito tante volte sulla magnifica Catena di Bocche, ma stavolta provo un itinerario fuori traccia per me inedito e ovviamente ignoto: la salita diretta per il ripido canalone a est di Cima Juribrutto. La lunga catena digrada dolcemente sul versante meridionale, mentre su quello settentrionale precipita con dirupi sulla Valle di S. Pellegrino. Studiando mappe e foto aeree/satellitari c’è questo canalone che sembra fattibile: a parte il ripido, non si vedono salti di roccia. Parto dal Passo di S. Pellegrino seguendo la vecchia mulattiera di guerra (sentiero E628) verso il Col de le Palue.


La mulattiera militare italiana che collega Passo S. Pellegrino e Col de le Palue

Il laghetto nascosto, quasi asciutto

A circa metà strada abbandono il sentiero e salgo a intuito nella splendida valletta verso un dossone che nasconde un piccolo laghetto. La zona è acquitrinosa ma sfruttando alcune dorsali erbose e sassose procedo egregiamente fino allo specchio d’acqua nascosto in una conca, purtroppo quasi asciutto. Ora tocca la parte difficile: la risalita del canalone. In basso c’è una vasta pietraia, ma riesco a superarla abbastanza bene e guadagnare dei costoloni erbosi dove gli scarponi fanno una buona presa.


L'ertissimo canalone, su alcune mappe è chiamato il Forzelìn

A dx il laghetto e la salita per il canalone est di Cima Jurbrutto

Pensavo di trovare qualcosa della guerra ma incontro solo pezzi di reticolato e qualche scatoletta arrugginita. In qualche punto appoggio le mani a terra o alla rocce per vincere i tratti più ripidi ma senza grandi problemi riesco a raggiungere la forcella. Incrocio qualcuno che mi vede sbucare dalla forcella e strabuzza gli occhi: “E salito dal canalone?” :)


Eccomi in cima al canalone

Verso cima Juribrutto, a sx Cima Bocche

Trincee italiane verso Col di Margherita

Trinceramenti con vista sulle Pale, il Passo Rolle, il Lagorai a dx

Da Cima Juribrutto verso Passo S. Pellegrino

Prendo quindi il sentiero che risale il crinale est e sono in vetta a Cima Juribrutto a quota 2697. In vetta decido di levarmi una curiosità, andando a vedere da vicino l’ingresso della galleria della Grande Guerra che si trova poco a est della cima, scavata dentro un bastione roccioso circondato da baratri. E' una postazione italiana. Mi calo con cautela verso l’entrata tra grossi massi franati di fresco, sul frontespizio dell’entrata ci sono tracce di malta che mi fanno pensare ci fosse una targa con qualche iscrizione, probabilmente asportata da qualche recuperante del menga. Provo ad entrare, anche se tutto appare molto precario: dentro ci sono ancora i grossi pali originali che sostenevano la volta della galleria, franata in più punti.


Anticima di Juribrutto, nel buco a sx l'ingresso della galleria

L'ingresso della galleria scavata nella roccia che si sviluppa ad "elle": un ramo in direzione nordest con vista su Passo S. Pellegrino, un alto ramo con bunker e vista su Cima Bocche


La lunga galleria di accesso

Le travature originali dell'epoca, ancora al loro posto dopo un secolo

La stanzetta bunker con feritoia, parzialmente crollata

La galleria si sviluppa ad “elle”: una parte si protende per una decina di metri verso il passo S. Pellegrino, con un’apertura a precipizio sulla valle. Un’altra si rivolge verso Cima Bocche per circa 6 metri, ben osservabile attraverso una larga feritoia in ferro fissata nel cemento. Ci sono i resti di una specie di stanza: probabilmente la camerata dove i soldati dormivano: si intravedono ancora le assi che delimitavano la spazio, accanto al punto di osservazione. Faccio un po’ di foto, muovendomi tra travi crollate e macigni franati dal soffitto, con qualche preoccupazione per la situazione non proprio rassicurante. Cerco qualche iscrizione sulle pareti ma non trovo nulla, in ogni caso non voglio trattenermi troppo a lungo lì sotto e quindi esco, tirando un sospiro di sollievo.


La galleria si affaccia sul precipizio

Cima Bocche vista dalla feritoia del bunker

Le grosse travi che sorreggono ancora la volta

Soffitto crollato e paleria superstite

Bunker con feritoia

Le grosse travi che puntellavano il soffitto sono ancora conficcate nel pavimento

Affacciato sui baratri della galleria

Riprendo il sentiero Alta Via della Mariotta che scende a Passo Juribrutto 2381, quindi inizio il rientro con il sentiero E628 che mi porta al passo di Forcella Grana 2340 e quindi con un lungo traverso al Col de la Palue, dove qualche anno fa erano state ripristinate le postazioni italiane di guerra nelle gallerie sottoterra. Purtroppo sono tutte franate e sbarrate da assi e un divieto di entrata. Torno quindi verso Passo S. Pellegrino seguendo il 628 che mi ricongiunge con la mulattiera militare della via dell’andata.


La lunga trincea italiana che taglia il fianco meridionale di Cima Juribrutto, sullo sfondo le Pale

Trinceramento quasi intatto con vista sulla Catena del Lagorai

Postazione con vista su Cima Bocche

Mucchi di pali abbandonati tra le rocce che erano serviti per i trinceramenti e le baracche

La severa mole di Cima Bocche, dove erano attestati gli austroungarici, a poche centinaia di metri in linea d'aria

Resti di accampamenti sulle grandiose "laste" punteggiate di specchi d'acqua

Ed eccomi disceso al Col de le Palue, da sx Cima Bocche e il Gronton, per chiudere l'anello e tornare al passo di S. Pellegrino

Discesa verso il passo, con un ricovero italiano sottoterra

L'ingresso del tunnel

Rivedo il canalone fatto in salita all'andata

La commovente mulattiera militare perfettamente selciata, resiste da un secolo


In viola, il percorso ad anello dal Passo S. Pellegrino

E’ un giro bellissimo, fatto tante volte (a parte la novità del canalone), senza particolari difficoltà, con panorami grandiosi. Dislivello circa 800 m, sviluppo circa 13 km.
ATTENZIONE ALLA GALLERIA DI GUERRA DELLA CIMA JURIBRUTTO: chi entra lo fa a proprio rischio e pericolo!
« Ultima modifica: 02/08/2022 17:54 da AGH »
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Forcella Vallazza. Si fa d'inverno con gli sci